In Bulgaria, i primi semi dellideale dell’unità del Movimento dei Focolari  sono stati posti da Giovanna Giua, una focolarina che, intorno agli anni ’60, nella capitale Sofia,  lavorava al servizio di una famiglia dell’Ambasciata italiana. Più tardi, nella primavera del 1975, un sacerdote della Yugoslavia giunse presso una giovane famiglia della chiesa cattolica di rito orientale. Attraverso di loro  nasce ad un primo gruppetto di persone, essenzialmente  parenti o amici. In quegli anni, infatti, la Bulgaria si trovava sotto le pesanti restrizioni del regime comunista.

Dalla Yugoslavia, alcune volte l’anno, arrivavano le focolarine, i focolarini,  i sacerdoti e i focolarini sposati che mantenevano i contatti con chi aveva conosciuto il Movimento.  La Parola di Vita, una pagina del Vangelo tratta dalla liturgia del mese, commentata da Chiara Lubich, arrivava sotto forma di lettera. Tradotta in bulgaro, veniva ricopiata alcune volte a macchina o a mano e poi diffusa con discrezione.

Gli incontri e le Mariapoli avvenivano sempre sotto forma di feste di famiglia, in qualche appartamento, o come gite in baite di montagna. Nonostante tutta questa prudenza, i servizi segreti della Sicurezza Statale vennero a conoscenza del gruppo. Nel tardo autunno 1984, a Sofia, alcuni vennero invitati a dei “colloqui”. Scoprirono così di essere stati seguiti da anni. Con i focolarini della Yugoslavia si prese un accordo: se dalla Bulgaria si spediva una cartolina con qualche monumento eretto dal regime, significava che era meglio non venire, se invece tutto era tranquillo, la cartolina avrebbe avuto dei fiori. Per alcuni mesi   questo fu l’unico legame fra loro. Nel 1990 poi, dopo 15 anni di isolamento, le barriere crollarono e per la prima volta un gruppo di giovani ebbe la possibilità di partecipare al Genfest a Roma.

Nel gennaio del 1991  a Sofia si aprì il focolare. Oggi le persone che vivono una scelta o impegno all’interno del Movimento sono più di 130. Gli aderenti e simpatizzanti un migliaio. Molti di loro si sono riavvicinati alla loro Chiesa, cattolica o ortodossa.  Sono diventati  cristiani ferventi, che si impegnano  ed avendo il cuore spalancato sulle altre Chiese, religioni o convinzioni, costruiscono ponti di unità con tutti.

In tutta la Bulgaria ci sono  famiglie, adulti delle più varie vocazioni, giovani, ragazzi, bambini, che pian piano, portano  nell’ambiente circostante semi di vita nuova.

Forti momenti di unità sono sempre le Giornate organizzate dal Movimento e le Mariapoli  incontri di più giorni, dove tutti insieme si  sperimenta la potenza di far parte di un’Opera di Dio, che per tutti è segno tangibile della Chiesa del futuro e della nuova umanità che dappertutto sta nascendo.

Uno degli strumenti che lega tutti è il giornale in lingua bulgara “Nov Svjat”, trimestrale, in 350 copie, insieme con il foglietto mensile della Parola di Vita, una pagina del Vangelo tratta dalla liturgia del mese, commentata da Chiara Lubich, che si stampa in 600 copie. I 10 libri finora pubblicati danno la possibilità di comunicare questa vita a tanti.