L’inculturazione del Vangelo nelle società africane, prima di tutto a Fontem, nel cuore della foresta camerunense, dove la testimonianza dell’amore concreto profuso dai focolarini medici chiamati a prendersi cura del popolo Bangwa, affetto da molte malattie e da una grave mortalità infantile, ha fatto sì che questo popolo e diversi altri popoli confinanti si siano incamminati sulla via della fede e della fraternità. Essa è visibile anche nelle altre due cittadelle che sorgono in Kenya e in Costa d’Avorio.

Un popolo in via di estinzione

Nel 1964 siamo chiamati ad intervenire in soccorso di un popolo del Camerun, la tribù dei Bangwa, in via di estinzione per la malattia del sonno. L’ altissima mortalità infantile aveva raggiunto il 90 per cento. Nel febbraio1966 partono per Fontem alcuni focolarini medici, infermieri, tecnici edili. Nel giugno dello stesso anno Chiara li raggiunge per mettere la prima pietra dell’ospedale. E’ accolta dal popolo con una grande festa. Ma ci sono voluti anni perché i Bangwa superassero i pregiudizi dovuti al colonialismo: vogliono accertarsi se quegli uomini bianchi abbiano, nel loro agire, degli interessi personali. Convinti della sincerità e trasparenza dei nuovi abitanti, nasce una piena collaborazione.

Uno sviluppo imprevedibile

A distanza di oltre 30 anni, nel maggio 2000, Chiara ritorna in quella remota regione del Camerun: la mortalità infantile è ora ridotta al 2 per cento. Nel cuore della foresta c’è un’armoniosa cittadina con più di 600 case e un college con tutte le classi inferiori e superiori. L’ospedale diviene centro specializzato per le malattie tropicali e si contraddistingue per la battaglia contro la malattia del sonno, attualmente sconfitta. Si sta aprendo ora un reparto per la cura dell’Aids. Vi lavorano circa 100 persone. Ci sono luce elettrica, grazie ad una centrale idroelettrica, attività lavorative, una chiesa. 12 le strade costruite per il collegamento con i vari villaggi.

Un segno di speranza per l’Africa

Fontem è diventato un distretto del Camerun anglofono e, con altre località ad essa legate, ha ora una popolazione di 80.000 abitanti. E’ centro di incontro e formazione per gente che vi arriva da tutte le parti dell’Africa. In un continente straziato dai molti conflitti etnici e razziali, vengono per vedere come l’amore fraterno rende possibile la collaborazione e lo scambio delle ricchezze tra uomini e donne di razze, culture e tradizioni diverse. Molti trovano qui la speranza di un’Africa nuova.Una terra senza conflitti – L’attuale Fon (massima autorità) di Fontem, esprime a Chiara la sua gratitudine più per l’aiuto spirituale ricevuto dal Movimento che per le molte opere realizzate: La spiritualità del focolare ha cambiato le persone. Ci ha aiutato a non fare guerre. Non c’è criminalità. Per chi vive così non ci sono problemi nella famiglia, questioni di proprietà della terra, di stregoneria.…La morale è più alta. Anche per la lotta alla piaga dell’Aids è importante questa coscienza morale.

Il coinvolgimento dei giovani

Sin dal 1966 Chiara promuove tra i giovani una mobilitazione mondiale di comunione di beni. Questa azione sociale è animata dalla presa di coscienza di dover far giustizia e contribuire a colmare il debito che il mondo occidentale ha verso quel continente. In coincidenza con il Giubileo del 2000, si impegnano in una nuova campagna di solidarietà a favore dei popoli africani, nel segno dello scambio delle ricchezze tra le diverse culture, anche recandosi sul posto.