La Miniera” è sorta nel 2003 col desiderio di aderire ai principi dell’Economia di Comunione lanciata da Chiara Lubich nel 1991. E’ stata lei a dare il nome al progetto,‘La miniera d’oro’, in riferimento al valore delle persone a cui era rivolto: gli anziani. È con questa consapevolezza che si lavora.“Cerchiamo di far sì che al centro del nostro lavoro non siano gli utili, ma le persone – raccontano Elena Bravo e José Alonso, rispettivamente direttore e amministratore dell’azienda di cui, con Miguel Muñoz e Ana Vera sono stati i fondatori –. Facciamo tutto il possibile affinché ognuno che arriva si senta accolto e valorizzato al di là delle sue condizioni fisiche o psichiche”.

L’importanza centrale dell’anziano si vive concretamente in tante occasioni: “Una volta – ricorda José Alonso – uno dei nostri operatori ci ha fatto notare che due dei nostri anziani sarebbero stati meglio in una residenza geriatrica. Anche se in quel momento la perdita di due posti rappresentava un vero problema economico, ci siamo detti:‘Dobbiamo pensare a loro prima dei nostri interessi’, e abbiamo cercato e trovato una nuova residenza”.

“Abbiamo attraversato momenti di difficoltà – continua Elena Bravo –, da malattie a problemi familiari, ma l’amore reciproco ci ha fatto sempre andare avanti, facendo, quando necessario, l’uno il lavoro dell’altro”. Ed è vero, tra i 18 lavoratori de La Miniera, si avverte un clima di condivisione e di gioia.

Quest’atmosfera si trasmette ai 50 anziani del Centro e a tutti coloro che vengono: “Ultimamente – racconta ancora Elena – sono venuti diversi gruppi di giovani con i loro professori di economia”. “Alcuni di loro – continua José – sono stati colpiti dalla gioia degli anziani, dall’atmosfera di famiglia e dall’entusiasmo dei lavoratori. Proprio le cose che sono importanti per noi”.

L’esistenza e lo sviluppo di La Miniera si devono in gran parte al “suo Socio nascosto”, che non le fa mancare nulla. La divina provvidenza, infatti, arriva proprio nel momento in cui c’è più bisogno: materiale d’ufficio, stoffa, tovaglie, manichini per imparare a vestirsi… e perfino attrezzature specializzate.

“Avevamo bisogno di una macchina per sollevare gli anziani – ci dicono – ma non avevamo i soldi per pagarla. Abbiamo deciso di acquistarla comunque, pensando alla fatica svolta dal personale e agli anziani. Il venerdì ci viene consegnata una macchina in prova. La domenica riceviamo una telefonata: il direttore di un centro per disabili psichici, che sa come lavoriamo, ci voleva donare una macchina elettrica. Vado a prenderla e, con nostra sorpresa, era identica a quella che ci avevano lasciato in prova!”.

Dopo quasi dieci anni di fedeltà ai principi dell’Economia di Comunione e alla “cultura della legalità”, mettendo sempre al centro del loro agire la persona anche nei momenti difficili, Elena e José possono affermare che “Nonostante tutte le difficoltà, anche condividendo gli utili con i più bisognosi, le aziende EdC crescono e si mantengono sul mercato, pure nei momenti di crisi”.

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