Lo scorso 12 e 13 dicembre 2012 si è svolto a Perugia il corso di formazione per Social Media Manager organizzato da TeamDev e Castello di Monterone il quale ha fatto da cornice all’evento che ha visto la partecipazione di imprenditori e giovani, ognuno dei quali appartenenti a realtà differenti che spaziano dal turismo al commercio, senza escludere l’ambito sociale.

Di notevole interesse la collaborazione con Carolina Bussadori, responsabile ID Expensive, la quale ha tenuto due speech lunch sul tema delle newsletter e Linkedin.

Il programma del corso ha toccato argomenti che andavano dalla storia dei social network fino all’importanza che ormai rivestono non soltanto nella vita quotidiana del singolo individuo, ma anche e soprattutto in quella delle piccole e grandi imprese. Si è fornita quindi una panoramica da un punto di vista comunicativo e di marketing.

Sono stati presentati i principali social network come Facebook, Twitter, Foursquare e Pinterest dei quali sono stati mostrati i ruoli, la loro utilità fondamentale e il loro funzionamento.

Altro argomento trattato è stato quello della misurazione dei risultati, ROI (Return on Investment), visto come momento fondamentale di ogni strategia comunicativa.

Nel corso delle due giornate sono stati illustrati due casi di successo quali il Castello di Monterone e Focolare.org, due realtà diverse ma accomunate dal grande riscontro ottenuto grazie proprio all’uso corretto dei Social Media.

Entrambi hanno infatti deciso con fermezza di essere presenti nel mondo “social” del web rinforzando la loro immagine ed acquistando così l’affetto di un pubblico sempre più vasto.

Da parte di tutti i partecipanti è stato dimostrato l’interesse a continuare con momenti di confronto e approfondimento su tematiche in continuo divenire prospettando l’opportunità di nuovi appuntamenti nel corso del prossimo anno.

Fonte: teamdev.it

12 Comments

  • Sono interessata e attendo l’articolo proposto dal Sig. Poggi e pubblicato da Città Nuova… Resto inquieta per la reazione sproporzionata del Sig. Clarià…
    Per il commento della Sig.a Emanuela che fa da giudice di Pace… non applaudirei così facilmente e velocemente…
    Buona domenica “fuori dalla Rete”

  • Considero fundamental comprometernos con profesionalidad en el campo de las redes sociales. Chiara Lubich siempre nos alentó a “anunciar” nuestro sueño de fraternidad universal con los medios de mayor actualidad. Jesús mismo usaba el lenguaje de su tiempo para hacerse comprender.
    Muchas veces sufro cuando veo mensajes con un contenido importantísimo que se ofrecen en formatos del siglo pasado. Poder ir al encuentro de las necesidades comunicativas de hoy exige preparación, competencia y también destinar recursos a esta tarea. Como siempre, la pregunta no es qué se hace, sino cómo se hace? y diría aún más, por qué? para qué se hace? Si el objetivo es sólo tener un lindo mensaje, nos estamos equivocando, en cambio, si ponemos todos nuestros esfuerzos, para que la VIDA en el sentido más profundo del término, llegué a todos, aliente nuevos compromisos, fomente nuevos vínculos y fortalezca espacios de colaboración, todo lo que hagamos será poco. Por lo que puedo seguir el sitio focolare.org considero que se orienta a visibilizar aspectos de las actividades de los focolares que superan ampliamente las cuestiones estéticas. Por esto, creo que tenemos que acompañar los evidentes logros y seguir trabajando juntos, como siempre lo hemos hecho, para mejorar lo que sea necesario.

  • Prima di tutto grazie per aver rispristinato i commenti che prima non si leggevano. Non si capiva a chi si rivolgesse Gustavo Clariá.
    Non mi trovo in sintonia con il suo riferimento al Vangelo, Signor Clarià. Quando Gesù parlò di “centuplo” (“Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna”.) si rivolgeva a chi aveva lasciato tutto per seguirLo; diceva loro che avrebbero trovato una nuova famiglia. Non riesco a paragonare questa famiglia agli accessi su un sito internet o ai “mi piace” su Facebook; questi son più simili a dei semplici “osservatori”. Inoltre Gesù non diceva a Pietro di agire con il fine di avere in cambio il centuplo, ma di lasciare tutto e seguirLo. Preoccuparsi di Return on Investment, di rafforzare la propria immagine, di avere più accessi, o sempre più “affetto” (?) di un vasto pubblico è cercare un ritorno, un centuplo, un premio. Credo che vivere il Vangelo non comporti preoccuparsi dell’immagine che si da di se stessi, ma solo di amare il prossimo; non credo che i primi cristiani si preoccupassero dell’affetto di un vasto pubblico, visto che venivano perseguitati, eppure vivevano il Vangelo senza riserve.

    • Capisco la tua posizione ma non la condivido del tutto.
      La nuova evangelizzazione passa anche per la Rete ed è giusto cercare di capire come portarla avanti al meglio. Mi sembra che per un cristiano la “famiglia” è quella umana ed internet è il mezzo più veloce per raggiugerla. Aggiungo anche che il sito è gestito da professionisti i quali è giusto che si aggiornino sugli aspetti del prorpio lavoro. Questi aspetti riguardano il ROI ed il marketing? Welcome in 2013!
      Alcuni flash per Riccardo:
      I soldi per aggiornare i lavoratori li vorremmo pure spendere, no?
      Cristo non conteggiava i “Like”, è vero. Ha detto che il Vangelo va annunciato dai tetti. Come vedi a tirare Gesù per la giacca si rischia di non uscirne.
      Non è la tecnologia che disgrega l’uomo ma l’uso che se ne fa, del resto non esiste la Tecnologia come unicum, altrimenti non si capisce perchè tutta quella che usiamo ogni giorno sia buona ed il restante no.
      Affermare che l’articolo sia uno spot per l’azienda suona un pò come un’illazione. Tra l’altro fior di aziende di economia di comunione dimostranoche un’azienda può aderire ad una spiritualità. E poi quella di Gustavo era un’espressione esemplificatrice. Eddaii!

  • Stupisce che il Movimento dei Focolari debba occuparsi di Return on Investment. Qual è il ritorno dell’investimento dell’annunciare il Vangelo? Dovremo calibrare il nostro impegno personale e il nostro annuncio in funzione dei risultati? Per quanto ancora dovremo vedere la Parola soffocata dalle chiacchiere dei venditori di nulla? E’ così che il Movimento dei Focolari impegna il denaro da tanti condiviso con la comunione dei beni?

    • Buon giorno Sig. Poggi, per sua tranquillità la comunione dei beni che si pratica nel Movimento dei Focolari non viene destinata a corsi di social network, questo rientra nel proprio lavoro. Noi siamo stati invitati da una ditta – che conosce e aderisce ai valori della spiritualità dell’unita – ad offrire la nostra esperienza sull’uso dei social per la diffusione del Vangelo vissuto da tanti in tutto il mondo, in piena sintonia con il Magistero della Chiesa cattolica che invita noi cristiani ad entrare e offrire la propria testimonianza in questi nuovi “cortili dei gentili” dove oggi la gente si trova. Per chi s’impegna a vivere il Vangelo l’unico “investimento” è quello della propria vita; e l’unico “ritorno” sono i frutti promessi da Gesù: cento case, cento padri, madri, anche centinaia di “accessi” ai siti e canali social, se esprimono questa vita evangelica. Grazie per scriverci e Buon Natale a lei e a tutti i suoi cari! Il team di focolare.org

    • (Risposta al commento di Gustavo Clarià del 25 dicembre 2012)

      Buon giorno sig.Clarià,

      Grazie per la risposta. Che tuttavia non risponde agli interrogativi fondamentali del mio commento.

      Vedo invece prontamente schierata – a difesa dei social network – nietepopodimeno che la “piena sintonia col Magistero della Chiesa”. Come inizio di dialogo, non c’è male, specie volendosi rivolgere ai “gentili”.
      Vorrei modestamente far notare anzitutto che l’adesione ai social network non è (ancora) dogma di fede. Faccio ancora notare che il mio commento non era un attacco ai social network (e perché lei è intervenuto in difesa di questi?), bensì una critica alla pubblicazione di questo articolo e allo spreco di risorse (non importa in realtà se provenienti dalla comunione dei beni o meno, di tempo o di denaro) in corsi avulsi dagli scopi del Movimento, anzi ad essi avversi, oltre che di dubbia utilità.

      Lei stesso ora mi fa capire che l’intero articolo altro non è che un messaggio promozionale per il corso tenuto da Teamdev, il che rende l’articolo non pubblicabile sul sito dei Focolari, in quanto fuori dal suo scopo. Che la ditta aderisca ai valori della spiritualità (è tutto da spiegare come possa una ditta aderire a una spiritualità, scelta eminentemente personale) è del tutto irrilevante. Sono i contenuti ad essere inconciliabili. Linguaggio e concetti sono quelli tipici del capitalismo post-moderno: ROI, successo, marketing, rafforzamento dell’immagine, strategia comunicativa. Tecnologia e capitale sono un’accoppiata micidiale per la disgregazione dell’uomo e della sua parola: ciò che sta avvenendo in una società – la nostra – di cui i social network sono implacabile specchio.

      Devo ricordare io a lei, focolarino, che Cristo è lontano mille miglia dal conteggio degli accessi al vostro sito o dai “Like” sulla vostra pagina di Facebook? Che Cristo ha resistito nel deserto per tre volte alle tentazioni del successo, del potere, della performance (di cui voi sembrate essere alla ricerca)? Che il “centuplo” è per chi “lascia” per Lui, non per chi cerca consensi?
      Devo spiegare io a lei che l’obiettivo della nostra azione non può essere contraddetto dal cammino percorso per raggiungerlo? Che le parole svelano quello che siamo e che cerchiamo?
      Che è l’uomo la priorità (e se cristiani: l’uomo nel suo rapporto con Dio), non il corretto funzionamento degli apparati tecnici ivi incluse le reti sociali?
      Non c’è una sola parola in questo articolo che faccia intendere che voi abbiate questa priorità.

      Auguri di buon anno e di una nuova saggezza nelle vostre scelte.

      PS che ne dite di fare di questa conversazione un articolo per la rivista Città Nuova?

    • “Penso che le parole possano aver creato un grande equivoco, per il valore che soggettivamente ognuno attribuisce ad esse.
      In questo caso le parole sono Return on Investment. Per fortuna, tuttavia, è facile comprendersi se, andando oltre alla decodifica del linguaggio, ci si trova d’accordo sui fatti. E’ un fatto, ad esempio che la comunicazione sta anche nel responso che se ne ottiene. Per cui, visto che, lo scopo dichiarato e dimostrato del Movimento è quello della diffusione dell’ideale dell’unità – anche attraverso i mezzi tecnologici più moderni – ben venga che ci sia anche la conoscenza degli strumenti per la valutazione dell’efficacia di questo scopo. Uno scopo che, come è stato risposto, non consiste nel ritorno economico, bensì nel ritorno positivo dell’azione comunicativa. In questo senso, penso sia buona abitudine valutare il “ritorno” dei propri comportamenti, dei propri sforzi nel raggiungere uno scopo. Direi, che la ricerca del feedback, sia essenziale, onde evitare l’autoreferenzialità o l’illusione di perseguire uno scopo, facendo sforzi inutili o addirittura dannosi per se stessi e per gli altri!
      Buon lavoro a tutti!”

      • Come piccolo contributo aggiungo che per i social network il ROI non sta per “ritorno di investimento” ma più per “Return Of Interaction” e quindi quantifica, anche se non sempre qualifica, quanto le persone interagiscano tra loro, cosa importante per valutare l’interesse e l’attenzione verso alcuni argomenti.

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