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Alla Cartiera, ex fabbrica della circoscrizione IV di Torino, è passata una ventata di aria fresca e di vitalità, un luogo che da diversi anni non ha più l’aspetto di una struttura abbandonata grazie ad un’opera di riqualificazione. I Giovani per un mondo unito sono stati protagonisti del Torino Summer Campus che dal 28 luglio al 6 agosto ha coinvolto braccia e menti, per riportare la periferia al centro come “Capitale d’Italia”, in un’alternanza di momenti di formazione e azione. Punto di forza è stata la partecipazione dei bambini della zona, di nazionalità e culture diverse, che insieme hanno realizzato con semplicità e divertimento un recital, frutto dell’impegno e della collaborazione sperimentati durante i laboratori artistici (pittura-riciclo, musica, teatro, danza, canto). Una ricchezza di talenti che ha valorizzato le diversità culturali presenti nel quartiere, non più motivo di discriminazione sociale, piuttosto di dialogo e confronto.

Anche le tematiche trattate durante il campus nei momenti formativi sono state spunto di riflessione che ha interpellato i giovani come cittadini attivi, aprendo dibattiti su dialogo interculturale, sul fine vita con Ferdinando Garetto, medico palliativista, e allargando lo sguardo a soluzioni di ingegneria green con Federico Aleotti.
Una prima edizione del campus torinese che ha dato più ampio respiro ad una realtà spesso trascurata, piantando nello sguardo sincero dei bambini un seme di fiducia, e sui loro volti un grande sorriso.

Anche a Roma il Summer Campus 2018 si è svolto all’insegna dell’impegno e del divertimento. Le attività proposte nel quartiere di Corviale sono state di vario tipo: laboratori di musica, murales e argilla per i bambini; accoglienza da parte di alcune delle 8000 famiglie che vivono nel “Serpentone” – noto palazzo lungo circa un chilometro – che hanno aperto le porte delle loro case e hanno raccontato le loro storie di dolore e speranza, oltre alle diverse associazioni del quartiere.
“La periferia al centro”, affrontata con il filosofo Claudio Guerrieri e l’urbanista Giovanni Vecchio, ha aperto la strada a tematiche d’attualità per riflettere su notizie e sfide del nostro quotidiano: storie e testimonianze di legalità organizzata “dal basso” raccontate dal giornalista Gianni Bianco; approfondimento sul tema dell’accoglienza dei migranti da un punto di vista sociale e giuridico con gli avvocati Flavia Cerino e Loredana Leo; dibattito sulla partecipazione alla vita politica, fino ad interrogarsi con il giornalista Ennio Remondino sull’inutilità della guerra e sulla manipolazione mediatica che è origine e causa di nuovi conflitti.

Quello che sembrava a prima vista un grande e imponente palazzone di cui a occhio nudo non si vedeva la fine, simile ad un alveare fitto di case e finestre tutte uguali, visto dall’interno faceva un po’ meno paura: è così che, oltre il cemento, si sono incontrate persone, volti e storie, che hanno permesso di andare oltre i confini, i pregiudizi, i preconcetti e soprattutto oltre il muro di cemento che ognuno si porta dentro. Giovani del campus, bambini e famiglie di Corviale hanno lavorato insieme per la realizzazione della festa conclusiva nella parrocchia del quartiere. È stata un’occasione non solo per mostrare il frutto dei laboratori mattutini, ma per costruire una rete tra le realtà sul territorio spesso distanti e riscoprire un senso di comunità e famiglia.

Il “cammino stanziale” di questo campus si è concluso col weekend dell’11 e 12 agosto prima al Circo Massimo con l’incontro e la veglia di preghiera con Papa Francesco insieme a più di 70.000 giovani pellegrini provenienti da tutt’Italia e non solo, e infine a Piazza San Pietro con la Messa e l’Angelus. Il Papa ha invitato ciascuno a non essere “giovane da divano”, a non aspirare alla tranquillità, ma a rischiare per inseguire i propri sogni con coraggio.
Le esperienze vissute nelle periferie di Torino e Roma sono un motore che spinge ogni giovane partecipante ai campus a muovere quei primi passi sulla strada, impegnativa ma necessaria, per realizzare i propri sogni.

Chiara Modena e Laura Sammarco

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