Assisi, 2004«Ogni tanto – scriveva Chiara Lubich – attraverso una persona o un libro, un loro scritto, Dio ci fa incontrare un santo. Via via, sembra che i santi si siano accostati alla nostra Opera per incoraggiarla, illuminarla, aiutarla».

E ancora: «Se da una parte siamo coscienti che il carisma del nostro Movimento è utile a tutta la Chiesa, dall’altra siamo pure convinti che tutti i carismi della Chiesa sono utili a noi, figli della Chiesa.
È proprio della nostra spiritualità imparare dai santi, farci figli di essi, per partecipare del loro carisma»
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È un rapporto di reciprocità, quello fra il Movimento dei focolari e gli antichi carismi, come si capisce dalle affermazioni citate ed un’esperienza di comunione sempre più condivisa. Un percorso incoraggiato anche dalla recente Istruzione pontificia sulla vita consacrata “Ripartire da Cristo” che così si esprime a riguardo: «Dall’incontro e dalla comunione con i carismi dei movimenti ecclesiali può scaturire un reciproco arricchimento. I movimenti spesso possono offrire l’esempio di freschezza evangelica e carismatica, così come l’impulso generoso e creativo dell’evangelizzazione. Da parte loro i movimenti possono imparare molto dalla testimonianza della vita consacrata, che custodisce molteplici tesori di sapienza e di esperienza» (n. 30).

Si capisce allora che i Movimenti dei Religiosi e delle Religiose siano parte integrante dell’Opera di Maria, ne condividano i fini e lo spirito per contribuire ad attuare la preghiera di Gesù, «Che tutti siano uno».

Ne possono far parte religiose, religiosi, consacrati e consacrate di Istituti secolari, monache e monaci e giovani in prima formazione, che in vario modo si mostrano sensibili e disponibili a condividere lo spirito ed il fine dell’Opera di Maria, a partecipare a qualche sua attività o anche solo a manifestarle stima, amore e aiuto. Il loro legame con l’Opera è essenzialmente di natura spirituale.

Chi vi partecipa, approfondisce la spiritualità di comunione, che sente adatta alla sua vocazione per essere nell’oggi della Chiesa, la vive favorendo prima di tutto la comunione all’interno della sua comunità e del suo Istituto, tra i carismi antichi e nuovi e tesse relazioni di unità con tutto il popolo di Dio. Essi sentono di attuare l’indicazione che Giovanni Paolo II nel 1996 ha rivolto ad un folto gruppo di religiose, aderenti al movimento dei Focolari, convenute da tutti i continenti: «La spiritualità di comunione che l’Opera di Maria promuove e coltiva, costituisce una dimensione essenziale della vita cristiana. Vi incoraggio a crescere in essa, a viverla nelle vostre comunità, nei diversi ambienti in cui operate».

I religiosi e le religiose di questi Movimenti promuovono ogni iniziativa per incrementare lo spirito e la cultura della comunione, giornate di studio, di confronto e di testimonianza; organizzano convegni, settimane di spiritualità, corsi di aggiornamento che si ispirano alla spiritualità dell’unità, all’ecclesiologia di comunione. Una degli eventi più recenti è stato “Carismi in comunione”, svoltosi  ad Assisi il 23 ottobre scorso (vedi: www.carismiincomunione.it ).

I religiosi e le religiose, definiti “esperti di comunione” (Plenaria SCRIS 1978, Religiosi e Promozione umana, n. 24), cercano il dialogo della vita con tutti, sensibili a quello ecumenico, interreligioso, con persone di convinzioni diverse e con la cultura.

In un mondo frammentato e diviso, la testimonianza del loro amore reciproco vissuto vuol essere un contributo alla realizzazione della fraternità universale, in comunione con i loro fondatori e le loro fondatrici.

Movimento dei Religiosi

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