Gaudence, volontaria dei Focolari, è impegnata nella sua parrocchia di St. Michel (Bujumbura) dove c’è tanta indigenza. Insieme ad altri hanno promosso diverse iniziative ma i poveri rimangono tali e, anzi, sono sempre più numerosi.

Allora si rivolge a Françoise, che fa parte di un’associazione locale del Movimento dei focolari (CASOBU) creata per rispondere alle necessità della popolazione e contribuire alla riconciliazione fra le diverse etnie. Lei si occupa, in particolare, dei progetti di microcredito comunitario e ne testimonia i risultati positivi. Il metodo di questo microcredito consiste, infatti, nel costituire “gruppi di risparmio e credito” che trovano al loro interno le risorse necessarie, imparando a  gestire la propria situazione economica. Per Gaudence si apre una nuova prospettiva e, insieme, si rivolgono al parroco, all’inizio poco convinto.

Il giorno in cui il progetto viene presentato ai poveri della parrocchia, Françoise resta sorpresa dal numeroso gruppo di persone in età avanzata e in stato di totale povertà. Ma anche la perplessità degli ascoltatori è evidente: «Come possiamo risparmiare se non abbiamo niente?», chiedono.

Nonostante lo scetticismo generale, il parroco invita tutti a provare. Si costituiscono così 3 gruppi di 25 persone ciascuno ed iniziano gli incontri di formazione.

«Continuiamo a ripetere che non daremo soldi – raccontano – e che i prestiti dovranno provenire dai loro piccoli risparmi». Non tutti capiscono. Un giorno in cui si sentono più scoraggiate del solito, si dicono decise: «Spieghiamo il metodo ancora una volta, e poi ci fidiamo di Gesù, perché lo facciamo solo per Lui».

Gli incontri proseguono con alti e bassi ma, sorprendentemente, man mano che il corso procede, talenti e forze latenti vengono fuori. Anche chi non aveva altra prospettiva che elemosinare davanti ad una chiesa inizia i primi investimenti produttivi.

«Per qualche mese – racconta Françoise – ho dovuto farmi sostituire nell’attività di formazione, perché impegnata nei preparativi del mio matrimonio. Molte persone di St. Michel sono venute a congratularsi con me, con gli occhi illuminati dalla gioia: non erano più indigenti! Mi hanno raccontato del successo delle loro piccole attività».

Un’anziana ha detto orgogliosa: «Non ho più bisogno dell’aiuto della Caritas, così si può darlo ad un altro; perché ormai io chiedo un prestito e poi lo restituisco. Sto pensando ad ingrandire il mio piccolo banco di frutta e verdura».

Sono passati soltanto 6 mesi, e già 90 persone hanno rinunciato spontaneamente all’aiuto della Caritas, che così potrà aiutare altri indigenti.

«Eravamo incredule per quanto è accaduto. Molti di quelli che ce l’hanno fatta erano tra i più poveri ed anziani. Ci siamo ricordate che avevamo chiesto a Gesù di prendersi cura di queste persone e abbiamo compreso che la riuscita del progetto era opera sua».

Attualmente CASOBU promuove il microcredito comunitario a Bujumbura, nei quartieri di Kinama, Cibitoke e Kamenge, ma il cerchio si allarga. Un’altra parrocchia, nella zona nord, vuole iniziare questa esperienza.

Si tratta di uno dei tanti progetti sostenuti dalla Ong “Azione per un mondo unito” (AMU), che  prende spunto dalla spiritualità dei Focolari.

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Chi desidera partecipare, anche con contributi “una tantum”, può utilizzare il conto corrente bancario intestato a:

Associazione Azione per un Mondo Unito, presso Banca Popolare Etica, filiale di Roma.

Codice IBAN:  IT16G0501803200000000120434

Codice SWIFT/BIC CCRTIT2184D

Causale: “Progetti microcredito in Burundi”.

Ulteriori informazioni si possono visualizzare nella scheda del progetto.

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