Alla sua 59° edizione, la Settimana Ecumenica promossa dal Movimento dei Focolari a Castel Gandolfo (Roma), dal 9 al 13 maggio, «si inserisce – afferma nel suo messaggio di apertura il Patriarca ecumenico Bartolomeo I – nel crocevia della storia, nell’intreccio delle memorie, nell’incrocio dell’ecumenismo e dell’impegno sociale della Chiesa».
È dal 1962 che Chiara Lubich, dopo i suoi primi incontri con cristiani di varie Chiese, li invitava a conoscersi, offrendo la spiritualità dell’unità come base comune, per riconoscersi fratelli e sorelle in Cristo. Lo mette in luce Maria Voce, che rilegge i 5 “imperativi”, formulati nel documento cattolico-luterano “Dal conflitto alla comunione”, elaborato in vista dei 500 anni della Riforma. «Sono imperativi – afferma – che a mio avviso non riguardano soltanto luterani e cattolici, ma possono essere vissuti da cristiani di tutte le Chiese… per un proficuo impegno ecumenico». Lo conferma nel suo intervento il vescovo emerito Christian Krause, già Presidente della federazione luterana mondiale.
Tra vari messaggi di saluto quello del Presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani, card. Kurt Koch: «L’esperienza dell’ecumenismo di vita ci mostra che l’unità cresce “camminando insieme” e che camminare insieme significa già vivere e realizzare l’unità».
Le giornate si sono svolte in un clima di dialogo, conoscenza e accoglienza reciproca, preghiera, e scambi di esperienze del Vangelo vissuto nell’ottica dell’unità e nell’apertura verso l’altro sperimentando la bellezza della Chiesa di Cristo in cui dei cristiani mettono in pratica il cuore del Vangelo: l’amore reciproco.
Momento atteso la preghiera per l’unità nelle catacombe di san Sebastiano a Roma, dove si formula il “Patto di amore reciproco” (Gv 13,34) per «portare questa testimonianza vissuta tra noi nelle nostre comunità, nei nostri paesi, nelle nostre società». Molti evocano la Pentecoste.
Ma tutto questo ha un fondamento: Gesù sulla croce che grida “perché”. Gesù crocifisso e abbandonato che ha preso su di sé ogni divisione, se riconosciuto e amato – secondo le intuizioni e l’esperienza di vita di Chiara Lubich – è la chiave che apre all’unità con Dio e con i fratelli.
Lo testimoniano toccanti esperienze di vita. E lo esprime nel suo video-messaggio il segretario generale rev. Olaf Fykse Tveit del Consiglio ecumenico delle Chiese di Ginevra (CEC). Tra l’altro ricorda quanto era già stato espresso già nel 1925: «Più ci avviciniamo alla croce, più ci avvicineremo tra noi cristiani».
Aiutano a questa comprensione gli interventi di alcuni teologi di varie Chiese, tra cui il rev. prof. Martin Robra (del CEC): «Se teniamo Gesù abbandonato tra noi mentre camminiamo insieme lungo il nostro pellegrinaggio, impareremo insieme a riconfigurare il passato che ci separa e vedere con più chiarezza dove Dio ci vuole condurre come discepoli di Cristo».
Altri interventi a carattere teologico assieme ad esperienze di vita hanno approfondito il legame fra l’unità e Gesù abbandonato nella spiritualità dell’unità e condiviso i frutti di questo stile di vita ecumenico.
La parola “dialogo” è stata declinata a più voci come potente strumento dell’unità da Jesús Morán, copresidente dei Focolari e dal rev. prof. Vasile Stanciu rumeno ortodosso.
Vescovo Brian Farrell, segretario del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità fra i cristiani, mette in rilievo l’apporto e la fedeltà di Chiara Lubich e dell’agire dei Focolari alla Chiesa comunione. E non manca l’incoraggiamento di Papa Francesco che, nell’udienza generale del 10 maggio, esorta pubblicamente i partecipanti alla settimana ecumenica «a proseguire il comune cammino dell’unità, del dialogo e dell’amicizia tra le religioni e i popoli».
A conclusione, il Metropolita Gennadios Zervos d’Italia e di Malta del Patriarcato ecumenico, introduce i presenti nell’esperienza di comunione fra il Patriarca Athenagoras e Chiara Lubich: «Hanno aperto la porta della riconciliazione tra le Chiese di Oriente e Occidente e nessuno può più chiuderla», ha affermato.
In questo contesto Gennadios ha consegnato alla presidente del Movimento dei Focolari, una “Medaglia storica” in segno di gratitudine per quanto «il carisma di amore e unità di Chiara ha fatto nella storia e sta facendo ancora oggi per aprire vie di riconciliazione e dialogo fra le Chiese e nel mondo».
«Abbiamo costruito tanto insieme. Ora si tratta di accelerare il passo, perché la comunione sia piena e visibile». Maria Voce esprime così la vitalità e impegno di un cammino che continua.
Leggi anche: Intervista a Maria Voce
Messaggio del Patriarca Bartolomeo
Messaggio del Dr Olav Fykse Tveit (Inglese)
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