Un libro intervista per conoscere il pensiero della Presidente del Movimento dei Focolari.

“Emmaus”: così Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei focolari, chiamava Maria Voce, dal nome del luogo in Palestina dove i due discepoli hanno incontrato e riconosciuto Gesù dopo la Resurrezione. Quel nome era l’invito a vivere attraverso l’amore scambievole la presenza di Gesù tra i suoi. E così, semplicemente, è chiamata all’interno del movimento.

Città Nuova online pubblica una rubrica a puntate dedicata al nuovo libro, che verrà presentato in anteprima il 22 settembre, durante il LoppianoLab, presente Maria Voce. Riportiamo alcuni stralci della prima puntata.

Dopo la morte della fondatrice avvenuta nel 2008, Maria Voce viene eletta presidente. Calabrese, prima donna avvocato nella regione, focolarina dal 1959, poi responsabile del movimento in Turchia per sei anni, Maria Voce si è trovata ad assumere un compito oneroso: raccogliere l’eredità della fondatrice e traghettare il movimento dalla fase degli inizi “carismatici” a quella immediatamente successiva, in cui un movimento guarda all’oggi della storia rispondendo attraverso il suo carisma alle sfide e alle domande che la società vive, senza perdere la propria identità, ma senza rimanere ancorato al passato.

Nell’intervista con Paolo Lòriga e Michele Zanzucchi, Maria Voce esprime senza reticenze il suo pensiero su fatti e vicende della società contemporanea, delineando così quel che pensano e fanno i focolarini dopo la morte della loro carismatica fondatrice.

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