Apr 9, 2012 | Chiara Lubich, Chiesa, Cultura, Dialogo Interreligioso, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
Con una superficie di 2.800.000 kmq l’Argentina ha una grande varietà di clima, dal caldo tropicale al freddo antartico. Tra la Cordigliera delle Ande e le coste dell’Oceano Atlantico, un’immensa pianura fertile: la pampa, il famoso “granaio del mondo”. La varietà dei suoi paesaggi attirano un continuo flusso di turisti. Una nazione aperta ai moltissimi immigranti che hanno fatto propria questa terra, dando impulso al suo sviluppo. 40 milioni di abitanti, concentrati nelle metropoli, con una grande diversità di origine, in prevalenza italiana e spagnola. La storia dell’Argentina è segnata da una serie di conflitti che hanno lasciato tracce profonde nel presente: dalla lotta tra le province ed il governo centrale di Buenos Aires, ai colpi di stato (l’ultima dittatura – 1976-1983 – è stata la più dura, ed ha lasciato un vuoto di 30.000 “desaparecidos”), alla sconfitta nella guerra l’Inghilterra per le Isole Malvinas-Falkland, 30 anni or sono. Il 30% della popolazione ancora vive nella povertà estrema. La popolazione si dichiara in maggioranza cattolica, ma consistente è la presenza di cristiani di altre denominazioni. Seguono gruppi di ebrei e di musulmani, una minoranza di seguaci di altre religioni e persone senza una convinzione religiosa. Personalità riconosciute in tutto il mondo testimoniano la vivacità della cultura nelle sue più diverse espressioni, dalle arti allo sport. Quando Chiara Lubich nel 1998 visita l’Argentina in occasione di vari incontri e riconoscimenti accademici, costata la ricchezza culturale, religiosa, sociale e politica di questo popolo. Quando si trova davanti 8000 membri del Movimento dei Focolari, dà loro una consegna: “aprire il dialogo a 360°, con un amore che non fa preclusione alcuna.
Il primo seme del Movimento dei focolari viene gettato in Argentina nel 1957, attraverso un sacerdote che aveva partecipato alla Mariapoli nelle Dolomiti (Italia). Nasce così la prima comunità: a Santa María de Catamarca, piccolo paese nel nordest argentino, ma ricco della cultura degli aborigeni. Verso la fine del 1958, tre tra i primi focolarini: Lia Brunet, Marco Tecilla e Ada Ungaro compiono il primo viaggio oltreoceano: dall’Italia approdano nell’America del Sud, con un itinerario che tocca Brasile, Argentina, Uruguay e Cile. Nell’ottobre 1961 e nel febbraio 1962 con Lia e Vittorio Sabbione, nascono a Buenos Aires i primi focolari per animare le comunità che crescevano di giorno in giorno. La spiritualità dell’unità infatti è accolta come una via nuova che si apre per questo giovane popolo. Si moltiplicano le Mariapoli, i tipici convegni estivi dei Focolari; nel 1963 si inaugura la Casa Editrice “Ciudad Nueva”. Gli anni successivi sono fondamentali: Chiara Lubich visita questa terra per tre anni consecutivi (1964, ’65 e ’66). Nel ‘66 pone la prima pietra del Centro Mariapoli a José C. Paz, nei pressi di Buenos Aires. Come un faro per l’Argentina e i Paesi limitrofi, nel 1968 nasce la cittadella a O’Higgins, nella provincia di Buenos Aires (oggi “Mariapoli Lia”). In breve diventa un importante centro di formazione per i membri del Movimento e di irradiazione: migliaia sono i visitatori ogni anno. Ad oggi più di 4.000 i giovani di tutto il mondo hanno trascorso un periodo nella cittadella, che si presenta come un bozzetto di società rinnovata dal Vangelo, per diventare testimoni di questo stile di vita nei loro luoghi di origine.
La proposta di Chiara di sostenere un dialogo a 360º sta mettendo radici. Il dialogo con i diversi Movimenti e realtà ecclesiali produce nella Chiesa abbondanti frutti di comunione. Nasce la Scuola di Formazione Ecumenica dei membri di Focolari in vista del dialogo fra le diverse chiese cristiane. Molti di loro oggi partecipano nelle commissioni diocesane di ecumenismo. Con le grandi religioni – ebrei, musulmani, induisti ed altri – si stabilisce un dialogo profondo di reciproca conoscenza, amicizia e collaborazione. Nel 2011 la Mariapoli ha ospitato un Simposio internazionale di dialogo Ebraico-Cristiano. Diversi gruppi di persone con convinzioni non religiose aderiscono allo spirito dei Focolari. Con loro si portano avanti tante azioni locali. Negli anni ’80 nasce la Scuola di Studi Sociali per approfondire la Dottrina Sociale della Chiesa e la sua concretizzazione negli ambiti politici e sociali. Nel 1991 nasce anche in Argentina l’Economia di Comunione e sorge il Polo industriale “Solidaridad” nella Mariapoli di O’Higgins. Oggi 56 aziende ed iniziative economiche aderiscono al progetto. Nel 2001, segnato da una profonda crisi politica e economica, nasce il Movimento Politico per l’Unità, che promuove varie iniziative di formazione, riflessione ed azione. Nascono gruppi di dialogo politico e la Scuola di Formazione Politica e Sociale per giovani, con 12 sedi sparse nel Paese. Come conseguenza dell’impegno sociale e formativo, nasce la cattedra libera Società Politica e Fraternità, nella Università Nazionale di La Plata. E’ l’origine della RUEF (Rete Universitaria per lo Studio della Fraternità). Il Movimento dei focolari in Argentina conta con più di 7.000 membri impegnati, 42.000 aderenti, migliaia di simpatizzanti, una cittadella con 200 abitanti, l’Editrice Ciudad Nueva, 3 Centri Mariapoli per corsi di formazione, centri focolari nelle principali città della nazione, comunità sparse in tutto il territorio, opere sociali e la partecipazione in diversi ambiti della attività politica, sociale, culturale ed ecclesiale. Visita la pagina dell’Argentina in Worldwide! (altro…)
Apr 1, 2012 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
In Messico non si bada a sforzi quando di accoglienza si tratta. Sono veramente imbattibili. Una caratteristica millenaria che esprime una cultura generosa, gioiosa e accogliente. Così è stato anche per Giancarlo Faletti, copresidente del Movimento dei focolari in visita per la prima volta alla cittadella “El diamante”, 50 chilometri distante da Puebla e 170 a sud-est di Città del Messico. Gli oltre trenta metri del marciapiede centrale che attraversa l’elegante cortile interno dell’edificio principale erano ricoperti da disegni coloratissimi di segatura. Un autentico capolavoro! Poco prima, un centinaio di persone, compresi i bambini della scuola S. Maria, che hanno suonato e cantato, aveva tributato un artistico benvenuto all’arco d’ingresso della cittadella. Qui balza subito agli occhi la bellezza e la varietà delle piante, delle aiuole e delle abitazioni, ma quel che colpisce è la cura del dettaglio. Lo si vede visitando i laboratori della pasticceria, le sedi dell’azienda dell’artigianato, della falegnameria e l’atelier del centro artistico. Sono 55 gli abitanti, e tanti altri che vi trascorrono un periodo di formazione. Fra questi anche i giovani, che hanno dato il benvenuto e scherzato con Giancarlo Faletti. Nella loro abitazione, punto di riferimento per i coetanei dell’area circostante, un’inattesa armonia degli ambienti (coniugata con la tecnologia), manifesta il loro stile di vita. Anche all’aeroporto si era espresso subito l’animo messicano nei riguardi dell’atteso amico. Nella sala degli arrivi, le persone della comunità dei Focolari, con tanto di striscione benaugurante, avevano richiamato la curiosità dei passeggeri in transito e suscitato un applauso generale. Ne è venuto fuori un abbraccio dolce e delicato, molto gradito dal co-presidente, conoscendone la ritrosia ai riflettori. Prima di giungere alla cittadella, in cui si tratterrà sino a lunedì per incontrare una buona parte delle persone dei Focolari in Messico, Giancarlo Faletti ha voluto compiere una sorta di viaggio per entrare nella cultura, nella storia, nell’arte e nella religiosità di questo popolo, che conta oltre 110 milioni di abitanti ed è il Paese più popoloso di lingua spagnola. In questo orizzonte, come prima tappa, la visita al museo antropologico della capitale, in cui la ricchezza delle aree espositive ha aiutato a scoprire il patrimonio immenso che sottosta al Messico d’oggi e che permea la vita delle diverse popolazioni che lo compongono. Il cammino d’inculturazione ha toccato anche la dimensione ecclesiale, in virtù dell’incontro con una trentina di sacerdoti che vivono la spiritualità dell’unità e con cui Faletti ha tessuto un dialogo sugli effetti del carisma vissuto nella vita presbiterale e nella costruzione della comunione nella Chiesa. Poteva mancare la Morenita in un tale percorso? Ed ecco la visita al santuario della Madonna di Guadalupe accompagnato da una trentina di persone. Ma qui si apre un capitolo di rilievo. Ed è meglio riferirne a parte. Di Paolo Lòriga, inviato (altro…)
Mar 28, 2012 | Chiesa, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
«Quest’anno – esordisce il Santo Padre –, il tema della Giornata Mondiale della Gioventù ci è dato da un’esortazione della Lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi: “Siate sempre lieti nel Signore!” (Fil 4,4). La gioia, in effetti, è un elemento centrale dell’esperienza cristiana. (…). E vediamo la grande forza attrattiva che essa ha: in un mondo spesso segnato da tristezza e inquietudini, è una testimonianza importante della bellezza e dell’affidabilità della fede cristiana.» Nell’approfondire alcuni aspetti della gioia Benedetto XVI sottolinea che “Il nostro cuore è fatto per la gioia” e che “Dio è la fonte della vera gioia”. E spiega ai giovani come trovare e “conservare nel cuore la gioia cristiana” attraverso, fra l’altro, la vita della Parola. Il messaggio continua affrontando “la gioia e l’amore” che, secondo Benedetto XVI, sono intimamente legati: “L’amore produce gioia, e la gioia è una forma d’amore.” E ricorda una frase di Teresa di Calcutta: “…Dio ama chi dona con gioia. E chi dona con gioia dona di più”. Seguono due passaggi che affrontano “la gioia della conversione” e la sfida di trovare la “gioia nelle prove”. “Il dolore – afferma il Papa – può essere trasfigurato dall’amore ed essere misteriosamente abitato dalla gioia”. E’ a questo punto che propone come modelli di vita due giovani testimoni: Pier Giorgio Frassati (1901-1925) e Chiara Badano (1971-1990), citando una lettera di quest’ultima a Chiara Lubich, datata 20 dicembre 1989, dove la giovane beata confessa che “soffrivo molto fisicamente, ma l’anima cantava”. Il testo si conclude con l’invito ai giovani di diventare “testimoni della gioia”, perché, sempre secondo il Santo Padre, “non si può essere felici se gli altri non lo sono: la gioia quindi deve essere condivisa”. Testo integrale: Messaggio del Santo Padre, Benedetto XVI per la XXVII Giornata Mondiale della Gioventu’ 2012 (altro…)
Mar 26, 2012 | Centro internazionale, Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Tra i quattro dialoghi della Chiesa cattolica – nella stessa Chiesa, tra Chiese diverse, tra fedeli di religioni diverse e con persone di buona volontà ma senza un credo religioso – il primo dialogo è quello più tipico della regione del Centroamerica. Anche qui in Guatemala, come testimonia il semplice ma caloroso incontro che si è svolto al Centro Mariapoli di Ciudad de Guatemala in un sabato assolato, lo scorso 24 marzo. Vi partecipano i rappresentanti di una decina di movimenti, che solitamente hanno il loro punto d’incontro nella “Comisión de Movimientos Laicales y Nuevas Comunidades”, organismo della Conferenza episcopale guatemalteca che riunisce i rappresentanti dei movimenti e delle nuove comunità. i sono i Neocatecumenali e i Cursillos, la Comunità di Sant’Egidio, il Rinnovamento nello Spirito e altre comunità carismatiche, oltre a gruppi di ispirazione domenicana e francescana e il Movimiento de Restauracion Matrimonial. È presente il vescovo che segue questa commissione, mons. Victor Hugo Palma Paúl, vescovo di Escuintla, sulla costa pacifica, zona di contrasti e povertà. È lui ad accogliere Maria Voce e Giancarlo Faletti con una triplice nota: «Primo, i movimenti nella Chiesa cattolica sono una presenza mariana dello Spirito, nati per il bisogno di rispondere a una mancanza di fede nella popolazione. Secondo, rispondiamo all’invito di Benedetto XVI di accogliere ed appoggiare i movimenti e le nuove comunità, come “scuole della Parola”; i Focolari sono una delle scuole più vive. Terzo, il vostro è un carisma che accende, accoglie e riscalda la vita cristiana, mettendo l’accento sull’unità».
Dopo una breve ma calorosa presentazione dei singoli presenti, Maria Voce ha raccontato, su invito della segretaria generale della commissione, la genesi dell’amore per la Parola tipico dei Focolari. Ha detto tra l’altro: «Essere insieme agli altri movimenti e comunità per noi non è solo una gioia, ma è anche una necessità. Sapere che ogni carisma ha una sua Parola evangelica specifica per l’umanità, di cui oggi c’è bisogno, ci dice che abbiamo bisogno gli uni degli altri». E ancora: «I carismi si riconoscono perché sanno aprirsi agli altri carismi». Ha quindi accennato al nostro concetto di nuova evangelizzazione: «Anche il Guatemala, che pur è evangelizzato da secoli, ha oggi bisogno che il cristianesimo diventi più vitale, che sia più formativo della persona umana e che incida nella vita delle singole persone e della società nel suo complesso». di Michele Zanzucchi, dal Guatemala (altro…)
Mar 8, 2012 | Chiesa, Focolari nel Mondo
Mar 7, 2012 | Chiesa, Cultura, Focolari nel Mondo
«Sono arrivata in una scuola alberghiera come supplente ad anno iniziato catapultata in interminabili consigli di classe, senza avere alcun elemento che potesse aiutarmi a distinguere nomi, volti e situazioni. Mi si presentava un quadro poco incoraggiante, con la difficoltà espressa dai colleghi di motivare e “scolarizzare” gli allievi, soprattutto delle prime classi. Ed io avevo sei classi di prima! Dovevo dimenticare l’esperienza ricca e coinvolgente fatta l’anno precedente con i ragazzi del liceo e cambiare atteggiamento e metodo. E così è iniziata un’avventura entusiasmante che mi ha costretta a mettermi subito in gioco.
Sono una religiosa. Questo suscita nei miei alunni, oltre allo stupore, una miriade di domande. Non mi fermo di fronte alle provocazioni, alle battute. Mi ritrovo così a condividere qualcosa della mia vita, della mia vocazione, del motivo che mi spinge ad insegnare. È il primo passo per entrare in relazione, per iniziare un cammino. Pian piano si gioca sempre più a carte scoperte ed io incalzo i ragazzi con le domande. Non parto da ragioni filosofiche, ma dalla realtà quotidiana che invoca una risposta alla domanda di senso. Perché devo alzarmi al mattino, perché devo studiare, vivere il reale, amare, soffrire…
Abbiamo coscienza di cosa stiamo vivendo? Questa domanda cade sui ragazzi come un fulmine e suscita una smorfia tra il sorriso e il dolore. Aperta una breccia sulla loro apatia, insisto: il valore della persona, la responsabilità dell’io, la ricerca di Dio nell’uomo e nella storia. Qualcuno è sorpreso perché la classe ascolta e ironizza sul fatto che “Qualcuno s’è messo a pensare!”. Con una collega, tuttavia, nasce una stima reciproca e si cerca un percorso comune a partire dalle rispettive discipline. Ci si trova così a scegliere brani di letteratura o di poesia che parlano del desiderio di una felicità vera…
E i ragazzi rispondono, si sentono presi sul serio, diventando loro stessi i primi attori della lezione. Per spiegare il senso religioso, propongo brani musicali che esprimano l’atteggiamento dell’uomo rispetto alla domanda di senso. Seguendo i testi, i ragazzi s’imbattono con la “la risposta sospesa” di Bob Dylan, con lo “scetticismo” espresso da Guccini, con la “domanda e la ricerca” di Bono degli U2 e chiedo loro: “Voi dove vi ritrovate?”. Uno alza la mano: “Scrivo poesie, volete sentirne una?”. Un compagno gli fa da sottofondo e lui comincia mediante lo stile rap a raccontare l’esperienza dolorosa della morte di un amico di scuola. È un grido: qual è la risposta umana al dolore, al limite, alla morte? Ricordando Giovanni Paolo II, propongo la riflessione durante il giubileo degli artisti. Egli rispondendo proprio a Bob Dylan aveva detto che la risposta non soffia nel vento. Uno ha detto di essere la risposta: Gesù Cristo. E da qui ho iniziato il percorso cristologico.
Faccio continuamente l’esperienza che non è vero che i giovani siano indifferenti alla bellezza, alla verità. Molti vivono sulla loro pelle situazioni difficili, e forse proprio per questo sono più sensibili alla ricerca del vero, del giusto, del bene, ad uno sguardo d’amore per il loro destino. Questo l’ho imparato dalle persone che mi hanno testimoniato la passione educativa, tra le quali il mio Fondatore, Nicola Barrè: che si educa nella misura in cui ci si lascia educare dall’altro. Ma sento che occorre conservare ogni giorno lo stupore dell’inizio, senza perdere la curiosità e il desiderio di un’avventura sempre nuova che ogni mattina comincia in classe. Nel preparare le lezioni mi muove il desiderio di non lasciare nulla d’intentato per incontrare il volto d’ognuno e trasmettere questo messaggio: “Sono contenta perché tu esisti! Grazie perché sei diventato compagno del mio cammino!”». Sr. Marina Motta (altro…)