Feb 19, 2012 | Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
“L’incontro con Gesù ha cambiato la nostra vita”. “Un incontro con Dio. Non avevo mai fatto un’esperienza così. “Voglio vivere con voi l’arte d’amare …”. Qualche flash delle impressioni raccolte tra giovani e famiglie, prima di ripartire dopo 10 intensi giorni in Amazzonia. Nelle situazioni locali di sofferenza, tra gli indigeni sparsi nell’immensa foresta, tanti hanno ritrovato la speranza nel futuro. Alcuni dei frutti della speciale esperienza di evangelizzazione che si ripete da 6 anni. Progetto Amazzonia è il nome di questa esperienza vissuta in una regione che copre oltre il 50% del territorio brasiliano e comprende ben nove stati: Acre, Amapá, Amazonas, Maranhão, Mato Grosso, Pará, Rondônia, Roraima, e Tocantins. Nel 2011 ha raggiunto la 6ª edizione.
Come nasce? Progressiva diminuzione dei fedeli, crescente adesione alle sette. Un fenomeno dovuto anche alla scarsità dei sacerdoti e alla difficoltà di raggiungere i vari centri di questa grande regione. Il progetto Amazzonia è la risposta ad un appello che i vescovi del Brasile hanno lanciato alle diverse espressioni della Chiesa cattolica: contribuire ciascuno secondo il proprio carisma ad una vasta e permanente azione di evangelizzazione. Ogni anno dieci giorni delle vacanze sono dedicate a questa iniziativa. Dal 2005 vi aderiscono persone – circa 150 – dei vari settori del Movimento dei focolari (focolarini/e, famiglie, giovani) provenienti dalle diverse regioni del Brasile, affrontando viaggi anche di sessanta ore in pullman o cinque ore in aereo, più ventiquattro in battello, a loro spese. Attiva e sempre maggiore è la partecipazione dei giovani. “Siamo venuti per dare, ma è più ancora ciò che abbiamo ricevuto”. È l’esperienza comune. Le persone raggiunte in questi anni con un contatto personale, sono state circa 26.000. Quest’anno oltre 4700, la metà giovani, in tre città: Abaetetuba e Bragança (Stato del Pará) e Barreirinha (Stato dell’Amazonas).
Uno degli strumenti più efficaci è il “dado dell’amore”: gioco che Chiara Lubich ha ideato per aiutare i bambini e ragazzi a vivere l’arte di amare, cuore del Vangelo. Il dado è stato donato a circa 1500 bambini. 54 maestre e presidi di cinque scuole di Barreirinha hanno seguito un corso di formazione su questo strumento pedagogico. Sono state visitate 150 famiglie di due quartieri poveri e sessanta coppie hanno partecipato al corso di formazione. Toccante la visita al carcere, dove – in dialogo con i detenuti – è stata presentata l’arte di amare. Prioritari sono i rapporti personali che producono scelte di conversione al Vangelo. L’appuntamento 2012 è dal 14 al 22 luglio. http://projetoamazoniafocolare.blogspot.com (altro…)
Feb 10, 2012 | Chiesa, Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
La morsa del freddo che ha attanagliato tutta l’Italia già nel fine settimana scorso potrebbe essere la metafora del livello e della complessità della crisi in cui si trova l’Italia. C’è piena avvertenza che l’accantonata litigiosità tra i partiti e la discesa dello spread (il differenziale tra titoli tedeschi e italiani) non sono elementi sufficienti per sentirsi avviati sulla buona strada. Con questa consapevolezza era stato fissato da tempo per il 3-5 febbraio a Castel Gandolfo un appuntamento tra i responsabili di ogni livello del Movimento dei focolari in Italia. Un numero così ampio di persone coinvolte (400), due giorni e mezzo di analisi, dialogo ed elaborazione, un obbiettivo preciso: cosa fare di più e meglio per l’Italia di oggi? Tutti questi ingredienti hanno reso questo convegno un unicum, perché mai si era svolto in passato qualcosa di analogo.
I risultati indicano prima di tutto un rinnovato impegno comunitario nei confronti del Paese, che si vuole manifestare attraverso alcune priorità maturate e condivise. Ed ecco che, sul versante della politica, i Focolari italiani hanno deciso di far proprio l’impegno già avviato dal Movimento politico per l’unità, quello di sollecitare la riforma della legge elettorale vigente, attraverso un primo appuntamento alla Camera dei deputati e un lavoro di sensibilizzazione, regione per regione, dei parlamentari di tutti i partiti. Sul fronte dell’economia e del lavoro, verrà potenziata e resa più capillare la rete esistente tra domanda ed offerta di lavoro tra tutte le aree del Paese, mentre pensando ai giovani e alla necessità di creare lavoro, l’incubatore di nuove aziende che funziona su scala regionale nel Polo imprenditoriale di Loppiano, alle porte di Firenze, acquisirà una dimensione nazionale per offrire servizi dovunque si intenda creare lavoro.
Riguardo all’emergenza educativa e alla legalità si apriranno nuovi cantieri e si potenzieranno quelli in funzione in modo da coordinare con maggiore efficacia le iniziative intraprese, facendo diventare i due temi il filo rosso che unirà varie operazioni dei Focolari svolte nei diversi territori del Paese. Sul fronte dell’immigrazione, dell’integrazione e del dialogo interreligioso s’è resa necessaria un’aggiornata mappatura delle varie attività (dall’assistenza alla formazione culturale) presenti da Lampedusa a Varese a favore di chi arriva in Italia.
Analoga fotografia dovrà essere scattata per la presenza attuale dei membri del Focolare in tutti gli organismi di partecipazione della Chiesa cattolica, dalla parrocchia sino agli organismi Cei. Rinnovato e ancor più convinto sostegno è stato manifestato con molta passione per due significative frontiere: il profondo rapporto con le comunità islamiche in varie regioni e le scuole di partecipazione per giovani del Movimento politico per l’unità. Da novembre scorso sono state aperte le ultime dieci. Risultati molto concreti a favore del futuro del Paese. 08-02-2012 di Paolo Lòriga Fonte: Città Nuova (altro…)
Feb 8, 2012 | Chiesa, Ecumenismo
Approfondire conoscenze reciproche, allacciare rapporti nuovi tra cristiani di varie Chiese e proporre lo stile di vita ecumenico caratterizzato dal “dialogo della vita” insito nella spiritualità dell’unità: molte le occasioni per vivere tutto questo durante la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Motto di quest’anno: “Tutti sarete trasformati dalla vittoria di Gesù Cristo, nostro Signore” (1 Cor 15,51-58). Di seguito qualche flash. Italia – Da parte di tanti la Parola di vita del mese di gennaio che suggerisce come vivere il motto della Settimana, è considerata un prezioso strumento di sensibilizzazione ecumenica. A Modena è stata distribuita a tutti i presenti ad una celebrazione, suscitando vivi scambi immediati. A Biella ad un convegno che ha concluso la Settimana è stata accolta con entusiasmo la proposta di mettere a disposizione per i battesimi delle diverse Chiese presenti sul territorio – Valdese, Rumeno-Ortodossa e Russa-Ortodossa – l’antico Battistero che si trova accanto alla cattedrale cattolica, monumento del X
secolo, eretto prima di tante divisioni. L’augurio è che l’utilizzo del Battistero da parte di tutte le chiese moltiplichi le occasioni di incontro e la reciproca conoscenza tra le diverse comunità. A Bari il gruppo Ecumenico, attivo durante tutto l’anno, per la Settimana ha organizzato una serie di momenti di preghiera in varie Chiese cattoliche ed evangeliche e, per la prima volta, in una Comunità Pentecostale – la Christ Victory Church – formata soprattutto da fedeli di origine africana. Con loro si sono stabiliti rapporti che vanno al di là della preghiera, nella carità vissuta concretamente con aiuti per visite mediche, raccolta di indumenti, e altro. Francia – La celebrazione ecumenica di Lione – preparata dal Comitato diocesano per l’ecumenismo e dal Comitato dei responsabili di Chiese di Lione – è stata trasmessa da France 2 e in diretta dalla Radio francese. Le parole del Cardinale Barbarin confermavano il desiderio di lavorare per l’unità: “Non perdiamo più tempo a lamentarci sulle divisioni del passato o del presente e facciamo del tutto per evitarne delle nuove… Lanciamoci con forza nell’opera di trasformazione che la Resurrezione rende possibile”».
Ecuador – Da Quito ci raccontano l’esperienza di un coro ecumenico, diretto da un sacerdote anglicano: «Un’esperienza di fraternità che, grazie alla comune passione per il canto e per il dialogo, ha fatto nascere rapporti profondi e si è ben presto trasformata in una forte testimonianza di unità. Oltre ai Focolari, ne fanno parte membri della Chiesa Episcopale, del Movimento Giovanni XXIII, della famiglia salesiana, ed altri. Il coro accompagna tutti gli anni le celebrazioni della Settimana di preghiera e altre iniziative ecumeniche. Proprio in questi giorni i membri del coro hanno deciso di partecipare al concorso “Gruppo musicale del 50° anniversario della Cooperazione Fraterna Monaco di Baviera – Ecuador”. Speriamo quindi che arrivi a tanti, anche fuori dei confini nazionali, la certezza nella piena e visibile unità». A conclusione della Settimana di preghiera, Benedetto XVI ha affermato: “Non mancano i segni positivi di una ritrovata fraternità e di un condiviso senso di responsabilità di fronte alle grandi problematiche che affliggono il nostro mondo”. Ha ricordato inoltre come “la presenza di Cristo risorto chiama tutti noi cristiani ad agire insieme nella causa del bene. Uniti in Cristo siamo chiamati a condividere la sua missione”. Le notizie internazionali di ritrovata fraternità e di gioia lo confermano. (altro…)
Feb 3, 2012 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Come ha ricevuto questa notizia? Mi trovavo in vacanza in Uruguay quando mi hanno fatto sapere di questo nuovo incarico. Ero sorpresa, ma mi ha fatto molto piacere questo riconoscimento da parte del Santo Padre e del PCCS alla mia persona e a quanto rappresento; allo stesso tempo ho sentito dentro il cuore come una sfida dello Spirito Santo. La parola che mi è venuta spontanea: “servire”. Una parola che sembra fuori moda, ma che per me è stata di guida nella vita: servire gli altri, secondo la scuola di Gesù. Ora si tratta di servire la Chiesa e, attraverso di essa, la società. Le sue prime impressioni? Tre, o meglio, tre espressioni di gioia: la prima, la possibilità di poter dare il mio contributo in una dimensione di comunicazione in dialogo. Come diceva Paolo VI, il dialogo porta la Chiesa a vivere la sua vocazione, per offrire al mondo il suo messaggio di fraternità. Essa, come esprime l’Eclessiam Suam, diventa messaggio, colloquio. Rapporto di dialogo che Dio ci offre affinché possiamo capire quale rapporto dobbiamo cercare di stabilire e di promuovere con l’umanità. La seconda impressione: questo gruppo di consultori è composto da sacerdoti, religiosi, una religiosa, una laica e alcuni laici: la Chiesa nelle diverse vocazioni e i vari carismi. Una terza impressione: la gioia per la nomina e per la composizione interculturale del PCCS. Qual è la sua formazione e la sua esperienza nel campo della comunicazione sociale? Mi sono laureata in Comunicazione Sociale, Scienze sociali e Dottrina Sociale della Chiesa. Ho inteso sempre la comunicazione contestualizzata nelle scienze sociali. I miei primi studi: Magistero Pedagogico, a Montevideo, la mia città natale. Più tardi ho studiato Formazione in Comunicazione Popolare e Analista in Comunicazione Sociale presso l’Università del Salvador, in Argentina. Quindi, una Laurea in Sociologia all’Università Gregoriana a Roma, mentre facevo il Master in Dottrina Sociale della Chiesa all’Università Lateranense. Infine, sempre alla Gregoriana, ho conseguito il dottorato in Scienze sociali con specializzazione in comunicazione. Il mio lavoro si è svolto nel campo della comunicazione, non soltanto come teoria ma come pratica sociale, in quella costruzione reciproca fra teoria e prassi. Mi interessa l’accademia, la docenza, l’investigazione e anche la comunicazione popolare, alternativa e comunitaria. Qual è oggi la sua esperienza nel CELAM? Da sei anni partecipo come Consultrice in comunicazione, e come tale ero presente alla V Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano ad Aparecida (Brasile). Esperienze come quella mi hanno segnato profondamente, costatando di persona la dimensione della socialità sempre viva e costitutiva del popolo latinoamericano. La Chiesa in America Latina si fonda su quella dimensione di “società-ekklesía”. Ciò non l’esonera dalle grandi sfide come l’ingiustizia, le disuguaglianze sociali, la scelta preferenziale per i poveri; anzi, la spinge ad essere e ad agire “con l’altro”, in comunione. Il CELAM, sin dalla sua fondazione nel 1955, è nato con un forte impegno di dialogo e comunione permanenti con la Chiesa universale, proprio dal suo essere latinoamericano. Testimoniano quest’anelito le Conferenze Generali dell’Episcopato di Medellín, Puebla, Santo Domingo e Aparecida, che si sono svolte nello spirito del Concilio Vaticano II. Come gruppo della direzione del CELAM, ci siamo proposti di essere prima una comunità di Vita e di Comunione, consapevoli che solo così – discepoli e missionari -, possiamo offrire non soltanto la testimonianza del nostro fare, ma quella del nostro essere. Il Dipartimento di Comunicazione e Stampa è formato dal Presidente Mons. Adalberto Martínez Flores, Vescovo di San Pedro (Paraguay), e da altri cinque Vescovi (Repubblica Dominicana, Costa Rica, Brasile, Argentina e Perú), che rappresentano le varie regioni. Il principale obiettivo della nostra politica di comunicazione è quello di promuovere la collegialità episcopale, la comunione e la comunicazione fra le Conferenze Episcopali dell’America Latina e del Caraibi. Senza dimenticare altri fronti della nei quali il CELAM, assieme ad altre istituzioni, è fortemente impegnato. Credo che fare da Consulente del PCCS, in quanto membro del CELAM, possa aiutare a far da ponte, anche se c’è già una grande comunione fra queste due componenti della Chiesa. In che modo influisce nel suo agire la spiritualità di Chiara Lubich? Mi commuove ogni volta che devo dire cos’è per me la spiritualità che emana del Carisma dell’Unità. Lì si fonda la mia prima vocazione: condividere il “sogno” di Gesù: ‘Che tutti siano uno’. Amare e costruire l’unità con tutti, senza escludere nessuno, sapendo che quell’unità è molteplicità, unità nella diversità, capace di contenere gli opposti in una dinamica costruttiva e in armonia. Ho conosciuto la spiritualità dei Focolari negli anni settanta quando, come ogni giovane latinoamericana, cercavo un progetto di vita capace di trasformare la realtà. Nella spiritualità dell’unità ho trovato un Gesù vivo ed ho imparato ad incarnare il Vangelo. Sognavo in quegli anni ‘l’uomo nuovo latinoamericano’ e ho trovato in Gesù la risposta esistenziale e trasformatrice alle mie domande. E poi, vivere le sue parole assieme a tanti altri giovani, in una comunità aperta a tutti, mi ha dato la certezza che il Comandamento Nuovo di Gesù si può incarnare. E la presenza di Gesù fra le persone unite nel suo nome, promessa nel Vangelo, è una realtà visibile in grado di trasformare la società. In una parola, l’essere stata tra quei giovani che nel Cono Sud della nostra America Latina hanno potuto costruire la cittadella chiamata Mariapoli Lía , è stato per me un privilegio. Poi, col passare degli anni, quest’esperienza è continuata nelle diverse comunità del Movimento dove sono stata. Come adesso qui a Bogotá, insieme all’affabile popolo colombiano. Certamente non posso non accennare a qualcosa che considero chiave nell’esperienza che vivo nel CELAM e che adesso si apre in questo servizio al PCCS, ed è la testimonianza che ho dell’amore e della passione per la Chiesa della nostra fondatrice Chiara Lubich. La sua vita, la sua adesione alla Chiesa, la sua profezia che in qualche momento ha preceduto il Magistero – come ha detto Papa Beneditto XVI quando lei ci ha lasciato il 14 marzo 2008 –, ci ha portati sempre ad amare e costruire la Chiesa nella sua storia, nella tradizione patristica, nei suoi pastori, nei carismi di tutti i tempi che hanno abbellito il “giardino della Chiesa” – come lei amava dire –. È con questo patrimonio e passione per la Chiesa di Gesù che assumo questo servizio. (altro…)
Dic 22, 2011 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Un insegnante – della Comunità Emmanuel – si chiede come coinvolgere i propri studenti per vivere il Natale in modo più solidale. Ha scelto l’azione “scatole di scarpe”. Un’idea: riempire le scatole di scarpe vuote, con tanti regali per chi altrimenti non avrebbe la possibilità di riceverli. Venuti a sapere dell’iniziativa, anche alcuni colleghi, membri dei Focolari desiderano collaborare. L’appartenenza a diversi movimenti è una marcia in più: rapporto fraterno, aperto, ricco di stima reciproca. “Bastava un solo sguardo per capirci e impegnarci con slancio maggiore”, racconta chi ha partecipato. Scatole piene di regali, e poi la domanda dei ragazzi: a chi destinarle? La scelta è ricaduta sui ragazzi aiutati dai Servi dei Poveri del Terzo Mondo, opera fondata in Perù da p. Giovanni Salerno, presente anche in altri Paesi, e conosciuta proprio nel corso di altre iniziative con vari Movimenti. Una coincidenza: i Servi dei Poveri del Terzo Mondo avevano programmato di far arrivare regali a chi, in qualsiasi punto della terra, non avrebbe avuto nessuno a donarglieli. In Ungheria, i destinatari erano alcune persone di etnia Rom. C’era già chi avrebbe fornito i regali, ma all’ultimo momento, il “fornitore” aveva disdetto e non sapevano come fare. Tra lo stupore di tutti, sono arrivate le scatole piene di giocattoli, altrettanto “impreviste”. Chi le ha ricevute, ha confidato che erano come “la risposta d’amore dell’Eterno Padre”. Un felice evento inatteso, che ha moltiplicato gioia.
Dic 15, 2011 | Chiara Lubich, Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Radicalità, comunione e spiritualità. E’ quanto desiderano i giovani religiosi per la loro futura vita di consacrazione. Emerge da un’inchiesta promossa alla vigilia del V Convegno sulla vita consacrata che si è tenuto a Roma il 3 dicembre scorso su iniziativa di consacrate e consacrati di Roma del Movimento dei Focolari, in collaborazione con l’Istituto di teologia Claretianum. Due punti costruivano lo zoccolo dell’inchiesta; uno positivo e l’altro negativo della Vita Consacrata: “Vorrei che la vita consacrata che vivo fosse più …Vorrei che la vita consacrata che vivo fosse meno …”. Riguardo alla dimensione negativa sono emersi il rifiuto del formalismo e la denuncia dell’attivismo. Partendo dai risultati dell’inchiesta si è scelto il tema del Convegno – “Santi Insieme” – proponendo come via di santità comune la spiritualità di comunione. Vari sono stati gli interventi in sala: hanno preso la parola l’arcivescovo João Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e Società di Vita Apostolica, il Rettore della Pontificia Università Urbaniana, padre Fabio Ciardi dei Missionari Oblati di Maria Immacolata al quale è stato affidato il tema: «La spiritualità di Comunione, via di santità». Sono seguite una serie di esperienze vissute raccontate da religiosi e religiose. E infine è intervenuta Lucia Abignente del Centro Chiara Lubich che ha presentato un breve excursus storico del pensiero sulla santità di popolo in Chiara Lubich e introdotto due brevi filmati.
La seconda parte del Convegno è stata introdotta da una testimone d’eccezione, Chiara Luce Badano, proclamata beata il 25 settembre dello scorso anno. A presentarla sono state le Gen, giovani del Movimento dei focolari. Nata nel 1971 Chiara Luce è stata una contemporanea: “con la sua vita – spiega Tiziana Longhitano sfp – ci ha detto che la santità è possibile anche oggi, che è possibile anche per noi. Chiara Luce ci sembra l’espressione di un cammino condiviso. Lei non si è fatta santa da sola; i genitori l’hanno accompagnata. Il suo è stato un cammino partecipato anche ad altri amici che si sono lasciati coinvolgere nella reciprocità dell’Amore trinitario”. «Voi siete un segno vero di Dio al mondo e a tutti noi consacrati – ha detto un partecipante alla fine del convegno –. La vostra testimonianza contagia i giovani e tutti coloro che hanno l’opportunità di conoscervi». (altro…)