Sorry, this page is currently not available in English. For the sake of viewer convenience, the content is shown below in the alternative language. You may click the link to switch the active language.

Da New York:

Ci ha dato gioia vedere che in un documentario alla fine della giornata veniva riportata la frase di un ministro nella cattedrale di Washington: "L’amore è più forte dell’odio". E il Rev. Billy Graham, predicatore protestante molto famoso: "L’America ha bisogno di un rinnovamento spirituale". In un’altra intervista un signore diceva: "Quello che i politici e i leaders civili e religiosi non sono riusciti a fare, l’ha fatto questa tragedia: ha unito l’America".
Abbiamo saputo dai nostri amici afro-americani che l’Imam W.D. Mohammed (loro leader), aveva fatto in moschea un sermone, dove diceva che la soluzione alla violenza è proprio vivere meglio la loro fede, essere dei veri musulmani, perché l’Islam è una religione di pace.

Da Chicago:

Anche se nell’anima c’è ancora l’angoscia degli avvenimenti dell’11 settembre e la paura di ciò che può succedere ora, gioisco a vedere che questo Paese sta reagendo con tantissimo amore, unità e una solidarietà mai sperimentate. Vedo l’anima religiosa dell’America che viene a galla dopo essere stata per 30-40 anni soffocata dalla mentalità di chi vuole ammazzare la fede in Dio. Poi sono stata colpita dalla solidarietà con i nostri amici ebrei e musulmani, e con cristiani di altre Chiese. In tutta la società, persone di diverse fedi stanno incontrandosi e pregando per la pace.

Da San Antonio:

In questi ultimi giorni siamo stati in contatto con i nostri amici musulmani afro-americani di diverse città: San Antonio, Dallas, Houston, Tulsa, Oklahoma City, Baton Rouge, New Orleans e Jackson. Grande la loro gioia e gratitudine per il nostro sostegno, preghiera e unità. A Dallas, dove hanno sparato ad una moschea di musulmani del Medio Oriente, i nostri amici sono accorsi in soccorso e sostegno. Qui a San Antonio siamo andati ad un incontro di preghiera per la pace, invitati dal nostro amico Imam. Loro notano il bene che sta venendo fuori da questa tragedia e gioiscono specialmente delle preghiere gli uni per gli altri.

Da Karachi – Pakistan:

Certo la sospensione c’è, la trepidazione, per i nostri Paesi, per il Pakistan, l’Afghanistan. Ma è più forte quel "qualcosa" che dice speranza, futuro. Cristiani e musulmani preghiamo insieme. Anche se nel Paese prevale la tensione, nei "nostri" c’è tanta pace. Tutti sentono la spinta forte a diffondere l’ideale dell’unità nel nostro mondo musulmano perché "riscopra – come dicono i nostri amici musulmani – il vero volto dell’Islam". Stiamo cercando di stare vicino, di accrescere l’unità fra tutti, sostenendoli spiritualmente, e di vedere concretamente come aiutarli in questi momenti non facili, in particolare per la comunità cristiana.

Da Gerusalemme:

Due sentimenti abbiamo avuto in seguito a quanto è successo: sgomento per la tragedia e timori per le possibili ripercussioni nel mondo e in Medio Oriente.
Ri-offriamo le nostre vite a Dio perché cadano i muri in Medio Oriente e perché la Parola "Unità" diventi una realtà fra i nostri popoli.

Da Londra:

Qui ciò che è accaduto ha un’eco fortissima in tutti. Anche qui, come in America, si moltiplicano le espressioni di solidarietà, che dà testimonianza a livello ecumenico e interreligioso di una nuova esigenza di unità al di là di ogni barriera.

Da Solingen (Germania):

Abbiamo scritto (ed incoraggiato altri a scrivere) ai politici responsabili del governo della Germania e ai capi dei partiti di impegnarsi fortemente per una soluzione politica e per l’eliminazione delle cause.

Da Lipsia (Germania):

Crediamo che il mondo unito si costruisce anche su questo dolore. Lo vediamo già nel nostro piccolo: nelle chiese piene, nei rapporti più veri, in tanti gesti di solidarietà e fratellanza nuova, nell’ansia profondissima per la pace!

Comments are disabled.