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Ho, insieme con un socio, una piccola ditta d’importazione d’apparecchiature mediche.
Sono molto costose e quindi le vendite non sono facili. E’ purtroppo prassi, negli ospedali pubblici, che le persone incaricate degli acquisti chiedano delle tangenti ai fornitori.
Il mio socio ed io non siamo mai stati d’accordo con queste procedure e, per questo motivo, abbiamo perso alcune possibilità concrete di vendita. Da tempo infatti abbiamo sentito di essere coerenti col Vangelo che chiede di attuare nel quotidiano la volontà di Dio, di attuare la sua giustizia…

In un periodo molto difficile, di poche vendite, un nostro venditore viene nel mio ufficio per dirmi che per realizzare una possibile vendita – quasi pronta – la persona dell’ufficio acquisti chiedeva “una cortesia” da parte nostra. Capivo anche che per il nostro venditore era molto importante che si concretizzasse quell’operazione, poiché il suo stipendio è a percentuale sulle vendite. Sereno, ho parlato chiaramente con lui, dicendo le mie convinzioni: questo era un atto di corruzione che, anche se dava dei guadagni, non era d’accordo con la linea presa dalla nostra ditta.
E’ uscito dall’ufficio pensieroso, ma dopo un po’ è tornato deciso: rinunciava alla vendita a quelle condizioni.

In quello stesso pomeriggio suona il telefono: era un medico, col quale da tempo si cercava di concludere una grossa vendita, ma che era stata sempre da lui rimandata. All’improvviso mi conferma che è deciso ad acquistare il nostro prodotto: il costo era esattamente dieci volte di più rispetto a quella della mancata vendita.
Quando ho messo giù il telefono, sorpreso e felice, ho ricordato, per il fatto avvenuto poche ore prima, le parole di Gesù: “Cercate il regno di Dio e la sua giustizia, il resto vi verrà in sovrappiù”. Ho voluto subito condividere col mio dipendente la gran gioia che provavo, e anche lui ha potuto toccare con mano la provvidenza di Dio.

J.B. – Buenos Aires

Da “I fioretti di Chiara e dei Focolari” – Ed. San Paolo

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