Una risposta testimoniata proprio dai giovani più colpiti, quelli di New York: da loro innanzitutto un grazie, perché attraverso e-mails e fax hanno sentito condiviso con i coetanei di tutto il mondo "il grande dolore di questo tragico momento per il nostro Paese". Toccante la loro esperienza: “Mentre guardavamo il World Trade Centre cadere in fiamme e cenere, abbiamo subito pensato agli inizi del Movimento a quelle parole della nostra storia: “Erano i tempi di guerra e tutto crollava. Solo Dio e il Suo amore rimangono”.

Questo e’ apparso chiaro non solo a noi Giovani per un Mondo Unito, ma anche a tanta altra gente nel nostro Paese che si sono unite in questo momento di dolore. Infatti, subito dopo abbiamo visto come l’amore è più forte dell’odio, l’amore sta già vincendo perché le barriere dell’indifferenza crollano e ci si aiuta l’un l’altro concretamente sostenendosi a vicenda. Molti gli atti concreti per le squadre di soccorso, i sopravvissuti, le famiglie in lutto. Gli aiuti e le offerte di volontariato hanno superato la domanda.

Che cosa possiamo fare noi di concreto, ci siamo chiesti, che non sia già stato dato? Abbiamo capito che abbiamo un dono unico, immenso da offrire in questo momento di shock e smarrimento: quella comprensione di questo grande dolore illuminata dal mistero di Gesù che sulla croce giunge a gridare l’abbandono del Padre. Siamo certi più che mai dell’amore di Dio e che questa sofferenza porterà frutti."

Una certezza che si imprime in tanti: "Tutto crolla… Oggi ho sentito in modo più forte che anche se tutto crolla… l’amore di Dio resta" (Francesca 17 a. Scicli). Da Los Angeles: "Ci impegniamo ad amare tutti, specialmente quelli che soffrono per questa tragedia. Vediamo, nonostante tutto, segni di quel mondo nuovo per cui vogliamo vivere".

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