Che significato ha la consacrazione di un laico, per te che vieni dall’America latina, ricca di Paesi con grande diversità culturale, sociale e religiosa?
«Il laico consacrato mette l’accento sulla quotidianità della vita, che parte da ciò che è proprio a tutti gli esseri umani: il desiderio di raggiungere una realizzazione integrale. Allora la consacrazione a Dio ha senso se ci rende più umani, capaci di vivere una vita in pienezza. La fonte della consacrazione sta nel giorno in cui Dio ci ha conquistati: sta lì la nostra “Galilea” – come direbbe Papa Francesco -, quel momento dove vogliamo tornare per incontrare il Signore. Perciò mi sembra che la consacrazione non consista tanto nell’aderire ad un ideale, ma piuttosto ad essere fedeli a quel rapporto vitale. Una pienezza di vita che, ovviamente, non è monopolio dei “consacrati”. È piuttosto il contrario: ogni vita di consacrazione è autentica donazione a Dio nella misura in cui è dono totale della propria vita. Perciò, per me, la consacrazione è tale solo se aiuta ad umanizzare me stesso, gli altri e il corpo sociale. Altrimenti è un’altra cosa: evasione dalla cruda realtà, ripiegamento narcisista, rifugio comodo e tranquillo. La consacrazione ha poco a che fare con la funzione che uno svolge; ha poco a che vedere con uno stato di vita o il vincolo con un’istituzione, che vengono dopo. Essa riguarda la voglia matta di donarsi a Dio e agli altri: corpo, mente e spirito, per trovarsi in quella Presenza d’amore che è la fonte di ogni vita degna».
Come focolarino, cosa metteresti in evidenza riguardo la scelta della consacrazione?
«La ricerca del Mistero. Quando avevo 17 anni Dio mi si è manifestato come Amore. Sono un assetato della sua Presenza. È dal quel tempo che Lo cerco e ricerco, rimanendo Dio sempre un Mistero. Una Presenza molto vicina eppure, come sabbia tra le mani, scivola dalle nostre comprensioni. La ricerca s’alimenta dell’anelito per quella Luce che sembra sparire quando la trovi. Che va e ritorna mostrandosi e nascondendosi anche attraverso dei volti, circostanze e anche delle trasformazioni sociali. Come dice il poeta León Felipe: “Nessuno andò ieri/né va oggi/né andrà domani/verso Dio/per questa strada per la quale vado io. Per ciascun uomo conserva/un raggio nuovo di luce il Sole…/e una strada vergine /Dio”.
A quanta responsabilità, libertà e creatività sono invitato da Dio! Ogni giorno sono chiamato a intuire, scoprire e percorrere, nelle mille circostanze della vita, quel “raggio nuovo di luce”, quella strada vergine che “Quel Mistero” amoroso conserva per me. Perciò ogni giorno è consacrazione».
Come definisci la tua consacrazione, in rapporto al mondo di oggi in continuo cambiamento?
«Una volta Chiara Lubich parlò di “focolari ambulanti per il mondo”. Mi piace utilizzare l’immagine del nomade per raccontare la mia vita di consacrazione. Un nomade che, nella sua ricerca del Mistero, cerca di consacrare la vita. Uno che si mette in moto ogni volta alla ricerca di terre fertili che scopre, però, come temporanee. La terra fertile dell’Assoluto, è invece sempre inesauribile. In mezzo alle minacce sconosciute, il nomade si sposta e l’ignoto diventa fonte di nuovi rapporti di vita: con gli altri, la natura, Dio. La terra fertile è uno spazio che sorge dai rapporti. Il sacro non sono le cose, ma le relazioni. Il nomade alle volte cammina nella solitudine ma, in genere, lo fa in gruppo. La mia ricerca del Mistero s’intreccia con rapporti di comunione. C’è una priorità delle relazioni interpersonali, intrisi d’amore che si fa accoglienza e dono reciproco, spogliazione dell’io. La definirei come “personalmente comunitaria”, dove si generano delle terre fertili, con gli altri e per gli altri. Dinamica dell’unità sempre nuova, fragile e in trasformazione, per creare e ricreare spazi vitali della Sua Presenza. E, come accade per il nomade, è in quegli spazi vitali che sorge la sapienza della vita, quella che serve a promuovere più vita.
Come i nomadi che incrociano e condividono il cammino con altri gruppi, la mia donazione a Dio si nutre e si arricchisce dallo scambio vitale di esperienze in diversi ambienti culturali, religiosi, sociali ed esistenziali. La vita dei nomadi è carica di un bagaglio leggero, dove la sobrietà è un principio per sopravvivere. La mia consacrazione ha da crescere per essere radicata nell’essenziale, spoglia e libera di tanto peso materiale, intellettuale, culturale, sentimentale e religioso; facendo della sobrietà una chiave di discernimento di essa».
Gracias Lucas!
Por compartir con todos tu búsqueda del Misterio.
Una alegría poder hacer parte del sendero juntos.
Elvira Mira. Gracias Lucas por un testimonio valiente, profundo y vital. Se siente que nace de una vida en la que Dios es el centro. Me parece intuir que es verdad que la fuente de la consagración está en Aquel que un día nos conquistó y que sólo tiene sentido si al divinizarnos nos humaniza. Una vida como la tuya es un soplo de aire fresco en nuestro mundo dolorido. De nuevo, gracias.
Gracias Lucas, por confirmar nuestro ser fieles a ‘ ésa relación vital ‘ consagrando nuestra vida en las relaciones que establecemos…….. experiencia que no es monopolio de un estado especial, una institución… La fuente está en el aquél día que Dios nos conquistó. Tu experiencia de consagración permitió encontrar la mía con la claridad que necesitaba. El aspecto nómada de mi experiencia la vivo en el mundo virtual, por un encuentro de comunión sorpresivo. ‘Rayo nuevo de Luz’
Bellisimo!!! plenamente identificada con esta búsqueda incesante del misterio, al que sólo en la dinámica de la comunión podemos acceder y salir siempre más enriquecidos. Gracias
Gracias LUcas. Has crecido un montón. A mis ochenta años, escuché muchos testimonios. Ninguno tan valiente y sabio como el tuyo. Misterio de Dios….. ES TAN REAL!!!! uN ABRAZO
Gracias Lucas por esta entrevista tan llena de sugerencias vitales
Gracias Lucas por tu comunion de alma la forma como no la muestras es unica pero para mi sera unica también en la medida que yo la viva esa palabra nomada es un continuo movimiento de pensamiento y accion para hacerla viva soy colombiana. Saludos, Magdalena
¡Gracias, Lucas!
Una aportación valiosa que apela a la radicalidad dela llamada de Dios, personalizada y expresada desde tu ser, tu sensibilidad y tu entrega, desde tus propias coordenadas internas y externas. Gracias por compartirlo. Un abrazo. Txemi
Grazie di questa profonda e aperta comunione d’anima, con un linguaggio che può essere accolto da chiunque. Si respira la libertà e il dinamismo della vita interiore che non si adagia sulle tappe raggiunte ma rimane sempre in cammino, alla scoperta del Mistero. (Approfitto per sottolineare l’utilità di pubblicare questo tipo di esperienze quando sono ben articolate e non troppo brevi e superficiali, altrimenti non si coglie bene la portata dell’esperienza) GRAZIE!! E BUON ANNO
Espero la traducción, gracias!, buen año 2015….grazie delle notizie 2014….