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Su che cosa credi che sia possibile fondare la speranza di poter cambiare un giorno questa realtà?

Anche se è passato un anno ormai, è certamente ancor vivo nei nostri cuori quel tristissimo 11 settembre col crollo delle due Torri Gemelle a New York. Ed è vivo in modo particolare in quest’ultimo periodo, in cui sembrano profilarsi nuove analoghe minacce di terrorismo.
Ebbene, di fronte a questa situazione e a tutte le altre forme di violenza, si fa sempre più strada il pensiero di spiriti eletti e illuminati che tutto ciò non sia frutto solamente dell’odio fra singoli o popoli, ma sia anche effetto dell’oscura forza del Male con la M maiuscola, delle Tenebre, come ebbe a dire il papa.
La situazione, dunque, è seria.
Perché, se le cose sono così, non è sufficiente opporsi a tanto pericolo con sole forze umane. Occorre impegnare le forze del Bene con la B maiuscola.
Questo Bene è anzitutto Dio e tutto ciò che ha radice in lui: il mondo dello spirito, dei grandi valori, dell’amore vero, della preghiera.
È qui il perché di Assisi: il 24 gennaio scorso, quando Giovanni Paolo II ha invitato per la seconda volta i rappresentanti delle più grandi religioni del mondo nella città di san Francesco per invocare dal cielo la pace.
Ma notiamo anche altri mali, come ad esempio i grandi interessi economici e politici che mantengono nell’estrema indigenza e nella sottomissione economica paesi interi.

Chiara, come vedi l’11 settembre ad un anno di distanza?

Le cause del terrorismo sono più d’una: basti pensare allo squilibrio che esiste, nel mondo, fra paesi poveri e paesi ricchi, squilibrio che genera odio e scatena orribili vendette; mentre il piano di Dio sull’umanità sarebbe quello d’essere tutti fratelli, in una sola grande famiglia con un solo Padre.
Occorre perciò – i tempi lo reclamano – una più equa distribuzione dei beni. Ma i beni non si muovono da sé se non si muovono i cuori. Di qui l’urgenza che l’ideale della fraternità pianti radici in tutti i popoli ed in modo speciale fra i politici anche di nazioni diverse.

Un sogno?

Per chi crede unicamente nelle proprie forze, sì.
Ma, per chi crede in Colui che guida la storia, nessun sogno è impossibile.
Ed è ciò che spera il «Movimento dell’unità», forse piccolo Davide di fronte a Golia. Assieme a quanti altri sono impegnati a fare la propria parte».

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