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Il 18 gennaio, incontro al Centro di cultura indiana Bharatiya Vidya Bhavan. A Chiara era stato chiesto di comunicare la sua specifica vocazione: la scoperta dell’unità e della fraternità universale.

Il suo denso discorso si sofferma su uno degli aspetti dell’arte di amare scoperta nel Vangelo: «farsi uno, farsi l’altro» quale chiave per il dialogo: «Nel momento in cui ci incontriamo con l’altro, ad esempio, occorre porsi sullo stesso piano, come con un proprio partner, chiunque egli sia. E ciò richiede distacco da tutto, anche dalle ricchezze della propria religione. Nello stesso tempo bisogna fare il vuoto dentro di noi, per lasciar il fratello libero di dire il suo pensiero e per poter capirlo. Comportamento, questo, importantissimo e indispensabile, che ha due effetti: aiuta noi ad inculturarci nel mondo del fratello, a conoscerne il linguaggio, la cultura, la fede, ecc., e predispone poi il fratello all’ascolto.
Si passa, quindi, al «rispettoso annuncio» dove – per lealtà davanti a Dio e sincerità davanti al prossimo, sempre rispettando il pensiero dell’altro – diciamo quanto pensiamo e crediamo sull’argomento, senza imporre nulla, senza voler conquistare nessuno alle nostre idee».

150 i partecipanti. “E’ l’inizio di un percorso che ci porterà lontano” – ha commentato il prof. Dave, presidente onorario dell’istituzione – “In quelle parole c’è qualcosa che ci avvicina alle radici stesse del pensiero, le radici stesse del nostro sanathana dharma, la religione universale”.

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