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Una cultura dell’unità nella diversità, per contribuire all’unità della famiglia umana. Non solo una proposta questa, ma esperienza viva per i circa 250 cristiani, ebrei, numerosi musulmani, e rappresentanti di altre religioni, presenti al Forum svoltosi al Centro di incontri «Unità», del Movimento dei Focolari, a Rotselaar, in Belgio, nei pressi di Lovanio.

La sopravvivenza passa per il dialogo – Albert Guigui, Grande Rabbino di Bruxelles, alludendo al racconto biblico di Caino e Abele, ha evidenziato che l’assenza della comunicazione molto spesso è fonte di conflitto. Ha pure evocato il tema scottante del fanatismo religioso. Il credente si mette al servizio di Dio, mentre il fanatico mette Dio al suo servizio. Opposto al fanatismo è l’atteggiamento di chi accetta l’altro così com’è e non come vorrebbe che egli fosse. «La sopravvivenza passa per il dialogo», ha affermato con forza e convinzione il Grande Rabbino.

Dialogo del popolo da portare avanti con continuità – Mohammed Boulif, consulente in economia musulmana, ha sottolineato l’importanza di prediligere ciò che ci unisce per giungere ad una conoscenza approfondita e ad un mutuo arricchimento. In questa dinamica, la sincerità è di rigore. Nella sua esposizione ha ricordato che alcuni suoi amici musulmani dell’Algeria, grazie ai contatti avuti con degli amici cristiani dei Focolari, hanno riscoperto, in profondità, il senso religioso. Il sig. Boulif ha sottolineato quindi l’importanza del «dialogo del popolo» da portare avanti «in permanenza».

Le chiavi del dialogo – Paul Lemarié, del Centro internazionale per il dialogo interreligioso del Movimento dei Focolari, ha condiviso la sua esperienza – 25 anni vissuti in Algeria e in Medio Oriente – durante i quali i contatti con i musulmani e gli ebrei gli hanno fatto riscoprire alcuni aspetti della sua fede cattolica. Paradossalmente, dunque, il dialogo interreligioso rafforza la propria credenza pur aprendosi a quella dell’altro. Ha poi indicato nell’arte di amare evangelica, le chiavi del dialogo: si tratta di un amore che spinge a prendere l’iniziativa, a considerare l’altro come un altro se stesso, ad amare con amore gratuito e concreto. È un’arte che richiede esercizio ed impegno, un’arte che eleva il dialogo ad un livello tale che porta frutti fecondi ed apre sempre nuovi orizzonti.

Educazione al dialogo per impedire ogni fondamentalismo – Ha commosso il pubblico la testimonianza di un gruppo di bambini della scuola St. Joseph di Uccle (Bruxelles): nel marzo 2005, hanno organizzato un grande incontro con 1500 bambini, ebrei, musulmani e cristiani. Comunicare-dialogare-conoscere-amare: le tappe da loro proposte a tutti per giungere al vero dialogo. La loro testimonianza è stata sottolineata durante la tavola rotonda che ne è seguita: l’educazione al dialogo impedisce qualsiasi fondamentalismo.

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