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Esperienza raccontata all’incontro “Io sono e Amo” organizzato, dai Giovani per un Mondo Unito all’interno dell’Agorà a Civitanova Marche, Diocesi di Fermo, il 30 agosto 2007, in preparazione all’incontro col Papa a Loreto

Ho letto recentemente che la cultura occidentale sta attraversando come una ‘notte’, ed ho sperimentato che questa ‘notte culturale’ circonda anche il mondo del divertimento e dello spettacolo. Vorrei condividere con voi un’esperienza che ho vissuto a Brescia con i miei amici vicini di casa.

Un sabato pomeriggio, questi miei amici mi propongono di uscire, di trascorrere una serata insieme per fare qualcosa di diverso. Siamo un gruppo di sei o sette ragazzi. Per iniziare la serata, andiamo a ballare in un locale. La serata si svolge bene, ma ben presto mi accorgo che certe persone ballano senza alcun rispetto né per loro stesse né per gli altri. Dentro di me, avverto una voce sottile, quella di Gesù che mi chiede di andare controcorrente e di ballare con dignità e con amore.

Dopo qualche ora, i miei compagni propongono di cambiare locale. Mi fido di loro, perché sono i miei amici, e accetto. Una volta nel locale, rimango sconvolto. Mi accorgo che si tratta di un locale con delle ragazze che si prostituiscono. Sono molto deluso da questo atteggiamento e da questo luogo. Senza parlare e senza fare rumore esco. Uno dei miei compagni se ne accorge e mi segue. Mi insulta, dandomi del ritardato.

Qualche minuto dopo, ne esce un altro, ma non per insultarmi ma per darmi ragione. Successivamente ne esce ancora uno, sempre per darmi ragione. Mi sentivo contento, avevo creato una catena di controcorrente, senza aver parlato né degli ideali in cui credo né di Dio. Gli altri mi avevano guardato vivere e avevano capito. Infatti, uno di loro mi viene ogni tanto a fare delle domande sulla religione, e a volte mi chiede gli orari della Messa. Eppure non avevo parlato né della Chiesa né di Dio.

Qualche mese dopo, un terzo ragazzo si fa avanti, dice di pentirsi di quella serata e esprime il desiderio di non frequentare mai più quel tipo di locali. Sono stato estremamente colpito. Erano passate tante settimane e avevo quasi dimenticato l’episodio, ma il mio amico se lo ricordava ancora perfettamente. Gesù stava lavorando il suo cuore.

Questa esperienza mi ha aiutato a capire più radicalmente la necessità di rischiare, dicendo di no alle proposte del mondo, perché è una testimonianza che colpisce le persone che ci circondano anche se a volte non ce ne accorgiamo.

(Y. – Camerun)

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