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Ecco una Parola decisiva per la nostra vita e la nostra testimonianza nel mondo. Per spiegare la condotta del cristiano, Paolo ama spesso far l’esempio delle vesti che il seguace di Cristo deve indossare. E anche qui, nella lettera ai Colossesi, parla delle virtù, che devono prendere posto nel nostro cuore, come di tanti capi di vestiario. Esse sono: la misericordia, la bontà, l’umiltà, la mansuetudine, la pazienza, la sopportazione, il perdono.
Ma « al di sopra di tutto – dice, quasi pensando ad una cintura che lega tutto insieme e dà perfezione all’abbigliamento – vi sia la carità ». Sì, la carità; perché non basta per un cristiano esser buono, misericordioso, umile, mansueto, paziente… Egli deve avere per i fratelli e le sorelle la carità. Ma la carità – può obiettare qualcuno – non è forse esser buoni, misericordiosi, pazienti, saper perdonare? Sì, ma non solo. La carità ce l’ha insegnata Gesù. Essa consiste nel dare la vita per gli altri. L’odio toglie la vita agli altri (« chi odia è omicida » ), l’amore dà loro la vita. Ogni cristiano, solo se muore a se stesso per gli altri ha la carità. Ma se ha la carità – dice Paolo – sarà perfetto e ogni altra sua virtù acquisterà la perfezione.

«Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo di perfezione»

Certamente alcuni di noi possono avere una buona disposizione verso i fratelli e le sorelle, perdonando e sopportando. Ma, se ben osserviamo, quello che spesso ci manca può essere proprio la carità. Pur con le più sante intenzioni, la natura ci porta a ripiegarci su noi stessi e, di conseguenza, nell'amare gli altri usiamo le mezze misure. Ma non si è cristiani se si è solamente così. Occorre mettere il nostro cuore nella massima tensione. Di fronte ad ogni prossimo che incontriamo nella nostra giornata (in famiglia, al lavoro, dappertutto) dobbiamo dire a noi stessi: « Su, coraggio, rispondi a Dio, è il momento di amare, con un amore così grande da mettere in gioco anche la vita ».

«Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo di perfezione»

Questa Parola dell'Apostolo ci invita, dunque, ad esaminarci fino a che punto la nostra vita cristiana è animata dalla carità, la quale, come vincolo della perfezione, è quel legame che ci porta alla più alta unità con Dio e fra noi. Ringraziamo, dunque, il Signore per averci riversato nei cuori il suo amore che ci rende sempre più capaci di ascoltare, di immedesimarci con i problemi e le preoccupazioni dei nostri prossimi; di condividerne il pane, le gioie e i dolori; di far cadere certe barriere, che ancora ci dividono; di mettere da parte certi atteggiamenti di orgoglio, di rivalità, di invidia, di risentimento per eventuali torti ricevuti; di superare quella terribile tendenza alla critica negativa; di uscire dal nostro egoistico isolamento per metterci a disposizione di chi è nella necessità o nella solitudine; di costruire dappertutto l'unità, voluta da Gesù. E' questo il contributo che noi cristiani possiamo dare alla pace mondiale e alla fraternità fra i popoli, specie nei momenti più tragici della storia.

Chiara Lubich

 

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