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« Dalla ricchezza delle esperienze e delle realizzazioni che abbiamo presentato questi giorni emerge la necessità di trarre alcune linee per la definizione di modelli scientifici, che riescano a far coniugare il vissuto con le linee teoriche e – viceversa – a tradurre quanto deriva dalle elaborazioni culturali nella prassi medica ».

« Siamo consapevoli di essere solo all’inizio di questo percorso nel quale ciascuno può e deve sentirsi interpellato.
Perché quanto sviluppato fino ad ora trovi una sua continuità e possa dar origine ad ulteriori sviluppi, si propongono alcuni obiettivi:

A. Ipotesi formative nei vari Paesi:

– gruppo di studio internazionale per l’elaborazione di linee culturali sulle tematiche emerse dal congresso
– seminari di approfondimento e confronto della prassi medica nelle specifiche discipline
– corsi di formazione
– elaborazioni di proposte per introdurre nei curricula universitari moduli formativi su comunicazione e relazionalità.

B. Sviluppo di modelli applicativi quali:

– progetti basati sull’interdipendenza (tra servizi, enti, istituzioni, sistemi sanitari)
– protocolli di ricerca per la validazione dell’efficacia di una metodologia basata sulla “reciprocità” applicata nei diversi contesti professionali
– sviluppo di “sinergie” tra associazioni, privati, enti che promuovono servizi per la valorizzazione della relazione in medicina.

Tra i progetti, il primo che sarà realizzato nell’anno in corso è l’edizione di una raccolta di elaborati scritti da professori di varie discipline mediche, che hanno voluto offrire quasi un “distillato” della loro esperienza professionale alla luce della relazionalità. Da questi testi traspare quella che si potrebbe definire l’essenza dell’arte medica. Per dare rilievo adeguato a questo progetto, si è pensato ad una presentazione ufficiale del volume che raccoglierà questi contributi ».

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