Sono venuti da oltre 40 Paesi dei 5 continenti, in 1500, i membri del Movimento dei Focolari impegnati in vario modo nelle parrocchie: catechisti, ministri dell’Eucaristia, consigli o commissioni pastorali, corsi per fidanzati, accompagnamento delle famiglie, Caritas, oratori.

Domenica 5 giugno erano presenti alla recita dell’Angelus in Piazza san Pietro. Papa Benedetto XVI ha rivolto loro un caloroso saluto, e ha dato una consegna: “Cari amici dei focolarini, siate segno di Cristo Risorto nella vostra comunità e in ogni ambiente di vita”.

E’ lo scopo di quest’ incontro: approfondire la comunione, l’esperienza viva del Risorto da lui promessa a due o più uniti nel suo nome, per “saperlo edificare poi nelle comunità parrocchiali in cui operate”. In questo tempo di profonde trasformazioni in cui “si stanno cercando tante strade per dare alla parrocchia un volto nuovo”, Chiara Lubich nel suo messaggio, letto in apertura, aveva sottolineato la responsabilità del dono ricevuto: la spiritualità dell’unità in così profonda consonanza con quella spiritualità di comunione lanciata da Giovanni Paolo II a tutta la Chiesa. “Può aiutare anche le comunità parrocchiali a rinnovarsi, e diventare sempre più Chiesa viva, dove tutti trovano Dio, Gesù”. “E questo è importante – ha aggiunto la fondatrice dei Focolari – perché la presenza di Gesù costituisce il volto profondo della Chiesa, come di ogni comunità cristiana”. “Gesù è luce, gioia, vita, fuoco… e quando c’è Lui la comunità rifiorisce, diventa il suo Corpo vivo”.

“Già esistono queste comunità rinnovate dal Risorto” – ha detto don Adolfo Raggio, responsabile centrale del Movimento parrocchiale dei Focolari. “Vogliamo essere ‘lievito di comunione’, come ci ha augurato Giovanni Paolo II, essere fermento nella massa. Non intendiamo cambiare le strutture. Le ravviviamo con l’amore, operando in sintonia con il parroco”.

E le molte testimonianze che si sono alternate hanno spalancato squarci di vita parrocchiale: da episodi di riconciliazione, come è avvenuto nello Zimbabwe, quando le tensioni tra le varie etnie si sono acuite, non risparmiando la comunità parrocchiale, all’azione di giovanissimi in una parrocchia di Roma, che si sono fatti carico di iniziative a favore dei più piccoli. Il Movimento parrocchiale nasce nel 1966, in risposta all’incoraggiamento di Papa Paolo VI ad un gruppo di sacerdoti, a portare lo spirito dell’unità nelle loro diocesi e nelle loro parrocchie.

 

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