Editoriale

FRATERNITA’ E RIFLESSIONE POLITOLOGICA CONTEMPORANEA – di Antonio Maria Baggio – La riflessione politologica sulla fraternità, intesa nei suoi aspetti civili e pubblici, è in costante sviluppo. Le ragioni che la alimentano sono classificabili in due grandi gruppi. Da una parte, la fraternità è avvertita come esigenza o domanda, in base alla costatazione che la realizzazione degli altri due principi che compongono il “trittico” del 1789, la libertà e l’uguaglianza, è rimasta  incompiuta, o ha incontrato veri e propri fallimenti. Dall’altra, la fraternità si impone sempre più in quanto esperienza e risorsa: nel corso degli ultimi decenni infatti, l’elemento fraterno – nel senso di una fraternità consapevole, voluta, resa esplicita – ha avuto un ruolo politico rilevante in alcuni importanti avvenimenti. L’autore discute questi due gruppi di ragioni, prendendo in considerazione anche le riflessioni sulla fraternità di Z. Bauman, E. Morin e A. B. Kern, D. Tutu, C. Lubich, I. Massun, A.M. de Barros.

Nella luce dell’ideale dell’unità

L’UNITA’ – di Chiara Lubich – Nei primi tempi del Movimento dei Focolari, a Trento, Chiara Lubich e le sue prime compagne si ritrovavano spesso, presto al mattino, nella Sala Massaia per un momento di meditazione. Chiara stessa racconta che si sentiva spinta interiormente a non intralciare con pensieri suoi lo Spirito Santo che avrebbe potuto illuminarla. Per questo si preparava nella preghiera ripetendo a Dio: «Tu sei tutto e io sono nulla». Poi stendeva qualche appunto per la loro meditazione. Alcuni di quegli  appunti vengono qui pubblicati per la prima volta nella loro integralità. L’argomento che viene trattato in essi è quello che più interessa il Movimento nascente: l’Unità.

LA FILOSOFIA E DIO – di Pasquale Foresi – Alla domanda su quale possa essere la strada per arrivare alla conoscenza naturale dell’esistenza di Dio, l’Autore risponde richiamando prima la dimostrazione razionale aristotelica ripresa e sviluppata poi da Tommaso d’Aquino, la quale parte dall’essere contingente e dall’effetto per giungere alla causa; poi riprende la risposta di Hegel che fonda le radici della sua filosofia nella Trinità, nelle relazioni immanenti che sono nell’Essere divino. Infine viene proposta la soluzione esistenzialista che apre un varco nuovo per giungere non al Dio delle astrazioni, né a quello della filosofia dialettica, ma al Dio che ci dà oggi la vita. Occorre che sia l’uomo esistente con la sua sensibilità e con la sua intelligenza, ma anche con la sua volontà e con il suo amore, a conoscere e a giungere a questa realtà. Occorre riuscire a dare il Dio dei vivi e non il Dio dei concetti. Quello stesso Dio di cui Giovanni dice: «In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio».

Saggi e ricerche

LA VOCAZIONE ALLA CITTÀ: UNA SFIDA DEL PRESENTE CON RADICI ANTICHE. L’ESEMPIO E LA TESTIMONIANZA DI GIORGIO LA PIRA – di Marco Luppi – Gli inevitabili cambiamenti di spazi sempre meno autoreferenziali sembrano portare con sé la necessità di riferirsi ad un concetto centrale per la maturazione del vissuto cittadino: il senso di appartenenza e di identità della popolazione e la fondamentale vocazione che ogni territorio urbano appare chiamato a riconoscere e a realizzare nel suo sviluppo e nella sua storia. Il percorso politico e sociale di La Pira dentro la città di Firenze costituisce ancora oggi, con le dovute proporzioni, una testimonianza di qualità ed un esempio al quale rifarsi nel pensare al pluralismo, alla solidarietà ed alla fraternità dello spazio municipale. Gli elementi caratterizzanti delle amministrazioni lapiriane con la salvaguardia del concetto di persona, con la difesa del senso del lavoro e dell’importanza di un corretto integrarsi tra bene economico e capitale umano, con l’apertura dello spazio caratteristico della città alle problematiche della comunità internazionale, sottolineano la necessità di creare e difendere un patrimonio valoriale in politica, tale da poter svincolare gli indirizzi concreti di cambiamento e l’audacia amministrativa da un periodo storico e da potenziare le differenze sostanziali con orizzonti di dialogo o opere dall’anima condivisa.

IL PREZZO DI SOCRATE. LA DIFFICILE ARTE DELLA SELEZIONE DEL PERSONALE NELLE ORGANIZZAZIONI A MOVENTE IDEALE – di Luigino Bruni e Alessandra Smerilli – La selezione del personale è un processo molto delicato in ogni organizzazione. Nelle Organizzazioni a Movente Ideale (OMI), che sono realtà nate attorno ad una ben chiara mission o “vocazione”, saper attrarre le persone giuste è un’operazione decisiva per la qualità della crescita nel tempo dell’OMI, e in molti casi per la sua stessa sopravvivenza. In questo studio, che rappresenta la continuazione di un precedente lavoro (Organizzazioni e dinamica motivazionale. Contributi dalla teoria economica, NU XXVIII, 2006/3-4, 165-166,  pp. 367-384) gli autori si propongono di analizzare il fenomeno della selezione di nuovi membri (soci, manager, dipendenti) delle OMI. Tali organizzazioni sono interessate ad attrarre persone (almeno un certo numero) che abbiano la “vocazione”, novelli “Socrate”, che li fa capaci di svolgere l’attività a movente ideale dell’OMI. Quale politica di salari è quella migliore per evitare di selezionare le persone “sbagliate”? Lo studio affronta questa ed altre questioni, offrendo soluzioni interessanti non solo per le OMI ma per ogni organizzazione interessata a selezionare “buoni” lavoratori.

RISURREZIONE E STORIA – di Rocco Pezzimenti – Una delle tentazioni ricorrenti nella storia del cristianesimo è quella di ridurlo ad un fatto unicamente storico, perdendone così la dimensione escatologica.  Poiché però questa è connaturata negli uomini, per rispondere alle tensioni che essa suscita, sorgono ricorrentemente diverse forme di “teologie civili”, che incanalano nell’impegno storico le aspettative di trasformazione e finiscono, in genere, per dare all’umanità prerogative divine. Dopo avere esaminato un esempio storico rilevante – quello offerto dal pensiero di  Antonio Gramsci – di tali forme di secolarizzazione, l’Autore approfondisce,  anche sulla scorta delle ricerche di Heinrich Schlier, il significato dell’evento alla luce del quale il cristianesimo legge l’escatologia e valuta il significato della storia e dell’impegno che gli uomini hanno in essa: la Risurrezione.

Incontri con i contemporanei

ATTRAVERSO LA PROVA: IL CILE DEMOCRATICO NELLA TESTIMONIANZA DEL  PRESIDENTE PATRICIO AYLWIN AZÓCAR –  a cura di Antonio Maria Baggio – Patricio Aylwin Azócar fu presidente della Repubblica del Cile dal 1990 al 1994. Su di lui, soprattutto, pesò il compito di pacificare e riavviare sulla strada della democrazia un Paese politicamente spaccato e profondamente ferito dal regime dittatoriale instaurato dal generale Pinochet, che aveva posto termine, con un  colpo di Stato, all’esperienza del governo Allende. In questa intervista, il presidente Aylwin spiega quegli anni drammatici, inserendoli in una storia più ampia del Paese. Ripercorrendo le tappe fondamentali della sua carriera politica, ricostruisce il percorso del Cile del Novecento, il sorgere delle grandi culture politiche che lo hanno caratterizzato, con particolare attenzione al pensiero e all’esperienza politica democratici-cristiani, nei quali si inserisce il suo impegno. Sulla base di questa lunga esperienza ed intelligenza degli avvenimenti, Aylwin mette il luce le risorse ideali ed umane con le quali il Cile può affrontare il futuro.

Libri

“LA BELLISSIMA PERDITA” DI GIOVANNI CASOLI: LO SGUARDO LIBERO DELL’ANIMA DENUDATA – di Daniele Capuano – Giovanni Casoli è critico letterario di intransigente e cordiale intelligenza, ma «più ritrova se stesso» nel fare poetico, vissuto come paziente coltura dell’umile verità dell’anima, come centro segreto ed esultante di un’esistenza consacrata alla semplice integrità di ciò che è vivo. Un ritrovare se stesso che è, però, mediato e portato dalla perdita: dall’accettare che si infranga la piatta complicità dello specchio per andare a cercare il proprio vero volto oltre le strade degli uomini – ma anche oltre agli oceani – nelle cose e nei volti prossimi che, prima del trauma creatore della poesia, si presumeva di conoscere e possedere. I versi de “La Bellissima perdita” insegnano a vivere e a morire con la discrezione dell’amicizia, con la solida carità di chi ha fatto il vuoto dentro di sé.

INDICI «NUOVA UMANITA’» 2007 –  a cura di Antonio Coccoluto
Nuova umanità
XXIX –  Novembre – Dicembre – 2007/6, n.174
SOMMARIO

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