Oltre 500 gli articoli apparsi sulla stampa regionale in questo mese. La rassegna stampa che segue è quindi del tutto parziale…

Chiara profeta, messaggera ed apostola: soprattutto con queste parole è stata disegnata la figura di Chiara per la Chiesa e la società attuale. «Chiara, astro del secolo » (L’Eco di Bergamo, 19.3), «Profeta del dialogo tra le religioni» (La Provincia di Cremona, 15.3; Il Verbano, 22.3), «a lei il Signore consegnò il dono della profezia, lo stesso che riconosciamo nell’esempio di tanti personaggi di cui è ricca la storia di questi duemila anni» (Provincia Granda, 21.3);  «messaggera di pace e dialogo» (L’informazione di Reggio Emilia, 15.3; Gazzetta d’Asti, 21.3), «missionaria dell’unità e dell’ecumenismo» (Bresciaoggi, 15.3). «Un astro lucente dell’amore divino, per una spiritualità che ha precorso i tempi» (La Sicilia, 19.3); «Tra le braccia di Dio l’apostola dell’unità» (L’Ora del Salento, 22.3). «Chiara Lubich non c’è più ma la sua opera resta e si proietta nel futuro come una forza d’amore irresistibile, quella di una creatura che ha fatto della propria esistenza una testionianza evangelica» (Latina oggi, 17.3), «profeta dolce, eroe della carità» (Trentino, 19.3).

Di Chiara si dice «una vita all’insegna dell’unità […] i focolari stanno dentro la storia con lo sguardo in avanti. Una spiritualità proiettata su un orizzonte infinito, però con i piedi per terra» (La Voce del Popolo, 28.3), «Un apostolo dell’amore […] missionaria dell’unità e dell’ecumenismo» (L’Arena, 15.3), «messaggera di Unità» (Il Giornale della Toscana, 15.3); «il sogno: l’umanità unita» (La Nazione, il Resto del Carlino, 15.3); «profeta di un mondo migliore […] una grande stella è salita in cielo a indicare la via dell’unità, della fraternità, della pace» (Il Tirreno, 15.3) «testimone di fede ecumenica […] sorella del mondo» (Il Giorno, 15.3; Il Resto del Carlino, 17.3); «vita che testimonia Cristo risorto» (Corriere di Romagna, 25.3); «una vera testimone del nostro tempo che si è prodigata per la pace e la solidarietà» (Il Corriere di Firenze, 18.3). Chiara «portatrice di un rovente messaggio d’amore, infuocata dall’amore di Gesù» (Il Sannio, 15.3).

La vita di Chiara è inestricabilmente connessa con quella del Movimento dei Focolari, da lei fondato: «fondatrice dell’Opus Mariae […] che ha vissuto per la comunione nella Chiesa, maestra del dialogo» (Il Centro, 15.3; Il Gazzettino, Calabria ora, 15.3); «fondatrice di un movimento laico che ha come fine la realizzazione dell’unità tra le persone, come richiesto da Gesù secondo il racconto del Vangelo di Giovanni, da cui consegue una precisa vocazione ecumenica oltre che al dialogo in altri settori della cultura» (L’Unione Sarda, 14.3); «la sua forza fu proprio cercare ciò che unisce, costruire ponti e legami […] è un simbolo della costruzione della pace nel mondo e dell’unità dei popoli» (La Voce dei Berici, 23.3); e ancora «la trentina più famosa nel mondo, fondatrice di un movimento antesignano nel dialogo interreligioso e macroecumenico, pure noto per l’economia di comunione» (Trentino, 23.3); «fondatrice del Movimento dei Focolari è stata sicuramente una delle grandi personalità di questi tempi, che ha attraversato e illuminato con la luce del suo carisma. Non c’è stato conflitto, divisione, difficoltà che Chiara Lubich  non sia riuscita ad affrontare costruendo ponti e rapporti di fraternità» (La Repubblica ed. Napoli, 16.3). Chiara ha condotto «una pacifica rivoluzione evangelica […] che l’ha portata al dialogo con chiunque» (Braidese, 22.3); «voce della spiritualità che nutre la fratellanza» (Giornale di Brescia, 15.3).

Il profilo femminile di Chiara è stato ripercorso con enfasi. Chiara, «una donna che porta la Chiesa e il Vangelo nel mondo moderno» (Il Giornale dell’Umbria, 15.3, Corriere Adriatico, 15.3; La Provincia di Como, 19.3), «la semplicità di una donna eccezionale, per un amore che valica ogni confine» (Toscana oggi, 23.3); «una grande donna, perché ha saputo fare della sensibilità tipicamente femminile, della disponibilità di ascolto dell’altro e di comunicazione profonda dei sentimenti, un carisma capace di agire nella società e nella Chiesa, e di trasformarle radicalmente dall’interno. Non una rivoluzione armata, non uno scontro di poteri, non la rivendicazione di verità assolute o di ideologie indiscutibili, ma la capacità di aprirsi all’altro, chiunque esso sia, a qualunque religione, credo politico, estrazione sociale appartenga, e condividerne la strada insieme» (L’Adige 15.3); «l’eredità di Chiara è il suo amore» (Verona fedele, 23.3); «luce per il mondo, un impegno per la fratellanza fra tutti i popoli» (Il Popolo di Concordia-Pordenone), «”madre” dei focolarini, una donna al servizio della pace» (Giornale di Sicilia, 15.3), «una madre che non lascia i figli tristi; anzi, c’è la consapevolezza che niente si fermerà» (La Sicilia, 19.3). «Personalità straordinaria, una donna che ha fatto del dialogo e della solidarietà una vera e propria scelta di vita» (La Nazione di La Spezia, 15.3); «Donna di Dio impegnata tra gli uomini» (Corriere delle Alpi, 15.3); «una vita tutta spesa per l’unità» (Il Cittadino di Genova, 23.3).

Da più parti si fa riferimento alla santità di Chiara: «Una grande santa del Novecento»; «Santa subito»; «Santa Donna» (Corriere del Trentino, Il Resto del Carlino, Gazzetta del Sud, Il Sannio); «Chiara Lubich, il dono che Dio ha fatto alla Chiesa e al mondo» (L’Eco di Bergamo, 15.3). Questa «figura molto amata, è stata un esempio luminoso» (Gazzetta di Parma, 15.3; Libertà di Piacenza, 17.3; Nuovo Molise, Ciociaria oggi, Il Centro, Il Mattino di Padova, 14-23.3).
a cura di Alberto Lopresti

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