20120401_mg_2698«La cittadella diventerà ancora di più un punto di riferimento per i vostri coetanei se i giovani del Movimento manifesteranno la loro amicizia con Chiara Luce Badano, che ha vissuto la spiritualità dell’unità sino alla santità». Giancarlo Faletti parla in mezzo ai giovani, stipati pur di essergli vicino. Da poco è terminata la celebrazione della messa della domenica della Palme che celebra, come di consueto, la Giornata mondiale della gioventù. Anche in Messico è conosciuta la diciottenne beata italiana.

Se per la cittadella si aprono nuovi orizzonti, per le comunità dei Focolari in Messico la giornata d’incontro ha regalato non minori prospettive per il futuro. Un appuntamento atteso, quello di oggi, iniziato nel più post-moderno dei modi, un’icona di un tablet su cui Giancarlo ha fatto pressione con l’indice. Così ha avuto inizio il suo viaggio in tutte le regioni del Paese. Niente di miseramente virtuale, però, perché su ogni prato della cittadella lo aspettavano rappresentanze delle diverse comunità, con costumi dai colori sgargianti, canzoni e carta geografica alle spalle.

Danze, cori, abiti dalle fogge più diverse si sono alternati anche sul palco sotto la grande tenda bianca che ospitava oltre 1.200 persone, venute anche da Torrion (16 ore di pullman), per non perdere il culmine del ricco programma, ovvero il dialogo con Giancarlo, prima, e quello, successivo, con la presidente Maria Voce, in collegamento skype dal Guatemala.

20120401_mg_2515Le domande hanno spaziato sui grandi argomenti d’attualità e sulla vita del Movimento, ma la prima questione posta alla presidente da Gabriel, un piccoletto di Guadalajara sovrastato da un sombrero nero, ha drizzato l’animo di tutti: Come fare a essere santo? Maria Voce gli ha risposto come in un colloquio tu a tu: «Devi puntare a non essere santo, ma ad essere Gesù. Gesù era figlio di Dio, era tutto amore. Allora devi amare, devi imparare tutti i punti dell’arte di amare. Più ami, più sarai santo». Gabriel ha annuito convinto.

A tutti la presidente, nei saluti finali, ha confidato: «Vi ripeto il mio grazie. L’augurio è che la vostra vita di testimonianza del carisma dell’unità trasformi sempre più gli ambienti in cui vivete per contribuire come Movimento a rinnovare il Messico». Il silenzio nella sala era profondo, le teste annuivano. La nuova frontiera li aspettava. Poi l’esplosione del folclore. Ma descriverlo è arduo. Meglio venire in Messico.

di Paolo Lòriga, inviato

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