Originario di Feldkirch nel Vorarlberg, Reinhard Domig, esperto pasticciere, poi impiegato postale, è sposato con Bernadette. Hanno tre figli e tanti amici.

Spesso si ritrova in viaggio, invitato da insegnanti e catechisti a raccontare la propria esperienza di disabile. Con tanti di loro resta in contatto; molti giovani lo riconoscono per strada, chattano con lui su Internet, chiedono il suo consiglio.

«Conosco il Movimento dei Focolari dal 1994. È stato uno dei momenti più importanti della mia vita. Da alcuni anni ho fatto mia l‘ “arte di amare”.

Il 22 agosto 2008 ero solo nella filiale di Posta dove lavoravo. Ė arrivato un uomo che conoscevo che mi ha pregato di mostrargli un cellulare. Ad un certo punto, ho sentito un coltello puntato dietro la schiena. Gli ho detto: ‘Sono troppo giovane per morire’. Ma lui ha cominciato a colpirmi. Ho pensato che la mia vita fosse finita e, come ultima possibilità di “amare concretamente”, ho detto più volte, mentre lui scappava : ‘Ti perdono!’.

Mi sono accasciato davanti alla Posta. Durante l’operazione durata ben undici ore mi è sembrato di vedere una luce meravigliosa, impossibile da descrivere.

Gli amici del Movimento si sono presi cura della mia famiglia. Hanno aiutato mia moglie in modo così concreto che lei ha avuto sempre la forza di non lasciarsi andare alla disperazione.

Nei giorni successivi la situazione è peggiorata e per i medici non vi era più nulla da fare ma, ad un certo punto, contro tutte le aspettative, ho cominciato a reagire positivamente.

Mi sono ritrovato totalmente indifeso. Una volta, per esempio, ho visto una bottiglia di acqua minerale accanto a me e non sono riuscito a dire che avevo molta sete.

Mia moglie, i miei figli, mia madre, i miei fratelli, parenti, conoscenti, colleghi e amici del Movimento dei Focolari, persino da Vienna e nell’Alta Austria, sono venuti a trovarmi ogni giorno. Mi sentivo parte di una grande famiglia in cui tutti sono legati gli uni agli altri dall’Amore.

Il personale sanitario era sorpreso che così tante persone venissero a farmi visita e chiedeva se fossi un politico…! Alcuni terapisti sono tuttora in contatto con me.

Sono venuti, anche, alcuni amici musulmani che poi, mi hanno invitato in una Moschea per raccontare la mia esperienza. Uno di loro, di origine turca, è venuto da me e mi ha detto che voleva scusarsi per quello che un suo connazionale mi aveva fatto. Lo aveva saputo in Turchia e aveva pregato 3 giorni in Moschea per me.

Gesù dice: “Amate i vostri nemici”. Ho cercato di farlo e ho ricevuto tanto amore grazie al mio aguzzino. Amore che vorrei dare a tutti».

 

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