Progetto senza titolo 2 1

Dallo speciale patto spirituale che Chiara Lubich e Igino Giordani strinsero il 16 luglio 1949 scaturì una originale esperienza mistica, aperta all’umanità e trasformante la storia di comunità e popoli.

Tutte queste carte che ho scritto valgono nulla se l’anima che le legge non ama, non è in Dio. Valgono se è Dio che le legge in lei. Ora ciò che io voglio lasciare a chi seguirà il mio Ideale è la sicurezza che basta lo Spirito Santo (e la fedeltà a chi ha iniziato) per proseguire l’Opera. Di accessorio poi posso lasciare anche quanto ho scritto: ma vale se è preso come “accessorio”. Anche Gesù, pur essendo Dio ed avendo tutto in Sé, non è venuto per distruggere e far ex-novo, ma per completare. Così chi mi seguirà potrà completare quanto io ho fatto. Io non voglio amare i miei posteri meno di me e perciò voglio che essi abbiano lo Spirito Santo zampillante come Dio Lo diede a me. Non Lo avranno direttamente, Lo avranno per interposta persona, ma Lo avranno vivo dalla viva bocca di chi Lo trasmetterà vivendo ciò che Egli insegna per mezzo mio. Così è bene togliere decisamente ogni altra preoccupazione di quella di fare la divina volontà che momento per momento ci è manifestata, ma senza suggerire nulla a Dio”.  (Chiara Lubich, Paradiso ’49)

Quali sono “queste carte” di cui Chiara Lubich sta parlando? Sono le pagine del testo noto come Paradiso ’49, vergate da Chiara nell’estate di settant’anni fa, sotto l’influsso di una luce spirituale che durerà ancora nei mesi successivi. Nel brano citato Chiara si rivolge direttamente a chi oggi vuole non solo ricordare ciò che successe allora, ma innestarsi in quella esperienza mistica che lei e alcuni membri della nascente comunità dei Focolari stavano svolgendo. Le belle parole, le suggestive metafore e le ampiezze concettuali di quelle carte possono compiacere il senso estetico del lettore, fargli gustare il clima religioso che allora si respirava, ma niente di più. Solo chi ama è in grado di penetrare dentro il significato profondo della mistica del Paradiso ’49. Tale significato nasce dalla comprensione della realtà umana e di ogni creatura direttamente ispirata dalla contemplazione di Dio e in Dio. I frutti di questa esperienza sono sotto i nostri occhi: la visione della spiritualità di comunione, la dottrina che prorompe dal carisma dell’unità, la missione del Movimento dei Focolari, le iniziative e le opere che scaturiscono dal suo impegno nel sociale. Non è un caso che ad aprire il varco per l’inizio di questa esperienza mistica fu uno speciale patto spirituale che Chiara strinse con Igino Giordani, sposo e padre, parlamentare, scrittore. Di solito la mistica è inaccessibile a chi è immerso nelle sfide di tutti i giorni, ha famiglia, ha lavoro, ha impegni inderogabili e sfide complicate. Il fatto che il Paradiso ’49 è stato aperto dall’unità fra Chiara e Igino sottintende che la spiritualità di Chiara Lubich non è riservata, non è dedicata a chi vive qualche condizione religiosa speciale, ma è per l’umanità ed è chiamata a sostenere la marcia verso l’unità di tutti gli uomini e le donne, le comunità e i gruppi, i popoli e le nazioni, in qualunque circostanza e condizione. A noi, oggi, Chiara chiede di continuare la sua opera.

Alberto Lo Presti

 

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