Il seguente scritto di Chiara Lubich ci aiuta a vedere la realtà nostra così come è, agli occhi di Dio, prescindendo dalle circostanze esterne nelle quali ci possiamo trovare e che possono pure essere molto dolorose. Anche Gesù, nell’ora della sua passione, ha continuato a rivolgersi al Padre e a conformarsi alla sua volontà. E con questo atteggiamento è diventato il Risorto, il Salvatore.

(…)  Abbiamo compreso come ognuno di noi è una Parola di Dio fin dall’eternità. Dice infatti san Paolo: «In Cristo, il Padre ci ha scelti prima della creazione del mondo…»[1]. Ed in altro luogo, parlando sempre di noi, aggiunge: «Quelli che Egli [Dio] da sempre ha conosciuto…». Abbiamo capito allora come noi, essendo Parola di Dio, dobbiamo tenere un unico atteggiamento, il più intelligente: essere sempre, come la Parola per eccellenza, il Verbo, «rivolti» verso il Padre, che significa verso la Sua volontà.

È così che, fra il resto, possiamo realizzare la nostra personalità; ed è così che acquistiamo la nostra piena libertà. In tal modo, infatti, lasciamo vivere il nostro vero io.

Ora, volendo attuare bene tutto ciò, possiamo domandarci: quando occorre assumere questo atteggiamento?

La risposta la conosciamo: ora, adesso, nel momento presente. È nel presente che va vissuta la volontà di Dio.

È nel presente che dobbiamo vivere rivolti verso il Padre. In quel presente, che è un aspetto essenziale della nostra spiritualità, della nostra «ascetica». Non si può infatti prescindere da esso.

Questo modo di vivere è prettamente evangelico.

L’evangelista Matteo riporta queste parole di Gesù: «Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena»[2]. (…)

Rimettiamoci, allora, nell’impegno di vivere il più possibile la volontà di Dio, nell’attimo presente. (…)

Dobbiamo poi ricordare che la volontà di Dio che va attuata prima di ogni altra, e in ogni attimo della nostra giornata, è quella dell’amore reciproco: amarci cioè come Gesù ci ha amati.

È con essa che è assicurato il nostro costante rinnovamento.

Chiara Lubich

(in una conferenza telefonica, Rocca di Papa, 21 dicembre 1996)

Tratto da: “Quando essere rivolti al Padre?”, in: Chiara Lubich, Conversazioni in collegamento telefonico, pag. 529. Città Nuova Ed., 2019.

[1] Cf. Ef 1,4-5.
[2] Mt 6,34.

1 Comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *