Dice S. Agostino: “Una volta per tutte, ti viene data una breve norma: ama e fa’ quel che vuoi. Se tu taci, taci per amore; se correggi, correggi per amore. Sia in te la radice dell’amore e tutto quello che fai non può essere che bene”.

Metti amore…
Non avrei mai immaginato di aver sposato uno sconosciuto. Mio marito, infatti, aveva rivelato un egocentrismo che lo allontanava dagli altri. In realtà celava un tremendo senso di inferiorità. Me n’ero accorta quando, per non ferirlo, non potevo gioire neanche dei successi dei nostri due figli. E pensare che un tempo mi sentivo sostenuta da lui! Ora questo punto fermo era svanito ed io mi sentivo in crisi. Fu a questo punto che il messaggio di una ex compagna di scuola entrata in convento mi annuncio la sua decisione di lasciare la strada intrapresa. Andai a trovarla e mentre lei mi parlava di solitudine, di idealità crollate, di invidie e gelosie in una comunità, la sua, che aveva alti scopi umanitari, mi sembrava di vedere me stessa riflessa in uno specchio. Ci incontrammo in più occasioni e una frase di Giovanni della Croce, da lei citata, divenne luce per ciò che dovevo fare per tentare di salvare la famiglia: “Dove non c’è amore, metti amore e troverai amore”. Mi impegnai. Non fu facile, ma oggi le cose sono cambiate, sia per me che per lei.
(M.d.A. – Albania)

Restare in Siria
Una decina di anni fa, quando la vita era diventata difficile per noi cristiani, ci eravamo chiesti se fosse il caso di rimanere nella nostra patria. Tanti avevano scelto di partire; sembrava che avessero trovato ambienti sereni, senza rumori di armi e senza paura. Eppure, anche se facciamo poco, avvertiamo che la nostra presenza qui diventa una vera missione. Non si tratta tanto di testimonianza e fedeltà alla terra e alla fede, ma di prossimità, quella di cui parla papa Francesco. Siamo certi che anche per i nostri figli questa situazione, anche se non facile, risulterà una grande maestra di vita.
(V.M. – Siria)

Impariamo dai piccoli
Kanna é nata in una famiglia cristiana e frequenta l’asilo; tanti suoi compagni e la stessa maestra sono di altre religioni. A fine anno, la maestra saluta una ad una tutte le bambine; arrivata a Kanna, le dice: “Ti ringrazio perché ci hai fatto conoscere Gesù. Quando ce ne parlavi, si sentiva che era vicino a te. Ci hai insegnato le preghiere che hai imparato a casa tua: sono belle. Stamattina ti ho vista quando hai regalato a una tua compagna il premio che avevi ricevuto: questo gesto mi ha commossa! Io sto per sposarmi, ma prima voglio ricevere il battesimo e mi sto preparando perché anch’io, come te, voglio credere a Gesù”.
(Z.J. – Giappone)

A cura di Lorenzo Russo

 

(tratto da Il Vangelo del Giorno, Città Nuova, anno VII, n.4, luglio-agosto 2021)

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