Editoriale

L’EREDITÀ DI GIOVANNI PAOLO II – È difficile, oggi, fare un bilancio e offrire una lettura prospettica del lungo pontificato di Papa Wojtyła, non solo perché siamo ancora troppo a ridosso degli avvenimenti, ma soprattutto perché la sua opera e la sua figura sono gigantesche. Ci limitiamo qui a mettere in rilievo alcune chiavi di lettura della sua ricchissima eredità: la ripresa del magistero conciliare a partire dal riconoscimento dell’uomo come «via della Chiesa»; i gesti profetici che hanno accompagnato la Chiesa e rischiarato il paesaggio del mondo all’alba del terzo millennio; il «duc in altum!» della santità e della spiritualità di comunione come programma di vita del popolo di Dio; il magistero della testimonianza e della croce che ha toccato il cuore di tutti.

Nella luce dell’ideale dell’unità

GESÙ IN MEZZO A NOI. RENDERE VISIBILE LA PRESENZA DEL RISORTO NELLA CHIESA – di Chiara Lubich – Riportiamo questa meditazione, dal taglio insieme ecclesiologico e vitale che tratta della presenza di Cristo tra coloro che sono uniti nel suo nome, proposta a un gruppo di vescovi di varie Chiese cristiane durante il loro ultimo convegno ecumenico ad Istanbul (23 novembre – 1 dicembre 2004). L’argomento, che è tema di approfondimento dell’intero Movimento dei Focolari durante quest’anno, mette a fuoco nella prima parte la rilevanza ecclesiologica di tale presenza mentre, nella seconda, rievoca la forza travolgente e il fascino delle scoperte e delle implicazioni di tale promessa di Gesù agli esordi del Movimento.

GESÙ IN MEZZO A NOI – di Pasquale Foresi – Pubblichiamo il testo di una conversazione tenuta durante l’annuale incontro internazionale dei focolarini il 5 dicembre 2004 presso il Centro Mariapoli di Castel Gandolfo.

LA SOCIALITA’ DI GESÙ IN MEZZO – di Igino Giordani – In ideale continuità con l’argomento dei due contributi precedenti riproponiamo la trascrizione di una conversazione tenuta da Igino Giordani nell’ottobre 1975 ad un gruppo di membri del Movimento dei Focolari di cui è stato confondatore. In essa Giordani spazia a ruota libera con lo stile tipico del suo inconfondibile parlare, facendo riferimento a situazioni e avvenimenti relativi al particolare momento storico e all’esperienza e alla vita del Movimento.

Saggi e ricerche

IL “DE DEO” DI SAN TOMMASO D’AQUINO – I  – di Piero Coda –  La teologia trinitaria di San Tommaso d’Aquino ha ancora oggi qualcosa d’importante, e forse anche di essenziale, da insegnarci? e, d’altra parte, è utile una lettura in presa diretta della sua teologia, cercando di farne sprigionare a nuovo la logica profonda e il significato complessivo? L’impresa – come ha sottolineato J.-P. Torrell – appare oggi necessaria e promettente. Dopo aver richiamato qualche dato essenziale a proposito del contesto sociale e culturale, spirituale ed ecclesiale, entro il quale sboccia e prende forma la vocazione teologica del Doctor communis, questo primo articolo accosta due suoi scritti: la lezione inaugurale Rigans montes, da lui pronunciata a Parigi nella primavera del 1256, nel momento della sua promozione a magister, e il sermone Exiit qui seminat tenuto parecchi anni dopo, probabilmente nel febbraio del 1270, tre anni prima della sua morte. I due testi sono assai interessanti non solo perché mettono in risalto la concezione che Tommaso ha del suo ministero teologico in rapporto al carisma domenicano di cui sarà il geniale interprete, ma anche perché espongono il significato specifico e originale della vocazione a contemplari et contemplata aliis tradere.

METZ YEGHERN, IL GRANDE MALE – I – di Giovanni Guaita – Pubblichiamo (in due puntate) un ampio studio sul genocidio degli armeni. In questa prima parte l’autore traccia il quadro storico del genocidio iniziato già con le stragi del sultano Abdul-Hamid II, realizzato soprattutto dal governo dei Giovani Turchi e infine portato a compimento dai kemalisti di Mustafa Atatürk. I tremendi avvenimenti del genocidio sono situati nel complesso intreccio storico del tramonto dell’impero ottomano, della prima guerra mondale e dell’avvento della nuova Turchia e sono considerati nel contesto politico del mutamento degli equilibri strategici internazionali e dell’imporsi di ideologie nazionalistiche di tipo diverso (islamismo degli ultimi sultani, panturanismo dei Giovani Turchi, nazionalismo kemalista). Sullo sfondo cupo delle stragi risaltano le figure di “giusti” di vari popoli che in modi diversi si impegnarono in difesa degli armeni.

FIGLIO DELLA TERRA, FIGLIO DEL CIELO. FEDE E SCIENZA NELLA PROSPETTIVA ESCATOLOGICA DEL PENSIERO DI TEILHARD DE CHARDIN – di Sergio Rondinara – Il 10 aprile 1955, giorno della Pasqua di Risurrezione, moriva Pierre Teilhard de Chardin. Gesuita e paleontologo, fu una delle figure religiose più ammirate e discusse del Novecento, i cui scritti hanno influenzato considerevolmente il pensiero cattolico nei venticinque anni seguiti alla sua morte. Il suo itinerario intellettuale e spirituale può essere riassunto nel tentativo di riconciliare la Chiesa con il mondo moderno, ed in particolare in una riconciliazione – attraverso una sintesi personale – tra la visione scientifica e quella religiosa del mondo. Sintesi che ha inaugurato un percorso per tutti coloro che dopo di lui avrebbero intrapreso la stessa ricerca. Nel cinquantesimo della scomparsa l’A. vuole ricordarlo ripercorrendo sinteticamente l’itinerario del suo pensiero per dire a Padre Teilhard la propria gratitudine per averci sospinto a contemplare il Creato in Dio e Dio nel Creato e per averci indirizzato a «veder Dio in tutto, e tutto in Dio».

FELICITÀ, ECONOMIA E BENI RELAZIONALI – di Luigino Bruni – Il nesso tra economia e benessere soggettivo o felicità è un campo di indagine che occupa sempre più l’interesse delle scienze sociali. Il presente saggio si occupa del cosiddetto «paradosso della felicità», una espressione con la quale si vuole la non correlazione, che si riscontra in molti paesi industrializzati, tra aumenti di redditi e benessere soggettivo. L’autore, dopo aver presentato il dibattito teorico, offre una propria spiegazione del paradosso, basata sul concetto di «bene relazionale».

LA SFIDA DEL RAPPORTO. L’INTERPRETE E LE SUE RELAZIONI  – di Enrico Pompili  e Paolo Vergari – Anche se i musicisti sono abituati ad esprimersi attraverso note musicali più che con parole, un gruppo di essi ha voluto provare a dire e scambiare parole sulla musica in occasione di un convegno che si è svolto a Castel Gandolfo il 28-29 febbraio 2004. Riportiamo qui uno degli interventi in cui due pianisti danno uno sguardo a quelle relazioni che costituiscono e determinano il «fatto musicale»: Compositore-Interprete, Interprete-Pubblico, Interprete-Strumento.

DUE BREVI RIFLESSIONI – di Giovanni Casoli – Nella prospettiva di contribuire a fare chiarezza nella confusione dei linguaggi quotidiani, l’autore propone due brevi ma pregnanti riflessioni, su questioni importanti e vitali come la “fede” e il “matrimonio”.

Spazio letterario

POESIE – di Andrea Paganini – Volentieri pubblichiamo alcune delle poesie che continuano ad esserci inviate.

Per il dialogo

SPIRITUALITÀ EBRAICHE E SPIRITUALITÀ CRISTIANE: PERCORSI DIVERSI – METE COMUNI? – di Joseph Sievers – Nell’affrontare eventuali rapporti tra una vita basata su principi religiosi ebraici e principi religiosi cristiani si possono scegliere varie piste. Il primo requisito, però, è quello di essere consci dei linguaggi diversi. Ad esempio il termine “spiritualità” è di chiara provenienza cristiana, mentre solo secondariamente viene usato anche nell’ebraismo. Un approccio che può essere a volte fruttuoso è quello narrativo, a partire dalle esperienze vitali. L’autore descrive incontri personali e letterari con persone e scritti in ambito ebraico e cristiano che sembrano indicare delle possibilità di sostegno reciproco, di convergenze e di cooperazione per il bene dell’umanità – senza intaccare le identità distinte di ebrei e cristiani.  

Libri

DA EDIPO A CRISTO. APPUNTI PER UNA LETTURA DEL RACCONTO UNA VALIGIA DI CUOIO NERO DI ELENA BONO – di Daniele Capuano – La grande opera di Elena Bono, laziale di nascita e ligure di adozione (racconti, romanzi, poesie, drammi, traduzioni, saggi), inizia solo ora ad essere giustamente riconosciuta come l’espressione più alta, nella letteratura italiana del dopoguerra, di una meditazione totale sulla storia dell’uomo: non la mera storia della storiografia, che ne è semmai il materiale, ma, in una ripresa dell’interrotto percorso manzoniano, il doloroso itinerarium di ogni individuo alla pienezza della Persona. In quest’opera c’è un sole nero, un racconto perfetto in cui la scrittrice, testimone partecipe e amorosa della Resistenza ligure all’occupazione nazista, assume omericamente la voce di un tedesco, e rende l’orrore miracolosamente trasparente alla Misericordia.

NUOVA UMANITÀ
XXVII –  Maggio- Agosto – 2005/8, n.159-160
SOMMARIO

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