“Dio è amore”. Quale gratitudine per Papa Benedetto XVI sin dall’annuncio del titolo della sua prima enciclica! Ha acceso in noi una speranza: che il grande annuncio “Dio è amore”, che la parola “amore”, riportata al suo “splendore originario”, dilaghino all’infinito, come quando si butta un sasso nell’acqua e si formano cerchi sempre più ampi. L’interesse dei media, ancor prima della sua presentazione e tanto più ora, lo fa prevedere.

“Dio è Amore” è di certo la Parola che Gesù vuol dire oggi, in questo nuovo millennio.
Sì, l’amore è iscritto nella natura stessa della Chiesa, come scrive il Papa. All’eredità della sua ricchissima storia, in questi ultimi decenni si sono aggiunti nuovi carismi suscitati dallo Spirito. Di bocca in bocca, avvalorato dalla testimonianza, l’annuncio “Dio è amore! Dio ti ama così come sei”, ha trasformato la vita di milioni di persone. Per noi è stata una luce – balenata nell’ora più buia della storia, il secondo conflitto mondiale – che ha illuminato tutto il Vangelo, facendoci scoprire che Gesù non aveva temuto di pronunciare la parola amore. Anzi capivamo che proprio l’amore è il cuore del Suo annuncio, è, sì, “la potenza creatrice primordiale che muove l’universo”, muove la nostra piccola storia personale, come la grande storia del mondo.

Sono certa che l’enciclica del Papa susciterà un’eco spontanea da tutta la Chiesa e oltre: se vivere l’amore non si limita all’aiuto concreto del prossimo, ma spinge anche a “comunicare agli altri l’amore di Dio che noi stessi abbiamo ricevuto”, emergerà la ricchezza di quell’amore vissuto spesso con eroismo, nel silenzio, all’interno delle famiglie, nei Parlamenti e nelle fabbriche, nelle università e nei quartieri, nelle aree più depresse del mondo, e tra chi ha impresso sul proprio volto, il volto stesso dell’Uomo-Dio che grida l’abbandono del Padre.
Si renderà così “visibile in qualche modo il Dio vivente”, la sua azione nel nostro tempo, come auspicato da Benedetto XVI. E Dio, riscoperto Amore, attirerà il mondo.

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