Un dialogo intenso, spontaneo, profondo ha segnato l’incontro del card. Tarcisio Bertone, con gli oltre 600 sacerdoti diocesani focolarini, provenienti da 54 Paesi, al Centro Mariapoli di Castelgandolfo. Era la prima volta che, da Segretario di Stato, il cardinale faceva visita al Movimento dei Focolari, in questo centro internazionale.  Era stato invitato per un dialogo con sacerdoti, riuniti per il loro incontro annuale.

Il cardinale ha ascoltato le testimonianze di alcuni “focolari sacerdotali” sugli effetti che il “carisma dell’unità” vissuto provoca in vari contesti ecclesiali e socio-culturali: dall’Irlanda, dove, in un panorama di crescente secolarizzazione, si inserisce un rinnovato rapporto col vescovo e con gli altri sacerdoti, un forte impegno nelle università, nel campo ecumenico ed interreligioso, un’efficace presenza nel mondo dei media; dalla Svizzera: con la nascita di vocazioni suscitate dalla testimonianza dell’unità, la vita in comune fra sacerdoti diventa punto di riferimento per altri presbiteri e antidoto alle crisi della vocazione; cresce la frequenza domenicale; dall’Italia (Ascoli Piceno), dove la collaborazione fra sacerdoti e laici animati dalla spiritualità di comunione infonde nuova vita nella città come è successo lo scorso ottobre quando, in occasione di un evento promosso dai giovani dei focolari, si è riusciti a coinvolgere le istituzioni civili e la cittadinanza.

Sei le domande rivolte al Segretario di Stato, da sacerdoti di varie parti del mondo: dall’attuazione del magistero di Benedetto XVI, alle attuali sfide della Chiesa nel mondo, dalle lacune delle comunità ecclesiali, alle priorità nelle scelte pastorali. E poi il ruolo dei Movimenti ecclesiali, l’attuazione della “Chiesa-Comunione”, la formazione nei seminari, l’aiuto ai sacerdoti in difficoltà. E ancora, il rapporto personale, quotidiano, del cardinale con il Papa.

“L’irrilevanza della fede”, “L’isolamento e la solitudine”. Queste, le due maggiori sfide che stanno di fronte ai cristiani oggi. Il cardinale ha richiamato una riflessione dell’allora card. Ratzinger, pubblicata in un libro recente, dove afferma che “l’estrema prova della  solitudine incomunicabile è l’inferno”. “E questo dice che la solitudine, noi la iniziamo da qui e quindi l’inferno lo iniziamo da qui”. Ha fatto due citazioni. Sartre: “Gli altri per me sono l’inferno”. Gabriel Marcel: “Gli altri per me sono il cielo”. “Allora – ha aggiunto – il cielo, il paradiso lo incominciamo qui con la spiritualità di comunione, con il carisma di comunione. Il contrario della solitudine”.

In risposta al relativismo: “Non bisogna stancarsi di cercare la verità e i testimoni della verità”.

Una domanda personale: “Lei è un illustre figlio di San Giovanni Bosco. In che modo questa “filiazione carismatica” la aiuta nel suo ministero attuale?”. “Il carisma salesiano mi ha aiutato sempre nella mia vita, sin da ragazzo” – ha risposto. “Poi sono entrato nella congregazione, ho assimilato un po’ questo spirito di famiglia, la capacità di ascolto e di accoglienza, e di confidenza…”.

Sui Movimenti ecclesiali: “I Movimenti hanno piena cittadinanza nella Chiesa. La loro presenza, viva, efficace, trasformante, suscita attenzione anche nei non cristiani”. Rivolgendo lo sguardo ai carismi antichi e nuovi: “Il Signore continua a essere creativo, la creazione è in atto nell’universo, nel cosmo… è in atto soprattutto attraverso l’azione dello Spirito”. E ha invitato a “potenziare lo spirito e la prassi di comunione tra nuovi carismi e istituti storici”.

Un “calorosissimo saluto” a Chiara Lubich è stato rivolto dal card. Bertone, dopo aver riconosciuto il fondamentale ruolo dei fondatori nella vita della Chiesa.

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