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 Fra le divine parole che disse [Gesù], ve n’è una che dà le vertigini se si pensa pronunciata da Dio e fa comprendere l’eccellenza di una elezione.

È un paragone paradossale, ma vero e ricco di mistero. E Cristo lo rivolge a quelli che sarebbero stati nei secoli i suoi sacerdoti: «Come il Padre ha mandato me, io mando voi».

Chi è allora il prete? È colui che Cristo ha eletto per continuarlo nel tempo.
Purtroppo alle volte il sacerdote non è così. E d’altronde se il prete non è Cristo, è ben poco. Le sue prediche sono vuote e le chiese deserte. Perché la parola che Cristo dava era lui stesso.

Se il prete prima vive ciò che predica e poi parla, la sua parola sarà Cristo e sarà, anche lui, altro Cristo.

Come il Padre ha mandato me discorsi trascineranno allora le folle e le chiese diverranno strabocchevoli. Perché non è tanto la scienza che fa il prete, quanto il carisma vivificato dall’amore.
 


Chiara Lubich,
Il celibato sacerdotale, Città Nuova  14 (1970/3) p. 9

 
Tratto dal volume: Come il Padre ha amato me… 365 pensieri per l’anno sacerdotale, Città nuova 2009
http://editrice.cittanuova.it/notizia.asp

 

 

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