Audio mp3 – Discorso Maria Voce all’Aula Nervi (Vaticano) 25 settembre 2010


Una standing ovation aveva salutato i genitori di Chiara Luce quando sono saliti sul palco dell’Aula Nervi, la sera del 25 settembre, pienissima e con maxi-schermi collegati in Piazza San Pietro.  Sorprendente la testimonianza di papà Ruggero: “Questi sono stati giorni specialissimi,  ma quello che voglio dire adesso è che stando con Chiara abbiamo vissuto momenti eccezionali. Vivevamo in un’atmosfera che non si può spiegare. Questi due anni son stati i più belli della nostra vita, i più benedetti da Dio, perché Gesù ci faceva vivere in una dimensione soprannaturale che ci sollevava da terra.  Come quando si sale sull’aereo, e dal finestrino si vede la terra, le nuvole. Tutti i nostri dolori e quelli di Chiara che erano ancora più grandi, li vedevamo laggiù, non ci toccavano. E’ stato il frutto dell’amore di tante persone che hanno pregato e ci hanno sostenuto.”

“Vorrei salutare tutti, ma in particolare i giovani. Questa esperienza vale per tutti, ma la vita lei l’ha offerta per voi, l’ha data per voi!”.  Anche queste parole della mamma della neo-beata Chiara Luce Badano, sono state accolte con un lunghissimo applauso.

Nella prima tappa Life (vita) –  130 i giovani attori coordinati da 70 tecnici –  hanno delineato, con musiche, coreografie, esperienze, servizi filmati, la nascita e l’infanzia di Chiara Luce che all’età di 9 anni aveva incontrato la vita del Vangelo, scelto come alfabeto della vita.

Nella seconda tappa Love (amore), la crescita e l’adolescenza fino all’incontro con Gesù Crocefisso e Abbandonato, l’amore più grande. Lo sviluppo dello spettacolo è stato arricchito da testimonianze di ragazzi di oggi che hanno evidenziato l’universalità dell’esperienza di questa loro coetanea. Marilisa ha raccontato la dolorosa esperienza della separazione dei suoi genitori e la riconciliazione con il papà dopo 7 anni di silenzi e rancore. Testimonianze arrivate anche da lontano, come quella di una ragazza giordana impegnata nel dialogo con i suoi coetanei musulmani, e quella di un giovane del Pakistan.

L’ultima parte della serata Light (luce), la più toccante e profonda,  è stata dedicata alla malattia, all’avventura del farsi santi insieme. «Chiara ha impiegato 25 minuti a dire di sì. Poi si è voltata verso di me col suo sorriso di sempre, raggiante, con uno sguardo proprio pieno di luce.  Non è più tornata indietro”. Così la mamma  ha fatto rivivere il momento in cui Chiara ha avuto l’annuncio della gravità del male.

In un filmato del 1989 Chiara Lubich ha proposto con decisione  l’unità come  l’ideale  e Gesù Abbandonato la chiave per costruirlo. Il programma di vita di  Chiara Luce. Risuonano nell’Aula le parole in una lettera alla Lubich: «Ho scoperto che Gesù Abbandonato è la chiave dell’unità con Dio, voglio sceglierlo come mio sposo e prepararmi quando viene. Preferirlo! ».

Verso la conclusione è salita sul palco Maria Voce, la presidente del Movimento dei Focolari. Le sue parole interpretavano il comune sentire della folla di giovani: “Adesso partiamo arricchiti e desiderosi di cose nuove, di cose grandi. Abbiamo vissuto momenti forti, fortissimi.  Insieme. Abbiamo scoperto una cosa bellissima: che tutto può cambiare: i nostri rapporti, il nostro modo di affrontare le gioie e i dolori anche quando si presentano d’improvviso, con un volto tragico, che possiamo far nascere una rivoluzione.  Ha un nome: amore. Partiamo con questa forza nuova nel cuore”.

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