Sullo sfondo della precarietà evidenziata dalla guerra, e della luce abbagliante di Dio che si manifesta a Chiara per quello che è, cioè Amore, lei trova il modo, aiutata da san Paolo, di andare avanti  senza più voltarsi indietro.

«Ho sentito anche oggi parlare di vite stroncate nel fiore dell’età. Iddio che chiama i cuori.
Guarda al perché della vita!
Non ti trovare alla Porta con l’angoscia nel cuore di non poter ricominciare.
Vivi una volta sola e quella volta brevemente.
Domani… quando… non so, darai conto del tuo operato.
Sai il “perché” della vita?
Vivi per amare!
Se ancora il Signore ti lascia un respiro quaggiù, tutto dallo per Lui!
Non ti voltare indietro!
Ieri pensavi con me, nostalgicamente, al tempo perduto, ai peccati, alle omissioni, a tutto quello che di brutto vi fu.
Ed io e te ci rannuvolammo.
Ma proprio ieri una luce vivissima aperse l’anima mia alla speranza. Il Santo, che tanto fuoco ci mise nel cuore, Paolo, così parla nelle sue lettere: “… però, fratelli, non
credo d’aver ancora conseguito (la perfezione) ma non faccio altro che dimenticare quello che ho dietro alle spalle e slanciarmi sempre in avanti per avvicinarmi alla  meta!” .
Così, così, anche noi!
Avanti!
Tutto crolla, tutto vien meno… ma crolla e cade ciò che non è eterno!
Immortale è l’anima tua! Eterna la parola di Dio; di Dio, che per noi è amore, anche e soprattutto quando ci mostra la vanità del tutto. Avanti anche noi, senza guardare
indietro!
Gesù nel cuore: e buttare in centinaia, in migliaia di cuori il desiderio infinito di amare l’amore più di tutti i cuori del mondo!
Che folla di santi!
Avanti!
Che la Vergine faccia realtà la nostra volontà!»

(Versione completa pubblicata in “Lettere dei primi tempi”, Città Nuova Ed., Roma, 2010, pp. 83-84)

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