Rosso e nero. Come la casula porpora del celebrante. Come l’abito scuro dell’ospite d’onore, la Presidente dei Focolari, Maria Voce. Alla fine della messa l’arcivescovo Timothy Dolan l’ha chiamata davanti all’altare, le ha posto il braccio sinistro sulle spalle e dall’alto della sua imponente figura le ha detto: «Torna presto! Questa è la tua casa». Il presule era visibilmente contento e anche alcuni suoi gesti avevano espresso in precedenza una cordialità tutt’altro che formale.

Già all’inizio della liturgia il pastore della diocesi di New York aveva espresso la sua gioia nel poter celebrare la messa nel 50° anniversario della presenza del Movimento dei focolari in Nord America, evidenziando che «voi siete capaci di mettere insieme le persone ed è bello farlo qui attorno alla mensa del Signore». Dove sono convenuti come celebranti anche i card. Keeler e McCarrick.

Ricco di spunti è il brano del Vangelo domenicale: Gesù guarisce il cieco nato, la cui infermità non è dovuta ai peccati suoi o dei suoi genitori, ma perché si possano manifestare le opere di Dio. Mons. Dolan fa un parallelo con il carisma dei focolarini: «Portate la luce nelle tenebre dei luoghi più diversi e sofferenti del mondo. Sapete ricercare il bene nelle situazioni negative, fate vedere la luce nelle tensioni, sanate le fratture per far risplendere la gloria di Dio».

Mentre continua a camminare a passi lenti davanti all’altare aggiunge un’ultima annotazione: «Gesù va a cercare il cieco guarito dopo che era stato scacciato dai sacerdoti perché peccatore. Anche voi andate da chi è separato, emarginato, escluso, lo abbracciate e lo fate tornare uno come gli altri e sentire che è parte della famiglia umana».

Sotto le volte delle tre navate della cattedrale di New York, in stile gotico – è la più grande chiesa cattolica degli Usa –, finita di costruire nel 1878 e situata nella centralissima Quinta Avenue, risuonano i canti focolarini che raccolgono una numerosa folla e sottolineano alcuni aspetti della spiritualità dell’unità. Prima della benedizione finale, mons. Dolan chiama Maria Voce all’ambone per un saluto e gioca con il cognome: «Maria, stiamo aspettando la tua voce».

«Una voce di ringraziamento», esordisce la presidente dei Focolari, per la prima volta negli Usa. E cosa c’è di meglio di una riconoscenza che si fa proposito coinvolgente? «Metterci a disposizione di Dio – invita –, affinché possa fare quello che vuole di ogni membro e di ogni amico dei Focolari per il bene della Chiesa, per il bene di questa Chiesa, per il bene di questa Nazione».

Una lettera di saluti augurali da parte di Benedetto XVI è stata letta dal card. McCarrick al termine della messa, mentre prima della celebrazione mons. Dolan aveva ricevuto la presidente dei Focolari e il co-presidente Giancarlo Faletti nella sua residenza privata, situata alle spalle della cattedrale.

Dall’inviato Paolo Lòriga

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