Opera-di-ChiaraLubich_copertinaIo non ho mai scritto un librodisse Chiara Lubich nel 1995, mentre riceveva il Premio UELCI (Unione Editori e Librai Cattolici Italiani) come autore dell’anno – anche se parecchi portano il mio nome”.
Ci sono molti modi per scrivere un libro, e quello di Chiara Lubich è davvero un caso letterario. La sua bibliografia in lingua italiana elenca 58 titoli. Altri sono apparsi solo in edizioni non italiane.
A questa mole considerevole di scritti si aggiungono centinaia di articoli e migliaia di lettere, custoditi, insieme a un immenso materiale documentario, dal Centro Chiara Lubich, istituito dopo la sua morte per mantenerne sempre viva e attuale la figura. Una produzione letteraria che abbraccia l’intera sua esistenza (Trento, 1920 – Rocca di Papa, 2008), a partire dal “best seller” Meditazioni, che conta 27 edizioni in italiano, 28 traduzioni e un milione di copie stampate. È la pubblicazione con cui, nel 1959, nacque a Roma l’editrice Città Nuova.

Donato Falmi, direttore della collanaOpere di Chiara Lubich”, spiega: «Per superare l’episodicità con cui le sue opere erano presenti nel catalogo di Città nuova, a partire da 2012 si è cominciato a lavorare a un progetto sistematico di pubblicazione», che non sarà un’opera omnia, ma una classificazione per “generi letterari”, a loro volta organizzati in tre blocchi: la persona (l’elemento autobiografico rinvenibile, oltre che nei diari e nelle lettere, anche nei testi mistici), la via spirituale (presente specialmente nei testi di meditazione, nelle Parole di Vita, nelle pagine dove viene sviluppato il pensiero spirituale, teologico e culturale) e l’opera (i discorsi in ambito civile ed ecclesiale, gli Statuti e i Regolamenti).
Sono 14 i volumi previsti, ciascuno con un’ampia introduzione, che fornirà una chiave di lettura anche a tutto il complesso di scritti, all’eredità spirituale e alle opere lasciate della fondatrice dei Focolari.

Opere-di-ChiaraLubich_conferenza stampa_01«Si tratta di un messaggio sempre attuale» commenta Piero Coda, Rettore dell’Istituto Universitario Sophia e membro del comitato scientifico della collana: «Non c’è espressione della vita, o Paese, dove il lievito di questo carisma non sia in fermento. Eppure – afferma – quella di Chiara Lubich è una figura ancora poco conosciuta», da scoprire e valorizzare, nonostante la sua storia e la sua spiritualità abbiano anticipato molti paradigmi culturali che solo in seguito si sono realizzati. «C’ero anch’io a New York, con lei, alla Moschea di Malcolm X (in occasione dell’incontro con l’Imam W.D. Mohammed). Accanto a me sedeva un rabbino, sembrava impossibile tutto questo. Eppure lei è riuscita a realizzarlo».

Una produzione letteraria tutta particolare è quella relativa alle “Parole di Vita” racchiuse nel primo volume, curato da Fabio Ciardi, Professore ordinario presso l’Istituto di Teologia della vita consacrata “Claretianum” di Roma. Si tratta di commenti, accessibili a tutti, di frasi scelte di volta in volta dal Vangelo, per essere vissute. Inizialmente sotto forma di semplici foglietti trascritti a mano, poi ciclostilati, infine stampati, in un numero sempre maggiore di copie, le “Parole di Vita”, pur nella loro immediatezza e semplicità, hanno consentito una riscoperta della Parola di Dio nel mondo cristiano del Novecento, trasmettendo un “metodo” per diffondere a largo raggio i frutti di una vita improntata al Vangelo. Nell’esperienza di Chiara Lubich e delle sue prime compagne, le Scritture tornavano ad essere accessibili a tutti, alle persone umili e semplici come a quelle importanti o colte, ai bambini come agli adulti, ai laici come ai monaci o ai consacrati. Anche nelle “Parole di Vita” si possono ravvisare i segni profetici della universale vocazione alla santità, proclamata molti anni dopo dal Concilio Vaticano II.
L’edizione curata da Fabio Ciardi ne raccoglie la quasi totalità, in un arco di tempo che va dal 1943 fino al 2006.

Grande l’impegno di Città Nuova e del Centro Chiara Lubich in un’opera che si spera possa presto trovare riscontro anche in altre lingue e contesti culturali.

Intervento di Piero Coda

Intervento di Fabio Ciardi


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