E’ scomparso pochi mesi fa all’età di 53 anni; le sue passioni: costruire ponti fra popoli e culture e formare le nuove generazioni

Erano i giovani il “pallino” di padre Silio Naduva, sacerdote alle isole Fiji, nel Pacifico Meridionale, scomparso pochi mesi fa all’età di 53 anni. Assicurare loro una formazione e un’educazione umana e spirituale era la sua passione più profonda, in una delle isole più sperdute dell’arcipelago, dove la globalizzazione che porta il mondo nelle case non basta per dotare i giovani delle conoscenze e degli strumenti per affrontare in modo consapevole, libero e fruttuoso la propria vita.

Quello che lo aveva affascinato del Carisma dell’Unità di Chiara Lubich, conosciuto alla fine degli anni ’90, era “questa capacità dell’ideale di fare famiglia, di cementare l’unione fra le persone e in particolare con il gregge che il Signore gli aveva affidato” racconta Roberto Paoloni, volontario dei Focolari, che con Padre Silio ha lavorato ad alcune settimane di formazione proprio nella sua parrocchia di St.Anne, a Napuka, l’estate scorsa. “Nella spiritualità dell’unità – spiega Paoloni – aveva scoperto una forza propulsiva incredibile” che lo aveva aiutato ad affrontare anche momenti di grande dolore e sofferenza.

Nato il 28 febbraio 1967 a Namuamua, nella provincia di Serua, un piccolo villaggio nella parte interna dell’isola principale di Fiji, Silio era il settimo di nove fratelli e fin da giovanissimo mostrava grande generosità, tenacia, intraprendenza e capacità di cura verso i suoi familiari e verso tutti. Frequentò la scuola presso i padri Maristi e poi a 17 anni arrivò l’arruolamento nelle forze militari di Fiji. Silio parteciperà a due missioni vivendo esperienze traumatiche, senza mai perdere però la sua profonda umanità.

Solo dopo la morte del padre, nel 1996, entra nel seminario regionale del Pacifico per iniziare la sua formazione e l’anno seguente conosce il Movimento dei Focolari. Silio viene ordinato sacerdote il primo gennaio del 2005 all’età di 37 anni, e comincia il suo ministero nella parrocchia di Vudibasoga, in Nabala. È nel 2013 che arriva la diagnosi di una grave malattia, che non gli impedisce però di servire e darsi da fare per la parrocchia con tutte le sue energie.

Nel 2018 padre Silio accompagna alcuni giovani al Genfest di Manila, nelle Filippine, e rientra a casa col desiderio ardente di incoraggiare i suoi ragazzi a proseguire lungo quel cammino. Li guida, li educa e con loro si dedica a costruire ponti verso i giovani delle altre comunità, diversi per cultura e lingua ma pur sempre fratelli. Fra i suoi ultimi impegni la promozione di un incontro per i giovani della sua parrocchia e di quelle vicine, organizzato nell’agosto scorso in collaborazione con i Focolari e con la Caritas locale. In una comunità frammentata e un tessuto sociale lacerato da povertà e violenza, Padre Silio ha operato per offrire ai giovani un orizzonte più ampio, dove la convivenza si nutre di solidarietà reciproca e dove popoli separati da grandi distanze e con tradizioni, culture e lingue diverse si incontrano nel rispetto reciproco e nel desiderio di costruire rapporti di fraternità.

Claudia Di Lorenzi

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