Nov 3, 2018 | Cultura
Especialmente apropiado para esta época que anhela una vuelta a las fuentes y a un conocimiento profundo para entender por qué el CREDO tomó la forma que hoy tiene. Del mismo editor-coordinador que la colección de La Biblia comentada por los Padres de la Iglesia: THOMAS C. ODEN. Y un equipo internacional, multidisciplinar y ecuménico de patrólogos, filólogos y teólogos de diferentes países y universidades: Universidad Latimer Trust – Samford, Seminario Union Theological y Universidad de Columbia, Universidad de Oxford, Universidad de Drew, Instituto Agustiniano de Roma e Universidad de Navarra (traducción y coordinación de la edición española). A partir de los textos originales de los Padres de la Iglesia en latín, griego, copto y siríaco, desde el año 95 d. C. al 750 d. C. del Credo niceno-constantinopolitano. “Un trabajo soberbio que nos conduce a la fuente de la sabiduría cristiana. Un tesoro de aprendizaje y fe para todos los que seguimos a Jesús hoy.” Thimothy George (profesor, editor, escritor) Univerdidad Samford / Universidad Harvard “Esta colección nos da un enorme servicio y da continuidad al extraordinario trabajo de La Biblia comentada por los Padres de la Iglesia. Una fe que los Padres de la Iglesia trataron de preservar y promulgar.” H. Wayne House (profesor, editor, escritor) Universidad Trinity / Universidad Hardin-Simmons / Seminario «Western» / Seminario Concordia Institut International des Droits de L’Homme (Estrasburgo, Francia) Editorial Ciudad Nueva
Nov 3, 2018 | Spiritualità
In Gesù, Dio si è fatto semplicemente nostro fratello; non si è limitato ad affiancarsi a noi, ma è entrato in noi, nel nostro cuore, nelle nostre ferite. Così ha fatto proprie le ferite dell’uomo, e così la ferita di Dio che brucia nell’uomo è divenuta, in quest’uomo Gesù di Nazareth, ferita di Dio. E quando egli dice: ‘lo sono la via’, non possiamo guardare che al suo costato aperto, alla sua ferita, e lì trovare la via. Questo non è certo facile né tantomeno ovvio. Ma se ci proviamo, se tentiamo, se ci arrischiamo, ci renderemo conto che la via è lui. (Da una omelia del 1993) In Gesù si fa manifesto che il Dio che fino ad ora nella storia del suo popolo sembra aver taciuto non si è addormentato, non è diventato muto. Egli viene, prende i suoi poveri, li accoglie. Non lo fa però con un’azione fulminea, frutto della sua onnipotenza, ma attraverso la via piccola, la via di Gesù, la via del nascondimento, del servizio: la via della croce. (Da un discorso alla radio del 17.9.1978) Gesù è stato accusato di essere amico dei pubblicani e dei peccatori, di aver vissuto in ‘cattiva compagnia’. Senz’altro il suo comportamento si espone a fraintendimenti, come se per lui si potesse parlare di semplice critica all’ordine stabilito, di semplice simpatica eccentricità, di semplice protesta contro l’establishment e i valori stabiliti. No: a Gesù, nel cui petto batte il cuore di Dio, interessa tutto, interessano tutti. La marginalità non gli interessa in quanto è marginalità, ma in quanto è parte del tutto. “Anch’egli è figlio di Abramo” (Lc 19,9): così Gesù stesso giustificò, di fronte ai cosiddetti ‘galantuomini’ e a quanti si ammantavano di un legalismo esteriore, la propria amicizia per Zaccheo, il pubblicano. (Da un articolo del dicembre 1973) (altro…)
Nov 2, 2018 | Cultura
Esther Ballestrino era médica bioquímica; había sido activista del Partido Revolucionario Febrerista de Paraguay y vivía exiliada en Argentina. En 1953 emplea en su laboratorio de análisis químicos a Jorge Mario Bergoglio, perito químico recién diplomado. De esta mujer culta e inteligente, el futuro papa aprende la cultura y la ética del trabajo. Años más tarde, Esther funda con otras mujeres las Madres de la Plaza de Mayo; por temor al régimen militar, le encomienda a Bergoglio -convertido en provincial de los jesuitas- su amplia biblioteca. Sus temores son fundados: desaparecida en 1977, es asesinada en un “vuelo de la muerte”. Un misterio que ha durado cuatro décadas y se ha resuelto casi por casualidad en la visita del papa Francisco a Uruguay. Editorial Ciudad Nueva
Nov 1, 2018 | Cultura
Catalina de Siena (1347-1380) vive en una época agitada: peste, luchas feudales, la guerra de los Cien Años, el cisma de la Iglesia de Occidente… Desde bien pequeña alimenta su relación personal con Dios y busca un lugar al que retirarse. Pero Dios la quiere como enviada de Él en medio de este mundo convulso… Entonces ella se inventa una «celda interior» donde vivir su intimidad con Dios. En esta frágil figura marcada por tres estigmas – mujer, laica y analfabeta – se unen intensamente contemplación y acción. Catalina interpela a humildes y poderosos con un mensaje claro, vital y comprometido que habla de conversión personal, reforma de la Iglesia, caridad y paz. «Mística del cuerpo místico» la llamó Pablo VI al proclamarla doctora de la Iglesia. Editorial Ciudad Nueva
Nov 1, 2018 | Chiara Lubich, Spiritualità
«I santi sono dei grandi che, vista nel Signor la loro grandezza, giocano per Iddio, da figli suoi, ogni loro cosa. Danno senza richiedere. Danno la vita, l’anima, la gioia, ogni terreno legame, ogni ricchezza. Liberi e soli lanciati all’infinito attendono che l’Amore l’introduca nei Regni eterni; ma già da questa vita sentono empire il loro cuore d’amore, del vero amore, del solo amore che sazia, che consola di quell’amore che infrange le palpebre dell’anima e dona lacrime nuove. Ah! nessun uomo sa chi sia un santo. Ha dato ed ora riceve; e un flusso interminato passa fra Cielo e terra, lega la terra al Cielo e cola dagli abissi, ebbrezza rara, linfa celeste che non si ferma al santo, ma passa sugli stanchi, sui mortali, sui ciechi e paralitici nell’alma e sfonda e irrora, solleva e attrae e salva. Se vuoi saper l’amore chiedilo al santo». Chiara Lubich, “La dottrina spirituale”, Mondadori 2001, pag. 159-60 (altro…)
Ott 31, 2018 | Centro internazionale
Maria Voce Emmaus e Jesús Morán rispettivamente Presidente e Copresidente del Movimento dei Focolari si recheranno in Belgio per il 60° dell’arrivo dei Focolari in quella Nazione. Sito ufficiale https://www.focolare.org/belgium/news/le-mouvement-des-focolari-de-belgique-a-60-ans (altro…)
Ott 31, 2018 | Cultura
Si chiama “Tempi Senza Tensioni, TST” il programma di conciliazione tra lavoro e famiglia che ha fruttato alla Cooperativa sociale aderente all’Edc “Il Sentiero di Arianna” (nei pressi di Genova, nel nord Italia), il primo premio della 4° Edizione di Aziende Family Friendly assegnato dal Forum delle associazioni familiari del Lazio. La cooperativa, che fa parte della rete del Consorzio Tassano Servizi Territoriali opera principalmente nell’area dell’assistenza domiciliare, dell’educazione, dei servizi scolastici e dell’orientamento professionale. Il programma TST prevede una serie di servizi specifici per i dipendenti (Sportello Conciliazione, Sportello Famiglia, Servizio di counseling, Telelavoro, Lavoro in remoto, Banca delle ore migliorativa, Azioni informative per il management, Figura Jolly oltre a Percorsi volti a favorire il reinserimento dopo un periodo di assenza dal lavoro per esigenze di conciliazione) che si sono rivelati di grande efficacia nel creare un clima aziendale positivo, basato su rapporti autentici di collaborazione e cooperazione. Nata nel 1996 su iniziativa di nove giovani donne che per un anno hanno messo in comune le risorse guadagnate reinvestondole in formazione e sviluppo, oggi Il Sentiero di Arianna conta più di 130 soci, l’85 per cento donne. La coesione del gruppo iniziale e l’incontro con alcuni pionieri della cooperazione locale, ispirati ai valori del progetto di economia di comunione, lanciato da Chiara Lubich nel 1991, hanno costituito le fondamenta sulle quali l’impresa si è sviluppata. La Cooperativa Il Sentiero di Arianna si è fatta promotrice, sin dalla sua costituzione, di politiche aziendali family friendly che hanno influenzato positivamente le altre realtà imprenditoriali a lei collegate. Una organizzazione dove la notizia di una gravidanza è sempre una bella notizia, dove si può vivere serenamente la maternità e il rientro al lavoro. Ma anche una azienda dove le donne che non sono madri sono generatrici di innovazione, perché sanno innescare processi positivi di miglioramento organizzativo per una armonizzazione tra tempi di lavoro e di cura dei propri cari. Perché i bisogni delle persone e delle famiglie sono tanti. «
Se andiamo all’origine della parola “economia” vi è proprio la parola “casa”. Per noi in impresa non ci si può sentire persone separate. Non si può essere lavoratore e poi, quando si va a casa, essere genitore. La persona è unica e come tale deve poter vivere anche l’esperienza lavorativa» ha commentato la presidente, Simona Rizzi, ritirando il premio lo scorso 9 ottobre, presso la Camera dei Deputati, a Roma. La motivazione del Premio recita, tra l’altro: “Una realtà dotata di una visione particolarmente attenta alla persona che, partendo dai bisogni dei suoi dipendenti, ha istituito una flessibilità organizzativa articolata e innovativa organizzando un supporto concreto sia internamente che sul territorio e intrecciando reti di relazioni sociali ed economiche per trovare soluzioni appropriate nel supporto alle esigenze di armonizzazione della vita lavorativa e familiare”. «Questo risultato è frutto di un lungo percorso fatto dalla cooperativa, dalle sue origini ad oggi. Un percorso articolato che si è sviluppato attraverso molte esperienze significative in questi anni – ha aggiunto Simona Rizzi –. A vincere il premio sono le donne, la loro capacità di fare impresa a misura di persona e di fare economia a misura di comunità». «Le imprese che adottano buone prassi di conciliazione rivelano un innalzamento della produttività e non solo. Le donne che vi lavorano occupano prima di altri posizioni manageriali di organizzative di alto rilievo» è stato il commento del Ministro per le Politiche della famiglia e la disabilità, intervenuto alla premiazione. Fonte: www.edc-online.org
https://youtu.be/SvSrvxj_uic (altro…)
Ott 30, 2018 | Chiara Lubich, Cultura
This little book offers a refreshing approach to Christian unity based on Chiara Lubich’s spirituality of communion. It contains her addresses to the World Council of Churches and at various ecumenical events. New City Press (UK)
Ott 30, 2018 | Cultura

La creatività umana è, probabilmente, la possibile via d’uscita dai vincoli del presente. Siamo capaci di generare l’inedito, rompendo il conformismo, in ogni campo della nostra esperienza e lo facciamo sia in condizioni di necessità che per scelta e desiderio. In questo libro, organizzato come un dizionario, si affrontano sia alcuni temi critici della contemporaneità (il conformismo, la crisi ambientale, i limiti delle risorse, i conflitti del presente, i pregiudizi e la distruttività), sia le possibili vie emancipative che la creatività umana può generare, come il ruolo dell’infosfera, il pluralismo culturale, l’ironia, l’umorismo, la curiosità, l’inquietudine e soprattutto la bellezza: tutti dispositivi idonei a estendere le nostre capacità e possibilità, e a farci accedere a una vivibilità appropriata tanto al sistema vivente nella sua interezza quanto a noi che ne siamo parte.
A chi è rivolto: per studenti e studiosi di psicologia, di sociologia, di arte.
Ugo Morelli insegna Psicologia del lavoro e delle organizzazioni all’Università di Bergamo e Scienze cognitive applicate al paesaggio e alla vivibilità presso il DIARC, Dipartimento di Architettura dell’Università Federico II di Napoli. È Direttore scientifico e docente di Psicologia della creatività e dell’innovazione nel World Natural Heritage Management Unesco, di Trento e docente e consulente nell’area Motivazione, Relazioni e Sviluppo Organizzativo di Banking Care, società del Gruppo Cassa Centrale Banca. Autore di oltre 120 pubblicazioni, Collabora con il «Corriere del Trentino e dell’Alto Adige», «Animazione Sociale» e «Doppio Zero».
LA COLLANA IDEE PSICOLOGIA – si propone di offrire una riflessione attenta sul panorama delle idee, sistemi ed opere che formano i principali punti di riferimento della cultura e del pensiero contemporanei, sia nel campo filosofico che in quello delle scienze umane. Con la finalità di individuare, con un metodo di dialogo costruttivo, i valori che sono alla base di ogni autentica promozione umana.delle scuole d’arte, biblioteche, centri culturali, università.
Città Nuova Ed.
Ott 30, 2018 | Chiesa, Focolari nel Mondo
“Spesso è proprio al più giovane che il Signore rivela la soluzione migliore”. Sono parole di San Benedetto, contenute nella “Regola”. Le stesse riprese da Papa Francesco, in occasione dell’annuncio della XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi dal 3 al 28 ottobre, che si è appena conclusa. Preceduto dall’elaborazione di un Documento preparatorio (gennaio 2017), di un Questionario in diverse lingue e da una Riunione presinodale (marzo 2018) con la partecipazione di circa trecento giovani, e diverse migliaia attraverso i social, il Sinodo è stato il momento finale di un cammino lungo e articolato. Un cammino di ascolto reciproco, attenzione, dialogo aperto e schietto “con” e “sulle” nuove generazioni. Un dato: solo dall’Uganda sono arrivate 16 mila risposte ai quesiti. In linea con le precedenti Assemblee, Il Sinodo ha avuto un filo conduttore: il rinnovamento della Chiesa e della società a partire – come ha spiegato il cardinale Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, nella conferenza stampa inaugurale – dalle sue fondamenta: “la famiglia e i giovani che garantiscono le generazioni future”. «La giovinezza non dura tutta la vita – ha affermato mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione – la giovinezza anagrafica ad un certo punto termina. Però quello che rimane è l’averla vissuta intensamente. La cosa più importante è dare senso al grande dono della vita che è stata posta nelle nostre mani».
Una solenne celebrazione e la pubblicazione di un Documento finale hanno concluso, domenica scorsa, l’Assemblea. Oltre 250 i Padri sinodali che vi hanno preso parte, due dei quali provenienti per la prima volta dalla Cina continentale. Una quarantina i giovani sotto i 30 anni, in veste di uditori. Una presenza significativa, esuberante e a tratti rumorosa, sempre attiva nei canali digitali con la pubblicazione di post e selfie con il Papa o con i Padri, incontrati in modo informale lungo i corridoi, nei momenti distensivi o nei luoghi ufficiali come i circoli minori. Sempre disponibili ad uno scambio alla pari e all’offerta di un contributo, fatto di critiche costruttive e di proposte concrete. Senza alcun timore dei titoli altisonanti o dei capelli bianchi, facendo proprio l’invito del Papa ad «aggrapparsi alla barca della Chiesa che, pur attraverso le tempeste impietose del mondo, continua ad offrire a tutti rifugio e ospitalità». Vale la pena, aveva detto, «metterci in ascolto gli uni degli altri». «Un Sinodo dal significato molto particolare – ha affermato il Cardinale Reinhard Marx, Arcivescovo di München und Freising, presidente della Conferenza Episcopale tedesca, in uno dei tanti briefing con i giornalisti – un luogo di apprendimento riguardo la gioventù», che i padri sinodali hanno voluto scandagliare in tutte le sue sfaccettature, grazie al contributo dei diretti interessati. Rapporto tra mondo virtuale e reale, migrazione, ruolo della scuola e dell’università, vita nelle parrocchie e formazione dei catechisti, relazioni e amicizie sono solo alcuni dei temi trattati. «Si è parlato anche della pastorale digitale, di come la Chiesa possa trovarsi nel mondo social», ha detto Paolo Ruffini, Prefetto del Dicastero per la Comunicazione. «Abbiamo gli stessi problemi – ha sottolineato Monsignor Andrew Nkea Fuanya, Vescovo di Mamfe in Camerun – ma li affrontiamo da punti di vista diversi. Le Chiese in Camerun sono stracolme, ma i giovani non sono contenti a causa dei tanti problemi che attraversano l’Africa. Come aiutarli? Stiamo cercando tutti la stessa soluzione». «Un Sinodo sui giovani con i giovani – ha affermato ai microfoni di Vatican News mons. Tadeusz Kondrusiewicz, arcivescovo di Minsk-Mohilev e presidente della Conferenza Episcopale di Bielorussia – che lo rende particolarmente dinamico, perché i giovani sono sempre in cammino». «Vivo la sorpresa della vicinanza nei temi che si affrontano, nelle sfide della Chiesa di oggi pur nella diversità delle situazioni» ha affermato il Pastore Marco Fornerone, della Chiesa Evangelica di Roma, presente in qualità di delegato fraterno presente (otto in tutto). Nel corso dell’Assemblea, il 6 ottobre, si è svolto un incontro particolare tra i giovani, il Papa e i Padri sinodali, nella cornice dell’Aula Paolo VI, dal titolo “Noi per. Unici, solidali, creativi”. Come filo conduttore tre temi: la ricerca della propria identità, le relazioni e la vita come servizio e donazione. Molte le testimonianze di vita, studio, lavoro e sulla difficoltà di operare delle scelte per il futuro, inframmezzate da momenti musicali e artistici. Infine, al termine del Sinodo, un ultimo dono del Papa ai giovani uditori, il volumetto “Docat” (Edizioni San Paolo), con un compendio della dottrina sociale della Chiesa, dalla “Rerum Novarum” di Leone XIII (1891) fino agli ultimi testi di Francesco. Un manuale, strutturato in domande e risposte intorno al tema del ruolo dell’uomo nella Chiesa e nella società, che sarà di certo una guida per il cammino che ora si apre. Chiara Favotti (altro…)