Ott 1, 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Anni fa, la relazione medico-paziente è stata definita “una storia di silenzio”, nella convinzione che un buon paziente debba seguire le direttive del medico senza fare obiezioni, senza porre domande». Flavia Caretta, medico geriatra presso il Policlinico “A. Gemelli” di Roma e referente di Health Dialogue Culture, è tra gli organizzatori dell’ultimo congresso realizzato dalla rete internazionale a Caruaru, nello Stato del Pernambuco, con il titolo “Dialogo Interdisciplinare nella Costruzione della Salute Integrale” (23-25 agosto). HDC tiene collegati tra loro professionisti dell’area bio-medica che, ispirandosi alla spiritualità dell’unità di Chiara Lubich, hanno avviato una riflessione e una condivisione di pratiche sul tema della cura del malato, considerato nella globalità delle sue dimensioni. Quasi 400 i professionisti presenti al congresso, provenienti da ogni parte del Brasile. «L’insoddisfazione del paziente per la “cattiva” comunicazione – osserva Caretta – risulta superiore a qualsiasi altra insoddisfazione circa le competenze tecniche. La cultura tecnologica ha specializzato i saperi, ma spesso ha “frammentato” l’identità del paziente e le relazioni interpersonali tra chi cura e chi è curato. Il rischio può essere quello di perdere, o di non acquisire mai, la capacità di guardare il malato nel suo insieme […] Ogni domanda di cura contiene anche una esigenza di relazione. Ignorare questa dimensione significa ridurre la medicina ad applicazione di una tecnica, ad una prestazione di servizi, mentre in primo luogo è l’incontro con una persona».
«La qualità del colloquio clinico non dipende solo dall’applicazione di conoscenze scientifiche o dalle “abilità” comunicative dell’operatore, ma anche dalla sua capacità di “entrare” nel vissuto del paziente. Il processo assistenziale non può essere considerato un protocollo da scomporre in procedure, perché vi è implicata una dimensione umana imprevedibile, non standardizzabile, da giocare dentro la relazione personale, reciprocamente. Nessun gesto di cura avrebbe lo stesso effetto senza entrare in relazione con l’altro. […] Tra le nuove tendenze in medicina, oltre alla comunicazione, alla personalizzazione delle cure, si sta dando rilievo agli stili di vita, al ruolo che rivestono la comunità e la società per la salute, e in particolare alla dimensione spirituale». «Vorrei offrire alcune modalità sperimentate e condivise da molti professionisti di varie competenze, provenienze geografiche e culturali, che ispirano la loro vita e quindi anche la loro professione ai valori insiti nella spiritualità del Movimento dei Focolari. […] Nella relazione con il paziente si sono dimostrate efficaci alcune strategie, come l’ascolto, che richiede di spostare preoccupazioni, giudizi, interpretazioni affrettate, per fare posto a quanto l’altro vuole comunicare, con parole, sguardi, silenzi. Anche il silenzio è comunicazione, a volte più eloquente di quanto si possa cogliere in un dialogo. Ancora, l’impegno di riuscire a calarsi nel momento presente libera dalla fretta e da condizionamenti che potrebbero offuscare la decisione da prendere».
La coerenza tra i valori spirituali e la loro attuazione nella professione, ha sottolineato Caretta, «non riguarda soltanto il rapporto con i pazienti. Sempre più è imprescindibile interagire strettamente con varie competenze. Le riviste scientifiche, soprattutto negli ultimi anni, nella prospettiva di migliorare l’organizzazione dei servizi e la qualità dell’assistenza, sottolineano sempre più il team di cura, il lavoro in équipe, la multidisciplinarietà. […] Ricordo un’espressione di Vaclav Havel, poeta e primo presidente della Repubblica Ceca: “La speranza non è credere che le cose cambino. Sperare è credere che tu puoi fare una differenza”. La reciprocità può trasformare ogni componente del mondo sanitario, operatore o paziente, ogni componente del mondo accademico, studente o docente, in un protagonista del cambiamento». Per contatti, notizie e approfondimenti: www.healthdialogueculture.org (altro…)
Ott 1, 2018 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Oltre 1.200 i cadaveri trovati dopo il terremoto e lo tsunami che hanno colpito l’isola di Sulawesi. Il sito del Vaticano riferisce che “sono stati trovati 1.203 corpi, ma alcuni non sono ancora stati identificati o recuperati”, ha detto Insan Nurrohman, vice presidente di Aksi Cepat Tanggap, una delle principali Ong indonesiane. I soccorritori lavorano senza sosta. Riuscire ad estrarre persone ancora vive è un compito delicato. “Il governo sta mandando le ruspe per liberare le macerie – afferma Matteo Amigoni, responsabile della Caritas Italiana per Indonesia e Filippine – ma c’è anche un problema di mancanza di elettricità e benzina, che non consente l’utilizzo dei mezzi”. All’Angelus, Papa Francesco ha pregato “per i defunti, purtroppo numerosi, per i feriti e per quanti hanno perso la casa e il lavoro. Il Signore li consoli e sostenga gli sforzi di quanti si stanno impegnando a portare soccorso”. (altro…)
Set 30, 2018 | Chiara Lubich, Cultura
“Méditations” est le premier recueil publié par Chiara Lubich, vendu en français jusqu’à aujourd’hui à plus de 50 000 exemplaires. Ces notes rédigées au fil du temps, à l’occasion d’une méditation intime, contiennent déjà dans son intégralité la spiritualité de l’unité qui s’est affirmée, au cours de plus de 70 ans maintenant, comme le charisme de Chiara Lubich, reconnu publiquement par l’Église. Ces textes sont le fruit de l’Évangile vécu et peuvent étancher en chacun la soif de beauté et de vérité. Nouvelle Cité
Set 30, 2018 | Chiesa, Focolari nel Mondo
“Voi, che avete attraversato molte stagioni, siete testimonianza viva di costanza nelle avversità, ma anche del dono della profezia, che ricorda alle giovani generazioni che la cura e la protezione di quelli che ci hanno preceduto sono gradite e apprezzate da Dio, e che gridano a Dio quando sono disattese”. Nel pronunciare queste parole, il 24 settembre scorso, Papa Francesco si è rivolto alle persone anziane presenti nella Cattedrale di San Giacomo, a Riga (Lettonia), ma anche a tutti gli anziani del mondo, cui il 1° ottobre è dedicata una Giornata internazionale. “Voi, che vi siete spesi corpo e anima, che avete dato la vita inseguendo la libertà della vostra patria, tante volte vi sentite dimenticati. Benché suoni paradossale, oggi, in nome della libertà, gli uomini liberi assoggettano gli anziani alla solitudine, all’ostracismo, alla mancanza di risorse e all’esclusione, e perfino alla miseria. […] Voi che avete attraversato molte stagioni, non dimenticatevi che siete radici di un popolo”. (altro…)
Set 30, 2018 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
Separazione Mai avrei pensato che i nostri genitori si potessero dividere. Quando invece è successo, con l’incognita del futuro e la certezza che la vita non sarebbe più stata come prima, mi sono venuti tanti pensieri tristi e confusi. Noi tre fratelli siamo rimasti con la mamma, una “supermamma”, come noi la chiamiamo. Ma tutto era cambiato. Se prima non avevamo mai avuto problemi a scuola, ora incominciavano. Quando ce ne siamo resi conto, ci siamo impegnati di più soprattutto per dare una gioia a lei. Vivere senza papà non è facile, ma fin da piccoli i genitori e i nonni ci hanno insegnato a non giudicare. Uno dei momenti più belli è quando preghiamo tutti insieme e chiediamo a Dio che si compia il suo disegno su ciascuno. J. P. L. – Colombia Alunno difficile Molti anni fa nella mia classe è arrivato un alunno particolarmente difficile a causa di un disagio famigliare. Siccome a volte aveva delle manifestazioni violente, alcuni genitori hanno protestato con il preside. Davanti alla minaccia che venisse escluso, ho ottenuto il permesso di potermi occupare personalmente di lui, quindi ho avvisato i colleghi e ottenuto la collaborazione degli alunni. Contemporaneamente una famiglia di amici ha preso contatto con i suoi genitori per sostenerli finché la loro situazione non si fosse sanata. Molto tempo dopo sono ritornata in quella città, da cui mancavo da anni. Ho rivisto il mio alunno, ormai cresciuto e divenuto premuroso padre di famiglia. T. M. – Italia La torta Un nostro vicino si opponeva alla ristrutturazione della nostra casetta, con motivazioni obiettivamente non giuste. Stanco di ricevere le sue lettere di protesta, mio marito ha consultato un avvocato, pensando di intentargli una causa. Poi, però, parlandone insieme, abbiamo scelto un’altra strada, che ci suggeriva il cuore, quella di cercare di costruire un ponte tra noi e lui. Ho preparato una torta e siamo andati a trovarlo. Lui ci ha chiesto: “Come facevate a sapere che oggi è il compleanno di mia figlia?”. Il previsto scontro si è trasformato in un incontro. Giorni dopo hanno ricambiato la visita e ora abbiamo dei nuovi amici. M. – Spagna Il muro Sette anni di matrimonio non avevano condotto alla desiderata unità dei nostri cuori. Trieste e sfiduciato, pensavo che le cause fossero l’immaturità e l’incompatibilità dei nostri caratteri. In questo clima eravamo portati a giudicarci e il muro dell’incomunicabilità tra noi diventava sempre più alto. Inoltre pesavano anche i sensi di colpa per non riuscire a trasmettere ai nostri figli l’amore che un marito e una moglie dovrebbero testimoniare. Quando già avevo rinunciato a lottare, la vicinanza di alcuni amici che vivono il Vangelo ci ha aiutati ad abbattere quel muro. Anche da parte di mia moglie sono arrivati dei segnali che mi facevano ben sperare. Abbiamo imparato ad accoglierci, a chiederci scusa quando sbagliamo, a vederci come un dono e a considerare i fallimenti come una occasione per ricominciare ad amarci. Aiutati dall’amicizia e dalle preghiere degli altri, avvertiamo che Dio ci ama e porta avanti la nostra famiglia. L. – Italia (altro…)
Set 29, 2018 | Cultura
Emilio Vargas es un hombre “común y corriente”. En pareja, con una hija y un trabajo rutinario. Nada fuera de lo normal, nada demasiado emocionante. Una vida previsible, sin grandes sorpresas. Pero un día, Emilio recibe una propuesta laboral que inevitablemente producirá, ahora sí, grandes cambios en él y en su familia. Esta historia de vida es ficticia, sí, pero inspirada en las vivencias de cualquiera de nosotros. Frente a una decisión de importancia se ponen en juego las propias capacidades, fortalezas y debilidades. Todo proyecto implica sopesar ventajas y desventajas, superar obstáculos, esforzarse por alcanzar los objetivos propuestos. En este libro, dice el autor, “encontrarás algo más que palabras. Encontrarás la posibilidad de desarrollar distintas habilidades, ya sea porque las tenés y podés fortalecerlas o porque no las tenés pero podés adquirirlas”. Cada capítulo finaliza con un “Aprendizaje”, una pequeña guía para trabajar sobre aquello que hemos leído. Un acompañamiento para transitar las diferentes situaciones del camino de la vida, porque “lo importante no es llegar a un objetivo final, sino el proceso que hacemos en el camino. Ese es el secreto de este libro”. Editorial Ciudad Nueva
Set 28, 2018 | Chiesa, Ecumenismo, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Ciò che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40): questa Parola esprime in modo definitivo chi è l’uomo e qual è la sua realtà. Questa interpretazione dell’uomo è certamente uno scandalo, non minore di quello che Gesù suscitava dichiarandosi Figlio di Dio. In nome della propria libertà, identità e peculiarità, l’uomo pensa di poter contestare il fatto che lo si identifichi con Gesù Cristo. L’uomo vuole essere amato per se stesso, per quello che è, non vuole essere degradato ad una sorta di maschera di Gesù. Teme che quel “di più” di amore che egli riceve per amore di Gesù sia qualcosa che non tiene conto di lui, che lo deruba dell’amore che desidera per se stesso, e di cui ha bisogno. Ma chi per amare Gesù nell’altro trascura l’altro come persona, così facendo trascura anche Gesù. E chi ritiene che riconoscere la presenza di Gesù nell’uomo significhi sminuire la sua realtà, in realtà non ha affatto compreso la presenza di Gesù nel prossimo. Dato che Gesù si è identificato con l’uomo, Dio stesso, che è Amore, si è identificato con lui. Ma l’amore non è un’affermazione di sé che consuma l’altro e lo annulla, è qualcosa che si dona, e nel suo donarsi offre all’altro la libertà di poter essere se stesso. Gesù non mi lascia solo. Egli è dalla mia parte, mi accetta così come sono, e ciò che riguarda me riguarda anche Lui. Io rimango me stesso, anzi divento pienamente me stesso, proprio perché non rimango solo. Il mistero di Cristo è il mistero di ogni uomo. Che significa per la persona che incontro, e che significa per me e la mia vita? In riferimento all’altro, significa che non ho mai a che fare con qualcuno che è semplicemente l’anello di una catena, la rotella di un ingranaggio o un semplice numero nella grande quantità di persone esistenti. Ogni qualvolta incontro un volto umano, incontro Dio nella sua realtà incondizionata, incontro quella voce che sopra ogni volto umano pronuncia ancora ciò che disse di Gesù sul monte della Trasfigurazione: “Questi è il mio figlio prediletto!” (Mc 9,7). Senza eccezioni. L’uomo non può derubare se stesso della propria ultima dignità. Che sia un criminale o un mascalzone, io non potrò mai più valutarlo come un caso perduto. In ognuno incontro Cristo, non perché sia buono, o lo meriti, e nemmeno perché abbia attinto alla luce divina nella sua vita, ma perché Dio lo ha adottato in modo irrevocabile come figlio. Certamente l’uomo è immesso nella vita divina per la grazia di Dio che ha lasciato entrare in sé, per la scelta di credere personalmente, avvenuta mediante il battesimo nel nome di Gesù. Appartenere a Gesù non è qualcosa di “automatico”. Quando una persona nasce, Cristo,ha già assunto in sè il suo vivere e il suo morire, la sua colpa e il suo smarrirsi: tutto è assunto nella vita e morte di Cristo, che ha dato la sua vita per ciascuno. Per questo in ogni prossimo incontriamo Gesù. E lo incontriamo in particolare negli ultimi, in chi sembra essere più lontano da Lui, nelle persone in cui il Suo volto sembra essere oscurato. Come mai? Sulla croce, vivendo l’abbandono di Dio, facendosi persino peccato (2 Cor 5,21), Gesù si è identificato con ciò che è più lontano da Dio, che più sembra contrapporsi a Lui. Solo scoprendo Cristo nel prossimo e donando a ciascuno quell’amore umano che si rivolge in modo indiviso a lui e a Cristo stesso, ogni prossimo potrà scoprire la propria identità con Gesù, la sua vicinanza a Lui, l’essere pienamente assunto da Lui». (Tratto da: Klaus Hemmerle, Offene Weltformel, Neue Stadt, 1970, pp 31-33) (altro…)
Set 28, 2018 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
Come ormai consuetudine sarà la , venerdì 28 settembre, ad introdurre LoppianoLab. Un’intera giornata aperta a tutti e in particolare agli imprenditori e operatori EdC, per andare al cuore dell’Economia di Comunione approfondendone visione, contesto, esperienze, progetti, guardando il tutto con gli occhi di chi opera quotidianamente all’interno del progetto, ma anche di chi ne osserva gli sviluppi da studioso o esperto del sociale. Dopo aver fatto il punto sull’EdC oggi in Italia, col focus guidato da Luigino Bruni, economista e coordinatore internazionale del progetto Economia di Comunione, i lavori della Convention approfondiranno la visione economica maturata in questi 27 anni di storia dell’EdC, con Giuseppe Argiolas, professore di Economia e gestione delle imprese presso l’Istituto Universitario Sophia, Stefano Granata, Presidente di Confcooperative Federsolidarietà e del Gruppo Cooperativo CGM, Pierluigi Malavasi, professore di Pedagogia e direttore dell’Alta Scuola per l’Ambiente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Una visione quella dell’EdC nella quale si delinea un approccio dell’agire economico che promuove la persona, valorizza il creato, genera la comunità. Ne saranno testimoni, nel corso della mattinata, alcuni responsabili delle diverse organizzazioni che vanno generando anche in Italia il Sistema EdC. Nel pomeriggio seguirà il racconto di esperienze e percorsi che tracciano il cammino di questa visione nella dimensione economica personale, comunitaria e imprenditoriale. Generatività sociale, innovazione e creazione di valore, dunque, le parole chiave sullo sfondo di un’economia di comunione vissuta come “vocazione per tutti” al bene comune. Concluderà la giornata l’approfondimento di idee e progetti che prenderanno prossimamente il via dalle organizzazioni del Sistema EdC e che sono orientati ad accelerare la diffusione e lo sviluppo dell’economia di comunione in Italia e a stimolare il protagonismo di aziende e comunità locali nei territori del Paese.

Leonardo Becchetti
L’apertura ufficiale dei lavori di LoppianoLab 2018 è prevista venerdì sera all’Auditorium ed è affidata all’economista Leonardo Becchetti, che introdurrà i temi della nona edizione: Dal sogno all’impegno. Educazione, partecipazione, lavoro a cinquant’anni dal ’68. Durante la serata saranno, inoltre, premiati i progetti vincitori del Bando AIPEC 2017 a supporto del programma “Fare Sistema Oltre l’Accoglienza”. Dibattiti, laboratori, incontri che al Polo si concentreranno soprattutto, ma non solo, attorno al tema del Lavoro. Al lavoro, appunto, è dedicato il focus di sabato mattina Perché il lavoro non finirà, trasmesso in diretta streaming all’IUS e all’Auditorium. In un periodo storico in cui è diventato comune tratteggiare scenari cupi sul lavoro è urgente discuterli e, possibilmente, arricchirli e rettificarli. Lo faremo con Alessandra Smerilli, economista, Carlo Petrini, giornalista e fondatore di Slow Food e i giovani della cooperativa La Paranza di Napoli. E se il lavoro è questione di intelligenza, creatività e anche vocazione e impegno, nella mattinata di sabato sarà proposto un laboratorio sui talenti a cura dei giovani della Costituente EdC, mentre Beatrice Cerrino, docente, Giuseppe Pintus, consulente del lavoro e Pietro Comper, imprenditore, offriranno una preziosa occasione di approfondimento sull’Alternanza scuola-lavoro per famiglie, insegnanti, imprenditori e studenti. Lavoro, giovani, Centri per l’impiego e reddito di inclusione/di cittadinanza è invece il laboratorio con Silvio Minnetti, presidente del Movimento politico per l’unità, senatore Steni di Piazza, on. Stefano Lepri, Marco Revelli, sociologo, Alessandra Smerilli, economista, Livio Bertola, presidente AIPEC. Nella mattinata di sabato, uno spazio dedicato anche a Prophetic Economy (2-4 Novembre 2018), evento internazionale promosso da EdC in collaborazione con Associazioni e Movimenti che intendono dare risposte al grido della terra e dei poveri, per far emergere e mettere in contatto esperienze già esistenti di “economia profetica”. Sabato pomeriggio, con il prof. Stefano Zamagni, docente di Economia politica all’Università di Bologna, cercheremo di rispondere ad una domanda critica quanto mai necessaria: L’Italia può diventare un Paese a misura dei giovani? Le promesse del ‘68 e le paure del presente. Ma LoppianoLab è anche Partecipazione, impegno concreto e collettivo. Ecco dunque Into the LABel, oltre l’etichetta: un laboratorio sul consumo responsabile e di democrazia economica che si svolgerà alla Coop di Figline Valdarno nel tardo pomeriggio di sabato, insieme ai giovani della Costituente EdC. Domenica mattina, spazio dedicato al tema dell’Educazione. Due i laboratori al Polo: La famiglia come palestra di un’economia nuova con Emma Ciccarelli, vice presidente Forum associazioni familiari, mentre gli economisti Luigino Bruni e Vittorio Pelligra proporranno un Incontro sul mestiere dell’economista di comunione e civile. In conclusione, Johnny Dotti, pedagogista e imprenditore sociale, riporterà l’attenzione sul tema del lavoro con il focus Il lavoro di domani sarà bello, perché il lavoro, soprattutto per i giovani, ha bisogno di sguardi generosi e di parole realiste ma piene di speranza. Programma interessante quest’anno anche per bambini e ragazzi. In particolare per loro sabato pomeriggio al Polo, la Prima lezione di Economia di Comunione con Alessandra Smerilli. Anche i bambini e i ragazzi, con la loro intelligenza, creatività e consapevolezza, hanno da dire qualcosa di importante sull’economia e contribuiscono già, con impulsi forti ed esempi concreti, a passare dal sogno di ieri all’impegno di oggi. di Maria Gaglione Link utili: prenotati a LoppianoLab Programma e come segnalare la tua preferenza ai laboratori Guarda lo streaming: sabato 29 h. 9:30 – 10:30 – 15:30 e 16:30. E domenica 30: h. 9:30 – 10:15
Set 27, 2018 | Famiglie, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Smembramento delle famiglie, povertà, insicurezza estrema. E poi aumento dei prezzi, mancanza di cibo, di mezzi pubblici, energia elettrica e acqua corrente. La crisi di un intero Paese è sintetizzata nella preghiera prima di cena, la prima in terra venezuelana per Agostino e Marisa: “Signore, grazie che abbiamo potuto trovare il cibo, che lo possiamo consumare e condividere”. «Avevamo in programma di incontrare le famiglie, prima al Centro Mariapoli nei pressi di Caracas, poi a Valencia e a Maracaibo. Emeris e Oscar ci hanno accompagnato e fatto partecipi della loro vita». Agostino e Marisa, vissuti molti anni a Santo Domingo, rivivono l’esperienza di povertà, vissuta da molti in quel Paese, e del dolore del distacco dai famigliari, costretti ad emigrare. La stessa di migliaia e migliaia di italiani, fuggiti dalla crisi del dopoguerra. Si imbarcavano con valigie di cartone. «Il popolo venezuelano per decenni ha accolto gli immigrati e ora è costretto ad emigrare. Dal benessere all’insicurezza estrema. Ci hanno detto: “Eravamo ricchi e nell’abbondanza e non lo sapevamo, ora tutto è prezioso”».
“La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché porta ai progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno dalla notte oscura…”. Così Albert Einstein, nel 1931. «Ci voleva coraggio per ascoltare lì queste parole», contenute in un video realizzato da Famiglie Nuove. Le famiglie stesse ci hanno chiesto di presentarlo anche il giorno dopo. Ci hanno detto: “Siete stati a S. Domingo e a Cuba per aiutarci qui, oggi”. “Questa crisi economica ci ha aperto gli occhi sulle necessità del prossimo”». A Caracas il programma procede «fittissimo di appuntamenti: colloqui, pranzi, cene con famiglie. A turno avevano preso un permesso, e venivano a casa di Emeris e Oscar. Abbiamo raccontato un’esperienza che era stata per noi fondamentale. Dovendo decidere dove vivere e avendo idee completamente diverse, una sera avevamo fatto il patto di fare proprio, profondamente, il desiderio dell’altro. È apparsa una soluzione inaspettata, che conteneva gli elementi importanti di ognuno, ma era nuova. Un frutto dell’amore reciproco». Raccontano: «Tante famiglie hanno la macchina, ma è sempre più difficile ripararla, sia per i costi che per la mancanza di operai specializzati, che sono emigrati. Un problema grosso sono gli pneumatici. Anche Emeris e Oscar erano preoccupati per uno pneumatico consumato. Dopo qualche giorno abbiamo acquistato noi due dei quattro pneumatici, era quanto avremmo risparmiato sul vitto. Li hanno sostituiti, e questo ci ha permesso di viaggiare».
Valencia, due ore da Caracas, è martoriata dalla mancanza d’acqua e dalle difficoltà dei trasporti. «In un paesino rurale, Guacamaya, abbiamo incontrato la comunità che prima era in contatto con Ofelia, costretta a partire. Sono decisi a trovare il modo per andare avanti senza dover lasciare il Paese». Presenti anche molti giovani, «come spugne assorbivano ogni cosa». «Dopo due giorni, il viaggio per Maracaibo era a rischio di controlli e intoppi. Ma tutto è andato bene. Senza elettricità tutto era difficile: il gran caldo, l’impossibilità di accendere i condizionatori, mancanza di connessione internet, programmi che saltavano. La sera che dovevamo tornare in città ci attendeva una cena con due famiglie, la notte da un’altra e la colazione da un’altra ancora, per poter vedere tutti senza pesare economicamente su nessuno. Lungo la strada un blocco di manifestanti ci costringe a tornare indietro. La famiglia che ci riaccoglie, non essendo in programma che tornassimo, non aveva niente per cena. Abbiamo preso della pasta dalla valigia e cucinato noi. Una serata bellissima. Incredibilmente c’era l’energia elettrica, che ci ha permesso di riposare la notte. L’indomani, arrivando a Maracaibo, abbiamo saputo che lì non c’era stata la corrente e per tutti era stato un sollievo quel cambio di programma». Nel loro racconto anche questo episodio: «La mattina dell’incontro con la comunità i mezzi pubblici scarseggiavano e c’erano lunghe code per il rifornimento. La famiglia che aveva organizzato tutto è arrivata dopo lunghe peripezie. La loro figlia aveva proposto di pregare per trovare un mezzo, e dopo poco un’auto si era fermata, offrendo un passaggio». Anche questo è oggi il Venezuela. A cura di Chiara Favotti (altro…)
Set 27, 2018 | Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
Un nuovo messaggio è stato diffuso dalla Santa Sede, con l’invito a “proseguire, con fiducia, coraggio e lungimiranza, il dialogo da tempo intrapreso” con la Repubblica Popolare Cinese, “per crescere nell’autentica amicizia”. Il recente accordo tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese, firmato nei giorni scorsi a Pechino – accordo che ha sbloccato la nomina dei vescovi e sancito la “riammissione” nella piena comunione con Roma di otto vescovi “ufficiali” – sta aprendo una nuova pagina di amicizia che supera le contrapposizioni del passato. La Cina e la Sede Apostolica – si legge nel messaggio di Papa Francesco – “sono chiamate dalla storia ad un compito arduo ma affascinante, potranno agire più positivamente per la crescita ordinata ed armonica della comunità cattolica in terra cinese, si adopereranno per promuovere lo sviluppo integrale della società assicurando maggior rispetto per la persona umana anche nell’ambito religioso”, e infine “lavoreranno concretamente per custodire l’ambiente in cui viviamo e per edificare un futuro di pace e di fraternità tra i popoli”. (altro…)