Ott 13, 2017 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
Gli incendi, per ora indomati, che stanno devastando la California, alimentati da forti venti e da temperature decisamente fuori stagione, hanno causato finora decine di vittime, il più grave bilancio mai verificatosi nella storia della California, e centinaia di dispersi. Impressionante il numero di uomini e mezzi impegnati: circa 8 mila tra pompieri e volontari, 550 mezzi terrestri, 73 elicotteri e oltre 30 aerei. Stanno facendo il giro del mondo le immagini dei roghi che stanno distruggendo una superficie pari a quasi 80 mila ettari. Innumerevoli le case bruciate. Le contee più colpite restano Sonoma, Mendocino, Yuba, Napa. Migliaia le persone finora evacuate, soprattutto nella contea di Napa, conosciuta per la sua produzione di vino pregiato. Una delle aree più colpite dagli incendi è la contea di Sonoma, dove si trova Santa Rosa, che ne è il capoluogo, con quasi 200mila abitanti. Qui intere zone della città sono state ridotte in cenere. Da Santa Rosa Cindy Fitzmaurice, della comunità dei Focolari, è riuscita, attraverso Facebook, a dare notizie di sè e delle difficili condizioni in cui molti sono stati costretti ad abbandonare le proprie case. «Siamo pronti a scappare – ha scritto, postando una foto scattata intorno alle 3 del mattino, in cui si vede un cielo tinto di arancione – Ho il cuore a pezzi per i miei amici che hanno perso tutto. Stiamo imparando che cosa è importante, e non sono certamente le cose». Un’esperienza molto dura quella vissuta da Cindy e dai suoi vicini, in fuga, durante la notte, cercando rifugio a casa di amici. Alcuni, racconta, sono dovuti scappare in pigiama, senza poter portare nulla. Fortunatamente dopo poco scrive: «Evacuati, ma sani e salvi. Che Dio benedica Santa Rosa. Lasciare la mia casa dopo 25 anni è stata dura. Ma abbiamo avuto il tempo di farlo e di questo dovremo essere eternamente grati. Altri non potranno dire lo stesso. Vedremo domani cosa ci porterà». Dopo una notte di paura e di preghiere, mercoledì scorso Cindy ha potuto nuovamente aggiornare i suoi amici con delle buone notizie: «Siamo estremamente grati. Siamo tornati a casa questa mattina. Per il momento i venti stanno soffiando verso est, in direzione di Napa. Questo è un bene per noi, ma non per loro. Abbiamo sentito che oggi dovrebbero arrivare venti forti a noi favorevoli. Ma molti amici hanno perso tutto. Non posso nemmeno immaginare le loro perdite». Cindy ringrazia quindi gli amici che si sono presi cura di loro, specialmente dell’anziana suocera. «Tutto quello che possiamo fare ora è essere grati e vedere come possiamo essere d’aiuto gli altri. Vi ringraziamo per le vostre preghiere». La nipote di Cindy, 18 anni, lavora in una casa di cura. «Tutti i pazienti sono stati evacuati in un’altra città. Sono orgogliosa di come lei si stia prendendo cura di tutti». Molti altri su Facebook hanno postato le foto delle loro case divorate dalle fiamme e ridotte in cenere. Ma sono grati di essere vivi. Questo ora conta di più. (altro…)
Ott 13, 2017 | Focolari nel Mondo
Nonostante la difficile situazione sociale, politica ed economica che attraversa il Paese caraibico, il dialogo tra cristiani di diverse tradizioni non si arresta. Da Caracas scrive la comunità dei Focolari: «Lo scorso14 settembre ci siamo trovati nel focolare di Caracas con il pastore anglicano Francisco Salazar e sua moglie, la pastora Coromoto Jimenéz, per condividere un momento di famiglia. Salazar ci ha detto che partecipare al congresso internazionale del maggio scorso a Roma ha significato per lui “imbattersi in Gesù”. Lei vi ha trovato una nuova visione dell’unità e della Chiesa». Nei 500 anni della Riforma, anche in Venezuela si stanno realizzando diverse iniziative. «Il 1° ottobre siamo stati invitati a una celebrazione-concerto nella Chiesa Luterana di Caracas, presenti più di 200 persone, tra cui tre pastori luterani, l’ambasciatore della Germania, rappresentanti della Chiesa Presbiteriana e noi cattolici. È stato un evento solenne con canti, ricordi e citazioni di Lutero. Una testimonianza di unità nella diversità. Un pastore diceva: “Dobbiamo unirci sempre di più, abbiamo la stessa fede in Gesù”». Il 19 novembre la Chiesa Presbiteriana in Venezuela compirà 120 anni. «Per questa ricorrenza invitano vescovi, sacerdoti e anche noi del Movimento. Con i pastori María Jiménez e suo marito Uriel Ramirez c’è un rapporto di amicizia». (altro…)
Ott 13, 2017 | Chiesa, Cultura, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Curitiba, capitale dello Stato del Paraná (Sud del Brasile), è una città ricca di primati: ha il più alto indice educativo del Paese, i più bassi tassi di analfabetismo e un’alta qualità di istruzione (l’Università Federale è la prima del Brasile). È ritenuta la città brasiliana più ecosostenibile, grazie a piani innovativi che hanno conciliato la crescita urbanistica con la cura dell’ambiente. In questa “città dei primati” si è svolta una tappa importante del lungo e proficuo cammino ecumenico tra cattolici e luterani. La Commissione per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile (CNBB) e la Commissione per il dialogo bilaterale cattolico-luterana, in collaborazione con l’Università cattolica del Paraná (PUCPR), hanno scelto la “città verde” come sede del Simposio mariologico ecumenico, dal 1° al 3 settembre.
L’occasione veniva da due importanti ricorrenze. La prima, il terzo centenario del ritrovamento, nelle acque del fiume Paraiba do Sul, della statua di Nostra Signora di Aparecida. Il popolo brasiliano conosce bene la storia del manipolo di poveri pescatori che, nel 1717, dopo una giornata infruttuosa di pesca, in vista del banchetto organizzato in occasione dell’imminente visita del governatore della Provincia di San Paolo, lanciarono di nuovo nel fiume le reti. Con loro sorpresa vi trovarono impigliata una piccola statua della “Nostra Signora”, coperta di fango. Prima il corpo, poi la testa. Gettando ancora le reti, queste si riempirono inaspettatamente di una enorme quantità di pesci. Era il primo di una lunga serie di miracoli e di grazie ottenute dalla “Vergine Nera”, divenuta in seguito patrona del popolo brasiliano. La seconda ricorrenza è il quinto centenario della Riforma protestante, le cui celebrazioni sono state avviate congiuntamente, con lo storico evento di Lund, nell’ottobre 2016, dalle chiese cattolica e luterana, in spirito di comunione, dialogo e ringraziamento. Il Simposio di Curitiba si inserisce quindi all’interno di un importante cammino ecumenico.

Il rev. Hubertus Blaumeiser e il vescovo Dom Francisco Biasin
Folta la partecipazione: tra gli altri, erano presenti quattro vescovi cattolici, cinque pastori sinodali luterani, esperti per l’ecumenismo della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile, responsabili per l’ecumenismo nelle regioni episcopali e molti teologi, religiosi, sacerdoti e laici, tra cui anche alcuni membri del Movimento dei Focolari. Tra i relatori, su invito del vescovo Dom Biasin, presidente della Commissione ecumenica, anche il teologo focolarino Hubertus Blaumeiser, già docente all’Università Gregoriana di Roma, specializzato nella teologia di Lutero. «Tema centrale del Simposio è stato il celebre Commento di Lutero al Magnificat, pubblicato recentemente anche in una coedizione luterano-cattolica. Il mio compito – scrive Blaumeiser – è stato quello di svolgere due conferenze introduttive su Lutero, accolte da tutti come un invito a rivedere la sua figura: stimolo per conoscerlo e studiarlo più profondamente. Tutto si è svolto in un clima di grande fraternità. Le relazioni del Simposio saranno pubblicate dalla Rivista cattolica per il Dialogo (l’unica del genere in America Latina). Quanto emerso, si spera potrà trovare espressione anche in una comune dichiarazione delle due chiese, prevista per la fine delle celebrazioni del centenario». Blaumeiser è stato poi ospite di una serata organizzata alla cittadella dei Focolari “Mariapoli Ginetta”, trasmessa in streaming e seguita in 650 punti d’ascolto. Tra i presenti, sul posto, i vescovi metodisti Nelson Leite e Adriel De Souza, il sindaco di Vargem Grande do Sul e membri di varie chiese. La trasmissione è stata molto apprezzata anche dai giovani, affascinati da questa visione dell’ecumenismo come opportunità per scoprire i tesori che le varie tradizioni cristiane custodiscono. Come un dono per tutti. (altro…)
Ott 12, 2017 | Cultura
Educar es hablar de algo tan antiguo como nuevo; es hablar de dudas, inquietudes o tensiones, pero también de esperanza y entusiasmo; es hablar de fatiga y hasta de abatimiento, pero también de logros impensados y hallazgo de recursos. Nadie duda de las dificultades de educar hoy; pero, del mismo modo, nadie duda de que la educación posee en sí misma una fuerza tal que nos lleva a afrontar enormes desafíos cargados de esperanza y optimismo. Más que un manual, Jesús García nos propone una reflexión en voz alta para que, sin dejar de lado dificultades y escollos, sepamos abrirnos camino en la educación y abrirle camino en nosotros; para que, desde el presente, logremos encontrar nuevas finalidades y, si es posible, nuevas estrategias. Jesús García ha ejercido la docencia en Secundaria y FP; casado y con dos hijas, colabora desde hace más de 15 años con Ayuntamientos, parroquias y asociaciones en el ámbito de la educación y las relaciones interpersonales, en implantación de proyectos, talleres, conferencias, etc. Coordina y anima talleres para familias y profesores sin dejar su actividad con adolescentes y jóvenes. Colabora con la revista Ciudad Nueva en la sección de educación. Editorial Ciudad Nueva (Madrid)
Ott 12, 2017 | Cultura, Ecumenismo
En 1967, Chiara Lubich fue invitada por el Consejo Mundial de las Iglesias a Ginebra, para compartir la espiritualidad de la unidad, la cual, durante la siguiente visita, en 1982, sería definida como “un estilo de vida ecuménico”. De hecho, esta espiritualidad de vida ecuménica anima a los cristianos de distintas Iglesias: es “el diálogo de la vida”. Chiara es invitada por tercera vez en 2002. El programa de charlas propuesto se convierte en una especie de “curso breve” para conocer la experiencia ecuménica del Movimiento de los Focolares. Esta obra vuelve a recorrer aquellos días y es propuesta como la primera de una serie que ilustrará el empeño del Movimiento de los Focolares en el campo ecuménico.
Ott 12, 2017 | Focolari nel Mondo
L’inaugurazione del X anno accademico 2017/2018 dell’Istituto Universitario Sophia, formalizzato il 7 dicembre del 2007 con decreto pontificio, avverrà il prossimo 24 ottobre. Nella lettera inviata in quella occasione a Chiara Lubich, ispiratrice di Sophia, il Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica sottolineava la novità dell’Istituto “che sgorga dalle radici della spiritualità dell’unità e dalle ricche esperienze del Movimento” ed estendeva i suoi auguri per “questo importante progetto, ben radicato nella tradizione accademica ma nel contempo coraggioso e prospettico”. A dieci anni, la comunità accademica ricorda con gratitudine il cammino percorso e presenta le coordinate strategiche che definiscono le tappe del prossimo futuro, in piena fedeltà alla mission che ha delineato il profilo di Sophia. Per questo, al centro della giornata di inaugurazione, ci sarà un evento di particolare prestigio: l’avvio ufficiale dell’attività del nuovo Centro accademico Sophia Global Studies. Programma (altro…)
Ott 12, 2017 | Cultura
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Der große Bildband mit einem Querschnitt durch das Schaffen des 1947 in Pescara/Umbrien geborenen Künstlers Roberto Cipollone, genannt CIRO. Ausstellungen in vielen europäischen und außereuropäischen Ländern haben ihn einem breiten Publikum bekannt gemacht (im deutschsprachigen Raum u. a. in Zürich, München, Berlin, Potsdam, Nürnberg, Linz, Innsbruck, Augsburg, Würzburg). »Ein altes Stück Holz, ein ausgedientes Werkzeug, ein verrosteter Nagel. Verbraucht und verzehrt von der Zeit, von Wasser und Wind. Von behutsamen Händen zusammengefügt, erstehen sie in Skulpturen und Bildern zu einem neuen Leben und erzählen voll Würde von ihrer Vergangenheit.« Ciro Verlag Neue Stadt[:]
Ott 12, 2017 | Centro internazionale, Cultura, Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo, Spiritualità
La crisi venutasi a creare attorno agli esperimenti balistici della Corea del Nord e alla reazione dell’Amministrazione degli Stati Uniti hanno generato il timore di una possibilità concreta di conflitto nucleare. L’antico adagio latino ‘per mantenere la pace prepara la guerra’ oggi non ha più senso. Le conseguenze di un conflitto, ancor più con uso di armi nucleari, avrebbero conseguenze devastanti per l’intero pianeta. La pace deve essere raggiunta a tutti i costi dove si è incrinata e mantenuta dove la si è ottenuta. Nei membri del Movimento dei Focolari cresce la coscienza del ruolo che ciascuno, come singolo e comunità, ha in questo processo. Oltre alle preghiere non mancano coinvolgimenti di diverso tipo a questo sforzo comune, spesso ispirato da iniziative di altre organizzazioni o movimenti con cui i Focolari collaborano. In tal senso non possiamo non ricordare quanto l’amicizia spirituale fra Chiara Lubich e Nikkyo Niwano, fondatore del movimento buddhista giapponese Rissho Kosei kai, abbia fatto per contribuire alla causa della pace e per formare a questo le nuove generazioni. “Sebbene ci siano difficoltà, la nostra collaborazione farà sperare che sia possibile lavorare tutti insieme per la pace”, scriveva Niwano a Chiara. In occasione del 50mo anniversario della nascita dei Focolari, il fondatore del movimento buddhista ed il figlio Nichico reiteravano questo impegno comune per “rendere la nostra famiglia umana più unita”. La Rissho Kosei kai si è fatta sentire anche in questi giorni con un comunicato ufficiale con il quale la Presidente designata, Rev. Sig.ra Kosho Niwano, ha raggiunto leaders mondiali, sia politici che religiosi, rinnovando l’impegno del suo movimento a non lasciare nulla di intentato perché la pace sia preservata nella penisola coreana. L’appello si ispira al pensiero del fondatore Niwano che, in occasione del suo intervento all’Assemblea delle Nazioni Unite nel 1978, in un clima di piena Guerra Fredda si era rivolto ai leaders degli USA e dell’URSS. “Invece di rischiare con le armi, per favore rischiate per la pace e per il disarmo” aveva detto. Niwano, come molti leaders religiosi del suo tempo, fra questi Paolo VI e Giovanni Paolo II, e anche Chiara Lubich, aveva intuito il ruolo che le religioni possono avere nel contribuire a realizzare e a mantenere la pace mondiale. Il messaggio inviato dalla Sig.ra Niwano anche a Maria Voce, presidente del Movimento dei Focolari, viene dalla figlia di un popolo che ha sofferto in maniera indicibile durante l’ultimo conflitto mondiale, e mette i leaders politici del mondo di fronte al pericolo degli effetti di sanzioni che potrebbero causare reazioni imprevedibili. Anche in occidente si stanno sensibilizzando le coscienze al pericolo di una escalation nucleare. In occasione del ricordo della Giornata di Preghiera per la pace, indetta da Giovanni Paolo II nel 1986, il Comitato per una Civiltà dell’Amore ha organizzato una riflessione dal titolo “Progetto di pacificazione dell’area coreana”. Si tratta di un convegno che si terrà presso il Sacro Convento di Assisi (Italia) il prossimo 28 ottobre. Leggi il comunicato originale (altro…)
Ott 11, 2017 | Chiara Lubich, Cultura
Ces textes de Chiara Lubich sur l’amour du frère offrent beaucoup d’espoir pour notre monde. Cet espoir n’est ni utopique ni illusoire car la proposition de Chiara Lubich a convaincu au cours des décennies des milliers de personnes qui, chaque jour, se mettent ou se remettent à l’école de l’amour. Dans la spiritualité de l’unité de Chiara Lubich, l’amour du prochain constitue le premier pas pour réaliser le commandement de l’amour réciproque. Cet objectif n’est jamais perdu de vue. Du reste, comment l’amour du frère pourrait il être authentique s’il n’y avait le désir qu’il aime à son tour, s’il n’y avait le désir que lui aussi connaisse la plénitude de la joie qui vient de l’unité ? Chez Chiara Lubich, le concept de «l’amour du prochain» est fortement et explicitement enraciné dans la Parole de Dieu. Elle l’annonce avec courage dans le monde entier, à l’ONU comme dans les temples de toutes religions, orientales et occidentales, et met en évidence les fondements anthropologiques de l’amour. Puisant à l’amour divin, celui qui aime son frère demeure en Dieu et cette expérience ouvre une «voie» nouvelle dans l’histoire de la spiritualité, celle du «frère», voie de sainteté. « Si tous les hommes, ou au moins un peut groupe d’entre eux, se faisaient vrais serviteurs de Dieu dons le prochain, bien vite le monde appartiendrait au Christ» Éditions Nouvelle Cité
Ott 11, 2017 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
«Siamo appena tornati da tre giorni tra i profughi Karen, a Mae Sot, al confine con Myanmar. Un’esperienza molto forte, come tutte le esperienze a contatto col dolore delle persone». A scrivere è Luigi Butori. Da molti anni vive nel sud est asiatico, in uno dei focolari della regione. «Abbiamo caricato il pulmino, più di 30 scatoloni, arrivati dall’Italia, e siamo partiti con Glauco e Num, un gen buddhista. Ormai è consuetudine, ogni 3 o 4 mesi facciamo questo viaggio di circa 500 km». Mae Sot è una città della Thailandia occidentale, in prossimità del confine con il Myanmar. È un importante nodo di collegamento con il paese vicino, luogo di riparo per molti rifugiati e migranti in generale. Questi vivono in pessime condizioni economiche e sociali: “Questa è la nostra gente” scrive Luigi. Chi di loro ha un’occupazione nelle imprese agricole o nelle industrie della zona a volte è vittima anche di sfruttamento, con paghe ‘da fame’. Ma essendo clandestini, non possono accampare diritti sulla sicurezza o su un salario decoroso. Una moltitudine di profughi ha trovato rifugio nei campi allestiti dalle numerose organizzazioni internazionali presenti nell’area di confine, in territorio thailandese. Tra le decine di etnie perseguitate, molti appartengono al popolo Karen. La loro è una storia poco conosciuta: quella di un popolo, semplice e contadino, costretto a fuggire. Questo è uno dei tanti conflitti etnici trascurati però dai media che lo declassano al rango di conflitto “di bassa intensità”.
«Avevamo pianificato questo viaggio da molto tempo assieme a Padre Joachim, un sacerdote birmano che abita a Mae-Sot. Jim, un altro focolarino di Bangkok, ci ha raggiunto la mattina, dopo un viaggio di 10 ore in autobus, di notte, con tanti controlli lungo la strada. Ogni volta, arrivati a Mae Sot, sembra di entrare in un altro mondo, dove i valori cambiano. Al posto del consumismo e delle comodità, avviciniamo gente che non ha nulla, ma è felice del poco che riceve da noi, e che ci arriva da tanti amici, vicini e lontani. Sanno che veniamo solo per amore: “Questo amore che ci portate è per noi la ragione per continuare a vivere e a sperare”, ci hanno detto, più di una volta. Abbiamo mangiato insieme lo stesso cibo che mangiavano loro: e questa è già una testimonianza che parla da sola. Una sera siamo andati in mezzo ai campi, potrei definirlo in mezzo “al nulla”, col nostro pulmino che quasi affondava nel fango, circondati da granoturco. E tutto per prendere una famiglia cattolica e poi ripartire per un altro posto, dove ci attendevano una quarantina di cattolici, per la S. Messa. Era buio, pioveva ed il luogo era pieno di zanzare: eravamo sotto una tettoia di una grossa capanna con una piccola luce. Ho pensato spontaneamente alle belle cattedrali di Roma, dove per cinque anni ho vissuto: ai dipinti, agli organi e alle belle luci. Quella capanna aperta, con tante zanzare, con quella luce molto tenue e con tutti noi seduti per terra, mi, ci è sembrata una basilica romana. Perché Gesù era lì spiritualmente con noi, in mezzo a quella gente che non ha niente».
Da alcuni anni Luigi è l’anello di congiunzione di un gemellaggio che lega i bambini Karen di Mae Sot con quelli di Latina e con gruppi di Lucca (Italia) e Poschiavo (Svizzera). Con i fondi e gli oggetti raccolti si è potuta costruire e avviare una piccola scuola, chiamata “Goccia dopo goccia”. «Noi delle classi quarte abbiamo incontrato Luigi – scrivevano gli alunni della scuola primaria “C. Goldoni” di Latina –. Eravamo felici di rivederlo, ma soprattutto curiosi di avere notizie dei nostri amici Karen e della loro scuola. Lui ci ha portato fotografie e le informazioni di come procedono le cose laggiù. Siamo rimasti sorpresi nel vedere che quello che a noi sembra del tutto normale (un bagno, un ponte di legno) per loro è fondamentale per migliorare la vita quotidiana. Grazie al progetto “Goccia dopo goccia” possiamo costruire un ponte di solidarietà con i nostri amici lontani». (altro…)