Dic 20, 2016 | Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Visitavamo le famiglie con il foglietto della Parola di vita e, fra un discorso e l’altro, si faceva un incontro». A raccontarlo è Carmen artefice, con il marito Mynor e i parenti più stretti, della Mariapoli realizzata nei pressi della loro città, Chimaltenango, a 54 km da Città del Guatemala. La città, economicamente basata sul commercio e l’agricoltura, è integrata ai ritmi moderni della produzione e consumo, ma rimane gelosa custode di una cultura dalle antiche tradizioni. Carmen e Mynor sono il cuore della comunità dei Focolari e la loro casa, particolarmente ampia, ne è la sede locale. Ne parlano con un pizzico di orgoglio nel raccontare le riunioni che lì si fanno. Il Movimento è poco conosciuto e, come prima cosa, bisognava informare il parroco ed insieme, Mynor, Carmen e la sorella Martha, sono andati a trovarlo. Ma un sacerdote da queste parti è molto impegnato, per cui Mynor , che non poteva aspettarlo a lungo, è andato al lavoro in Tribunale. «Il sacerdote non riusciva a capire che cosa porta di nuovo il Movimento – prosegue Carmen – finché mia sorella Martha gli ha raccontato le esperienze dei figli gen3». La prima aveva destinato i soldi della festa dei 15 anni ai bambini poveri di un paesino isolato, l’altro aveva perdonato un compagno che lo aveva sgambettato con conseguente rottura di un braccio. A quel punto il parroco ha compreso gli effetti del vivere la spiritualità dei Focolari. Ottenuto il sostegno della chiesa locale, bisognava coprire le spese perché «Quando le persone sono invitate ad un ritiro – dice Mynor – sanno di essere ospiti». Per questo la preparazione della Mariapoli consiste anche in attività per raccogliere fondi. Una di queste è stato un Bingo realizzato nel salone parrocchiale, per il quale si era fatta una raccolta di regali donati per l’occasione.
Kelly, la seconda dei 4 figli di Carmen e Mynor, studia legge sulle orme del papà. «Siamo in pochi – afferma – ma ci aiutiamo. Siamo solo due gen ma cerchiamo che ci sia sempre Gesù in mezzo a noi e con tutti». Kelly prova ammirazione per la coerenza di vita dei suoi genitori: «Quando invitavano le persone alla Mariapoli raccontavano esperienze che io conoscevo. E quello che dicevano era vero. A casa nostra la Parola di vita è il riferimento per ogni situazione. Così, quando c’è qualche problema, andiamo a leggerla per attuarla». Il rispetto per gli anziani è una delle ricchezze dei Cakchiqueles. Davanti a loro, prima di parlare si fa una riverenza. La maternità, il dono dei figli, sono ritenuti una benedizione di Dio e precedono in valore ogni altro calcolo. «Per me il Movimento – ancora Carmen – è una grazia di Dio che ci accoglie, grandi e piccoli, tutti, così come accoglie le varie culture e lingue diverse. Qui ci apprezzano, con le nostre tradizioni e col nostro modo di pensare». Nella cultura Maya c’è un forte legame con la natura, «noi invochiamo dicendo grazie al cuore del cielo e al cuore della terra e diciamo, come San Francesco: tutti sono miei fratelli. Chiara Lubich l’ha visto anche così, lo Spirito Santo l’ha mossa in questo senso per cui il Movimento dei Focolari ci accoglie come siamo». E conclude Mynor: «La filosofia Maya risalta l’armonia, il rispetto e la solidarietà. Armonia nella famiglia, equilibrio dell’aspetto materiale e spirituale, solidarietà che è uguale a fraternità, per favorire condizioni di cooperazione». Al di là delle contraddizioni che regnano in ogni cultura, il popolo Cakchiquel, conserva tanti valori umani che, illuminati e purificati dal Vangelo, arricchiscono chi vi si avvicina. Filippo Casabianca, da Città di Guatemala (altro…)
Dic 19, 2016 | Chiara Lubich, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Mi è stato chiesto di presentare una relazione sulla testimonianza cristiana di fronte alla tradizione africana. Non è stato facile per me, per due semplici motivi: il primo è che sono un Bangwa, il secondo è che non sono solo un cristiano, ma sono anche il Vescovo di Mamfe». A parlare è Mons. Andrew Fuanya Nkea, nell’ambito di un simposio sul dialogo tra religione tradizionale africana e cristianesimo in occasione dei 50 anni di presenza del Movimento dei Focolari a Fontem. 51 anni, originario di Widikum (Camerun), studi di Filosofia e Teologia, sacerdote dal 1992, parroco, segretario della Diocesi, professore e formatore, infine Segretario Generale della Catholic University of Cameroon, ultimo incarico prima della nomina, voluta dal Santo Padre, nel 2013, a Vescovo Coadiutore della diocesi di Mamfe. Mons. Andrew Fuanya è la dimostrazione tangibile di un possibile superamento del dualismo tra le due tradizioni, senza incorrere nel rischio di un sincretismo religioso. «Ho deciso di dare un taglio più pratico che teorico alla mia relazione», afferma, ripercorrendo la storia dei rapporti tra la cultura Bangwa (in particolare nella zona sud-ovest del Camerun, il distretto di Lebialem) e il cristianesimo, segnati da un incontro, divenuto una sorta di spartiacque tra un “prima” e un “dopo”: quello con il Movimento dei Focolari. Il cristianesimo, portato dai primi missionari giunti in Camerun negli anni Venti, aveva messo la popolazione davanti a un bivio: «O diventavi cristiano evitando tutti gli aspetti della religione tradizionale, o praticavi la religione Bangwa, rimanendo un pagano, buono soltanto come legna da ardere all’inferno». Poco o nessun dialogo tra cristianesimo e cultura del posto: gli strumenti musicali tipici erano banditi nelle chiese, come le preghiere tradizionali. Nonostante le rigidità e i metodi inflessibili dei primi missionari, molte persone avevano abbracciato il cristianesimo, pur tra difficoltà e una forte opposizione della loro comunità. La novità
rappresentata dalla prima visita di Chiara Lubich al palazzo reale del Fon di Fontem, nel 1966, è sintetizzata in un’immagine, utilizzata dalla fondatrice dei Focolari, per descrivere la prima scintilla, l’ispirazione del dialogo interreligioso che si sarebbe sviluppato in seguito: «All’improvviso ebbi una forte impressione di Dio come di un enorme sole, che abbraccia tutti, noi e loro, con il Suo amore». Un’era nuova era cominciata, sospinta dal vento post conciliare e dalla straordinaria storia di amicizia tra i primi focolarini arrivati sul posto (molti dei quali medici, accorsi per sconfiggere la malattia del sonno che stava decimando la popolazione) e il popolo Bangwa. Da allora, i rapporti tra i fedeli delle due religioni sono caratterizzati da un profondo e reciproco rispetto, che ha ridato dignità alla cultura tradizionale, vera matrice identitaria anche dei cristiani. Spiega il vescovo: vi sono tradizioni religiose locali che i cristiani hanno mantenuto (la preghiera ai defunti, affinché intercedano per la famiglia, o il “Cry die”, dedicato a loro); altre invece sono divenute estranee alla loro fede (poligamia, sacrificio di animali, stregonerie). La nuova inculturazione, conclude il Vescovo, secondo lo spirito del Vaticano II, non proviene da una imposizione o da una rigida uniformità, ma si ispira ai valori del dialogo e della collaborazione, alla ricerca dei “semi del Verbo” sparsi in ogni tradizione. «La sfida dei cristiani di Lebialem per i prossimi 50 anni sarà riconoscere che la loro credibilità dipenderà da quanto saranno capaci di amare tutti, indipendentemente dalla religione cui appartengono». Solo così saranno autenticamente cristiani e insieme autenticamente africani. Chiara Favotti Intervento integrale di Mons. Andrew F. Nkea (inglese) (altro…)
Dic 18, 2016 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
La Repubblica Democratica del Congo (RDC) attraversa una fase politica molto delicata, da quando, il 14 novembre scorso, si è dimesso il premier Augustin Matata Ponyo in seguito all’accordo siglato nell’ottobre scorso, che prolunga il mandato del presidente Joseph Kabila. Kabila avrebbe dovuto terminare il suo incarico il prossimo 19 dicembre, ma la sua coalizione e parte dell’opposizione hanno deciso che andrà avanti fino alle prossime elezioni, previste per l’aprile del 2018. In questo contesto incandescente, lo scorso 29 ottobre si è costituito il Movimento politico per l’Unità (MPPU) congolese, che s’ispira ai valori della spiritualità di Chiara Lubich. «In questo periodo la Chiesa, attraverso la Conferenza Episcopale, sta lavorando per evitare il caos nel Paese – raccontano Damien Kasereka e Aga Ghislaine Kahambu, responsabili locali del Movimento dei Focolari – . Il lancio del MPPU in questo momento è proprio una risposta ad un bisogno. Siamo felici di vedere che i membri del Movimento più impegnati in politica, soprattutto i giovani, sono convinti che le cose possono cambiare. Nonostante tutto non si perde la speranza». Lo scorso 3 dicembre, il MPPU si è presentato ufficialmente nella sala polivalente del centro medico Moyi Mwa Ntongo, a Kinshasa. Il giornale Le potentiel ha dedicato un lungo articolo all’evento, intitolato “Amore e fratellanza nella società: lancio di un movimento di coscientizzazione di massa”. «Lungi dall’essere un partito politico, il MPPU è piuttosto una rete di riflessione e di azione per promuovere la fratellanza nella vita politica congolese. I suoi iniziatori sono convinti che la fraternità universale sia il fondamento ed il motore essenziale per un cambiamento in positivo della società, soprattutto congolese, i cui anti-valori sono duri a morire», scrive il quotidiano. Tra i presenti, c’erano professori universitari e ricercatori, parlamentari nazionali e attori politici, giornalisti, avvocati, religiosi, medici, dottorandi, attivisti sociali ed esponenti di altre categorie socio-professionali. Durante l’incontro si è sottolineata l’opportunità e l’importanza del MPPU nella RDC, in quanto aiuta a “fare politica per l’unità”, di cui c’è tanto bisogno in questo momento difficile.
Il deputato nazionale Dieudonné Upira, uno degli iniziatori del MPPU nella RDC, ha affermato: «Vorremmo preparare una gioventù che non abbia paura come noi. Certamente, non abbiamo fatto molto per questo Paese. Forse non siamo stati formati: è questa la ragione della nostra paura. Per questo vogliamo formare dei giovani interessati a fare il bene, in grado di denunciare, annunciare e rinunciare. Dei giovani che, di fronte alla bipolarizzazione dello spazio politico congolese, possano dire: “Dobbiamo lavorare per la nostra Nazione”. Una gioventù formata può influenzare la società con il suo modo di comportarsi». E Georgine Madiko, ex deputato, anche lei tra gli iniziatori: «Comincieremo dei corsi universitari periodici, che ci permetteranno di formare i giovani attraverso dei moduli. Procederemo a tela di ragno per coprire, man mano, l’intero Paese e tutti i campi. Questa ragnatela ci servirà come sostegno, se non per sradicare, almeno per attenuare il male nella nostra società e promuovere il bene». Si comincerà con un primo gruppo di 50-60 persone. A conclusione, Aga Ghislaine Kahambu, ha ringraziato tutti: «La vostra presenza dimostra che desiderate che il nostro Paese cambi. Non occorre una folla per cambiare la società. Ogni individuo compie molti atti positivi. Ora, vogliamo che questi atti non rimangono più isolati». Gustavo Clariá (altro…)
Dic 17, 2016 | Chiesa, Focolari nel Mondo
Usa i social network per inviare gli auguri a Papa Francesco: Twitter: @pontifex Instagram: franciscus Hashtag #Pontifex80 Saluto di Maria Voce https://vimeo.com/196082332 (altro…)
Dic 17, 2016 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
https://vimeo.com/192246319 (altro…)
Dic 16, 2016 | Focolari nel Mondo
Obiettivo degli incontri è esplorare il mistero dell’esistenza umana nel quadro del paradigma dell’evoluzione moderna, dalla prospettiva del rapporto tra scienza e fede. Ci chiederemo da dove viene l’essere umano, dove va, chi siamo. Il percorso prenderà avvio con uno sguardo generale sui grandi interrogativi che l’umanità si pone alla ricerca del significato dell’esistenza, fin dal Paleolitico, per mettere a fuoco il contributo specifico della cultura greca classica, della civiltà ebraica e dell’esperienza cristiana. Di seguito, cercheremo di comprendere lo sviluppo di tale ricerca nel quadro delle teorie dell’evoluzione, offrendo alcune chiavi interpretative delle principali narrazioni sulla creazione del cosmo, dal Big Bang a quello che possiamo definire il “Big Mystery”. Il percorso si concluderà con una riflessione sulla vita della chiesa e sul suo significato, fino a presentare il suo “profilo mariano” nel contesto dell’evoluzione umana, mentre la chiesa stessa viaggia verso “cieli nuovi e terre nuove”. Per coloro che desiderano ancora iscriversi al Simposio finale della Cattedra Piero Pasolini, che si terrà Il 20-21 maggio, nella sala C dell’Auditorium di Loppianodalle ore 9,00 del 20 maggio 2017, potranno farlo per email, indirizzando la prenotazione a segreteria.generale@iu-sophia.org Leggi anche e scarica il programma
Dic 16, 2016 | Chiara Lubich, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Sonia è della Slovacchia, ha 5 anni e frequenta la scuola materna. Un giorno dice alla mamma che, a scuola, ha trovato un’amica. “E come si chiama?”. “Non lo so, lei non parla; mi sono avvicinata perché ho visto che era sempre da sola e che nessuno voleva giocare con lei”. La mamma va a prendere Sonia per il pranzo. Ma l’insegnante: “La lasci qui! Ci aiuta con una ragazzina rom che prima non parlava per niente, e adesso, grazie a lei, ha iniziato a parlare e collaborare anche con gli altri”. Quando torna da scuola, la mamma le chiede: “Ti ha già detto qualcosa la tua amica?”. “No, solo mi sorride quando le dico che le voglio bene”. La mamma rimane in silenzio. E la bambina: “Sai, l’amore riscalda ognuno”.
Dal Camerun scrive Kevin: «Un giorno alla scuola durante l’intervallo avevo chiesto ad un mio compagno di scuola se avesse qualcosa da mangiare. Avevo fame e non avevo nulla. Lui ha rifiutato. Il giorno dopo ho portato un po’ di pane e quando lui è venuto a chiedermelo, ho rifiutato a mia volta. Il giorno seguente, gettando il dado dell’amore è uscito: “Amare i nemici“. Mi sono ricordato di quel mio compagno. A scuola cercavo di parlargli ma non mi rispondeva. Allora mi sono seduto davanti casa aspettandolo e quando è passato, l’ho chiamato, gli sono andato incontro e alla domanda sul perché non dovevo parlargli più, ha risposto: “Hai rifiutato di condividere con me il pane che avevi portato”. Subito gli ho detto: “Riconciliamoci!” e gli ho offerto della frutta di guaiava che avevo con me e così abbiamo ricominciato a parlarci diventando amici di nuovo». Dall’Italia, Marco racconta: «Un giorno all’asilo i bambini mi prendevano in giro perché sono grasso. A me dispiaceva tanto essere preso in giro e qualche volta ho pianto. Allora sono andato dalla Suora e invece di accusarli ho detto a lei questo mio dolore. Ho capito che dovevo perdonarli e così ho fatto, perché un Gen4 è uno che, come ha fatto Gesù, perdona e ama tutti». Carmen abita in un quartiere di baracche, nella periferia di Città del Messico. Spesso la sera lo zio torna a casa ubriaco. Carmen ha paura e si nasconde. «Ma l’altra sera non mi sono nascosta – racconta – l’ho aspettato e l’ho aiutato ad entrare. Non avevo paura, perché so che la Madonna ha cura di me».
E Bartek, dalla Polonia: «Per la festa del bambino ho ricevuto in regalo dalla maestra Ela, una cioccolata ed un lecca-lecca. In classe con me c’è Asia, una ragazza che non piace a nessuno. Io mi sono ricordato che la mattina lanciando il dado era uscito: “Amare i nemici” e ho dato ad Asia il lecca-lecca e mezza cioccolata. Lei era stupita, mi ha ringraziato e poi se ne è andata. Adesso siamo grandi amici». «Nel centro di Napoli (Italia), i Gesù bambini che abbiamo fatto e che offriamo alle persone, vanno a ruba e tanti si accalcano intorno alla bancarella, anche solo per dire la loro adesione all’iniziativa. Una maestra, non credente, che ha tanti problemi, tiene il Gesù bambino fra le mani e lo guarda: “Questo sarà il mio Natale!”. Un bambino corre a casa, svuota il suo salvadanaio, ed arriva con tutti gli spiccioli ad acquistare il suo».
A cura dei Centri Gen4
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Dic 15, 2016 | Cultura, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni
De 12 a 15 de janeiro será na Mariápolis Ginetta, em São Paulo; de 19 a 22 de janeiro na Mariápolis Santa Maria, em Pernambuco, concluindo no Pará, na Mariápolis Glória, de 26 a 29 de janeiro. O encontro é voltado para formadores de crianças de 4 a 12 anos do Movimento dos Focolares, famílias das crianças, pessoas interessadas na formação das novas gerações e especialistas nas áreas de Pedagogia e Psicologia. Estarão presentes especialistas italianos e brasileiros. O conteúdo do Congresso será composto por fóruns com troca de experiências, palestras com especialistas, oficinas com ideias práticas para um encontro com crianças, curso sobre o documento “Diretrizes do Movimento dos Focolares para a Promoção e Garantia dos Direitos Fundamentais de crianças e adolescentes”, concluindo com uma jornada para as crianças das proximidades, no domingo.
Dic 15, 2016 | Cultura, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
«Guardare alle varie professioni che rientrano nell’ambito del mondo della giustizia – magistrati, avvocati, cancellieri, docenti universitari, operatori penitenziari, forze dell’ordine – e scoprire la strada da percorrere insieme, coinvolgendo tutti gli attori delle molteplici relazioni che vi possono concorrere». Ecco l’obiettivo del convegno internazionale promosso da Comunione e Diritto e Umanità Nuova il 26 e 27 novembre a Castel Gandolfo (Roma). La presenza di un regista ad un incontro sulla giustizia può essere sembrata alquanto fuori da ogni schema, ma Fernando Muraca è riuscito a descrivere, attraverso la sua coinvolgente testimonianza, l’esperienza vissuta da professionista all’interno dell’Istituto di Pena Minorile di Catanzaro. Si tratta di un documentario girato interamente dai giovani dell’Istituto, ed è il frutto di un impegno che si traduce con il “progetto cinema” che ha trasformato i giovani reclusi non soltanto in attori ma in persone che hanno ridato un senso alle loro esistenze. Muraca è anche autore e regista del film “La terra dei Santi”, nel quale affronta la criminalità organizzata calabrese, sempre nell’Italia del sud. Al centro dei due giorni di serrato confronto fra i vari operatori che lavorano nel campo della giustizia, è stato più volte ripreso il concetto di dignità umana, valore intrinseco e inestimabile di ogni essere umano e la convinzione che è possibile vivere i rapporti giuridici con lo spirito di fraternità.
Il programma, ricco e articolato, ha visto l’approfondimento di alcune tematiche attuali come quella della tutela dei minori non accompagnati e dei richiedenti asilo, il rapporto con i detenuti e la tutela delle vittime. Il dr. David Shaeed (magistrato in Indianapolis, USA), avv. Alba Doto (Boston), l’avv. Endy Moraes (Fordham University, New York) e la dott.ssa Luciane Barzotto Cardoso (magistrato del Tribunale Federale di Porto Alegre, Brasile), hanno esaminato il diritto vigente in diverse parti del mondo e approfondito gli strumenti per proseguire il cammino di ricerca e di studio avviato ormai da alcuni anni e arricchito sempre da attuazioni concrete. Tra le relazioni è stata presentata in video quella di Maria Voce, presidente dei Focolari, prima donna avvocato del Foro di Cosenza, dal titolo “Giustizia e bene comune nell’orizzonte della fraternità universale”. In un passaggio del suo intervento spiega:«Oggi, dinanzi a questa “guerra mondiale a pezzi”, alle tragiche distruzioni, alla cancellazione di ogni diritto e rispetto per i popoli che vivono in territori di guerra, alla chiusura di fronte ai migranti, la fraternità è la sola risposta e l’impegno che ci viene chiesto è di costruirla, anche con piccole azioni, gocce infinitesimali che possano però illuminare la notte». Le sessioni per ambiti di lavoro hanno evidenziato la necessità di agevolare un confronto all’interno delle varie professioni senza perdere di vista l’insieme, per sviluppare un dialogo tra gli operatori e mettere in comunione conoscenze ed esperienze delle varie attività che si sviluppano nell’area del Diritto. Tra le testimonianze quella di Roberto (ex detenuto) e Alfonso, che da alcuni anni operano all’interno del carcere di Rebibbia (Roma) per dare un aiuto concreto alle famiglie dei detenuti. Francesco non nasconde la sua emozione nel presentare la sua esperienza davanti a un pubblico così qualificato, e chiude con la richiesta affinché la comunità civile possa facilitare e promuovere il difficile reinserimento lavorativo e sociale degli ex detenuti. Il prossimo appuntamento sarà destinato ai giovani: la Summer School 2017. Patrizia Mazzola (altro…)
Dic 14, 2016 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale
Si avvicina il Natale anche per gli sfollati del sisma avvenuto nel Centro Italia. Sappiamo che vi state mobilizzando in questa fase post terremoto. In che modo? «AMU e AFN – spiega Francesco Tortorella –, si sono coordinate con il Movimento dei Focolari in Italia, con cui si sta portando avanti la linea di azione post terremoto. Da agosto sono stati fatti 3 sopralluoghi nelle aree colpite per studiare le possibilità di intervento. Il primo intervento che abbiamo individuato è quello di supportare le famiglie che gestiscono piccole attività agricole e di allevamento colpite dal terremoto». Dopo aver fatto uno studio di fattibilità, avete elaborato un progetto globale: di che cosa si tratta? «L’abbiamo denominato RImPRESA e si compone di due attività – spiega Paola Iacovone –. La prima attività, che verrà realizzata dalle Associazioni Abbraccio Planetario (Castelli Romani) e Bread and Fish Foundation (Ascoli Piceno), prevede la costituzione di 4 GAS (Gruppi di acquisto solidale) che, attraverso un portale informatico, acquisteranno prodotti dalle piccole aziende colpite dal terremoto, garantendo così un sostegno alle famiglie sul lungo termine». Ci sono state anche tante imprese agricole colpite dal sisma che stentano a ripartire. Anche su questo fronte vi siete impegnati? «Sì. L’Associazione italiana Imprenditori per un’Economia di Comunione (AIPEC) con la quale collaboriamo, promuove la seconda attività del progetto RImPRESA – aggiunge Tortorella –, che riguarda sempre il sostegno alle famiglie che hanno imprese agricole e di allevamento, attraverso la fornitura di materie prime, macchinari o piccole infrastrutture. Il tutto si realizza in coordinamento con la Protezione Civile italiana che ha il quadro completo delle aziende colpite e degli aiuti che vengono distribuiti». «La nostra – conclude Paola – è una goccia accanto a tante altre. Abbiamo ricevuto finora tanti contributi, una parte dei quali è stata destinata a finanziare il progetto RImPRESA. Rimane ancora una disponibilità per lanciare altre azioni che stiamo studiando e che potremo realizzare nei prossimi mesi. I contributi stanno continuando ad arrivare, per cui questa somma probabilmente aumenterà nelle prossime settimane». Un buon auspicio per un buon Natale! Gustavo Clariá Invito presentazione del progetto RImPRESA
Per chi vuole collaborare:
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