Dic 13, 2017 | Focolari nel Mondo
Si tratta di un corso di preparazione al matrimonio presso il Centro internazionale di Castel Gandolfo, cui sono invitati giovani di diverse nazioni che desiderano dialogare sui valori che stanno alla base della vita a due. In modo interattivo e dinamico verranno proposte tematiche quali:
- la scelta della persona
- il ‘passaggio’ dall’io al noi
- la comunicazione di coppia
- i conflitti e il perdono
- il linguaggio del corpo
- fecondità e procreazione responsabile
- e tanto altro ancora
All’elaborazione del programma, insieme ad esperti di Famiglie Nuove, hanno contribuito 4 giovani coppie di nazionalità diverse: Filippine, Portogallo, Brasile, Italia. Depliant Per info e iscrizioni: famiglienuove@focolare.org Tel +39.06.97608300 – +39.06.9411614 (altro…)
Dic 13, 2017 | Focolari nel Mondo
La festività ebraica di Chanukkà, conosciuta anche con il nome di Festa delle luci o Festa dei lumi, che ogni anno inizia il 25° giorno del mese ebraico di Kislev e si prolunga nel mese di Tevet, quest’anno inizierà la sera del 13 dicembre e durerà fino al 20. La festività ricorda la rivolta dei Maccabei, nel II secolo a.C., insorti in difesa del monoteismo, della propria terra e dei propri costumi contro i Greci, che volevano spogliare gli ebrei della loro identità. Tornati nel Tempio di Gerusalemme, dopo l’occupazione ellenica, per riconsacrarlo, vi trovarono solo una piccola ampollina d’olio, sufficiente per un solo giorno. Miracolosamente quella piccola quantità d’olio diede la luce per otto giorni. Ogni anno, in questo periodo, ogni famiglia ebraica accende nella propria casa la Chanukkià (il candelabro a nove bracci) per otto sere, tante quanti furono i giorni in cui l’ampolla d’olio rimase accesa nel Tempio. Il candelabro viene posizionato vicino alla finestra, perché sia ben visibile anche all’esterno, come monito a rispettare sempre la vita e i suoi ideali. (altro…)
Dic 13, 2017 | Cultura, Famiglie, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Ad ogni inizio d’anno, alla Scuola Loreto nulla è uguale a prima. Succede dal 1982, anno della sua fondazione, per la sempre diversa provenienza dei nuclei famigliari che la frequentano. Come differenti sono le aspettative che li spingono a venire a Loppiano. Il ritmo delle lezioni si adegua alle loro lingue e culture; il lavoro, che è parte integrante della Scuola, viene rimodulato; i momenti di festa si arricchiscono di nuovi suoni e colori. I corsi, incentrati sulle tematiche familiari nella prospettiva della spiritualità dell’unità, coincidono con l’anno scolastico che i figli frequentano nelle scuole pubbliche del circondario. Giappone, Corea, Messico, Brasile, Colombia, Italia-Argentina, Vietnam, sono questi i Paesi delle 8 famiglie del corso appena inaugurato. Ad accomunarle un unico desiderio: crescere come famiglia nell’amore scambievole del Vangelo. È questa infatti l’unica legge che vige nella cittadella nella quale queste famiglie vogliono fare un’esperienza full immersion. “Perché siamo venuti qui?”, cercano di rispondere Indian Henke ed Emilio di Pelotas (Brasile). “Per cercare l’essenziale della vita. Non volevamo rimanere nel circolo vizioso del profitto così abbiamo inserito la nostra azienda nel progetto EdC, venduto l’automobile, regalato ai poveri metà dei nostri vestiti e alcuni elettrodomestici. È stata una rivoluzione e, come conseguenza, ci è venuta una voglia irresistibile di fare un’esperienza formativa insieme con i nostri figli”.
“Per venire – racconta Bao Chau, vietnamita, papà di due bimbi – abbiamo dovuto aspettare quattro anni per motivi famigliari. Eravamo sul punto di ritirare l’iscrizione, quando, appianate le difficoltà, abbiamo sentito fortemente che Dio ci attendeva a Loppiano. Siamo qui dal 2016, ma per via della lingua, nel corso precedente non abbiamo potuto comprendere tutto. Così abbiamo pensato di rimanere ancora un anno. Ne ho fatto richiesta al mio datore di lavoro, ho chiesto ai miei fratelli di aiutarmi per il mutuo della casa e la richiesta ai responsabili della Scuola. Dopo quasi due mesi, finalmente tutte le risposte sono state affermative”. “Siamo felici di rimanere – aggiunge la moglie Bao Vy – per imparare più in profondità la vita del Vangelo e, al nostro rientro, condividerla con le famiglie del Vietnam, crescendo insieme ogni giorno nell’amore”. “Veniamo dalla Corea e questa è nostra figlia Maria Grazia di 13 anni”. Così si presentano Irema e Michele, già titolari di un Istituto che una quindicina di anni fa Michele aveva fondato per rispondere alla diffusa esigenza di una migliore preparazione all’università. “Dai dieci studenti iniziali – raccontano – in tre anni le iscrizioni hanno raggiunto le mille unità. Il lavoro ci coinvolgeva sempre più e il nostro progetto di costruire una famiglia unita e armoniosa ha cominciato a risentirne”. Dopo una profonda comunione tra di loro, ai primi di giugno è emersa la decisione di vendere e cercare un altro lavoro. Poi a Michele è balenata un’idea: “Se vendiamo l’Istituto andiamo a Loppiano per un anno!”.
Era la proposta che Irema gli aveva fatto subito dopo le nozze, ma che allora non era realizzabile. “Dovevamo riuscire a vendere prima delle vacanze. Abbiamo tanto pregato e l’ultimo sabato di giugno l’Istituto è stato venduto. Davvero Dio ci voleva qui!”. A comporre questo multiforme mosaico internazionale ci sono anche Francesca (34), italiana, e Roberto (37) argentino di Cordoba. “Dopo varie esperienze vissute in altri Paesi – raccontano – ora siamo residenti in Italia, a Loreto. Nel nostro percorso familiare, finora breve ma intenso, le difficoltà non ci hanno risparmiato: i contesti familiari diversi, alcune vicende esterne a noi e il nostro modo, diverso, di reagire ci hanno un po’ ostacolato, ma l’amore e la volontà di costruire una famiglia sana e aperta sono forti. Abbiamo così maturato la decisione di venire alla Scuola Loreto con Isabel (3 anni), per imparare a dare le giuste priorità e crescere come persone e genitori. Vivendo la condivisione e il confronto con gli altri, chissà che un giorno anche noi possiamo diventare testimoni del Vangelo nel mondo”. Vedi il Video (altro…)
Dic 12, 2017 | Focolari nel Mondo
Promossi da E.di C. Spa Polo Lionello Bonfanti in collaborazione con SEC, sarà possibile anche seguirli online. Continua nel 2018 al Polo Lionello Bonfanti in Loc. Burchio snc Figline e Incisa Valdarno (FI) l’esperienza iniziata nello scorso mese di giugno con la “Settimana di Economia Biblica”: 5 giorni di “full immersion” nella dimensione economica, sociale e antropologica del libro della Genesi e del libro di Giobbe con Luigino Bruni. 5 giorni che avevano avuto per molti dei partecipanti il sapore di un “viaggio dalle mete inaspettate” parole nuove, sguardi diversi, alla scoperta o ri-scoperta di “volti”: da quelli dei compagni di viaggio, a quelli provenienti dall’Antico Testamento e riemersi dai libri studiati insieme. I partecipanti si erano lasciati con il desiderio di ritrovarsi presto per continuare insieme “il viaggio”: da qui la determinazione a proseguire l’esperienza e la proposta per il prossimo anno; per dare a tutti la possibiltià di partecipare, nel 2018 il corso verrà organizzato in maniera un po’ diversa, e suddiviso in due distinti momenti, fruibili anche separatamente, dal giovedì mattina al sabato a pranzo. Il primo appuntamento è stato a febbraio (15-17/2), con il corso sul libro dell’Esodo. Il secondo appuntamento è invece per giugno (14-16/6), con il corso sul libro del profeta Isaia. Anche quest’anno sarà possibile partecipare attivamente ai corsi in streaming ed ad un prezzo agevolato. Edc online
Dic 12, 2017 | Focolari nel Mondo
Promossi da E.di C. Spa Polo Lionello Bonfanti in collaborazione con SEC, sarà possibile anche seguirli online. Continua nel 2018 al Polo Lionello Bonfanti in Loc. Burchio snc Figline e Incisa Valdarno (FI) l’esperienza iniziata nello scorso mese di giugno con la “Settimana di Economia Biblica”: 5 giorni di “full immersion” nella dimensione economica, sociale e antropologica del libro della Genesi e del libro di Giobbe con Luigino Bruni. 5 giorni che avevano avuto per molti dei partecipanti il sapore di un “viaggio dalle mete inaspettate” parole nuove, sguardi diversi, alla scoperta o ri-scoperta di “volti”: da quelli dei compagni di viaggio, a quelli provenienti dall’Antico Testamento e riemersi dai libri studiati insieme. I partecipanti si erano lasciati con il desiderio di ritrovarsi presto per continuare insieme “il viaggio”: da qui la determinazione a proseguire l’esperienza e la proposta per il prossimo anno; per dare a tutti la possibiltià di partecipare, nel 2018 il corso verrà organizzato in maniera un po’ diversa, e suddiviso in due distinti momenti, fruibili anche separatamente, dal giovedì mattina al sabato a pranzo. Il primo appuntamento è quello di febbraio (15-17/2), con il corso sul libro dell’Esodo. Il secondo appuntamento è invece per giugno (14-16/6), con il corso sul libro del profeta Isaia. Anche quest’anno sarà possibile partecipare attivamente ai corsi in streaming ed ad un prezzo agevolato. Edc online
Dic 12, 2017 | Nuove Generazioni
https://vimeo.com/246971375 «Io avevo sentito parlare solo di Babbo Natale, ma nessuno mi aveva raccontato la storia vera del Natale, la storia di Gesù che nasce!», racconta una bambina. «Eh sì, la gente se l’era un po’ dimenticata, ma noi glielo possiamo ricordare! Come stanno già facendo tanti altri bambini in tutto il mondo», risponde un altro. Sono i gen4, bambini e bambine «che vogliono bene a tutti come ha fatto Gesù e fanno vedere a tutti che è Lui il dono più grande!», come loro stessi spiegano. Glielo ha insegnato Chiara Lubich, la fondatrice del Movimento dei Focolari, che aveva rivolto loro questo invito: «Fate nascere Gesù in mezzo a voi col vostro amore; così è sempre Natale! […] Possiamo offrire Gesù, Gesù in mezzo a noi a tutto il mondo, portare questo nostro amore, questa gioia nelle strade, nelle scuole, ai piccoli ed ai grandi… dovunque!». Anni fa, Chiara, passeggiando prima di Natale per le strade di Zurigo, in Svizzera, aveva visto le vetrine con luci, giocattoli, la neve sugli alberelli, Babbo Natale… e si era chiesta: Dov’è Gesù? Gesù non c’era. «Questo mondo ricco si è preso il Natale, ma ha sloggiato Gesù», scriveva. «Cosa vuol dire ‘sloggiato’?» Chiede una bambina. «Significa che Gesù non ha posto dove abitare, come quando è nato, e non trovavano un posto per Lui». «Allora Chiara ci ha detto: almeno noi facciamogli festa! Noi gen4 di tutto il mondo vorremo far così e invitare a tutti a farlo». Nasce in seguito l’idea di realizzare delle statuine di Gesù bambino e dei presepi e di offrirli alle persone che forse non sanno o non si ricordano che Gesù è più importante degli acquisti di Natale. «Vogliamo far ricordare che il Natale è la festa di Gesù. E diciamo alle persone: vuoi portarlo a casa tua? Qualcuno risponde di no, qualcuno passa e non si ferma neppure, ma altri si fermano e noi diamo queste statuine di Gesù o presepi, preparati da noi. Siamo nelle piazze principali, delle grandi città e nei centri commerciali, le diamo anche ai nostri sindaci e andiamo nelle case di riposo degli anziani;attiriamo l’attenzione con le nostre bancarelle, i concerti musicali; organizziamo feste di Natale per tanti bambini. È come un’onda di felicità che coinvolge tutti e riporta al centro del Natale il “festeggiato”». (altro…)
Dic 12, 2017 | Cultura
Brendan Leahy y Judith Povilus (comp.) María es la mujer más mencionada en el Evangelio. Más que cualquier otra mujer en la historia ha sido fuente de inspiración, luz y consuelo para muchas personas. Innumerables las personas que han llevado su nombre a lo largo de los siglos. Y ¿quién podría contar las plegarias a ella dirigidas? Su presencia y su intervención en momentos críticos de la historia marcó el camino de variados países. Basta pensar en lo que la Virgen de Guadalupe, la Morenita, aparecida en 1531 a Juan Diego, significó, y significa hasta hoy, para los mexicanos y para toda América Latina. La fascinación de María inspiró, desde los primeros siglos cristianos, poesías y cantos, entre los cuales el antiguo himno oriental “Akatisthos”. Y no podemos olvidar de qué manera la figura de María incidió en la cultura en el segundo milenio. Basta pensar en la alabanza que le dirige San Bernardo en el último canto del Paraíso de Dante: «Virgen Madre, hija de tu hijo», o en el bellísimo comentario al Magnificat que hace Martín Lutero. Pensemos también en los innumerables frescos, pinturas, retablos, estatuas, que se encuentran en las iglesias y galerías de arte de todo el mundo, por no hablar de los sublimes íconos marianos de la tradición ortodoxa. A pesar del secularismo que caracteriza a nuestra época respecto de las anteriores, María sigue siendo aún hoy un punto de referencia. Aquí presentamos la experiencia de una mujer de nuestro tiempo, que no se preocupaba por presentar una reflexión actualizada de la figura de María, pero sin embargo la hizo redescubrir y volver a comprender en clave innovadora y actual a través de su experiencia espiritual que ha arrastrado a miles de hombres y mujeres, y no sólo católicos sino también personas de distintas Iglesias y de diferentes religiones. Como pincel en las manos del pintor, en la humildad de reconocerse como “nada”, Chiara Lubich, con toda su creatividad, fue elegida por Dios para dar vida a un Movimiento que, en el momento de su aprobación oficial por parte de la Iglesia Católica, recibiría el nombre de “Obra de María”. El resultado: una experiencia profética que nos hace descubrir en una luz nueva la actualidad de María. Editorial Ciudad Nueva Argentina / Editorial Ciudad Nueva España
Dic 12, 2017 | Focolari nel Mondo
“Il Concerto di Natale” compie venticinque anni sotto il patrocinio della Congregazione per l’Educazione Cattolica, per accompagnare, ancora una volta, la tradizionale cena della vigilia di Natale del pubblico televisivo. Il Concerto avverrà sabato 16 presso l’Aula Paolo VI e, prodotto dalla Prime Time Promotions, sarà trasmesso da Canale 5 la sera del 24 dicembre. Per informazioni sulla partecipazione e acquisto biglietti: www.concertodinatale.it Telefono: 06.68136738 Lunga la lista di artisti che si esibiranno con canzoni della tradizionale natalizia, brani sacri o grandi successi del loro repertorio: dalla “sacerdotessa del rock” Patti Smith (USA), all’ex voce degli Eurythmics Annie Lennox (Scozia); da Noa (Israele), da sempre impegnata nel dialogo inter religioso, a Imany (Francia), nome d’arte di Nadia Mladjao che significa “fede” nella lingua Swahili; dal ballerino di flamenco Joaquín Cortés (Spagna), all’attrice e cantante Lola Ponce (Argentina) lanciata con “Il Gobbo di Notre Dame de Paris” di Cocciante. Attesi ancora Hevia (Spagna) con la sua cornamusa, Al Bano, Alex Britti, Suor Cristina, Gigi D’Alessio, Fabio Armiliato, Giò Di Tonno, Andrea Griminelli, Syria, oltre ai cori Cheryl Porter & Hallelujah Gospel Singers (Usa), Art Voice Academy (Italia), il Piccolo Coro di Piazza Vittorio (Italia). Tutti accompagnati dall’Orchestra Sinfonica Universale Italiana diretta dal maestro direttore e concertatore Renato Serio, per rendere ancor più solenni le esibizioni. La varietà del cast rispecchia il tema di fondo del Concerto, ovvero la promozione di una cultura dell’incontro tra religioni per la pace, attraverso artisti di ogni nazione, cultura, religione, espressione musicale. Come avviene ormai da undici anni, l’evento è promosso dalla Fondazione Don Bosco nel Mondo, e quest’anno il Concerto sosterrà anche le attività della Fondazione Pontificia Scholas Occurrentes, un’istituzione creata da Papa Francesco per promuovere nelle scuole pubbliche e private di tutto il mondo la cultura dell’incontro per la pace attraverso l’educazione. Il progetto proposto dalla Fondazione Don Bosco è rivolto alla liberazione dei bambini che in Congo lavorano in condizioni di semi schiavitù per l’estrazione del coltan, il minerale necessario per la costruzione dei computer e degli smartphone. Il progetto sul quale richiama l’attenzione la Fondazione Scholas è finalizzato al contrasto del cyberbullismo attraverso l’educazione dei gestori e degli utenti a un uso corretto degli strumenti di comunicazione elettronica e informatica. A questi due progetti verranno destinati i ricavi di biglietteria, così come le donazioni che perverranno al numero di sms solidale 45549, per il periodo 17 dicembre 2017 – 02 gennaio 2018. Il valore della donazione sarà di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari Wind Tre, TIM, Vodafone, PosteMobile, Coop Voce e Tiscali. Sarà di 5 euro anche per ciascuna chiamata fatta allo stesso numero da rete fissa Vodafone, TWT, Convergenze e PosteMobile, e di 2 o 5 euro da rete fissa TIM, Wind 3, Fastweb e Tiscali.
Dic 12, 2017 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
Emergenze continue, ma anche solidarietà e desiderio di ripartire. In Venezuela, un difficile quadro socio politico, l’inflazione alle stelle, l’aumento persistente del numero di persone in stato di povertà estrema, la mancanza per molti del necessario, gli scontri violenti. A Cuba e Portorico, dopo il passaggio dell’uragano, una difficile ricostruzione, l’esodo di migliaia di persone, la mancanza di elettricità, acqua potabile e comunicazione. Eppure, anche in mezzo a difficoltà estreme, la vitalità del popolo caraibico e la volontà di ricominciare non mancano. María Augusta e José Juan, della comunità dei Focolari della zona dei Caraibi, riferiscono: «La situazione generale in Venezuela è molto dolorosa, per la mancanza di cibo, medicine, per l’impotenza e la precarietà sempre più grandi e, in più, anche per il continuo esodo di persone che lasciano il Paese. L’elenco di nostri amici che sono già partiti, e di altri che si stanno accingendo a farlo, è lungo. Nonostante questo dobbiamo “rimanere ai piedi della croce”, in mezzo a tanto dolore, ma con la speranza nella resurrezione. Resurrezione che già vediamo nelle persone, nella loro profondità e nella solidarietà evangelica che le anima». Ofelia, a nome della comunità venezuelana, racconta: «Non è facile trovare soluzione ai problemi che stiamo vivendo, come la carenza di cibo, vestiti e medicinali. Ma abbiamo vive nel cuore le parole di Gesù “Date e vi sarà dato”, che possiamo vivere giorno dopo giorno. Se qualcuno non ha niente da mangiare, condividiamo il pacchetto di riso o le medicine e tutto ciò che ci arriva in mille modi. E tra coloro che ne hanno più bisogno circola tutto, senza distinzione. Ognuno pensa e tiene presenti gli altri, la vita circola e la comunità cresce. In mezzo alla violenza e alla precarietà di ogni giorno, la presenza di Gesù tra noi è come una fiamma che attrae e dà speranza».
Sulla situazione della comunità presente a Cuba, sono sempre María Augusta e José Juan a dare notizie: «Lo scorso fine settimana, a Santiago, si è tenuta una Mariapoli con circa 200 persone, un segno della vita che sorge sempre nuova in mezzo alle difficoltà che tutti devono affrontare». E sulle comunità di Porto Rico: «Come sapete bene, vivono dei mesi veramente tragici per i devastanti effetti dell’uragano che ha distrutto l’isola. Da lì riceviamo continue e commoventi testimonianze d’amore evangelico e di solidarietà tra tutti». Eccone alcune: «56 giorni senza luce e acqua per soli 30 minuti al giorno. Non è facile lavorare in ufficio col grande caldo, ma si può! La torcia illumina un po’, le bottiglie d’acqua si possono esporre presto al sole e a mezzogiorno hai già un po’ di acqua tiepida per lavarti. Per il forte caldo… un ventaglio o dello spray con acqua e alcool rinfresca per un pò…». «Alcuni giovani del Movimento e della parrocchia Inmaculado Corazón de María del paese di Patillas, insieme agli studenti del Colegio San Ignacio, hanno distribuito razioni di alimenti alle comunità bisognose. Complessivamente 237 sacchi di viveri». «La mia esperienza a Palma Sola è stata molto forte a causa della distruzione e della mancanza di tutto. Mettermi a servizio, insieme alla mia famiglia, è stata la cosa più bella che ho fatto nella vita». «Abbiamo sempre qualcosa da dare, valutando bene ciò che ci occorre e offrendo con gioia il resto a chi ne ha bisogno». «Siamo andati alla comunità di Recio del ‘barrio’ Guardarraya di Patillas. Era difficile arrivare per via delle strade distrutte dell’uragano. Cominciando dalla periferia dove la devastazione era totale, aggiungendo povertà a quella che già c’era, abbiamo trovato anziani con i volti stanchi e scoraggiati, persone con problemi di asma, ulcere nelle gambe, diabete (e il problema di come conservare l’insulina in assenza di energia elettrica), pressione alta. Un bambino aveva una allergia sulla pelle… Si è cercato di riutilizzare l’antico acquedotto comunitario per supplire alla mancanza d’acqua». «A Gurabo c’è stata la possibilità di conoscerci meglio con i nostri vicini, mentre li aiutavamo nelle loro necessità». «Andare avanti e rimetterci in piedi non dipende solo dal Governo, né dai militari, né da aiuti esterni. Dipende anche da noi, da me, da te. Insieme ce la faremo!». (altro…)
Dic 11, 2017 | Focolari nel Mondo
Il corso di formazione spirituale è indirizzato ai giovani consacrati/e che stanno vivendo le prime tappe della formazione (noviziato, juniorato) oppure a professe/i perpetue/i che stanno ultimando gli studi. E’ un convegno spirituale-esperienziale per vivere la comunione fra diversi carismi alla luce della spiritualità dell’unità. Il tema di quest’anno sarà incentrato su Maria. Per iscrizioni e informazioni: Centro di spiritualità “Claritas” mail: claritas@loppiano.it Centro di spiritualità “Casa Emmaus” mail: casa.emmaus@loppiano.it
Dic 11, 2017 | Cultura
“Il cristiano è colui che riesce a vivere l’ordinario in modo straordinario”. Questa definizione, espressa da Giovanni Paolo II, ci può aiutare ad accostarci alla storia di Domenico Mangano, pubblicata dall’editrice Città Nuova sotto il titolo Frammenti di reciprocità. “Una storia segnata dalla carità. La vita di un uomo che ama di cuore e intelligenza, con spirito di iniziativa ad ampio ventaglio, sempre in generosità senza limiti”. Così lo presenta Tommaso Sorgi, sociologo, già deputato al Parlamento, nella prefazione al libro. È infatti proprio sullo sfondo delle vicende politiche italiane degli ultimi 40 anni che si muove la figura di Domenico Mangano, un laico appassionato, mosso dal desidero instancabile di coniugare le sfide del Vangelo dentro la quotidianità della famiglia, del lavoro, della politica.(…) La sua genuina ricerca lo aveva reso in grado di cogliere la novità e la preziosità della spiritualità comunitaria nell’incontro con i Focolari: “Trovai un’aria di pace, il sorriso sulla bocca di tutti: – raccontò Domenico – c’erano amministratori comunali come me, ma anche politici di livello molto più in alto del mio. E sorridevano. Io per le preoccupazioni della politica ero sempre arrabbiato “. Lo colpì in particolare la testimonianza di una giovane donna francese, che, senza alcuna preparazione specifica, ma animata dall’amore ai suoi concittadini, seppe risolvere una difficile situazione civica. “Mi accorsi lì – spiegò Domenico – del mio fallimento di politico: lei, senza alcuna esperienza specifica, aveva fatto tanto. La invidiavo di cuore: io che stavo sempre a leggere e studiare, avevo un bilancio personale così povero e non avrei avuto nulla da raccontare di quello che avevo fatto”. Il percorso politico, cominciato nella sua città, porterà, negli anni, Domenico a spendersi nella costruzione del nascente “Movimento politico per l’unità”, espressione dei Focolari, realtà promotrice della fraternità universale, fra uomini politici, fra i partiti, fra le nazioni. Una nuova grave malattia, che lo porterà alla morte in breve tempo, colpì Domenico quando ormai si dedicava a tempo pieno alla costruzione di questo progetto,(…) “Domenico ha saputo vivere con pienezza
– scriverà di lui Chiara Lubich – e ha trasmesso a tanti la sua passione per l’unità, valorizzando ogni momento del vivere quotidiano”. Una biografia che si legge d’un fiato e che ci fa davvero godere della compagnia di Domenico, attraverso un racconto partecipe e vivace.
Dall’articolo di Paolo Crepaz:”Costruire ovunque frammenti di reciprocità” del 21 ottobre 2002
Dic 11, 2017 | Centro internazionale, Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Non un viaggio turistico, quello organizzato dalla Rete internazionale “Dialoghi in Architettura” insieme all’Università di La Salle di Bogotá, ma un’esperienza di vita insieme, conoscendo direttamente i luoghi, il mondo della cultura, delle imprese e delle associazioni. La partenza è da Bogotá, dal Sud della città. Gli sguardi disorientati degli italiani dicono che bisogna “cambiare gli occhi” per trasferirsi col cuore e la mente in questa terra dai forti contrasti e con un diverso rapporto con l’ambiente e il territorio. Oltrepassiamo, a più di 3000 metri, la Cordigliera Orientale raggiungendo il centro di Villanueva, paese coloniale tra le montagne, dove sembra si sia fermato il tempo. Assistiamo ad una esercitazione di evacuazione degli abitanti in caso di terremoto, e la riunione nella piazza del paese che ci dà modo di vivere con tutti questo momento comunitario. Il viaggio riprende su una lunga strada in discesa, contorta, attraverso tunnel che fanno scoprire a tratti il verde intenso delle montagne e la vista di bellissimi panorami. Solo per un momento si vede l’intervento dell’uomo che sta costruendo un ardito ponte di collegamento. Raggiungiamo la porta del Llano, Villavicencio. La temperatura esterna è molto alta, pari al calore della gente che incontriamo. Un maestoso albero ci ripara dalla luce.
Riprendiamo la strada attraversando “el llano”, un’immensa distesa. È una natura disabitata, che contrasta con la megalopoli. Tappa successiva: Yopal, città mai visitata prima, ma subito familiare per l’accoglienza che riceviamo. Visitiamo l’Università Unitrópico, che ha iniziato un percorso interdisciplinare e di architettura sociale. Come in tutti i paesi dell’America Latina, anche in Colombia l’architettura non può essere disgiunta dal sociale e nasce dai rapporti costruiti con le comunità. Nei pressi di Yopal si trova il Campus universitario ‘Utopia’ dell’Università di La Salle. Un’esperienza per i giovani che provengono dalle regioni rurali, vittime di violenza da parte della guerriglia. Coniugando lo studio e il lavoro della terra ottengono un diploma in Scienze Agrarie e la possibilità di iniziare un lavoro. Una concreta esperienza pilota di pace, cui guardare con speranza. Eccoci a metà del viaggio. Dopo un’ottima colazione tipica, ripartiamo per le città coloniali di Monguì, e Tunja, prima capitale della Colombia. Nelle grandiose piazze coloniali, come a Villa de Leyva, si incontrano le popolazioni indigene che ci trasmettono la loro forte identità che oggi si integra bene nelle architetture coloniali. Rientriamo a Bogotá dal Nord. L’impatto è quasi più forte che dal Sud. Attraversiamo la zona più ricca con le sue abitazioni chiuse in recinti di sicurezza. L’esperienza continua con il workshop organizzato dall’Osservatorio Urbano dell’Università La Salle, nel quartiere periferico Altos de Cazucá, dove ci trasferiamo per una settimana, conoscendo da vicino le famiglie, condividendo il cibo e dormendo nelle loro case. L’impatto è molto forte. Siamo insieme a giovani universitari della Germania, di Bogotá e di Yopal. La povertà è altissima ma la solidarietà e i rapporti che esistono ci fanno scoprire l’identità del posto. L’esperienza di lavoro è nuova! Si tratta di completare gli esterni di alcune abitazioni, realizzare degli orti, dipingere alcune facciate, allestire una biblioteca, disegnare dei murales che esprimano la vita di quella comunità. Un’intera famiglia viene simbolicamente rappresentata da uccelli, tra loro anche il figlio ucciso dalla delinquenza locale, un dolore che abbiamo condiviso. Uno dei giovani del quartiere ci dice: «Abbiamo lavorato insieme e abbiamo reso bello il nostro quartiere. Ora si continuerà completando le strade». I loro sguardi si imprimono dentro di noi: grande entusiasmo e nuova speranza ci invadono. Lo scambio interculturale è un vero e proprio arricchimento nel fare architettura insieme. Mettendo a disposizione le sue capacità e conoscenze, l’architetto può contribuire a ricostruire il tessuto sociale realizzando spazi che servano a custodire e far crescere l’identità di un luogo con la sua comunità. (altro…)
Dic 10, 2017 | Focolari nel Mondo
Il 10 dicembre 1948 venne proclamata la Dichiarazione universale dei Diritti umani. Da allora ogni anno, lo stesso giorno, si ricorda tale Dichiarazione, elaborata dalla Commissione per i diritti umani, organo dell’ONU, presieduta all’epoca da Eleanor Roosevelt, moglie del presidente degli Stati Uniti d’America, Franklin D. Roosevelt, per richiamare l’attenzione di tutti sull’importanza e la difesa della dignità della persona. Il documento costituisce una sorta di cesura tra l’epoca precedente al 1948, in cui l’indignazione per le iniquità nel mondo veniva affidata a qualche sporadico intervento, e quella successiva, in cui veniva fermamente riconosciuta, per la prima volta, la necessità di contrastare le diseguaglianze, in tutti gli Stati del mondo. Riconoscendo la validità di tale Carta e applicandone alla lettera i 30 articoli, molti aspetti deviati della nostra società scomparirebbero: schiavitù, tortura, guerra, razzismo, violenza di genere, maltrattamento sui minori, sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo, ma anche depauperamento, abuso e inquinamento delle risorse ambientali. (altro…)
Dic 9, 2017 | Centro internazionale, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Nel mondo moderno, l’obbedienza non è più apprezzata nella sua giusta misura. Il soffio di libertà, di fraternità e di uguaglianza che si è sprigionato dalla rivoluzione francese è entrato ormai nei nostri giornali, nei nostri cortili, nelle nostre case, ed anche nelle nostre parrocchie e nei nostri conventi. (…) Non è raro perciò trovare nel nostro inconscio un larvato senso di diffidenza nei confronti di questa preziosa virtù, quasi che essa sia in contrapposizione alla scoperta evangelica che siamo tutti fratelli in Cristo. (…) L’obbedienza non implica un’abdicazione della propria personalità, un’umiliazione inumana. Essa al contrario ci aiuta ad essere veramente noi, a sviluppare il nostro io, poiché ci inserisce in un contesto sociale che è indispensabile umanamente e divinamente alla vera manifestazione delle nostre capacità. Quando la volontà di colui che è superiore a me legittimamente nel governo civile od ecclesiastico. mi indica quello che devo volere o quello che devo tralasciare, anche se ciò urta con i miei progetti, con il mio modo di pensare, mi eleva sempre ad un piano più vasto e generale, al piano del bene comune. Quella menomazione che provo, quella frizione per il contrasto che v’era, è il contributo necessario a tale mio innalzamento. In quel momento la mia umanità cresce, è più piena. E più mi trovo unito agli altri, più riscopro la mia fratellanza con gli altri. Essa infatti è frutto di comunione. L’obbedienza, lungi dall’essere in contrasto, diventa perciò mezzo indispensabile alla fraternità umana. (…) Molte volte, nel parlare di questa virtù, se ne presentano solo gli aspetti ascetici: quanto progredisce l’anima che rinunzia alla propria volontà, quanto si liberi dalle passioni, ecc. È certamente vero, ma essa ci dà qualcosa di meglio, ci fa partecipi dell’umanità di Cristo misticamente, ci permette di provare nel nostro cuore gli stessi sentimenti di Cristo (cf Fil. 2,5). Maria Santissima è il modello per eccellenza di questa obbedienza interiore. Quando risponde all’angelo: “Ecco la serva del Signore”; quando, per seguire l’editto dell’imperatore romano, si reca a Betlemme; quando “in tutta fretta” segue l’ispirazione di andare ad assistere Elisabetta; quando alle nozze di Cana chiede a Gesù il miracolo; quando sul Calvario dona il Figlio di Dio per stare con Giovanni; quando in mezzo agli apostoli prega in attesa amorosa dello Spirito Santo: la sua vita è un continuo obbedire a Dio solo, obbedendo agli uomini e alle circostanze. E rivivendo in noi Maria, parteciperemo della sua stessa intimità, della sua stessa docilità. Come il focolarino Andrea Ferrari che morente, con il sorriso sulle labbra, a chi lo preparava ad accettare la volontà di Dio, diceva sorridente con un’arguzia che manifestava la sua intima unione: “Abbiamo imparato a riconoscerla sempre, anche nel rosso di un semaforo”. Da: PASQUALE FORESI – Parole di Vita – Città Nuova 1963 – pp 197-8-9-200 (altro…)
Dic 8, 2017 | Chiesa, Dialogo Interreligioso, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo
La pace, il rispetto della dignità e dei diritti di ogni popolo, il dialogo a tutti i livelli sono gli obiettivi altissimi lasciati in eredità ai popoli visitati da Papa Francesco nel suo recente viaggio in Asia. In questi giorni stanno arrivando alcune testimonianze dalla comunità dei Focolari del Myanmar, che insieme ad altre si sono impegnate per curare, sotto vari aspetti, la preparazione e lo svolgimento del viaggio: le traduzioni, il servizio d’ordine, l’assistenza sanitaria, l’orchestra delle celebrazioni. Eccone alcune: «La venuta di Papa Francesco per noi è stata la realizzazione di un sogno. C’è voluto del tempo perché lo stupore si trasformasse in coscienza di quello che stava realmente accadendo». «Le lacrime solcavano le guance degli anziani. Ma anche i giovani, per quanto sia più difficile per loro comprendere la portata dell’evento, ne hanno gioito». I cattolici, una piccola minoranza del Paese, si sono sentiti incoraggiati: «Eravamo un gregge piccolo e isolato. Finalmente abbiamo visto da vicino il nostro pastore. Ora questo popolo non è più ai margini, ma sotto i riflettori del mondo. Finalmente è accaduto qualcosa di cui essere fieri. Il Papa è nel Myanmar». «Non dobbiamo più avere paura di nulla».
Gennie lavora con gli “sfollati interni” (IDP, Internally Displaced Persons), civili costretti a fuggire da persecuzioni che, a differenza dei rifugiati, non hanno attraversato il confine internazionale. Nella maggioranza dei casi, in attesa di una nuova speranza di vita, sono privi di assistenza e protezione. Dopo il passaggio di Papa Francesco, ha scritto: «Oggi questa speranza si è rinnovata. Personalmente, la mia speranza è nell’Amore, e d’ora in poi sarà sempre viva in me». Dalla sua città, Loikaw, capitale del Kayah State, un territorio montuoso nel Myanmar orientale, il 28 novembre scorso è partita alla volta di Yangon, insieme a un gruppo di un centinaio di persone, provenienti dai villaggi più lontani dello Stato. Viaggiavano in 5 mini pullman. «Questo viaggio l’ha organizzato la nostra parrocchia. Vedere il Papa era un sogno per noi. Siamo partiti alle 9 del mattino, ci aspettava un viaggio di 10 ore. Eravamo pieni di entusiasmo, pregavamo e cantavamo. Abbiamo preso una strada più corta, ma impervia, per poter arrivare con largo anticipo. Invece, uno dei pullman ha avuto dei problemi lungo la strada, e abbiamo impiegato tutti circa venti ore per arrivare, in quanto non volevamo lasciare soli i nostri compagni. Ma di questo nessuno si è lamentato».
Sono circa le 5,30 del mattino quando il gruppo arriva al Kyaikkasan Ground di Yangon, dove sta per iniziare la Messa, seguita non solo dalla minoranza cattolica, ma anche da musulmani, buddisti e fedeli di religioni diverse. «Il nostro gruppo non è più potuto entrare, ma abbiamo preso posto vicino a uno degli ingressi. Attraverso il Papa, si sentiva l’amore della Chiesa per i più piccoli. Anche tra la popolazione, non solo tra i cristiani, si percepiva un amore molto forte. L’autista del taxi che abbiamo preso ci ha detto che fin dalle prime ore del mattino trasportava gratuitamente le persone dirette allo stadio, ma anche negli autobus e nei treni si viaggiava gratuitamente». Una giovane buddhista, dopo aver partecipato alla messa, ha scritto «Anche qui mi sono sentita in famiglia. Avverto la pace nel profondo del mio cuore». Ancora Gennie: «Sono sorprendenti i criteri rovesciati di chi devono essere d’ora in poi, per noi, i “vip”: tutto ricorda il Magnificat …ha innalzato gli umili, ha ricolmato di beni gli affamati».
Per questa esperienza «dobbiamo ringraziare tutti, gli Yangoniani, sempre pazienti con la folla, quelli che hanno preparato questo evento, ma soprattutto il Santo Padre che ha deciso di venire in un paese così lontano. Un’alba nuova per il Myanmar». Valentina è medico. Insieme ai medici del servizio sanitario ha prestato un’assistenza pressoché ininterrotta: «Un’occasione che ci ha messo tutti insieme, senza confini. Noi medici, cattolici e non, eravamo tutti molto stanchi, ma abbiamo ricevuto una “grazia”, quella di riuscire ad amare senza smettere mai». Jerome, invece, ha lavorato come traduttore: «Per me è stato particolarmente bello vedere i giovani in attesa fin dal primo mattino davanti alla cattedrale di Saint Mary, a Yangon. Al termine della messa il Papa si è rivolto a noi, con un grande incoraggiamento a lavorare per la pace. Ora mi sento chiamato a una maggior generosità, a essere coraggioso e gioioso, come ci ha chiesto». (altro…)
Dic 8, 2017 | Focolari nel Mondo
Si celebra oggi, 8 dicembre, una delle feste più sentite e popolari dedicate dalla Chiesa cattolica a Maria: l’Immacolata Concezione. La festa ricorre nel giorno in cui, nel 1854, papa Pio IX, con la bolla “Ineffabilis Deus”, sancì come la Vergine Maria, “per singolare grazia e privilegio”, sia stata preservata da quella comune eredità del genere umano, che è la colpa originale, fin dal primo istante del suo concepimento. Tale formulazione, segue a una lunga serie di dispute teologiche intorno alla nascita della madre di Gesù. In Oriente fin dal VI secolo d. C. si celebrava una festa della concezione di Maria, diffusa in Occidente a partire dal X secolo. La solennità dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria si inserisce nel contesto dell’Avvento e del Natale, congiungendo l’attesa della nascita di Cristo con la memoria della Madre. (altro…)
Dic 7, 2017 | Chiara Lubich, Focolari nel Mondo, Spiritualità
“Io credo che Dio può e vuole far nascere il bene da ogni cosa, anche dalla più malvagia”. Così si esprimeva Dietrich Bonhoeffer alla fine del 1942, in piena guerra mondiale. Nel momento più crudo e terribile che la storia del Novecento abbia conosciuto, nel fare un bilancio in vista dell’anno 1943, questo grande testimone riesce ancora a sperare al di là di ogni speranza, a credere con fede ferma e certa nell’agire provvidenziale di Dio nella storia. La lotta tra il bene e il male, il peccato e la grazia attraverso la storia. È questo il contesto storico che fa da sfondo alla nascita del Movimento dei Focolari, per la cui edificazione venne posta la prima pietra a Trento proprio nel 1943, il 7 dicembre, con il dono fatto a Dio della propria vita da una giovane ventitreenne: Silvia Lubich, che come terziaria francescana aveva preso il nome di Chiara. Quel giorno perfino le condizioni meteorologiche sembravano rendere più stringente il contrasto, come emerge dal racconto che la Lubich fa del suo andare, alla mattina all’alba, verso il collegio dei cappuccini, alla cerimonia privata durante la quale si sarebbe consacrata a Dio per sempre: “Una bufera infuriava, così che dovetti farmi strada spingendo l’ombrello avanti. Anche questo non era senza significato. Mi pareva esprimesse che l’atto che stavo facendo avrebbe trovato ostacoli. Quella furia di acqua e di vento contrario mi sembrava simbolo di qualcuno d’avverso. Arrivata al collegio: cambio di scena. Un enorme portone si apre da solo automaticamente. Senso di sollievo e di accoglienza, quasi braccia spalancate di quel Dio che mi attendeva”. Tale “cambio di scena” ha un riflesso nella vita. La pienezza e la sacralità di quell’atto avvenuto nel nascondimento e nella povertà (tre garofani rossi sono l’unico segno esterno di festa) sono nell’anima di Chiara Lubich più sonore dell’atrocità della guerra che rimane come sfondo, quasi “cornice di un quadro”. La realtà più vera per lei è quanto Dio, riscoperto come Amore, va edificando. “C’era un ideale, uno solo, che non sarebbe venuto meno mai, nemmeno colla nostra morte. Era Dio. Ed a Dio ci attaccammo con tutte le forze dell’anima. Non aderimmo a Lui perché nulla c’era rimasto, ma perché una Forza in noi ci rendeva felici di averLo trovato nella vita come l’unico Tutto, l’unico Eterno, l’unico degno d’esser amato perché non passa, l’unico dunque, che avrebbe saziato le esigenze del nostro cuore. Già da parecchi anni facevamo la S. Comunione quotidiana e credevamo, perché appartenenti alle varie associazioni cattoliche, d’esser buone cristiane. Solo quando Iddio ci tolse ogni cosa per darSi, Lui solo, a noi, comprendemmo per la prima volta il primo Comandamento di Dio:“Amami con tutto il cuore, con tutta la mente…”. Lo capimmo perché solo allora veramente sentivamo di doverLo amare così, con totalitarietà di mente, di cuore, di forze, per non ingannarci”. Lucia Abignente, “Qui c’è il dito di Dio”, Città Nuova, Roma, 2017, pp. 25-26. (altro…)
Dic 6, 2017 | Focolari nel Mondo
Nel 2005, in occasione di un convegno internazionale di studiosi delle scienze sociali, Chiara Lubich diceva: “L’amore fraterno stabilisce ovunque rapporti sociali positivi, atti a rendere il consorzio umano più solidale, più giusto, più felice”. Da quell’anno è andato sviluppandosi un ricco dibattito promosso da “Social-One, scienze sociali in dialogo“, che coinvolge accademici, professionisti del servizio sociale, rappresentanti delle istituzioni pubbliche, con il fine di adottare il concetto di amore come categoria di analisi del sociale e strumento di intervento. Con questo spirito, tra l’11 e il 14 dicembre si terrà presso la Cittadella Santa Maria Igarassu, in Brasile, la summer school internazionale dal titolo: “Agire agapico e realtà sociale: Immaginazione sociologica per promuovere sviluppo, per costruire futuro“. L’evento è organizzato da Social-One in partnership con il Dipartimento di Sociologia dell’Università Federal de Pernambuco e il Centro Universitário Tabosa de Almeida. Un denso programma di conferenze e workshop coinvolgerà partecipanti provenienti dall’Europa e dall’America Latina, in un dialogo continuo sui temi delle disuguaglianze, del dono, della fraternità e dell’amore al servizio dell’inclusione sociale. Sul sito tutti i dettagli sulla scuola e il programma. pdf School Programme pdf Call for scholarships pdf Presentation, application form and call for abstract Email contact: info@social-one.org (altro…)
Dic 6, 2017 | Focolari nel Mondo, Spiritualità
Non rivale, ma figlia A lungo avevo vissuto momenti molto difficili nel rapporto con mio marito Martin a causa di mia suocera. Lei non riusciva a staccarsi dal figlio e mi considerava come colei che le aveva rubato il suo affetto. Stavo lì lì per lasciare mio marito, la casa e i figli, quando mi è arrivata la Parola di Vita del mese. Quel commento mi veniva inviato puntualmente da amici, ma io non lo leggevo mai, malgrado mi ritenessi cristiana. Ma ero così a terra che Dio mi pareva lontano. Quella volta invece l’ho letta, e fin dalla prima frase l’ho sentita rivolta a me. Tra le lacrime, ho implorato l’aiuto di Dio. Giorni dopo, Martin e io abbiamo partecipato, come ultimo tentativo, a un incontro di famiglie. Nel clima di apertura che si era stabilito, abbiamo trovato la forza per pronunciare il nostro nuovo «Sì». È stata la svolta della mi vita. Sempre col sostegno delle altre coppie, sono riuscita a conquistare l’affetto di mia suocera. Col tempo ha cominciato a non considerarmi più come rivale, ma come figlia. Quando si è ammalata, l’ho assistita con amore e dedizione, preparandola all’incontro col Padre. (Lucero – Colombia) Provvidenza La mattina del 24 dicembre ero stato al mercato per acquistare il cibo per il cenone di Natale. Alle bevande non avevo però ancora provveduto. Tornato a casa, ho trovato una lettera, era di alcuni conoscenti che mi chiedevano un prestito. Corrispondeva al denaro per le bibite. Mi sono consultato con Giselle e abbiamo risposto: «Ve lo inviamo in regalo, non vi preoccupate di restituircelo!». Anche con acqua fresca, abbiamo trascorso una meravigliosa serata tra canti e musica. Giorni dopo, ci è arrivata inaspettata una somma superiore a quella di cui ci eravano privati. (G.P. – Kenia) In stazione Stavo per recarmi da mia figlia, che abita in un’altra città, ma arrivata in stazione mi sono accorta che, per essermi fermata ad accogliere una persona, la possibilità di usufruire di uno sconto per anziani era scaduta. Pensando però che valeva di più aver fatto un atto d’amore che una riduzione sul biglietto, ho ritrovato la serenità. Senonché, mentre ero allo sportello, l’impiegato mi ha detto che quel giorno, e solo per quel giorno, era previsto un prezzo ridotto unico per tutte le destinazioni. Lo sconto era più del doppio di quello a cui mi avrebbe dato diritto la tessera. (G.M. – Italia) Il rischio Talvolta uno dei nostri figli invitava a dormire a casa nostra un amico, un tipo poco affidabile. Mio marito e io, davanti a questa situzione, abbiamo deciso di interessarci a lui, e abbiamo scoperto che aveva lasciato la sua famiglia, soffriva di depressione e, oltre a bere, faceva uso di droga, e che l’aveva offerta anche a nostro figlio. Nonostante la paura difronte a questo rischio, abbiamo cercato di amarlo, come ci insegna il Vangelo. Un giorno ci ha confidato che aveva smesso di drogarsi e che adesso voleva vivere come noi. «La vostra vita ha un senso» ci ha detto. Col tempo, oltre a farlo curare, abbiamo contattato i suoi genitori che hanno cominciato a prendersi più cura di lui. (C.A. – Brasile) (altro…)
Dic 5, 2017 | Cultura
Al momento della sua dipartita per il Cielo è risuonato con forza un pensiero che anni fa Chiara Lubich (1920-2008) fondatrice del Movimento dei Focolari aveva avvertito ricorrente dentro di sé: “Lascia a chi ti segue solo il Vangelo”, quel Vangelo che per tutta la sua vita ha sviscerato nella prospettiva dell’unità, quella del testamento di Gesù: “Che tutti siano uno” (Gv 17, 21). Il libro vuol essere un contributo, frutto del suo carisma, all’attuale riflessione della Chiesa sulla Parola di Dio, e insieme un dono all’intera comunità cristiana, in occasione del prossimo Sinodo dei Vescovi (“La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”, ottobre 2008). Si tratta di cinque conversazioni nelle quali la Lubich espone la sua esperienza personale a contatto con la Parola di Dio, evidenzia la convergenza tra i carismi dei movimenti ecclesiali e la “nuova evangelizzazione” prospettata da Giovanni Paolo II, traccia le linee guida di un’efficace evangelizzazione dei figli. Città Nuova Editrice
Dic 5, 2017 | Cultura, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
https://vimeo.com/243680788 (altro…)
Dic 4, 2017 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
Masaka, Kampala, Entebbe, il grande Lago Vittoria. È la geografia degli spostamenti di Henry nella sua Uganda, la “perla d’Africa”. Dal villaggio natio agli studi di Economia all’Università della capitale, fino alle sponde del lago più grande del continente. Così vasto da contenere più di tremila isole. Da qui sgorgano le acque del Nilo Bianco che confluiscono nel fiume africano più lungo, il Nilo. Tutto ha dimensioni grandiose in Uganda: i parchi, le foreste impenetrabili, le riserve naturali. Anche i sogni di Henry sono grandi. «A Masaka, dove frequentavo l’Università, avevo notato che la gente non aveva più il tempo per cucinare». Per risolvere questo problema Henry progetta e avvia una azienda per la produzione di prodotti a base di carne e pesce. A soli 24 anni, insieme ad altri due coetanei, Henry fonda, a Entebbe, la “Sseruh Food Processing Company Ltd”. Dall’altra parte del mondo, in Argentina, un altro imprenditore, Gonzalo Perrin, già da qualche anno ha avviato un’azienda, la “Pasticcino”, che produce biscotti per diverse catene di caffetterie e torrefazioni di caffè. Spinto dallo spirito dell’Economia di Comunione, Gonzalo si è trasferito nel Polo “Solidaridad” della cittadella “Mariapoli Lia”, promuovendo, con la sua attività, una cultura improntata ai valori della reciprocità, dell’attenzione alle persone svantaggiate e all’ambiente.

Henry Sserugo con Gonzalo Perrin
Sono passati due anni da quando, nel giugno 2015, Gonzalo era andato a Masaka, in occasione di una visita alla comunità africana. Henry, all’epoca studente ventiduenne, era ancora un imprenditore “in erba”. Ma Gonzalo aveva intuito che il suo progetto aveva in sé tutte le componenti per trasformarsi in un buon business: l’idea, l’attenzione per i dettagli, la qualità del prodotto. Quello che più stupiva Gonzalo era il progetto di packaging, realizzato con materiali semplici, ma con la creatività e responsabilità di chi ha l’impresa nel sangue. Erano bastati pochi minuti per diventare amici. «Non dimenticherò mai la visita al villaggio di Henry – ricorda Gonzalo –. Il calore e l’allegria della sua gente, la meravigliosa accoglienza con il suono dei tamburi che avevano preparato per la nostra piccola delegazione di amici argentini; e l’abbraccio, perché il vero incontro avviene con l’abbraccio». Per sigillare quell’incontro Gonzalo si era sfilato la sciarpa e l’aveva annodata al collo di Harry: «Quando avrai finito gli studi, ti aspetto in Argentina». 
I prodotti della ditta Sseruh Food Processing Company Ltd
Quel momento è arrivato. L’estate scorsa Henry ha raggiunto Gonzalo. Racconta: «Dopo aver affrontato tutti gli ostacoli per ottenere il visto, finalmente sono salito su un aereo. Dopo un viaggio di 21 ore, all’aeroporto di Ezeiza, alle 3.30 di una fredda notte d’inverno, ho trovato il mio amico Gonzalo ad aspettarmi». Un’opportunità unica per Henry, che segue Gonzalo nelle riunioni con i clienti e nelle diverse fasi di lavoro. «Come imprenditore, ho conosciuto molti aspetti dell’industria alimentare e ho potuto toccare con mano i sacrifici necessari per fare impresa con un movente ideale». Il ragazzo ugandese in Argentina scopre l’asado – “presente in tutte le occasioni d’incontro con ciascuna famiglia” –, il mate – “molto vicino ai riti sociali della cultura africana, in particolare nella zona di Bugana, dove i grani di caffè si condividono come segno di unità” -, il tipico saluto hola – “per me quasi un segno di pace” – e anche l’esperienza dell’inverno – “neanche immaginavo esistesse un freddo del genere!”. Ora Henry è tornato in Uganda: «Ho progettato di affiancare all’azienda la costruzione di stagni per assicurare una fornitura costante di pesce fresco, e chissà, magari di esportarli anche fuori dall’Uganda e dall’Africa. Molti giovani africani preferiscono essere lavoratori dipendenti. Ma quelli che scelgono la strada dell’imprenditoria lavorano con passione e questo fa la differenza». L’amicizia e collaborazione tra le due imprese continua. Da continenti lontani, ma sulle sponde dello stesso Oceano. Fonte: Economia di Comunione online (altro…)
Dic 3, 2017 | Focolari nel Mondo
Si celebra ogni anno il 3 dicembre la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, istituita nel 1981, Anno internazionale delle Persone Disabili, allo scopo di incentivare e promuovere una più diffusa e approfondita conoscenza sui temi legati alla disabilità, sostenere la piena inclusione in ogni ambito della vita e allontanare ogni forma di discriminazione e violenza. Dal luglio 1993, il 3 dicembre è diventato anche Giornata Europea delle Persone con Disabilità, su iniziativa della Commissione Europea e in accordo con le Nazioni Unite. Per celebrare la Giornata, in molti Paesi vi saranno manifestazioni in diversi ambiti della vita sociale: dalla scuola al mondo del lavoro, dalla progettazione urbanistica allo sviluppo di nuove tecnologie di ausilio, dal turismo accessibile al sostegno agli anziani. (altro…)
Dic 2, 2017 | Focolari nel Mondo
Sarà Dublino, la capitale dell’Irlanda, ad ospitare il IX Incontro Mondiale delle Famiglie, iniziativa inaugurata da S. Giovanni Paolo II nel 1994 e da allora riproposta a cadenza triennale in differenti sedi internazionali. Il tema scelto per Dublino è “Il Vangelo della famiglia: gioia per il mondo”. Grande è l’attesa delle famiglie e di quanti si occupano di “famiglia”, per questo evento che, a partire dai due recenti Sinodi sulla famiglia (2014-15) e dall’Esortazione apostolica di papa Francesco Amoris Laetitia (2016), metterà in luce la famiglia cristiana e il suo specifico dono di essere “gioia per il mondo” e luce nelle sfide poste dalla contemporaneità. All’evento, promosso dal nuovo Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, collaborano anche Alberto e Anna Friso dei Focolari. Ma chi con grande passione ne porta avanti i lavori è la diocesi ospitante che già da tempo ha messo in moto una poderosa macchina organizzativa per l’elaborazione del programma, la logistica, le catechesi preparatorie, l’accoglienza. Piene di entusiasmo anche le ‘famiglie nuove’ irlandesi che hanno dato disponibilità a tutto campo per collaborare con la squadra organizzativa creata ad hoc dalla diocesi. E che in quei giorni saranno felici di accogliere nella loro terra il maggior numero possibile di ‘famiglie nuove’ del mondo, per vivere insieme momenti indimenticabili di approfondimenti, di comunione e di festa. Sito ufficiale Programma Per info e iscrizioni (altro…)
Dic 2, 2017 | Centro internazionale, Spiritualità
Essendo dai più il Natale considerato come una grande festa tra le tante, più sontuosa che sacra, è bene tornare su alcuni degli aspetti tematici di questo evento, da cui la storia del mondo fu tagliata in due sezioni, una di prima, l’altra di dopo. Data l’importanza infinita di tale evento, uno se lo sarebbe aspettato tra pompe, trionfi, suoni e spari, con manifestazioni di potenza e afflusso di milioni di curiosi. C’è un contrasto abissale tra la nascita di un potente della terra, quale la sognava e realizzava il mondo antico, e la nascita oscura, ignorata di Gesù; un contrasto che già caratterizza l’originalità infinita di un Cristo-re che nasce da una povera donna, in una stalla. Non risulta davvero un Dio e neppure il più fastoso degli uomini, ma l’ultimo di essi, messo subito sul livello della degradazione più paurosa. Si presenta sullo strato socialmente più basso, per mettersi subito in grado di poter vedere da terra tutti gli esseri umani, di poter vedere con gli occhi dei miserabili. L’inizio della sua rivoluzione non prevede la superbia, ma l’umiltà per trarre al cielo i figli di Dio, a cominciare da quelli che mangiavano e dormivano sul terriccio: gli schiavi, i senza lavoro, i forestieri: la feccia. Nasce con quell’infante la libertà e l’amore: la sua libertà è libertà di amore. Questa la scoperta immensa. L’amore universale da lui insegnato mira a disperdere un sistema di convivenza fatto in gran parte di prepotere politico, di abuso di autorità, di usura oziosa, di disprezzo del lavoro, di degradazione della donna, d’invidia corrosiva. Logicamente per le persone innestate in tal sistema quell’annunzio è una follia: roba da galera e da patibolo. Beati i poveri e quelli che si fanno poveri per aiutare i miseri… Figurarsi le furie di costoro per i quali il denaro era il bene sommo… «Fu detto agli antichi: non ucciderai. Ma io vi dico: chiunque si adira contro il suo fratello sarà passibile di giudizio…». La massima apparve e appare tuttora lesiva dell’onore degli armigeri e delle industrie belliche; mentre non odiarsi col fratello equivale a por fine a risse, fazioni, violenze. La massima renderebbe la società una coabitazione pacifica, dove invece di urlare e sparare, la gente riderebbe e mangerebbe. La vita, nella pace, consentirebbe di fare di ogni giorno un Natale. E questa è la rivoluzione di Cristo: farci rinascere continuamente contro la maledizione della morte. Perciò il massimo comandamento è di amare l’uomo; che è come amare Dio. Amare l’altro fino a dare la vita per lui. Questo in breve il significato del Natale: revisione del passato, fine delle guerre, delle passioni turpi, dell’avarizia; inizio dell’amore universale, che non ammette divisioni di razza, casta, classe, politica… Con la sua vita e la sua morte Gesù predica e insegna la vita. Perciò il Natale si può celebrare anche col panettone, se aiuta a suscitar l’amore; ma si celebra soprattutto con la riconciliazione, che mette fine alle malattie dello spirito e dà salute. Si celebra in gratitudine al Signore e a Maria, che han patito per insegnarci e aiutarci a metter fine al nostro patire. Igino Giordani, Il Natale come rivoluzione, Città Nuova, Roma 1974, n.24, p.18 (altro…)
Dic 1, 2017 | Focolari nel Mondo
La Giornata si svolgerà presso il Palazzo della Cancelleria, Sala dei Cento Giorni Programma Si richiede l’iscrizione entro il 31 dicembre 2017 Per iscrizioni e informazioni: Segreteria della Giornata 06.94798355
Dic 1, 2017 | Focolari nel Mondo, Senza categoria
Coming Soon! Trinity and Creation, Humanity and Society About this Book This work is based entirely on articles published in Claritas: Journal of Dialogue and Culture. The inspiring spark for Claritas is the life and thought, dialogues and initiatives of the Focolare Movement which has as its basis the work and writings of Chiara Lubich, founder of the Focolare. Claritas has a special interest in her experience of unity, particularly from a period beginning in 1949, referred to as Paradise 49. This book contains 30 articles published over a 5-year period covering topics such as Entry into the Mystical Experience of Chiara Lubich, The Pact, Theological Implications of Paradise ’49, Paradise ’49 and the Letter to the Ephesians, The Human Person in Light of the Trinity, Humanity as Brothers and Sisters in Light of the Trinity, Spiritual Foundations for Interreligious Dialogue. Enquiries: New City Press (NY)
Dic 1, 2017 | Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
Era un “graphic artist”, Noel, dal segno inconfondibile. Una predilezione per Michelangelo, Van Gogh, Gaudì. Un talento precoce per il disegno a mano libera. La creazione di uno stile moderno, personale, basato sulla conoscenza dei grandi maestri del passato. Emmanuel, per tutti Noel, lavorava fianco a fianco con i giovani della sua città, prestando la solarità, inventiva e creatività di cui era dotato alla preparazione del Genfest 2018 che radunerà a Manila 10.000 giovani da ogni parte del mondo. Il 2 settembre scorso, per una improvvisa complicanza delle apnee notturne di cui soffriva, si è addormentato e non si è più risvegliato. Più che un adulto, era considerato un coetaneo dai ragazzi e dai giovani del Movimento dei Focolari nelle Filippine, che ora, raccogliendone l’eredità, contano sul suo aiuto per continuare. Grace, Paul, Lela, Paula, Edith e altri suoi amici ci hanno scritto, raccontando chi era, per tutti, Noel. «Donava se stesso senza risparmiarsi e senza aspettarsi niente in cambio. In moto fin da piccolo: a due anni, arrivato per la prima volta in Mariapoli, correva e si arrampicava sulle pareti anche durante gli incontri. Di indole generosa, a sei anni aveva regalato un paio di scarpette appena acquistate per una raccolta di indumenti, organizzata dopo che un terribile incendio aveva devastato la zona. Alla richiesta di spiegazioni: “Ho visto Gesù in quelle persone”, risponde. Durante i primi anni di scuola, Noel incontra parecchie difficoltà. Quando un medico ne scopre la causa, un problema alla vista, confessa candidamente che non ne aveva mai parlato prima ai genitori per non farli preoccupare. La famiglia, in seguito, si trasferisce in un altro paese, e Noel con suo fratello attacca un cartello sulla porta principale, “Amici cercasi”, e comincia a bussare ai vicini, senza tuttavia costringere nessuno. Divenuto adulto, Noel è molto apprezzato dai suoi colleghi e datori di lavoro. Spontaneo e socievole, ma anche affidabile e preciso, rispettoso dei tempi di consegna. Gli viene perdonato se, a causa del disturbo di cui soffre nelle ore notturne, si addormenta talvolta all’improvviso, rovesciando il caffè sulla tastiera del pc. Condivide sui social le sue opere e una di queste è esposta al Cafè Mediterranean di Manila. Per le iniziative dei giovani dei Focolari è sempre disponibile. Tutte le volte che serve un disegno o un progetto, mette il suo talento a disposizione. Fin da ragazzo è il batterista di un complesso gen. Non certo il miglior batterista sulla piazza, ma quando c’è lui la band non si preoccupa troppo di raggiungere la perfezione, ma di suonare con il cuore. Agnes, una componente della band, ricorda che per lui era importante “l’insieme”, non tanto mettersi in mostra. La stessa attenzione pone anche nei rapporti con le persone. Nel 2004 Noel arriva a Loppiano (Italia) per una scuola gen. È uno dei pochi ad avere la patente e si mette alla guida per tutti, in caso di necessità, anche la sera, dopo una giornata di lavoro. Per molti giovani, ritornato nel suo Paese, diventa un punto di riferimento, una famiglia. Consapevolmente o no, è per loro uno stimolo a non mollare, a perseverare, a sperare, a seguire solo Dio. “Nell’amore occorre dare tutto, specie quando ti viene data la possibilità di farlo”, afferma spesso. Noel è sempre accanto alla mamma, protettivo con le sorelle, vicino al fratello anche quando si trasferisce all’estero. Non vuole che ci siano persone infelici intorno a lui. Un amico, un maestro, un gigante gentile. Una persona che ha lasciato il segno. Questo è Noel per noi. Aveva 38 anni, ma non voleva invecchiare. Ora sarà giovane per sempre». (altro…)
Nov 30, 2017 | Focolari nel Mondo
Nella capitale austriaca si sono riuniti, il 9 novembre scorso, per il loro Congresso annuale, 130 appartenenti a 44 Movimenti, Comunità e Associazioni appartenenti alla rete ecumenica Insieme per l’Europa (IpE). Interventi e intensi scambi di idee, con momenti di preghiera, hanno caratterizzato il programma del Congresso. P. Heinrich Walter (Schönstatt), Gérard Testard (Comunità Efesia, Francia), Gerhard Pross (CVJM/YMCA, Esslingen) hanno parlato della storia di Insieme per l’Europa, della situazione attuale e delle prossime sfide: “Noi diciamo SÌ ad un’Europa alla quale, nel corso della storia, Dio ha affidato una vocazione: l’insieme di cielo e terra, l’insieme di fede e progetto sul mondo, perché nel Crocifisso il cielo e la terra si incontrano”. Pál Toth (Movimento dei Focolari, Ungheria), esperto in scienze della comunicazione, ha evidenziato alcune differenze tra i Paesi dell’Est e dell’Ovest, lanciando a conclusione una sfida: “Insieme per l’Europa potrebbe svilupparsi sempre più come una piattaforma di dialogo e persino come una scuola di dialogo intraeuropeo”. Tra le proposte, quella di evidenziare il 9 maggio, considerato in molti Paesi come la Giornata dell’Europa, per diffondere con azioni locali il messaggio di Insieme. www.together4europe.org twitter.com/together4europe (altro…)
Nov 30, 2017 | Chiesa, Cultura, Dialogo Interreligioso, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
Giunge inattesa la benedizione di papa Francesco agli abitanti della Mariapoli Victoria, una piccola oasi di pace nella città di Man, in Costa d’Avorio, che nei giorni scorsi ha celebrato il Giubileo d’argento. Con un “grazie per l’opera di Evangelizzazione compiuta in questo luogo” Francesco invita a “perseverare coraggiosamente nel servizio dell’unità e della concordia tra gli uomini”, e a proseguire “sul cammino di una fraternità sempre più universale”. Di episodi di fraternità, questo luogo è costellato, a partire dai giorni – passati alla storia – della guerra civile (2002-2003) quando gli abitanti – anche bianchi ed europei, gente di cui si poteva diffidare – hanno deciso di restare, nonostante le autorità invitassero gli stranieri a lasciare il Paese. La testimonianza è stata quella di amare fino alla fine, di aprire le porte per proteggere le persone – 3500 ne sono passate in quei mesi – senza guardare se fossero musulmani o cristiani. Gente che ha rischiato la vita, come Salvatore, Rino, Charles, messi al muro, pronti ad essere uccisi: “Non vi resta che pregare!”, gli hanno detto. Ma se la sono cavata. Adesso la città e il Paese hanno voltato pagina, anche se non c’è una piena riconciliazione politica.
Ma la Mariapoli Victoria non è soltanto l’oasi di pace nel tempo della guerra. È un laboratorio sociale. Con i tre giorni di festa (17-19 novembre) per celebrare i 25 anni, si è voluto dar spazio non solo ai discorsi – e lì il rito è imprescindibile – ma ai fatti. La visita alle attività della cittadella è stato infatti il primo degli appuntamenti in programma: a gruppi gli ospiti hanno visitato il Centro Medico Sociale – nato come un dispensario e negli anni progressivamente rinnovato e ingrandito, con servizi ambulatoriali in day hospital, un dentista, un fisioterapista -, il centro nutrizionale – dove si contrasta la piaga della malnutrizione infantile e si insegnano alle mamme i principi della corretta alimentazione -, il centro informatico – che da semplice internet point è diventato punto di alfabetizzazione informatica e di corsi sempre più specializzanti nell’ambito della comunicazione – e ancora le altre attività imprenditoriali come la falegnameria e la tipografia. In preparazione al 25°, e per coinvolgere la fascia dei teen agers, si è svolto nei mesi precedenti un torneo di calcio – sport molto amato anche da quelle parti – all’insegna della fraternità e del fair play. Non è scontato: infatti due squadre sono state eliminate nel corso della gara. Domenica 19 finalmente la premiazione della squadra vincitrice, non solo per i gol segnati, ma per i punti fair-play acquisiti.
Simbolica a riguardo, l’inaugurazione di una stele nella “Piazza della Fraternità Universale” con un grande dado della pace ben visibile anche da lontano e che riassume l’identità della cittadella, dove la dimensione del rispetto e dell’amore per l’altro vuole trasferirsi in tutti gli aspetti del vivere: dal lavoro allo sport, dalla religione alla famiglia. Celebrazioni ufficiali poi alla parrocchia di S. Maria di Doyagouiné – Maria Regina dell’Africa – affidata ai Focolari fin dagli anni ‘70, molto prima della nascita della cittadella. Presenti, oltre al nunzio apostolico in Costa d’Avorio mons. Joseph Spiteri e al vescovo di Man, Gaspar Bebi Gneba, anche numerose autorità civili: il viceprefetto di Man, madame Djerehe Claude e l’ex ministro Mabri Toikeusse, che è anche presidente della camera regionale e il Re dei Capi tradizionali del Tonpki, Gué Pascal. Hanno espresso la riconoscenza della autorità ivoriane per l’assistenza alla popolazione durante la crisi e in generale per l’azione dei Focolari verso le popolazioni vulnerabili. E anche l’ambasciatore italiano Stefano Lo Savio ha voluto essere presente con un caloroso messaggio. Adesso si guarda avanti. Tre sono le parole chiave a fare da guida nel percorso: accoglienza, formazione, attenzione ai poveri. E alcune piste sono tracciate: con i giovani la musica e lo sport; il rilancio dell’accoglienza per gruppi, insegnanti, famiglie, persone di passaggio che possano fare un’esperienza in loco di una o più settimane; le attività di formazione spirituale e professionale con i vari seminari per imprenditori, giornalisti. Mentre la cittadella si avvia a diventare un centro di formazione globale. Maria Chiara De Lorenzo (altro…)
Nov 29, 2017 | Parola di Vita, Spiritualità
Una giovane donna, nella sua casa della Palestina, in una anonima periferia del potente impero romano, riceve una visita inaspettata e sconvolgente: un messaggero di Dio le porta un invito e aspetta una sua risposta. “Rallegrati!” le dice l’Angelo salutandola; poi le rivela l’amore gratuito di Dio per lei e le chiede di collaborare al compimento del Suo disegno sull’umanità. Maria accoglie, nello stupore e nella gioia, il dono di questo incontro personale con il Signore e si dona totalmente a sua volta a questo progetto ancora sconosciuto, per la piena fiducia che ripone nell’amore di Dio. Con il suo “Eccomi!” generoso e totale, Maria si mette con decisione al servizio di Lui e degli uomini indicando a tutti, col suo esempio, un modo luminoso di adesione alla volontà di Dio. “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola” Meditando su questa frase del Vangelo, Chiara Lubich ha scritto: “Per adempiere i suoi disegni Dio ha bisogno solo di persone che si consegnino a Lui con tutta l’umiltà e la disponibilità d’una serva. Maria – vera rappresentante dell’umanità di cui assume il destino – con questo atteggiamento lascia a Dio tutto lo spazio per la sua attività creatrice. Ma, siccome «servo del Signore» oltre che un’espressione d’umiltà, era anche un titolo di nobiltà, che veniva attribuito ai grandi servitori della storia della salvezza, come Abramo, Mosè, Davide e i Profeti, Maria con queste parole afferma tutta la sua grandezza”.[1] “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola” Anche noi possiamo scoprire la presenza di Dio nella nostra vita ed ascoltare quella “parola” che rivolge a noi, per invitarci a realizzare nella storia, qui e adesso, un tassello del Suo disegno d’amore. La nostra fragilità ed un senso di inadeguatezza potrebbero bloccarci. Facciamo nostra, allora, la parola dell’Angelo: “Nulla è impossibile a Dio”[2] e diamo fiducia alla Sua potenza più che alle nostre forze. E’ un’esperienza che ci libera dai condizionamenti e dalla presunzione di bastare a noi stessi, fa emergere le nostre migliori energie e le risorse che non pensavamo di avere e ci rende finalmente capaci di amare a nostra volta. Racconta una coppia di sposi: “Fin dall’inizio del nostro matrimonio, abbiamo aperto la nostra casa ai familiari dei bambini ricoverati negli ospedali della nostra città. Sono passate da casa nostra oltre cento famiglie, ma abbiamo sempre cercato di essere famiglia per loro. Spesso la Provvidenza ci ha aiutato a sostenere anche economicamente questa accoglienza, ma doveva arrivare prima la nostra disponibilità; ultimamente abbiamo ricevuto una somma di denaro ed abbiamo pensato di tenerla da parte, sicuri che sarebbe stata utile per qualcuno. Infatti, poco dopo è arrivata un’altra richiesta. E’ tutto un gioco d’amore con Dio e noi dobbiamo solo essere docili e stare al gioco”. “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola” Per vivere questa frase del Vangelo, può aiutarci il suggerimento di Chiara di accogliere la Parola di Dio come ha fatto Maria: “ … con totale disponibilità, sapendo che non è parola d’uomo. Essendo Parola di Dio, contiene in sé una presenza di Cristo. Accogli dunque Cristo in te nella sua Parola. E con attivissima prontezza mettila in pratica, momento per momento. Se così farai, il mondo rivedrà Cristo passare per le vie delle nostre moderne città, Cristo in te, vestito come tutti, che lavora negli uffici, nelle scuole, nei più vari ambienti, in mezzo a tutti.”[3] In questo periodo di preparazione al Natale, cerchiamo anche noi, come ha fatto Maria, un po’ di tempo per stare a “tu per tu” con il Signore, magari leggendo una pagina del Vangelo. Proviamo a riconoscere la Sua voce nella nostra coscienza, illuminata così dalla Parola e resa sensibile alle necessità dei fratelli che incontriamo. Chiediamoci: in che modo posso essere una presenza di Gesù oggi, per contribuire, lì dove vivo, a fare della convivenza umana una famiglia? L’ “eccomi” con cui risponderemo permetterà a Dio di seminare pace intorno a noi e di far crescere la gioia nel nostro cuore. Letizia Magri ______________________________________________ [1] Cfr. Chiara Lubich , Non perdere l’occasione, Citta Nuova, 25, [1981], 22, p. 40. [2] Cfr. Lc 1,37 [3] Cfr. Chiara Lubich , Non perdere l’occasione, Citta Nuova, 25, [1981], 22, pp. 40-41. (altro…)
Nov 29, 2017 | Chiara Lubich, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità
https://vimeo.com/243121307 (altro…)
Nov 28, 2017 | Cultura
C’è un limite alla manipolazione genetica? Con le recenti tecniche di manipolazione genetica si annuncia una rivoluzione copernicana nella lotta alle malattie genetiche. Si potrà scoprire la predisposizione di un embrione ad alcune malattie ed evitare che insorgano con interventi prima della nascita. Ma le sfide etiche sono enormi: chi decide quali vite sono degne di essere vissute e quali no? Si potrà anche modificare l’evoluzione umana. C’è un limite al potenziamento (enhancement) fisico e cognitivo dell’uomo?
LA COLLANA – Dossier di approfondimento e dialogo su temi di attualità, per conoscere l’argomento e le diverse posizioni in campo. Un accessibile strumento di informazione per non scivolare nelle secche dello scontro ingenuo e demagogico. GLI AUTORI – Piero Greco, giornalista scientifico e scrittore, è stato conduttore di Radio3 Scienza e consigliere del Ministro dell’Università e della Ricerca Fabio Mussi (2006-2008). Umberto Galimberti, filosofo e sociologo ha insegnato filosofia della storia all’università Ca Foscari di Venezia. Collabora con «La Repubblica» e «Il Sole 24 ore». Mario De Caro, professore di filosofia morale presso l’Università di Roma Tre, collabora con «Il sole 24 ore», ha scritto per «The Times», «La Repubblica», «il manifesto». Laura Palazzani, vicepresidente del Comitato Nazionale di bioetica e componente del Comitato internazionale di bioetica dell’Unesco, insegna filosofia del diritto e biogiuridica alla Libera Università Maria SS. Assunta. Giuseppe Noia, esperto di medicina dell’età prenatale e chirurgia fetale invasiva, è direttore del day hospital di ginecologia e medicina fetale del Policlinico Agostino Gemelli di Roma. Paolo Benanti, francescano del Terzo ordine regolare, ingegnere, è docente di bioetica all’Università Gregoriana.
Città Nuova Editrice
Nov 28, 2017 | Centro internazionale, Cultura, Ecumenismo, Spiritualità
La parola chiave è cammino. Perché «la verità si cerca camminando». Si entusiasma Emmaus, come la chiamano i suoi compagni di movimento, quando descrive la visione di Papa Bergoglio sull’ecumenismo. Le brillano gli occhi di fronte ad una realtà ecclesiale la cui vocazione è proprio l’unità. Nei percorsi tracciati dalla sua fondatrice, Chiara Lubich. Uno dei pochissimi movimenti, nati in seno alla Chiesa cattolica, che accetta come appartenenti anche i fedeli di altre chiese. Una vera rarità in tempi di frammentazione. «Penso che il cattolicesimo vero sia quello che Dio pensa, un insieme di comunità ognuna con la propria identità. Penso che si arriverà, perché si deve arrivare, a che tutti siano uno. L’ha chiesto Gesù. Non una sola Chiesa cattolica; cattolica nel senso di universale sì, ma non una sola Chiesa romana o una sola Chiesa di Costantinopoli». Le sue parole risuonano come una provocazione. «Certo, è provocatorio!» risponde. Nella sua «provocazione» sembra si senta confermata dal Papa argentino.In occasione dell’ultima vigilia di Pentecoste, lo scorso 3 giugno, il Pontefice ha convocato i movimenti carismatici, cattolici e non cattolici. Prima di iniziare, il Papa ha chiesto in modo particolare di Maria Voce. Un sacerdote è andato a cercarla. Lei si è aggiunta al gruppo dei leader seduti sul palco. Alla fine del suo intervento, il Papa le si è avvicinato e, con sua grande sorpresa, l’ha presa per mano: «Vieni, Maria…». Non ha aggiunto altro. E, insieme, hanno lasciato l’assemblea. «Dal primo momento, quando il Papa, affacciandosi al balcone per salutare la folla, si è presentato come Vescovo e non come Pontefice, ho capito che era già un segno di questa capacità di rapportarsi con le altre chiese». Jorge Mario Bergoglio – ricorda Voce – aveva un’esperienza vissuta di ecumenismo con altre Chiese a Buenos Aires. In quel passato, Maria Voce individua il germe di quanto è successo dopo, durante il pontificato, giunto alla sua massima espressione con la presenza del Papa, quasi un anno fa, agli atti commemorativi del quinto centenario della Riforma protestante di Martin Lutero a Lund (Svezia). «A Lund è successa una cosa enorme, due capi di Chiesa, dello stesso livello di autorità, si sono incontrati, hanno firmato una dichiarazione». La sfida è quella di replicare l’atteggiamento del Papa e unirsi allo «spirito di Lund». «Se Giovanni Paolo II sarà sempre ricordato per lo “spirito di Assisi”, il Papa attuale deve essere ricordato per lo “spirito di Lund”».

Ottmaring, Germania: María Voce, durante un incontro con un gruppo della Chiesa evangelica, 1 novembre 2009. Foto: Alpha y Omega
Questo ottimismo ha dei limiti. Maria Voce riconosce che, «purtroppo», esistono ancora atteggiamenti del passato fra i cattolici. Quelli che pensano che «la Chiesa siamo noi» e tutti gli altri sono fuori. Un atteggiamento perpetuato nel tempo che ha portato ad una certa fatica spirituale. «Abbiamo rallentato la storia. Non siamo caduti in un immobilismo in senso concreto, ma forse, per paura, abbiamo rallentato dei processi storici. Non direi la Chiesa intera, ma molti dei suoi membri». «Siamo fratelli, legati dal Battesimo, anche loro vivono lo stesso Vangelo che vivo io. Chi sono io per permettermi di dire che lui vale meno di me di fronte a Dio? Il Papa sta dando un grande impulso in questo senso». Come procedere? Per Maria Voce, in molti modi. Tra questi, rivalutare i grandi personaggi della storia delle Chiese, come Lutero; apprezzare il martirio dei cristiani che offrono la loro vita a qualsiasi Chiesa appartengano, e cercare forme per esprimere la propria fede in modi «più accettabili per tutti». Ma, soprattutto, vivere concretamente la fede condivisa. Perché la nuova tappa del dialogo portata avanti da Francesco si realizza camminando, non stando fermi. La scommessa porta con sé dei rischi. Uno di essi è la mancanza di formazione. Come leader di un movimento ampiamente esteso e radicato a livello mondiale, Voce constata un evidente difetto nella catechesi dei cattolici. «È giusto stare attenti alla formazione, ma bisogna rischiare, se non si rischia non si va avanti. Questo è il cammino di ecumenismo straordinario che il Papa sta portando avanti. Noi sentiamo che dobbiamo aiutarlo a che questo ecumenismo diventi vitale, concreto». Non si tratta di cadere nella confusione. O di perdere la propria identità. Ma di condividere i momenti, anche le cerimonie liturgiche, evitando le mescolanze, alzando la voce della preghiera condivisa. Per questo sottolinea: «In questo cammino c’è ancora qualcosa da fare? Finché ci saranno nel mondo posti dove i cristiani si combattono fra loro o cercano di prevalere gli uni sugli altri, o sono divisi, c’è molto da fare». (altro…)
Nov 27, 2017 | Chiesa, Cultura, Ecumenismo, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Per la prima volta dopo 36 anni, è stata la Polonia il Paese ospitante dell’annuale Convegno ecumenico di Vescovi amici del Movimento dei Focolari. Dopo Gerusalemme, Istanbul, Londra, Augsburg e altre città “simbolo” del cammino ecumenico, Katowice, capoluogo della Slesia, antico centro urbano di quasi 300 mila abitanti, ha accolto, dal 15 al 18 novembre, 35 vescovi di diverse Chiese, ortodossi, siro-ortodossi, evangelico-luterani, anglicani, metodisti e cattolici, provenienti da Germania, Austria, Inghilterra, Irlanda, Svezia, Polonia, Ungheria, Lituania, Lettonia, Repubblica Ceca, ma anche Brasile, Cipro, India, Repubblica Democratica del Congo, Tailandia e USA. Con loro pure una trentina di laici. I vescovi riuniti a Katowice rappresentano uno spaccato di comunità sociali ed ecclesiali diverse, ma animate dal desiderio di fare un’esperienza di comunione fraterna. “Insieme confessiamo, insieme andiamo incontro all’umanità” il titolo del Convegno, alla cui realizzazione, oltre al Movimento dei Focolari, hanno collaborato, sul posto, l’Arcidiocesi cattolica e la Chiesa evangelico-luterana di Confessione augustana, la Chiesa ortodossa a Sosnowiec, la Facoltà di Teologia dell’Università della Slesia e la stessa Città di Katowice, rappresentata dal sindaco Marcin Krupa. Il Convegno, aperto dalla riflessione di Lesley Ellison, anglicana, su “La spiritualità dell’unità: una spiritualità ecumenica”, ha avuto come tema centrale “Maria, la Madre di Gesù”, con approfondimenti teologici nelle diverse prospettive cattolica, evangelica, anglicana e ortodossa. Numerosi gli incontri, le celebrazioni e i momenti di preghiera secondo le diverse tradizioni, suggellati da un “patto d’amore reciproco” a vivere la comunione fraterna e ad “amare la Chiesa altrui come la propria”.
Brendan Leahy è il vescovo cattolico di Limerick (Irlanda), esperto e animatore del dialogo ecumenico nel suo Paese. Raggiunto telefonicamente, ci dice: «Voglio sottolineare la calorosa accoglienza ricevuta a Katowice, che già avevo visitato nel 1991, in occasione dell’incontro di Chiara Lubich con le comunità dei Focolari dell’Ovest e dell’Est Europa. È una città molto sviluppata, che dà grande valore alla diversità e all’accoglienza. La stessa che abbiamo sperimentato in questi giorni, sia da parte della Facoltà teologica, che ci ha ospitato, sia da parte delle Chiese cattolica, luterana e ortodossa. Il convegno è stato l’occasione per una maggiore conoscenza reciproca, per approfondire le diverse realtà ecclesiali e socio-culturali in cui viviamo, specialmente nel Medio Oriente e nell’Est Europa. Ci rendiamo conto che non possiamo offrire soluzioni per i problemi di quei Paesi (e penso soprattutto al Medio Oriente), però possiamo almeno portare l’uno i pesi dell’altro. Sentire il dolore altrui mi ha allargato l’anima. Ora non mi sento più solo un vescovo irlandese, mi porto dentro anche il contesto e i problemi degli altri vescovi. Ma con una speranza nuova. In ogni Paese ci sono segni di speranza, e i passi compiuti a livello ecumenico lo dimostrano. Per esempio, nella Repubblica Ceca è in atto un processo di perdono reciproco per gli errori commessi. L’ecumenismo – continua il vescovo – è una realtà in cammino da molti anni, che vuole incontrare sempre nuovi contesti e dare nuova testimonianza. È in fondo un’esperienza del dare e del ricevere. Colpisce la forte fede cattolica, molto radicata qui in Polonia, ma anche l’apertura e il dialogo con i rappresentanti delle altre comunità».
Åke Bonnier, vescovo luterano della diocesi di Skara, in Svezia, si dice felice del convegno: «Mi sono sentito non tanto tra vescovi, ma tra fratelli. Quanto abbiamo condiviso al convegno era una realtà, sia nei momenti di pausa e negli intervalli, sia durante le celebrazioni. Questo è stato molto importante per me, mi ha dato nuova forza e nuovo entusiasmo. Ora aspetto con gioia il prossimo anno, quando, lo spero, tutti loro e anche altri potranno venire in Svezia. Se mi chiedono se questo incontro è stato importante come via per l’unità dei cristiani, la mia risposta è sì. L’unità non è qualcosa che si realizzerà solo in un futuro, tra noi è già una realtà». (altro…)
Nov 25, 2017 | Chiara Lubich, Spiritualità
Se un giorno gli uomini, ma non come singoli bensì come popoli, se un giorno i popoli sapranno posporre loro stessi, l’idea che essi hanno della loro patria, i loro regni, e offrirli come incenso al Signore, re di un regno che non è di questo mondo, guida della storia, e questo lo faranno per quell’amore reciproco fra gli Stati che Dio domanda, come domanda l’amore reciproco tra fratelli, quel giorno sarà l’inizio di una nuova èra, perché quel giorno, così come è viva la presenza di Gesù fra due che si amano in Cristo, sarà vivo e presente Gesù fra i popoli, messo finalmente al suo vero posto di unico re, non solo dei cuori ma delle nazioni: sarà il Cristo re. I popoli cristiani, o i rappresentanti di essi, dovrebbero saper immolare il loro io “collettivo”. Questo è il prezzo. Del resto, non di meno si chiede a ciascuno di noi per la consumazione dei nostri animi in unità. Sono questi i tempi in cui ogni popolo deve oltrepassare il proprio confine e guardare al di là; è arrivato il momento in cui la patria altrui va amata come la propria, in cui il nostro occhio ha da acquistare una nuova purezza. Non basta il distacco da noi stessi per essere cristiani. Oggi i tempi domandano al seguace di Cristo qualcosa di più: una coscienza sociale del cristianesimo, con la quale egli possa edificare non solo la propria terra secondo la legge di Cristo, ma aiuti la edificazione di quelle altrui col gesto universale della Chiesa, con l’occhio soprannaturale donatoci da Dio Padre che dal Cielo vede le cose in modo tanto diverso da noi. Occorre vivere il Corpo mistico di Cristo in modo così eccellente da poterlo tradurre in corpo mistico sociale.[…] Il Signore abbia pietà di questo mondo diviso e sbandato, di questi popoli rinchiusi nel proprio guscio a contemplare la propria bellezza – per loro unica – limitata e insoddisfacente, a tenersi coi denti stretti i propri tesori – quei beni che potrebbero servire ad altri popoli presso cui si muore di fame –, e faccia crollare le barriere e correre con flusso ininterrotto la carità fra terra e terra, torrente di beni spirituali e materiali. Speriamo che il Signore componga un ordine nuovo nel mondo, Egli, il solo capace di fare dell’umanità una famiglia e di coltivare quelle distinzioni fra i popoli, perché nello splendore di ciascuno, messo a servizio dell’altro, riluca l’unica luce di vita che abbellendo la patria terrena fa di essa un’anticamera della Patria eterna. Chiara Lubich – da “Maria trasparenza di Dio” – pp. 99,100.101, Ed. Città Nuova , Roma, 2003. (altro…)
Nov 25, 2017 | Focolari nel Mondo
La “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” è stata istituita dall’ONU nel 1999 e la ci celebra ogni anno il 25 novembre, con l’invito ai governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a impegnarsi per sensibilizzare l’opinione pubblica. Sono passati 18 anni dalla sua istituzione: molto si è fatto, ma purtroppo molto c’è ancora da fare. E non occorre andare in paesi lontani per riscontrare una crudele violenza che ancora si accanisce sulle donne, forse nella porta accanto e nel più sordido silenzio. . Risuonano con forza la parole di S. Giovanni Paolo II, nella lettera apostolica Mulieris dignitatem (MD, 15/08/1988), dove sottolinea che «Dio ha creato l’uomo e la donna a sua immagine, non solo come singoli, ma, nella loro comune umanità, come “unità dei due”. La donna e l’uomo, dunque, essenzialmente uguali, sono ambedue persone, chiamati come tali a partecipare alla vita intima di Dio e a vivere in reciproca comunione tra loro, nell’amore, sul modello di Dio che è Amore, che è unità nella Trinità, e a rispecchiare nel mondo la comunione d’amore che è in Dio (MD 7)». Un traguardo sul quale confrontarsi, ogni giorno, come singoli e come società. (altro…)
Nov 24, 2017 | Cultura, Focolari nel Mondo
L’Editrice Città Nuova partecipa alla 16ma edizione di Più libri più liberi che si terrà a Roma, presso il nuovo spazio della Nuvola/Eur. L’Editrice è presente con un proprio stand E49, dove si possono trovare le novità editoriali, e con un ricco calendario di eventi: 7 dicembre – 13.30 – Sala Giove Presentazione del libro Nasci, cresci e posta. I social network sono pieni di bambini: chi li protegge? di Simone Cosimi e Alberto Rossetti Intervengono il giornalista Simone Cosimi, lo psicoterapeuta Alberto Rossetti e Antonio Pavolini, esperto di social e tra i primi blogger italiani 8 dicembre – 10.30 – Sala Elettra Presentazione del libro L’insoluto. Piccolo dizionario biografico per ricordare l’Italia di oggi di Sergio Nazzaro e Pietrangelo Buttafuoco Intervengono gli autori e Andrea Di Consoli, giornalista e scrittore 9 dicembre – 10.30 – Sala Elettra Presentazione dei due libri Ad amare ci si educa. Viaggio nell’affettività e nella sessualità per bambine e bambini dai 4 agli 11 anni di Ezio Aceti e Stefania Cagliani Intervengono Ezio Aceti e Loredana Petrone, psicologa e psicoterapeuta 9 dicembre – 13.00 – Sala Sirio Presentazione del libro Bergoglio e i libri di Esther. L’amicizia tra il futuro papa e la rivoluzionaria desaparecida di Nello Scavo Intervengono Nello Scavo giornalista e scrittore, Silvina Perez, direttrice dell’edizione spagnola dell’Osservatore Romano e il giornalista Riccardo Cristiano Il biglietto di ingresso in Fiera è di 8 euro. Diverse le possibilità di sconto. Per informazioni su come arrivare, gli orari e i biglietti clicca qui. ___________________________________ Elena Cardinali ufficio stampa Città Nuova via Pieve Torina, 55 – 00156 Roma cell. +39.347.4554043 tel. 06.965.22.200 fax 06.3207185 e-mail: ufficiostampa@cittanuova.it
Nov 24, 2017 | Cultura, Focolari nel Mondo, Spiritualità
«Ho avuto il trasferimento proprio qui?» Non senza un certo batticuore, per Francesca si aprono le porte del carcere. Una serie di grandi cancellate di ferro, una decina. Qualcuno l’ha definita “una discesa agli inferi”. Dopo un corso per docenti nelle carceri, Francesca entra in classe per la prima volta. «Pensavo che sarei stata assistita da un agente, invece l’unico di turno doveva tenere sotto controllo una decina di aule e svolgere contemporaneamente altre mansioni. Il secondo giorno mi sono detta: “Così non posso continuare! Se ho paura, non serve che Dio mi abbia mandata qui!”. Da quel momento mi sono sentita libera di amare». Cercando di vedere nei detenuti solo persone abitate da Gesù, inizia per Francesca un viaggio. Non tanto di andata e ritorno da un luogo senza limiti a un luogo di reclusione, ma al cuore di molte storie, intrise di vera umanità, errori, paura, angoscia, ma anche dalla volontà di voler riprendere in mano le fila della propria vita. L’inizio di un dialogo profondo, nel rispetto dei ruoli. «Cercavo di preparare al meglio le lezioni, per renderle accattivanti. Sapevo che Gesù veniva con me anche in carcere. Nell’ora di scienze ho cominciato a spiegare anatomia e la relazione tra organi e apparati. In seguito, alcuni detenuti hanno cominciato a diminuire il numero di sigarette, abolire gradualmente l’uso di tranquillanti ed esporsi al sole durante l’ora d’aria». «Oltre alla difficoltà di insegnare a studenti con diversi livelli di preparazione – spiega Francesca – si aggiungevano problemi di ogni tipo, il rimbombo dei cancelli, la presenza a intermittenza degli studenti, il via vai continuo verso o da altri penitenziari. Per questo chi mi stava davanti in quel momento diventava ancora più prezioso. Avrei potuto non rivederlo mai più». Ermal è un ragazzo albanese dalla spiccata intelligenza. Francesca gli regala il testo di un’intervista di Papa Francesco sul suo rapporto con i detenuti. Da quel giorno inizia un dialogo profondo su Dio e sulla preghiera. In breve, Ermal raggiunge a scuola brillanti risultati. “Professoressa, mi scusi, non riesco a fare niente, sono pieno di problemi!”. Davanti al foglio bianco di un compito in classe, un giovane tunisino teneva la testa tra le mani. «Ho ottenuto il permesso di portargli delle cuffie per il PC e di vedere insieme a lui qualche film nella sua lingua. Pian piano si è disteso, ha cominciato a fare sport, ha fatto ricorso in appello e ora spera in una riduzione della pena. Ora, quando mi vede, mi saluta sorridente, oltre le sbarre». «A Natale – continua il racconto di Francesca – siamo stati invitati a partecipare alla Messa della Vigilia. Sono stata l’unica, gli altri docenti erano andati a quella celebrata per i “protetti”. Non ci eravamo accordati. Tra i presenti non solo cristiani, ma anche musulmani e altri senza nessun credo religioso, alcuni reclusi per crimini gravi. Il Vescovo ha esordito: “Voi non siete il reato che avete commesso, siete delle persone. Il reato riguarda il passato, ora guardiamo avanti con speranza”. «A gennaio Ermal ha ottenuto gli arresti domiciliari. Ma durante quel periodo è stato riavvicinato dalla banda che era all’origine dei suoi guai. Non potevamo avere contatti con lui, e nemmeno conoscere il suo recapito. Lo affidavo tutti i giorni a Maria, chiedendole di farlo tornare almeno a scuola. Dopo due mesi, per evasione dai domiciliari, Ermal è tornato in carcere! Per noi è stata una “buona notizia” e l’occasione per lui di continuare gli studi. In breve ha superato brillantemente l’esame di Licenza media. La Presidente della commissione gli ha detto: “Lo sai che sei una bella testa? Che programmi hai per il futuro?”. Studiare, ha risposto – in vista dell’Università». «Dopo un anno di scuola, posso dire di aver conosciuto un altro mondo, quasi un universo parallelo. Il mio cuore si è allargato, il mio modo di pensare è cambiato. Tante cose che “fuori” sembrano necessarie, in una vita piena di privazioni non lo sono più, o si ridimensionano». Ma il cambiamento che Dio opera nei cuori non conosce sbarre o limiti. (altro…)
Nov 23, 2017 | Focolari nel Mondo
Almeno 235 persone sono rimaste uccise e 120 ferite, in un grave attentato avvenuto in una moschea nel Sinai settentrionale, dove militanti islamici hanno fatto esplodere una bomba e aperto il fuoco sui fedeli. A riportare l’ultimo bilancio, ancora provvisorio, è la tv di stato egiziana di sole notizie Nile News. Il Movimento dei Focolari, mentre respinge ogni forma di violenza contro l’umanità, esprime la sua vicinanza al popolo egiziano e in particolare ai famigliari delle vittime. (altro…)
Nov 23, 2017 | Dialogo Interreligioso, Focolari nel Mondo

Nov 23, 2017 | Focolari nel Mondo
L’Istituto Universitario Sophia è lieto di invitarvi alla Prolusione di inizio attività della Cattedra Ecumenica Patriarca Athenagoras-Chiara Lubich che sarà tenuta da Sua Eminenza Gennadios Zervos, Arcivescovo Ortodosso d’Italia e Malta, dal titolo: Il Patriarca Athenagoras e Chiara Lubich, protagonisti dell’unità. Programma della Cattedra per l’anno accademico 2017/2018. Maria Stella Giannetti: Comunicazione – Relazioni Esterne Istituto Universitario Sophia Via san Vito 28, Loppiano – 50064 Figline e Incisa Valdarno (FI) Tel. +39.055.9051521 – Cell. +39.349 62 72 045 (altro…)
Nov 23, 2017 | Focolari nel Mondo
Dal 26 novembre al 2 dicembre prossimi Papa Francesco compirà un viaggio apostolico in Asia, fermandosi in Myanmar dal 27 al 30 novembre e in Bangladesh dal 30 novembre al 2 dicembre. La visita in Myanmar sarà la prima di un Pontefice. A visitare il Bangladesh, tra i territori più densamente abitati e poveri del mondo, fu invece Giovanni Paolo II nel 1986.

La comunità dei Focolari a Myanmar accoglie il Papa
Papa Francesco si recherà anche alla città di Dacca. Durante la sua permanenza, incontrerà le massime autorità politiche e civili, ma anche i giovani e i leader religiosi musulmani e indù, per affrontare insieme grandi questioni come i cambiamenti climatici, il flusso di migranti, il destino dei rifugiati, il futuro dei giovani, nella prospettiva della speranza. Il Movimento dei Focolari accompagna con la preghiera questa intensa settimana asiatica all’insegna dell’armonia e della pace.
Videomessaggio di papa Francesco in vista del viaggio apostolico in Myanmar
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Nov 23, 2017 | Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità

Paolo Balduzzi presenta i giovani durante la diretta del Collegamento CH
Alle sue spalle 180 giovani del Movimento dei Focolari, in rappresentanza dei loro coetanei in tutto il mondo. Volti, colori e tratti somatici diversissimi. In prima fila – e si presentano – tre giovani della Siria. Accanto a loro Michel, viene dal Mali e occhi molto espressivi. Ha conosciuto i Focolari nel suo Paese e da allora, dice che la sua vita è cambiata. František della Repubblica Ceca e Maria del Portogallo spiegano: «Veniamo da oltre 40 Paesi. Siamo qui da tutti i continenti per capire chi siamo noi, giovani, adesso, e quali sono le nostre sfide per costruire una cultura della fraternità». Dietro siedono Amin dell’Algeria, musulmano, e accanto la giapponese Kioko, buddista. Tutti al lavoro per costruire, con un contributo davvero “mondiale”, il prossimo Genfest di Manila (6-8 luglio 2018), il primo, nella lunga storia di questa manifestazione, fuori dall’Europa. Perché in Asia, a Manila? Risponde Giuseppe, italiano: «L’Asia contiene il 60 % dei giovani del mondo, quindi per noi significa puntare verso il futuro, verso la fraternità universale. Il titolo, “Beyond all borders”, oltre i confini, è una delle sfide più grandi che ci troviamo ad affrontare» a partire dai limiti personali: pregiudizi, diversità sociali e culturali. Una grande sfida in un Paese colpito da un’ondata di violenza endemica, dall’esclusione sociale di molte fasce della popolazione e da una crisi politica senza precedenti. «Vogliamo rendere questi confini non un modo per dividerci ma un’occasione per unirci».
È la grande idea lanciata da Chiara Lubich nel 1987 e lasciata in eredità alle nuove generazioni. La fondatrice dei Focolari, davanti a una platea di giovani, spiega il motivo della nascita del Genfest: «Un’esplosione di fuochi, non d’artifizio, ma reali, dell’amore di Dio. L’obiettivo dell’ut omnes (“Padre, che tutti siano uno” Gv 17, 20-23) si avvicina. Gesù conquista e trascina, lascia indietro tutto quello che non va, come un ruscello fresco che lascia ai margini tutto quello che non può essere portato avanti dalla sua limpidezza». E aggiunge: «Vedrete i miracoli della grazia di Dio, perché Dio è con noi, Dio è in mezzo a noi. Egli è l’unico onnipotente». Tra i giovani, anche Maria Voce, l’attuale presidente dei Focolari. «Vorrei dire un grande grazie ai giovani». Il loro – afferma – è un grande atto di coraggio, «che mi sembra la risposta di oggi all’appello che Chiara ha lanciato fin dagli anni ’60 “Giovani di tutto il mondo unitevi”. Questo appello risuona ancora adesso, non solo per voi ma per tutti. Lo scopo del mondo unito non è ancora raggiunto. La prima generazione da sola non ce l’ha fatta, non ce la poteva fare. Da sola, non ce la farà neanche la seconda, perché lo scopo è grandissimo. L’idea del mondo unito deve trasmettersi da una generazione all’altra ed esse tutte unite, possono cercare di portarla a compimento».
E aggiunge: «Il Genfest non è una questione che riguarda solo i giovani, ma tutti. Per questo voglio andarci e spero che saremo in tanti». Ognuno può fare qualcosa: «Qualcuno può dire: ma io sono malato, non riesco… Offri la tua sofferenza! Mettiamoci tutti sotto. Si può aiutare per l’accoglienza, si può aiutare i giovani a preparare il loro programma, si può dare un contributo economico per quei giovani che non potrebbero partecipare. Facciamo tutta la nostra parte, tutto quello che occorre. Il Genfest è mio, è nostro!» Prima di chiudere il collegamento, una giovane delle Filippine lascia a tutti un triplice compito: «Primo: organizzare un Genfest locale. Secondo: fare un’azione concreta, per aiutare almeno un giovane a venire a Manila, e terzo: acquistare la maglietta con il nostro logo». Tutti i dettagli sul sito dei Giovani per un mondo unito, una sigla che d’ora in poi va imparata a memoria: Y4UW. Vedi anche: www.focolare.org/genfest-2018/ (altro…)
Nov 22, 2017 | Cultura, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Sociale, Spiritualità
“Che futuro avrò come giovane nella mia terra?” Il grido di Nasreen, giovane palestinese, cade nel cuore degli altri giovani presenti, nel silenzio profondo di un ascolto che vuole lenire le sue ferite ancora aperte da anni di guerra e instabilità sociale. Emina aveva sette anni quando scoppiò la guerra a Sarajevo. La sua vita è cambiata in pochi istanti, ma la sua voglia di crescere e reagire sono state più forti. E Alberto della Spagna: «La mia vita è cambiata da quando sono andato in Giordania per fare un’esperienza nel campo profughi. Non sono più lo stesso». Sono giovani decisi a rilanciare tutte le sfide per costruire a partire dalla propria vita un tessuto sociale di pace.
Trentadue i partecipanti al progetto “Host Spot”, titolo scelto per mettere insieme il concetto europeo di “approccio Hotspot” – termine UE per indicare i punti chiave di arrivo, con l’obiettivo di trasferire i rifugiati dalle zone di guerra e filtrare le persone che hanno attraversato il Mediterraneo – e la parola SPOT, una breve presentazione o pubblicità in televisione, per indicare il lavoro di produzione di documentari brevi che prevede il progetto. Si è tenuto dal 28 ottobre al 2 novembre 2017 ad Alessandria di Egitto, promosso da diverse ONG e Associazioni, tra le quali Associazione Internazionale New Humanity (Italia), Starkmacher EV (Germania), Caritas Jordan (Giordania), VACA (Palestina), Jesuit Cultural Center (Alessandria), Associazione bNET (Italia) FUNDACIÓN IGINO GIORDANI (Spagna), Focolari Trust (Irlanda), Új Város Alapítvány (Ungheria) e Non dalla guerra (Italia). Partiti dall’esperienza di ritrovarsi presso il campo profughi in Giordania nell’agosto del 2016, i giovani hanno proseguito il loro percorso con altri due appuntamenti, in Germania, dove hanno approfondito alcune tecniche di comunicazione e infine, ultima tappa, in Egitto.
I giovani, provenienti da Ungheria, Bosnia, Palestina, Egitto, Spagna, Irlanda, Italia e Giordania hanno trascorso dieci giornate insieme concludendo questo originale progetto, promosso dalla Comunità Europea, per creare legami, gettare ponti tra il mondo dell’associazionismo giovanile su tematiche che hanno come fine il perseguimento del valore della pace. Attraverso workshop, lezioni di approfondimento sulla questione mediorientale, sul dialogo fra le varie culture e sull’importanza dei media nella comunicazione di tematiche sulle migrazioni, in un mondo dove uno su due rifugiati è un bambino, i protagonisti di questa edizione di Host Spot hanno intrapreso un cammino deciso per diffondere una cultura di pace, innanzitutto con un percorso di formazione sulle problematiche attuali e seminari di informazione sui meccanismi che regolano il mondo dei media. Un’esperienza che ha visto i giovani protagonisti tirare le fila delle attività già intraprese e vedere insieme come proseguire con decisione questa preziosa collaborazione fra le associazioni sviluppando progetti e mettendo in campo nuove sinergie.
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Nov 21, 2017 | Cultura
Non è che stiamo abbassando la guardia contro il fenomeno della corruzione? Non è che stiamo, assai pericolosamente, imparando a conviverci? Si tratta di un fenomeno diffuso, a tutti i livelli: società, politica, lavoro, amministrazione, Chiesa. Sembra quasi un danno collaterale inevitabile. Ma non è così. Il Focus di NU228 è intitolato “La piaga della corruzione” e vuole entrare dentro tale fenomeno dal punto di vista giuridico e culturale, con un apertura alla diffusione del fenomeno in un contesto extraeuropeo, nella fattispecie in Africa. Coordinati da Sergio Barbaro, scrivono sulla rivista Adriana Cosseddu, Raphael Takougang e Chiara D’Alfonso. Nella rubrica “Punti cardinali” Alessandro Giostra ci introdurrà al filosofo della scienza Pierre Duhem e Claudia Hubert al problema della pace rispetto al modello dell’esagono di civiltà elaborato da Senghaas.
Nov 21, 2017 | Cultura, Focolari nel Mondo, Sociale, Spiritualità
La notizia, annunciata il 13 giugno scorso da Papa Francesco, di voler dedicare ai poveri una Giornata Internazionale apparve da subito in linea con un pontificato particolarmente attento alle esigenze delle persone più vulnerabili e scartate della società. Sorprendente l’adesione di associazioni, movimenti, istituzioni e il moltiplicarsi di iniziative, di singole persone o gruppi, in risposta a tale appello. Anche il Movimento dei Focolari in Italia ha fatto proprio l’invito a “creare momenti di incontro e di amicizia, di solidarietà e di aiuto concreto”, per amare “non a parole, ma con i fatti”. «Se dai poveri si può imparare – dicono i responsabili dei Focolari in Italia, Rosalba Poli e Andrea Goller – non di meno chi ha di più è chiamato a dare. Non l’elemosina, non un gesto una tantum per mettere in pace la coscienza. L’invito è ad uscire dalle nostre certezze e comodità, come dice il Papa, per andare incontro ai mille volti della povertà». Anche in Italia è un fenomeno di proporzioni preoccupanti. Quasi 5 milioni di persone, secondo un recente Rapporto (dati Istat relativi all’anno 2016), sono in condizione di “povertà assoluta”. 8 milioni e mezzo soffrono invece di “povertà relativa”. È una povertà dai mille volti: emarginazione, disoccupazione, violenza, mancanza di mezzi di sussistenza. E soprattutto isolamento, perché essere poveri significa prima di tutto essere esclusi.
«Questa giornata ci riporta al primo aspetto della spiritualità dei Focolari, la comunione dei beni», spiegano Poli e Goller. Una pratica che ha portato, negli anni, alla nascita di numerose opere e azioni sociali, ispirate dal desiderio di ripetere una consuetudine delle prime comunità cristiane, nelle quali non vi era nessun indigente. Tra questi, l’Associazione Arcobaleno, attiva a Milano da oltre 30 anni, il Centro La Pira per giovani stranieri a Firenze, il Progetto sempre persona per il reinserimento dei carcerati e l’assistenza alle loro famiglie. O, ancora, il Progetto Apriamoci dell’associazione culturale del Trentino More, i progetti per minori non accompagnati, come Fare sistema oltre l’accoglienza, o per le famiglie, come Facciamo casa insieme. Altre si occupano di redistribuzione del cibo, come l’Associazione Solidarietà a Reggio Emilia, B&F ad Ascoli, a Genova l’Associazione Città Fraterna e il Comitato Umanità Nuova. Tra le azioni con i senza tetto, RomAmoR è attiva da anni alla stazione di Roma Ostiense, mentre altre si occupano di accoglienza ai migranti a Lampedusa e Ventimiglia. A Pomigliano d’Arco, l’associazione Legami di solidarietà, in un contesto fortemente segnato dalla disoccupazione, ha riscoperto il senso del mutualismo e della condivisione. Dopo il terremoto in Centro Italia, si sono costituiti alcuni GAS (Gruppi di Acquisto Solidale) del progetto RImPRESA per il sostegno in loco alle attività economiche danneggiate dal sisma. Tra le ultime nate, il PAS (Polo Accoglienza Solidarietà) di Ascoli Piceno. Molti imprenditori in Italia, raccolti nell’Aipec, si ispirano ai principi dell’Economia di Comunione, perché la cultura del dare diventi prassi aziendale. Accanto a progetti consolidati, altre iniziative sono fiorite dal Nord al Sud del Paese, spesso “in rete” con istituzioni o associazioni che operano nel sociale. L’intento è quello di diventare forme stabili di sostegno alla povertà. Da Milano a Scicli, da Messina a Udine, Banchi Alimentari, Centri di ascolto, mense, iniziative di lotta agli sprechi. Anche una casa per padri separati, alle porte di Cagliari (in Sardegna). Intanto, a pochi giorni dalla sua attivazione, ha già un migliaio di iscritti l’App Fag8, evoluzione tecnologica della consuetudine di mettere in comune i propri beni, oggetti, ma anche talenti e idee, all’insegna della gratuità. Scaricando l’app, è possibile condividere, anche per conto di altri (magari di poveri di cui si è a conoscenza), un “oggetto”, un “progetto” o il proprio tempo. Uno strumento prossimo alle reti locali, ma anche di respiro nazionale, che consente di verificare in tempi brevi la disponibilità di quello che cerco, o la necessità per altri di quello che offro. Leggi il comunicato stampa (altro…)
Nov 20, 2017 | Chiara Lubich, Chiesa, Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Nuove Generazioni, Spiritualità

Patrizia Mazzola
Erano gli anni ‘70, segnati, nella storia di molti Paesi, da proteste sociali, guerre e disorientamento. Nella mia città, Palermo (in Sicilia, isola nel Sud dell’Italia), frequentavo l’ultimo anno dell’Istituto Magistrale e seguivo la vita politica. Era un periodo molto cupo: un’ondata di crimini mafiosi attraversava la Sicilia, giovani appartenenti alla sinistra e alla destra politica, durante gli scioperi studenteschi, si fronteggiavano spesso con atti violenti. Il ritiro degli americani dal Vietnam e la caduta di Saigon lasciavano soltanto ferite aperte, provocate da una guerra assurda. Anch’io, come tanti giovani, ero alla ricerca di riferimenti. In questo spirito accettai volentieri l’invito di una mia insegnante a partecipare al Genfest, manifestazione inserita all’interno dell’Anno Santo indetto da Papa Paolo VI.
Vivevo l’esperienza dello scoutismo, ma non mi sembrava vero poter fare questa nuova esperienza. L’invito venne esteso anche a tanti altri studenti della mia scuola e alla fine, insieme alle mie sorelle, decidemmo di partecipare. All’ultimo momento, ricordo, fui anche tentata di rinunciare perché quell’anno dovevo sostenere l’esame di maturità al termine della scuola secondaria. Alla fine venni incoraggiata dagli altri e così partimmo da Palermo con tanti pullman. Con me avevo portato la mia inseparabile chitarra, libretti di canzoni e un registratore, a quei tempi piuttosto ingombrante. Durante il viaggio rimasi colpita dall’atteggiamento di alcune ragazze, le gen, che già vivevano la spiritualità dell’unità. Mi colpivano le piccole attenzioni che rivolgevano a tutti, il clima di armonia e serenità, nonostante la nostra esuberante vivacità, i momenti di riflessione che scaturivano dalle canzoni del Gen Rosso e del Gen Verde, che subito avevo imparato e già suonavo con passione.
Era il 1° marzo 1975. L’impatto al Palazzo dello Sport romano, con 20 mila giovani provenienti dai cinque continenti, fu potente. Da subito sperimentai la forza del Vangelo vissuto. Ad esempio, era la prima volta che condividevo con chi mi era seduto accanto quello che avevo, facendo l’esperienza di vivere come fratelli. Il mio sogno, vedere un mondo di pace, un mondo unito, era lì. Già realizzato. Ero sbalordita, impressionata dalle testimonianze, quasi non credevo ai miei occhi che tutto ciò fosse possibile. Ascoltavo le loro storie dal palco. Quella di due giovani del Sud Africa, quando l’apartheid ancora non era stato sconfitto, oppure di un gruppo di Belfast (Irlanda del Nord), città ancora teatro di guerra e di divisione religiosa e politica. Erano i segni che, se davvero ci impegniamo, possiamo realizzare la pace, lì dove viviamo.
Il giorno dopo eravamo tutti alla Basilica di San Pietro, dove Chiara Lubich ci presentò al Santo Padre. All’offertorio, dodici giovani, in rappresentanza di tutti, salirono con Chiara sull’altare. Ricordo un applauso interminabile. All’Angelus in piazza S. Pietro, il Papa ci salutò con parole che ci incoraggiavano ad andare avanti: «Abbiamo avuto questa mattina d’intorno all’altare ventimila fedeli, giovani GEN – Generazione Nuova – provenienti da tutto il mondo. Una commovente bellezza. Ringraziamo Dio e riprendiamo coraggio. Nasce un mondo nuovo, il mondo cristiano della fede e della carità». Era davvero cominciato un mondo nuovo. Per me l’inizio di una nuova vita.
Patrizia Mazzola
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Nov 18, 2017 | Focolari nel Mondo
Il 20 novembre è il giorno in cui l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite adottò, nel 1959, la Dichiarazione dei diritti del fanciullo, e approvò, nel 1989, la Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Costruita armonizzando differenti esperienze culturali e giuridiche, la Convenzione enuncia per la prima volta, in forma coerente, i diritti fondamentali da riconoscere e garantire a tutti i bambini del mondo. Sono quattro i diritti fondamentali esplicitati nel documento: mancanza di discriminazione, superiore interesse, vita, sopravvivenza e sviluppo e infine ascolto in tutti i processi decisionali. La Convenzione prevede anche un meccanismo di controllo sull’operato degli Stati, che devono presentare un rapporto periodico sulla sua attuazione nel proprio territorio. Secondo l’Unicef, ogni anno milioni di bambini continuano ad essere vittime di violenza: abusi, abbandono, sfruttamento, guerre, discriminazioni. Molto è stato fatto, ma molto ancora si deve fare per una reale applicazione di questi principi. (altro…)
Nov 18, 2017 | Chiesa, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Accanto alla cassa del supermercato c’è una carrozzina; dentro, un neonato. Nella calca nessuno bada agli altri, sono tutti presi dal far valere il loro turno, dallo spuntarla sugli altri e dal finire presto. Ma dinanzi al bimbo si fermano in tanti, gli sorridono, gli dicono qualche paroletta gentile. I bambini hanno il singolare potere di spezzare l’estraneità e il mutismo della nostra società e di creare un legame semplicemente con il loro esserci. I bambini appartengono ai loro genitori, alla loro famiglia, ma al tempo stesso appartengono a noi, a tutti. Sono per così dire un “bene comune”. In certo qual modo vale per i bambini in genere, cioè per ogni bambino, ciò che il profeta annunziò di un bambino: “Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio” (Is 9,5). I bambini sono doni, doni fatti a noi, a tutti. Cosa ci viene donato, in loro? Risposta: il futuro. Questo è ovvio: se non ci fossero bambini l’umanità non avrebbe futuro. Ma la nostra risposta ha un senso più profondo. Istintivamente sperimentiamo il bambino come una promessa, come l’aurora di quel futuro migliore che ci auguriamo. A un bambino non chiediamo soltanto: Che futuro hai? Ma anche: Quale futuro ci porti? E in effetti come sarà il futuro, cosa succederà o non succederà dipende da coloro che sono bambini oggi. Il futuro è già nato, nei bambini che nascono. (pp 39-40) Divenire uomo significa diventare bambino. Da Adamo ed Eva non c’è eccezione a questo. Il cammino che porta a essere uomo passa attraverso il bambino. E proprio questo è il cammino di Dio: il Figlio di Dio si è fatto uomo, divenendo bambino Noi gli apparteniamo se accogliamo i suoi amici, i bambini, e se accogliamo lui stesso come bambini. Solo chi diverrà come un bambino entrerà nel Regno. Divenire semplici, puri, condividere il dolore, condividere la gioia. Lasciarsi fare un dono e ricambiarlo. Il bambino: virtù che salva dalla rassegnazione e dal calcolo, dall’egoismo e dalla mancanza di senso. Il bambino ci chiede di poter vivere, di avere un suo spazio vitale. Il Bambino nella mangiatoia è colui che ci invita ad essere uomini come lui e a ricevere da lui una vita divina. (pag. 34) Klaus Hemmerle, da “Dio si è fatto bambino” – Ed. Città Nuova, Roma 1994. (altro…)