


Brasile: per una salute globale
La salute come bene comune e la sostenibilità dei sistemi di assistenza sono temi che gli operatori sanitari si pongono a livello planetario, specialmente con il progressivo aumento della durata media della vita e l’aumento del fabbisogno di cure. Come prendere in carico, in maniera efficace ma al tempo stesso sostenibile, la persona malata? E anche: c’è un nesso tra spiritualità e salute globale della persona? Di questi temi si è parlato al convegno organizzato da Health Dialogue Culture, rete internazionale di professionisti della sanità, nata nel 2003 per contribuire, attraverso un confronto vitale con la scienza, a una cultura rispettosa della vita, della dignità e integrità di ogni persona, in una prospettiva di promozione della salute, individuale e sociale. Ispirata al carisma dell’unità del Movimento dei Focolari, Health Dialogue Culture propone spazi di riflessione sempre collegati alla prassi, da cui trarre linee di pensiero, come contributo al dibattito sulla necessità di creare nuovi paradigmi dei sistemi sanitari. Il congresso si è svolto in continuità con altri precedenti eventi sullo stesso tema, e in particolare con quello svoltosi a Padova (Italia), nel 2013, dal titolo Quale medicina: tra globalizzazione, sostenibilità e personalizzazione delle cure, e con la Carta etica che ne aveva raccolto i risultati.
Tra i nuovi paradigmi di cura della persona malata, sta assumendo un ruolo sempre più strategico la dimensione relazionale, ovvero il complesso di relazioni, a molteplici livelli (con i pazienti, fra professionisti sanitari, con le istituzioni) che ruotano attorno al tema della cura. Troppo a lungo ignorata nell’elaborazione di modelli socio-assistenziali, anche la dimensione spirituale, laddove applicata, esercita una influenza sostanziale sulla qualità della vita e sui risultati delle cure. Al congresso di San Paolo si è visto un programma articolato, con relazioni, laboratori, workshop,condivisione di esperienze e buone pratiche, con un dibattito proficuo su nuove metodologie per raggiungere equità e accessibilità dei servizi sanitari, a livello locale e globale.
«La vera scommessa di questo convegno – dicono gli organizzatori – è stata la ricchezza culturale e professionale dovuta alla pluralità dei relatori e dei partecipanti (oltre 270) e alla loro provenienza da Paesi che hanno standard assistenziali molto diversi, come Congo, Camerun, Norvegia, Venezuela, Cile, Paraguay, Uruguay, Benin, Amazzonia, Brasile, Repubblica Dominicana, Spagna, Regno Unito, Italia, Austria. Una particolare attenzione è stata rivolta ai temi della disabilità, dell’invecchiamento, come anche alle modalità per affrontare il dolore e la sofferenza mediante le cure palliative e la formazione degli operatori (la cura di chi cura). Durante il Congresso è stato attivato un programma specifico con sessioni interattive per studenti e giovani professionisti dell’area biomedica. Un giovane studente di medicina così commenta a conclusione dei lavori: «Esco da questo congresso con un cambiamento del mio pensiero sulla medicina, con idee diverse che mi rendono una persona migliore e con la certezza che queste idee mi faranno diventare anche un professionista migliore». Un medico brasiliano: «La scienza non è fredda e distante. Abbiamo imparato che si può fare scienza senza dimenticare l’essenza che ci unisce: l’amore». Maria Voce, presidente dei Focolari, ha inviato ai partecipanti un messaggio con l’augurio di «vivere la professionalità con un amore che genera la fraternità, tutti protesi al bene della famiglia umana». E ricordando una frase di Chiara Lubich: «L’equilibrio dell’amore sta nell’amare la singola persona vicina e lavorare per la comunità intera dal nostro angolo di vita». (altro…)

Giornata internazionale delle persone anziane
Ogni anno, il 1° ottobre, si festeggia la Giornata internazionale delle persone anziane, stabilita dalle Nazioni Unite fin dal 1990. L’obiettivo è quello di accrescere la consapevolezza sui temi riguardanti gli anziani e mostrare apprezzamento per il contributo che danno alla società. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, entro il 2050 la popolazione mondiale over 60 toccherà quota 2 miliardi. Il fenomeno della longevità arriverà comunque a coinvolgere gran parte dei Paesi del mondo con forti ripercussioni su molti aspetti della vita sociale ed economica. Gli anziani non sono solo un costo, specie in termini di assistenza, sono anche un grande contributo. Non a caso, il giorno successivo (per la Chiesa cattolica ricorrenza degli Angeli custodi), in molti Paesi si festeggiano i nonni. Senza di loro, autentici “angeli custodi” della famiglia, conciliare lavoro e accudimento dei figli sarebbe per le giovani coppie un problema davvero complicato. (altro…)
Chiara Lubich: Riaccendiamo l’amore
https://vimeo.com/233845202 (altro…)

LoppianoLab 2017: Sabato 30 incontro centrale
L’appuntamento 2017 del Laboratorio per l’Italia è dedicato al confronto con l’invito di papa Francesco ad agire sulle cause strutturali della iniquità che produce esclusione, guerre e diseguaglianze inaccettabili. È Francesco stesso che allarga le braccia e invita a «non aver paura di condividere con i profughi il viaggio e la speranza» a dimostrare quella “rivoluzione culturale” reale e non esibita che, secondo Piero Coda preside di Sophia, ci impone di uscire da un attendismo prudente e paralizzante. Come afferma l’economista Luigino Bruni, che interverrà nel momento centrale della manifestazione sabato 30 settembre 2017 alle ore 15.30, «la gratuità è la dimensione di ogni azione umana. Sarebbe un errore molto grave associare la gratuità al solo volontariato, all’economia sociale, affidarla a “specialisti” che si occupano del 2% della vita economica e sociale. E che cosa ne facciamo del restante 98%?». Il mercato speculativo della finanza – sottolinea Nicoletta Dentico di Banca Etica che interverrà nel dialogo con Bruni – conduce al «fatto che società come Goldman Sachs, Morgan Stanley o Barclays Capitals, scommettono sui prezzi del cibo che trattano come una delle commodities più promettenti, passando sopra ai diritti più elementari dell’umanità. Lo stesso vale per il petrolio, per il debito di interi Paesi». Restare indifferenti vuol dire essere «dalla parte dei briganti» afferma Aurora Nicosia, direttore di Città Nuova. È in tale prospettiva che si pone Chiara Peri, del Centro Astalli per i rifugiati, che interverrà a Loppiano Lab con Bruni e la Dentico, invitando «a vedere le migrazioni in un contesto globale, analizzando le cause prime: le strutture di peccato, le ingiustizie, l’esercizio del potere che le alimentano». Senza tale orizzonte di analisi e di azione non si comprende il percorso del movimento Slot Mob in Italia che sarà al centro del focus di LoppianoLab lo stesso sabato 30 settembre dalle ore 18 in poi. È la forza del legame sociale che si esprime premiando, con un consumo collettivo e festoso, gli esercenti liberi da quell’azzardo di massa che è oggi il «bancomat delle mafie», come dice il capo della Polizia Franco Gabrielli. «La “dea fortuna”- ha detto papa Francesco – è sempre più la nuova divinità di una certa finanza e di tutto quel sistema dell’azzardo che sta distruggendo milioni di famiglie del mondo. Questo culto idolatrico è un surrogato della vita eterna». «Il principale problema etico di questo capitalismo – precisa Francesco – è la creazione di scarti per poi cercare di nasconderli o curarli per non farli più vedere». Promosso da Città Nuova, Polo Lionello Bonfanti, Istituto Universitario Sophia e cittadella internazionale di Loppiano, LoppianoLab vuole offrire uno spazio di conoscenza e crescita a quei percorsi difficili, non perfetti ma appassionati e sinceri verso un modo giusto e libero di stare al mondo, dentro le contraddizioni e le speranze di questo nostro tempo. Programma di LoppianoLab 2017 Puoi collegarti allo streaming sulla pagina Facebook di LoppianoLab: Vedi lo streaming Ufficio Stampa: Stefania Tanesini Cell. +393385658244 Mail sif@loppiano.it

50 anni del Movimento Parrocchiale
Presso il Centro Maria Orsola, si svolgerà una giornata appositamente dedicata, dal titolo: “50 anni di storia e una passione per la Chiesa” . Insieme alla presentazione di alcune esperienze e a momenti artistici, ci saranno gli interventi del card. Joao De Aviz (prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata, già arcivescovo di Brasilia), sul tema: “Dalle periferie del mondo al Vaticano”, e quello di mons. Giuseppe Petrocchi (arcivescovo dell’Aquila), su: “La vocazione del Movimento parrocchiale alla luce della Juvenescit Ecclesia”. Comunicato stampa Servizio Informazione Focolare (SIF) (altro…)

“La mistica del fuoco: Caterina e Chiara”
Sabato 23 settembre 2017, presso l’Aula Magna dell’Istituto Universitario Sophia (IUS): fin dai messaggi introduttivi di Mons. Buoncristiani, Arcivescovo di Siena, e della Dott.ssa Maria Voce, Presidente del Movimento dei Focolari e Vice Gran Cancelliere dell’Istituto Universitario Sophia, è apparsa evidente la sintonia e la vicinanza tra le due figure carismatiche che hanno offerto non solamente allo spazio ecclesiale, ma all’intera società civile dei rispettivi periodi, un esempio di feconda contaminazione tra spiritualità e incarnazione, nel continuo operare dentro le sfide del vivere comune. Marco Luppi, moderatore del convegno, in apertura ha rimarcato la continuità tra le proposte dell’”allegra brigata” dei Caterinati e la spiritualità dell’unità dei Focolari, ricordando come vari capisaldi del pensiero della santa senese – l’unicità della scelta di Dio, il valore generativo della volontà di Dio, l’importanza del vivere il momento presente – siano stati ripresi e riattualizzati da Chiara Lubich. Si è ricordato che lo stesso Igino Giordani, co-fondatore del Movimento dei Focolari, si sia inizialmente incamminato sul percorso tracciato dall’esperienza di Caterina, affascinato dalla dimostrazione di una santità alla portata di tutti e dal messaggio di universalità che era contenuto nel suo modo di proporre la scelta cristiana. Celebre il nesso “Io – il fratello – Dio”, promosso da Giordani come fecondo processo di interrelazione che completa la dimensione antropologica con l’apertura spirituale alla paternità divina nell’accezione cristiana. Fulcro del convegno sono state le due relazioni centrali. Suor Elena Ascoli O.P., con il suo tema “La mistica dell’incontro”, ha ripercorso la dimensione intima e concreta della “mistica del fuoco” in Caterina. La speranza cristiana, nella senese, diviene un vero cammino vocazionale alla ricerca del senso del vivere al servizio della società, della Chiesa. 381 lettere, svariate raccolte di inni e preghiere fanno di Caterina la santa dell’incontro e del dialogo, animato dalla coscienza di chi scopre che quel “fuoco interiore”, il rapporto con Dio, rappresenta un patrimonio che moltiplica il suo valore se si dona, se costruisce una dinamica relazionale di amore concreto al prossimo, se contribuisce alla costruzione del vivere associato, nella ricerca del bene comune.
Piero Coda, preside di Sophia, nella sua relazione dal titolo “L’ Amore vero e il vero Amore”, ha proposto un’originale lettura dell’incontro generativo tra le radici francescane di Chiara Lubich e il periodo caterinate di Giordani, incontro che si riflette nel periodo fondativo del Movimento dei Focolari come esperienza di rinnovamento cristiano, capace di dare vita ad una realtà nuova nella Chiesa e nella società. Il “patto” tra carismi genera un’originalità che sottolinea il dinamismo della reciprocità come cassa di risonanza per la dimensione dell’unità e diviene fulcro di una proposta al servizio dell’umanità. La “mistica del fuoco” in Chiara Lubich, recuperata da Coda in alcuni passaggi dello scritto “Resurrezione di Roma”, ricorda proprio come l’impeto dello slancio interiore, individuale, fiorisce nella dinamica comunitaria: «È Dio che di due fa uno, ponendosi a terzo come relazione tra essi: Gesù tra noi». In chiusura la comunicazione del dott. Aldo Bernabei, rappresentante del gruppo romano dei Caterinati, ha ripercorso il cammino congiunto tra la sua associazione e il Movimento dei Focolari nell’animazione pluridecennale del progetto “Insieme per l’Europa”, manifestazione che lavora stabilmente alla costruzione di uno spirito europeo che riconosca l’anima cristiana tra i propri valori fondativi, percorso che unisce più di 500 tra chiese, movimenti, comunità e associazioni. (altro…)

Sophia a LoppianoLab 2017
Si riscaldano i motori per l’avvio dell’VIII edizione di LoppianoLab, l’appuntamento annuale che vede riuniti cittadini, lavoratori, studenti, professionisti, imprenditori che raccolgono con coraggio le sfide del Paese: dalla ricostruzione economica e materiale, a quella culturale e formativa. Partito nel 2010, l’evento, che ha sede nella Cittadella internazionale dei Focolari di Loppiano (Incisa – Firenze), si terrà il 30 settembre e 1° ottobre. In un’intervista, il Professore Piero Coda, Preside dell’IUS (Istituto Universitario Sophia), ha affermato, a riguardo del tema della manifestazione, che sono fondamentalmente tre le direttrici di marcia lungo le quali muoversi per sconfiggere la logica delle “vittime” e dei “briganti” fuori e all’interno della Chiesa di Francesco: cellule, laboratori, educazione. Attraverso le cellule, si può «rigenerare il tessuto ecclesiale e sociale, dove si vive, si lavora, si studia, vivendo relazioni di trasparenza reciproca in cui ci si fa carico gli uni degli altri a partire da chi in qualunque forma è ai margini o addirittura scartato. Laboratori: immaginare con creatività e sinergia progetti di innovazione culturale, economica, sociale e politica segnati dall’impegno all’incontro, alla partecipazione, all’inclusione. Educazione: fare della scuola e dell’università una palestra di allenamento e di sperimentazione di una cultura lievitata dal Vangelo che sia reale strumento di trasformazione e segno di speranza». Un momento atteso, promosso dall’IUS, è la presentazione del libro Bernhard Callebaut, “La nascita dei Focolari. Storia e sociologia di un carisma (1943-1965)”, per la collana Per-corsi di Sophia dell’editrice Città Nuova, che vedrà la presenza di Jesús Morán (copresidente Movimento dei Focolari), Sharzad Housmand (teologa islamica) e Tiziano Vecchiato (Fondazione Zancan, Padova). In un’intervista, l’autore, docente di Fondamenti di Sociologia presso l’IUS, ha sottolineato come nel ricostruire dal punto di vista storico i primi tempi dei Focolari abbia improntato la ricerca, « con una chiave interpretativa di impronta sociologica, che mette in luce l’azione di una leadership carismatica contemporanea e la nascita e l’evoluzione di un “popolo” internazionale, quello del Movimento dei Focolari». La comparsa dei Focolari, quindi, nel panorama della storia italiana, viene interpretata in forma scientificamente apprezzabile come una “mobilitazione religiosa” che produce una “innovazione relativa”, una sorpresa per la Chiesa d’allora ma anche una realtà all’altezza dei segni dei tempi. Il professore Piero Coda sottolinea come la novità del Carisma dell’Unità presenta «una donna – ed è la prima volta – alla testa di un movimento ecclesiale laico, del cui spirito sono partecipi anche presbiteri, religiosi/e e persino vescovi; con una direzione centrale e collegiale per l’insieme del movimento, in forza di una spiritualità originale e moderna centrata sulla rilevanza esistenziale, ecclesiale e culturale, di “Gesù Abbandonato” e “Gesù in mezzo” – secondo il peculiare e inedito lessico inaugurato da Chiara Lubich». In allegato il programma della manifestazione
Parola di vita – Ottobre 2017
L’apostolo Paolo, mentre si trova in carcere a causa della sua predicazione, scrive una lettera alla comunità cristiana della città di Filippi. E’ stato proprio lui il primo a portare lì il Vangelo e tanti hanno creduto e si sono impegnati con generosità nella nuova vita, testimoniando l’amore cristiano anche quando Paolo è dovuto partire. Queste notizie danno a lui una grande gioia e per questo la sua lettera è piena di affetto per i filippesi. Egli dunque li incoraggia ad andare avanti, a crescere ancora come singoli e come comunità, e per questo ricorda il loro modello, dal quale imparare lo stile di vita evangelico: “Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù”. E quali sono questi “sentimenti”? Come è possibile conoscere i desideri profondi di Gesù, per imitarlo? Paolo lo ha capito: Cristo Gesù, il Figlio di Dio, ha svuotato se stesso ed è sceso in mezzo a noi; si è fatto uomo, totalmente al servizio del Padre, per permettere a noi di diventare figli di Dio[1]. Ha realizzato la sua missione attraverso il modo di vivere di tutta la sua esistenza: si è continuamente abbassato per raggiungere chi era più piccolo, debole, insicuro, per risollevarlo, per farlo sentire finalmente amato e salvato: il lebbroso, la vedova, lo straniero, il peccatore. “Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù”. Per riconoscere e coltivare in noi i sentimenti di Gesù, riconosciamo prima di tutto in noi stessi la presenza del suo amore e la potenza del suo perdono; poi guardiamo a lui, facendo nostro il suo stile di vita, che ci spinge ad aprire il cuore, la mente e le braccia per accogliere ogni persona così com’è. Evitiamo ogni giudizio verso gli altri, ma invece lasciamoci arricchire dal positivo di chi incontriamo, anche quando è nascosto da un cumulo di miserie e di errori e ci sembra di “perdere tempo” in questa ricerca. Il sentimento più forte di Gesù che possiamo fare nostro è l’amore gratuito, la volontà di metterci a disposizione degli altri con i nostri piccoli o grandi talenti, per costruire coraggiosamente e concretamente rapporti positivi in tutti i nostri ambienti di vita; è saper affrontare anche le difficoltà, le incomprensioni, le divergenze con spirito di mitezza e con la determinazione di trovare le strade del dialogo e della concordia. “Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù”. Chiara Lubich, che per tutta la vita si è lasciata guidare dal Vangelo e ne ha sperimentato la potenza, ha scritto: “Imitare Gesù significa comprendere che noi cristiani abbiamo senso se viviamo per gli altri, se concepiamo la nostra esistenza come un servizio ai fratelli, se impostiamo tutta la nostra vita su questa base. Allora avremo realizzato ciò che a Gesù sta più a cuore. Avremo centrato il Vangelo. E saremo veramente beati”.[2] Letizia Magri ________________________________________________ [1] Cfr. Gal 4,6: “E che voi siete figli lo prova il fatto che Dio mandò nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: «Abbà! Padre!» ”. Anche Gv 1,12: “A quanti lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio”. [2] Cfr. C. Lubich, Beati quelli che si amano a vicenda, Città Nuova, 26, (1982), 6, p.43. (altro…)

Vangelo vissuto: Non ce la facevo più
Quando a mio marito, John, è stato diagnosticato l’Alzheimer la mia vita è cambiata. In un primo momento ero concentrata sul mio dolore e sul peso che dovevo affrontare. Solo in seguito, nell’incontro con persone che mi hanno permesso di sperimentare l’amore di Dio, ho capito che occuparmi di John era la cosa più importante della mia vita. Il cammino, però, è stato lungo. All’inizio ero molto spaventata e non riuscivo a gestire la situazione. Quando poi le condizioni di John sono peggiorate, non c’era nessuno attorno che mi potesse aiutare. Anche il medico di famiglia era in vacanza. Soffrivo senza sapere cosa fare per aiutarlo. Inoltre mi trovavo a dovermi occupare di tante altre cose, compresa la nostra situazione finanziaria. Mi sentivo sempre peggio e anche la salute ne ha risentito. Dopo tanto cercare un’agenzia ha trovato e mi ha offerto un “Care Support Worker”. Dopo quattro settimane è venuta una signora che ha capito la nostra situazione e mi ha dimostrato tanta disponibilità e sostegno. Mi sono sentita sollevata. Poche settimane dopo, sono stata invitata ad un convegno di 4 giorni organizzato dal Movimento dei Focolari. Ho potuto partecipare dato che è stato possibile ricoverare mio marito in una casa di cura. Una sera, partecipando ad un raduno di gruppo, qualcuno mi ha chiesto: “E tu, Pam, cosa fai?”. Non volevo rispondere e raccontare di tutti i miei guai e di quanto mi sentivo debole e sofferente. Ma poi, per non essere maleducata, ho cominciato a dire qualcosa e, a un certo punto, sono scoppiata a piangere. Era l’ultima cosa che avrei voluto fare in quel momento: attirare l’attenzione su di me. Subito però, tutti hanno cercato di confortarmi. Capivano le mie vicende e mi volevano dimostrare amore e compassione. All’inizio pensavo che mi sarei vergognata ma (cosa incredibile!) mi sono sentita sollevata e guarita! Non era cambiata la situazione in sé, ero cambiata io! Mi sono accorta, infatti, che curare mio marito era diventato per me un peso. Eppure Gesù ha detto: “Il mio giogo è soave e il mio peso è leggero.” Avevo bisogno che qualcuno mi ricordasse che Dio è Amore e che ci ama immensamente. Una volta messo Dio al primo posto nel mio cuore, nella mente e nell’anima, tutto si è rimesso nella giusta prospettiva. Mio marito malato ora rappresentava la cosa più importante. Sicuramente in situazioni come queste è importante la preghiera. Ma ciò che più mi ha aiutato ad uscire dalla mia situazione di sofferenza è stata la presenza spirituale di Gesù in mezzo a quel gruppo di persone. Mi hanno fatto sperimentare l’amore di Dio. La mia esperienza con John continua, ma ora so che posso contare sull’amore di tutti. Da: New City (Inghilterra) Agosto-Settembre 2017 (altro…)

“Essere una presenza di Maria”
Sono lieta di rivolgere un saluto a tutti i partecipanti alla presentazione del libro:“Qui c’è il dito di Dio”. È il secondo volume della collana “Studi e Documenti” promossa dal Centro Chiara Lubich.
Il titolo richiama una frase nota ai membri del Movimento dei Focolari: il primo riconoscimento da parte dell’arcivescovo di Trento, mons. Carlo de Ferrari, che quel qualcosa di nuovo che, in modo edificante e nello stesso tempo contrastato, stava nascendo nella sua diocesi, non veniva dagli uomini ma “dal dito di Dio”. Uno sguardo puro permetteva così al pastore di non fermarsi di fronte a considerazioni o a giudizi puramente “umani”, ma di penetrare più profondamente il sorprendente agire di Dio, che si manifestava attraverso la vita di un gruppo di giovani ragazze, e ciò 20 anni prima del Concilio Vaticano II. E la storia gli avrebbe dato ragione. Come membri del Movimento dei Focolari non possiamo non essere particolarmente grati a Mons. De Ferrari per il suo sapiente discernimento, che ha permesso a quel piccolo fuoco acceso di crescere e di estendersi poi in tutto il mondo. A distanza di 70 anni, questo lavoro di Lucia Abignente ci rende consapevoli di quanto l’intuizione dell’arcivescovo fosse profonda-mente radicata nella vita della Parola di Dio e il suo agire condito di umiltà, di perseveranza, di prontezza a pagare di persona, di profezia. Nella ricostruzione degli eventi, che in queste pagine ci viene offerta sulla base di un vasto apparato di fonti, scopriamo un filo d’oro. Circostanze propizie e avverse hanno permesso l’intessersi di un rapporto di comunione vivo, reale, tra Chiara Lubich e il “suo” vescovo, che ha dato senso a quell’alternarsi di “osanna” e “crucifige” – per dirlo con le parole che troviamo nelle lettere di entrambi – e l’ha fatto vivere a Chiara nell’amore a Dio e alla Chiesa. Queste pagine ce ne offrono una testimonianza autentica e coinvolgente. Anche oggi essa costituisce un invito a prendere nuovamente coscienza del dono del carisma ricevuto e della potenzialità di una fondazione, che, come viene oggi riconosciuto, ha aperto una strada ai percorsi di altre realtà ecclesiali. Mi dà gioia costatare che la pubblicazione di questo libro avviene nell’anno dedicato dal Movimento dei Focolari all’approfondimento di Maria, uno dei cardini della spiritualità dell’Unità. Fu nel periodo di luce vissuto nell’estate 1949 (in cui lo Spirito diede a Chiara di contemplare la grandezza della Madre di Dio, di ammirarla nella sua bellezza unica, tutta rivestita della Parola di Dio), che si delineò anche il disegno di Dio sull’Opera nascente: Opera di Maria appunto. La vocazione, il timbro “mariano” di quest’Opera emerge da queste pagine, che ne danno prova – direi – inconfutabile, grazie al rinnovarsi del sì di Chiara ai piani di Dio: sì alla chiamata, sì all’annuncio di quell’Ideale che avrebbe penetrato la sua vita; sì alla disponibilità dell’offerta e immolazione del frutto generato, durante gli anni di studio da parte della Chiesa di Roma. Nel suo “fiat” dell’Annunciazione così come nel sì della desolazione ai piedi della croce Maria è il modello, la forma, in cui Chiara Lubich vive la sua divina avventura. Nel nostro tempo, in cui appare «una nuova e più esplicita consapevolezza del principio mariano nella Chiesa come sacramento di unità»[1], mi auguro che la testimonianza e il messaggio, trasmessi dal libro che oggi presentiamo, possano essere un dono per tutto il popolo di Dio e aiutino l’Opera di Maria ad esprimere la vocazione che la Chiesa le ha confermato negli Statuti: essere «…– per quanto è possibile – una presenza [di Maria] sulla terra e “quasi” una sua continuazione». [1] B. Leahy, Il principio mariano nella Chiesa, Città Nuova, Roma 1999, p. 46. (altro…)

Living City compie 50 anni
La rivista in lingua inglese, fondata nel 1967 a New York come una delle 32 edizioni del Movimento dei Focolari, per festeggiare i 50 anni di attività ha organizzato, il 24 settembre, presso la Fordham University di New York, un convegno dal titolo “Costruire ponti: come possono i media facilitare il dialogo in una società polarizzata?” con il contributo di docenti e giornalisti professionisti. Living City viene letta e apprezzata non solo negli Stati Uniti, ma anche in Canada, Australia, Irlanda, Malta, Nuova Zelanda e molti altri Paesi a lingua inglese. I suoi lettori sono persone di tutte le età e convinzioni religiose. Recentemente è stata insignita di 5 premi dalla Catholic Press Association del Nord America. (altro…)

Dalla comunità dei Focolari del Messico
«Fin dai primi momenti molti di noi, così come la stragrande maggioranza del popolo messicano, ci siamo fatti avanti, pur nello sgomento e l’emergenza, per accogliere la richiesta di aiuto che giungeva da tutti i quartieri di Città del Messico e da altre località dell’entroterra colpite dal sisma. Un profondo senso di solidarietà è scattato ovunque. Gli alberghi hanno aperto le porte a quanti avevano perso la casa, medici e psicologi prestano servizi gratuiti; non manca mai una famiglia che non offra un piatto di minestra calda. Centinaia di volontari lavorano duramente e senza sosta; sono cittadini che fino a poche ore prima erano impiegati, venditori ambulanti, casalinghe e operai. Ancora una volta si costata che, in seguito ad una tragedia, emerge la vera natura messicana, che non perde la speranza, sa contagiarsi di gioia ed entusiasmo perfino nei momenti più bui. Fiumane di persone aiutano nei modi più semplici e creativi, dando l’impressione di un popolo vivo che si solleva come un gigante dalle macerie.
L’emergenza ha anche colpito stati come Puebla, Stato del Messico, Morelos, Chiapas e Oaxaca. Vari membri della nostra comunità hanno offerto il proprio aiuto, specialmente a Puebla e Morelos, nei paesini nei quali i soccorsi sono arrivati con maggiore lentezza. Una famiglia di Città del Messico ha organizzato un centro di raccolta nella propria casa e poi si è trasferita nello stato di Morelos per distribuire alimenti e generi di prima necessità ai più bisognosi. I giovani della cittadella El Diamante sono andati a Contla, una località dello stato di Puebla duramente colpita dal terremoto. Hanno rimosso macerie, scaricato e consegnato viveri e consolato chi aveva perso tutto. Per raggiungere questa comunità, situata in una zona di difficile accesso, hanno attraversato un fiume e oltrepassato un profondo burrone con un ponte di corda improvvisato. Contemporaneamente il gruppo di Economia di Comunione di Puebla ha organizzato attività di soccorso a Sant’Antonio Alponocan, un’altra comunità di quella regione. Infine, allo scopo di coordinare gli aiuti, abbiamo creato a Città del Messico un comitato di emergenza che ha dato il via a un censimento dei danni e delle necessità, per organizzare una raccolta di beni materiali e competenze.
In questi momenti difficili abbiamo sempre in mente, e sono per noi fonte di coraggio e consolazione, le parole che la Madonna di Guadalupe, sul monte Tepeyac, ha chiesto a San Juan Diego di ricordare sempre: “Metti questo nel tuo cuore, figlioletto mio: non temere. Non sono forse qui, io che sono tua Madre? Non ti trovi forse alla mia ombra, sotto la mia protezione? Non sono forse io la fonte della tua gioia? Non stai forse tu tra le pieghe del mio manto, sulle mie braccia? Hai forse bisogno di altro?”. Come Movimento dei Focolari abbiamo rafforzato il nostro impegno di amore e fraternità per la ricostruzione materiale e spirituale del nostro amato Paese». Città del Messico, 25 settembre 2017 (altro…)

Il Movimento dei Focolari in movimento
Incontrano, accorciano le distanze, collegano, connettono. Sono i “focolari temporanei”, piccoli gruppi, composti da giovani e adulti, appartenenti alle diverse vocazioni del Movimento dei Focolari, che per un periodo breve, da pochi giorni a qualche settimana, lasciano la propria casa per visitare comunità lontane, spesso in zone isolate. Una quarantina di viaggi solo negli ultimi mesi, dallo Sri Lanka alle isole Azzorre, dal Vietnam a Santo Domingo, dal Brasile alla Tanzania. Tutti “autofinanziati” con le più varie iniziative e spesso con grandi sacrifici. Gli alloggi, in genere, sono messi a disposizione dalla chiesa locale o dalla comunità stessa. Ognuno di questi viaggi ha una storia diversa, ma con un denominatore comune: come temporanei “focolari”, accendono nuova vita. Idalina e Toni sono una famiglia del Portogallo. Insieme ad altre sette persone, tra cui due giovani, durante il mese di agosto sono partiti per Saurimo, in Angola. «Siamo stati alloggiati nella casa dell’arcivescovo. Insieme a lui abbiamo condiviso i pasti e tanti altri momenti della giornata». Durante le due settimane di permanenza hanno intrecciato molti rapporti con adulti e ragazzi della comunità: «Al termine dei quindici giorni di permanenza, ci chiedevano quando saremmo ritornati. L’arte di amare di Chiara Lubich è per tutti una grande scoperta».


Sacre processioni e profane riverenze
Inconcepibile che durante una processione religiosa, nella quale si espone un simbolo sacro, si onora una reliquia di un martire della fede, o di una persona virtuosa, ci si soffermi sotto la finestra del potente locale, o si producano “inchini” di fronte al potere malavitoso! Il Focus di NU227 è dedicato a questo tema. Il titolo è “Sacre processioni e profane riverenze”, e la parola è data agli esperti del tema della religiosità popolare (e le sue deviazioni) e ai protagonisti che, nelle zone “calde” del nostro Paese, affrontano quotidianamente lo scandalo dell’insulso connubio fra forme religiose e organizzazioni criminali. Coordinati da Claudio Cianfaglioni, scrivono sulla rivista il teologo NicolasSteeves, la sociologa StellaMorra, Andrea Grillo e i sacerdoti della locride don Nicola Commisso Meleca e don Bruno Cirillo. La rubrica “Punti cardinali” è ricca di uno scritto di Piero Coda sull’antropologia della pace e di Davide Penna sul filosofo Heidegge
Ciro: Faccio solo la traduzione
https://vimeo.com/233789742 (altro…)
Auguri alla Comunità Shalom
Nel mese di settembre, la Comunità Cattolica Shalom ha festeggiato i 35 anni di vita. La Comunità, con la quale il Movimento dei Focolari ha profondi legami d’amicizia, è nata in Brasile, nel 1982, su iniziativa di alcuni giovani universitari guidati da Moysés Louro de Azevedo Filho e con l’incoraggiamento dell’Arcivescovo di Fortaleza. Pur avendo come obiettivo di accogliere i giovani e annunciare loro il Vangelo, in breve tempo si è diffusa anche tra famiglie, bambini e persone di diversa provenienza socioculturale, uniti dalla chiamata a vivere la preghiera, la vita fraterna e il servizio. Attualmente è presente in Sudamerica, Nord America, Medio Oriente, Europa, Africa e Asia. Oltre a numerosi gruppi di preghiera, la Comunità ha avviato centri d’arte e di cultura, scuole, case di accoglienza per anziani, malati e senzatetto, progetti per il recupero di tossicodipendenti e bambini di strada e per la prevenzione dell’aborto. Alla Comunità Shalom i nostri migliori auguri! (altro…)

Klaus Hemmerle: nella mente e nel cuore il mondo

Il vescovo Klaus Hemmerle

“La Mistica del Fuoco in Caterina e Chiara”
In occasione del 30° anniversario (1987-2017) della consegna della Targa Cateriniana a Chiara Lubich, la Comunità dei Padri Domenicani di Siena (Italia), in collaborazione con l’Associazione Internazionale dei Caterinati e il Movimento dei Focolari, promuove un convegno (23 e 24 settembre a Loppiano, la cittadella fondata da Chiara Lubich nel 1964) dal titolo: “La Mistica del Fuoco in Caterina e Chiara”. I relatori: professor Piero Coda preside dell’Università Sophia e Suor Elena Ascoli O.P dell’Associazione Internazionale dei Caterinati. Moderatore: Padre Alfredo Scarciglia O.P. (priore del convento di San Domenico di Siena e assistente ecclesiastico dei Caterinati). Si leggerà un messaggio di Maria Voce, presidente dei Focolari. Durante il convegno sarà proiettato un DVD sulla consegna della Targa Cateriniana a Chiara Lubich e l’attrice senese Paola Lambardi leggerà alcuni passi tratti dai testi cateriniani. Programma (altro…)

Crescer é uma aventura extraordinária
A Editora Cidade Nova do Brasil acaba de lançar o livro “Crescer é uma aventura extraordinária”, do psicólogo italiano Enzio Aceti, escrito para pais e educadores sobre a primeira infância. O parto, as conquistas da criança nos seus três primeiros anos de vida, o ingresso na escola e a relação com o sagrado. A base da educação é a escuta, o conhecimento dos limites, a tolerância, o reconhecimento do outro, amor, e para amar é preciso conhecer bem o ser amado. Não é possível deixar apenas nas mãos dos especialistas (psicólogos, pedagogos, estudiosos das ciências humanas) o estudo e a observação do desenvolvimento evolutivo da criança. É preciso torna-lo “popular”, ao alcance de todos. Por que ler? O autor, de forma simples, clara e didática esclarece dúvidas e responde a muitas indagações que preocupam pais e educadores que enfrentam muitos desafios na educação da geração 2.0, nos dias de hoje. O livro ressalta que na educação, a comunhão entre as pessoas é a nossa verdadeira identidade. “É o outro que me faz existir”. Ezio nos faz enxergar de forma clara que as crianças não são nossas, mas confiadas a nós para que possamos impulsioná-las a um crescimento cada vez mais harmonioso e responsável. Sobre o autor Ezio Aceti [1956-] é italiano, psicólogo, especialista em psicologia evolutiva, consultor na cidade de Milão (Itália) em muitas organizações e associações voltadas à educação. É conferencista em nível internacional e frequentemente é convidado a realizar reuniões, conferências, cursos de treinamento para pais, educadores, professores, escolas e paróquias. Trabalhou como especialista no Escritório Nacional de Pastoral da Conferência Episcopal Italiana e com numerosas dioceses e institutos religiosos italianos. Ele colabora com a Tele Radio Pace em Verona e Chiavari (IT). É autor de vários livros sobre temas pedagógicos publicados na Itália e no Brasil. Compre o livro “Crescer é uma aventura extraordinária” no site da Cidade Nova

Giovani e adulti in cammino insieme
«Un’esperienza di Chiesa viva, in cammino, in dialogo, in uscita», sintetizzano in breve Paola Pepe e Jonathan Michelon (responsabili delle Scuole Gen internazionali di Loppiano) i giorni del Seminario internazionale sulla situazione giovanile. Esso fa parte di un percorso organizzato dalla Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, in preparazione alla XV Assemblea Generale Ordinaria sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. «Abbiamo fatto un’esperienza di profonda comunione, di “training sinodale” a contatto con varie realtà ecclesiali. Già dall’estate ci eravamo preparati, insieme ad altri giovani dei Focolari di diversi Paesi, per inviare il nostro contributo alla segreteria generale del Sinodo», scrivono insieme a Leandro (Argentina), Marina (Brasile) e Nelson (El Salvador). Il programma del Seminario è stato ricco di contenuti per gli autorevoli interventi di formatori, economisti, esperti di comunicazione, sociologi, accompagnatori, appassionati del mondo giovanile. Ventuno i giovani presenti su 82 partecipanti dai 5 continenti che hanno dato il loro prezioso contributo ai lavori di riflessione con proposte di metodo e di contenuto sul prossimo appuntamento sinodale. Significativo il fatto che la segreteria organizzativa abbia prontamente accolto alcuni loro suggerimenti in merito alla metodologia di svolgimento del programma, con una maggiore condivisione in plenaria.
«Le meditazioni bibliche che aprivano le giornate ci interpellavano profondamente. Di una ci è rimasto impresso il passaggio in cui si metteva in luce che per mostrare la vita di Gesù ai giovani bisogna averne fatto l’esperienza: quanto è importante la testimonianza di vita!». Le varie tematiche sui giovani in rapporto a identità, progettualità, alterità, tecnologia, trascendenza hanno prospettato scenari realistici non privi di sfide ma sempre aperti alla speranza. Si è parlato della valenza pastorale di alcune iniziative in cui i giovani sono protagonisti quando accompagnati da adulti disponibili a vivere insieme la ricerca del senso della vita. «Ora vogliamo elaborare le esperienze che viviamo con la loro valenza formativa ed evangelizzatrice per offrirle alla Chiesa». «Il seminario è stata una grande opportunità di apertura della Chiesa, di quello che sta facendo per i giovani; e per noi di lavorare con la Chiesa, per cambiare le realtà del mondo. La Chiesa vuole ascoltarci, sapere cosa pensiamo, cosa possiamo fare di concreto e desidera affrontare con noi anche le difficoltà. Non abbiamo trovato risposte, ma si procede insieme”, spiega Marina.
Le conclusioni mettono in evidenza che occorre costruire il cambiamento e diventare generatori di vita nell’ascolto reciproco, giovani e adulti, «Sono emerse proposte concrete che verranno presentate ai padri sinodali. Tra queste, un’equipe di giovani che affianchi il lavoro della Segreteria generale del Sinodo per preparare momenti di confronto e di dialogo durante i lavori sinodali tra vescovi e giovani e coinvolgere stabilmente alcuni di essi negli organismi della Santa Sede; una Chiesa riconosciuta da tutti come “casa-comunione-famiglia”. Delle giornate romane ci portiamo via tante perle, come quella nel documento preparatorio in cui si parla dei giovani: “la possibilità della loro fioritura dipende dalla capacità della nostra cura, non per il desiderio di cambiare l’altro, ma per crescere insieme”». «Il Sinodo dei giovani – conclude il Card. Baldisseri, Segretario generale del Sinodo sui Giovani –può rappresentare un tassello di quel rinnovamento missionario della Chiesa, che per l’esortazione apostolica Evangelii gaudium, costituisce la sfida di questo tempo. Ai giovani dobbiamo rivolgerci non solo perché ci aiutino a comprendere come annunciare il Vangelo ma anche per capire meglio cosa Gesù chiede alla Sua Chiesa, cosa si aspetta da essa, cosa tagliare e cosa cucire di nuovo per questa missione». Un altro “tassello” sarà senz’altro il Genfest 2018 che si svolgerà a Manila (Filippine) e, ancora, la Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) nel gennaio 2019 in Panama. (altro…)

Economia di Comunione a LoppianoLab
«Tutte le volte che le persone, i popoli e persino la Chiesa hanno pensato di salvare il mondo crescendo nei numeri, hanno prodotto strutture di potere, dimenticando i poveri». Papa Francesco ai partecipanti all’incontro dell’Economia di Comunione in Vaticano il 4 febbraio 2017. È possibile davvero attraversare oggi le contraddizioni e le ferite del nostro tempo con la radicalità indicata da Francesco? Cosa significa resistere alla “globalizzazione dell’indifferenza”? L’edizione 2017 di LoppianoLab vuole essere uno spazio dove affrontare apertamente queste domande nella consapevolezza degli errori e delle incertezze affrontate da chiunque cerca di costruire percorsi di fraternità dentro la società italiana. Quanto espresso dal Papa il 4 febbraio 2017 agli aderenti al progetto di Economia di Comunione, è un messaggio rivolto a tutti perché cambia completamente la prospettiva di analisi e di azione. «Ci ha detto che non è più sufficiente imitare il samaritano del Vangelo», afferma Eva Gullo, presidente del Polo imprenditoriale Bonfanti, promotore di LoppianoLab assieme al Gruppo editoriale Città Nuova, all’Istituto Universitario Sophia e al Centro internazionale Loppiano. Cosa è necessario allora? Bisogna puntare, secondo Francesco, a cambiare le regole del gioco del sistema economico-sociale, agendo e combattendo le strutture inique «che producono briganti e vittime».
«Al centro di LoppianoLab 2017 ci saranno, quindi – precisa Andrea Goller, corresponsabile dei Focolari in Italia – le sfide quotidiane di noi cittadini e del nostro Paese: esclusione, migrazione, corruzione, mancata presenza dello Stato accanto alle nuove virtù civili e alla rinascita del senso di appartenenza comunitaria e di accoglienza. Insomma tutti quei segnali di novità, le strategie, le organizzazioni e le idee che prendono vita e si sviluppano da quella rete di relazioni e azioni già in atto in Italia, dove tutti possono essere attori del cambiamento». Interverranno: Luigino Bruni, Benedetto Gui, Vittorio Pelligra, economisti; Nicoletta Dentico, Banca Etica; Marco Tarquinio, direttore Avvenire; Gianni Bianco, TG 3 RAI; Jésus Morán, copresidente Focolari; Pierluigi Sassi, Earth Day; Chiara Peri, Centro Astalli per i Rifugiati; Tiziana Bernardi, Nomadelfia; Giorgio Beretta, Campagna banche armate; Francesco Naso, Economia e Felicità; Luca Raffaele, Next nuova economia per tutti, e molti altri ospiti. In allegato il programma della manifestazione Ufficio Stampa Stefania Tanesini – +393385658244 – sif@loppiano.it

Giornata Internazionale della Pace
“Together for Peace: respect, safety and dignity for all” il tema della Giornata internazionale della pace indetta dall’ONU, come ogni anno, il 21 settembre, per promuovere il rispetto, la dignità e la sicurezza di tutti coloro che sono costretti a fuggire dalle proprie case in cerca di una vita migliore. Istituita nel 1981 come un giorno di pace e di non violenza, la ricorrenza è un invito a tutti gli stati membri, organizzazioni del sistema delle Nazioni Unite, organizzazioni regionali e non governative e persone di buona volontà a mettere in atto iniziative di educazione, formazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui temi della pace, del rispetto, del sostegno alla diversità, dell’accettazione di migranti e rifugiati, contro ogni forma di discriminazione. (altro…)

Albania: la mia faccia per la pace
«Domenica 20 agosto 2017, ore 5.00. Da lontano sento la chiamata del Muezzin alla preghiera. Il termometro mostra già 30º. Sono in una minuscola baita di legno nel piccolo Villaggio della pace a Scutari, in Albania. Costruito dalla Chiesa cattolica per i profughi, durante la seconda guerra balcanica alla fine del 1999, ora ospita il nostro campo go4peace» Comincia così il racconto-diario di Meinolf Wacker, giovane sacerdote tedesco, da più di 20 anni impegnato, insieme ad altri sacerdoti del Movimento dei Focolari, a organizzare nei Balcani – terra martoriata da guerre e divisioni – “scuole di pace” per centinaia di giovani. Il primo pensiero del mattino va alla serata conclusa poche ore prima e al grande concerto proposto dai giovani nella piazza della cattedrale di Scutari. A conclusione della quale Mark, che viene dall’Irlanda, si è fatto portavoce del loro appello: “Siamo qui dal Nord e dal Sud, dall’Occidente e dall’Est dell’Europa. La pace è una meta da raggiungere, dobbiamo vedere nell’altro un fratello o una sorella. Se ci amiamo, la pace sarà il frutto. Richiede passione, pazienza e tenacia. Vogliamo diventare una generazione piena di passione per la pace”.
I componenti della band che si è esibita la sera prima vengono dall’Albania, dal Camerun, dalla Slovenia, dalla Spagna e dalla Germania, dopo non poche peripezie. I tedeschi, ad esempio, una volta arrivati a Sarajevo, hanno attraversato le zone montuose del Montenegro su un pullmino a noleggio, quasi 40 ore di viaggio. Neanche il tempo di riprendere fiato e subito la suddivisione in piccoli gruppi per conoscersi. Ogni giorno, un motto da vivere. “Non smettere di dare!”, per esempio. Ma anche uno sguardo sulla natura poteva ispirare un nuovo motto, come vedere una mucca sdraiata sul prato che si prende tutto il tempo per ruminare. In un mondo pieno di frenesia occorre fermarsi ogni tanto, e “ruminare” interiormente quanto Dio ci ha suggerito. «All’inizio del campo – scrive Meinolf – ci siamo fermati sul famoso Ponte di Mezzo, nella cittadina di Mes. Uniti, mano nella mano, tutti i partecipanti, musulmani, evangelici, cattolici o di altre visioni del mondo, ci siamo affidati al mistero di Dio, in silenzio. Durante la settimana si sono svolti 31 workshop che hanno dato ai giovani l’occasione di venire in contatto con la gente del posto. Ogni giorno più di cento bambini ci aspettavano a Fermentim, alla periferia di Scutari, dove lavora stabilmente una comunità di suore». Qui i ragazzi producono portachiavi e lavorano alla tinteggiatura e alla pavimentazione dell’asilo e della casa di una famiglia.
«Altre tappe sono state il Museo della Cattedrale di Santo Stefano, a Scutari, dove si ricordano i 38 martiri uccisi dal regime comunista dal 1945 al 1974, il Museo della memoria con gli orrori commessi in quegli anni, e la visita a una moschea. In un workshop interreligioso si è parlato dei rapporti tra le religioni nei Balcani. Abbiamo piantato anche degli alberi, verniciato alcune casette del villaggio, incontrato i bambini affidati alle suore di Madre Teresa. La giornata terminava sempre con una cena festosa nel villaggio». «Insieme a Christoph e Tobias dell’agenzia 18frames Film+Media Produktion di Amburgo avevamo progettato la campagna “Yourope” per coinvolgere i giovani europei a “mettere la propria faccia” per mostrare un’Europa senza barriere. Un videoclip realizzato durante il campo, con i nostri volti, su sfondo nero, termina con l’invito a mandarci altri brevi video con la stessa frase iniziale: I show my face… Armela ha preso una piccola mascotte della mia macchina – un’alce – se l’è messa sulle spalle e si è ripresa: I show my face because I am from Albania, studying in Austria, sitting in a French car with a German driver and a young friend from Sweden. In pochi giorni più di 50 mila persone avevano visto il clip». Raccontano due partecipanti: «Quando un anno fa ho saputo che il campo si sarebbe tenuto a Scutari, ero critica. Provengo dall’Albania e conosco la mentalità del mio Paese. Durante la preparazione ho aiutato come potevo. I primi due giorni sono andati bene. Ma quando sono cominciati i workshop, regnava una grande confusione. “Ben arrivati nel caos”! ho pensato. Poi però tutto è andato diversamente da come immaginavo. In occasione del concerto finale dovevo spiegare la campagna “Yourope”. Negli occhi del pubblico si vedeva una gioia vera! L’amore è stato più forte degli ostacoli!». «Le messe serali non erano vuoti rituali, ma fede vissuta, profonda, che mi ha travolto. Le spiegazioni sul senso del dolore e sull’incontro con Gesù nella sofferenza mi hanno dato molto, e ancora per lungo tempo ho continuato a ruminarle». Vedi il Video clip (altro…)
Ancora il Messico trema
A solo due settimane dal precedente sisma, ieri sera il Paese azteco è stato nuovamente colpito da un terremoto di magnitudo 7.1 (scala Richter). Al momento si contano 217 vittime, di cui 117 nella capitale, bilancio purtroppo destinato a salire. Ventisei i bambini e 4 adulti hanno perso la vita nel crollo di una scuola nell’area sud-est di Città del Messico. Anche se sono stati salvati 11 bambini, devono ancora essere estratti dalle macerie una trentina di minori e 4 adulti. Ci sono stati dei crolli di alcuni edifici e almeno 4 milioni di persone sono rimaste senza elettricità. 72 le vittime registrate nello stato di Morelos e 43 a Puebla, dove si trova la cittadella dei Focolari “Mariápolis El Diamante”. «Eravamo a tavola quando abbiamo sentito il forte sisma – raccontano –. Al momento i membri della nostra comunità di Puebla non hanno subito danni e stiamo tutti bene». La solidarietà si è subito fatta sentire da tanti Paesi della regione e del mondo. «In questo momento di dolore chiedo di manifestare solidarietà a tutta la popolazione messicana», l’appello di Papa Francesco, oggi, nell’Udienza Generale. (altro…)
GENFEST 2018
https://youtu.be/C8NvjNYgNEc (altro…)

La scoperta di Gesù Abbandonato
In una conversazione del 2000 Chiara ricorda la prima “scoperta” di Gesù Abbandonato: «In un episodio nei primi mesi del 1944 abbiamo una nuova comprensione di Lui. In una circostanza veniamo a sapere che il più grande dolore che Gesù ha sofferto, e quindi il Suo più grande atto d’amore, è stato quando in croce ha sperimentato l’abbandono del Padre: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Mt 27,46). Siamo profondamente toccate da questo. E la giovane età, l’entusiasmo, ma soprattutto la grazia di Dio, ci spingono a scegliere proprio Lui, nel suo abbandono, quale via per realizzare il nostro ideale d’amore. Da quel momento, ci è parso di scoprire il suo volto dovunque.» Un altro momento chiave per la comprensione di questo “mistero di dolore-amore”. Ci troviamo nell’estate del 1949. Igino Giordani raggiunge Chiara Lubich che si è recata per un periodo di riposo nella valle di Primiero, sulle montagne del Trentino (Italia). Insieme al primo gruppo vivono intensamente il passo del Vangelo sull’abbandono di Gesù. Saranno giorni di luce intensa, tanto che alla fine dell’estate, dovendo scendere da quel “piccolo Tabor” per rientrare in città, Chiara scrive di getto quel testo che inizia con un verso ormai celebre: «Ho un solo sposo sulla terra, Gesù abbandonato… Andrò per il mondo cercandolo in ogni attimo della mia vita» Tanti anni dopo, spiegherà: «Sin dall’inizio si è capito che il tutto ha un’altra faccia, che l’albero ha le sue radici. Il Vangelo ti copre d’amore, ma esige tutto. “Se il chicco di grano caduto in terra non muore – si legge in Giovanni – rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12,24). Ne è la personificazione Gesù crocifisso, il cui frutto è stata la redenzione dell’umanità. Gesù crocifisso! Egli, che aveva sperimentato in sé la separazione degli uomini da Dio e fra loro, e aveva sentito il Padre lontano da sé, fu da noi ravvisato non solo in tutti i dolori personali, che non sono mancati, e in quelli dei prossimi, spesso soli, abbandonati, dimenticati, ma anche in tutte le divisioni, i traumi, gli spacchi, le indifferenze reciproche, grandi o piccole: nelle famiglie, fra le generazioni, fra poveri e ricchi; nella stessa Chiesa a volte; e, più tardi, fra le varie Chiese; come in seguito, fra le religioni e fra chi crede e chi è di diversa convinzione. «Ma tutte queste lacerazioni – continua Chiara – non ci hanno spaventato; anzi, per l’amore a Lui abbandonato, ci hanno attratto. Ed è stato Lui ad insegnarci come affrontarle, come viverle, come concorrere a superarle quando, dopo l’abbandono, aveva rimesso il suo spirito nelle mani del Padre: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito” (Lc 23,46), dando così all’umanità la possibilità di ricomporsi in sé stessa e con Dio, e indicandole il modo. Egli ci si è manifestato perciò chiave dell’unità, rimedio a ogni disunità. Egli era colui che ricomponeva l’unità fra noi, ogni qualvolta si fosse incrinata. Egli è divenuto il nostro unico Sposo. E la nostra convivenza con un tale Sposo è stata così ricca e feconda che mi ha spinto a scrivere un libro, come una lettera d’amore, come un canto, un inno di gioia e di gratitudine a Lui». (altro…)

Brasile: Giovani Missionari continentali
Le parole di Papa Francesco pronunciate nella Giornata Mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro 2013, “Andate per servire senza paura”, hanno provocato nei giovani dei Focolari la spinta a mettersi in gioco. Così, quelli della città di Juiz de Fora (500.000 abitanti), nello Stato brasiliano di Minas Gerais, hanno lanciato un progetto che raduna giovani di diversi carismi. «L’intento è quello di testimoniare l’unità nella diversità della Chiesa – dicono i giovani–, essendo discepoli di Cristo e missionari, in continuità con l’invito dei vescovi latinoamericani rivolto a tutti i cristiani. Certo, non mancano le difficoltà, ma questo non ci scoraggia». È stato l’arcivescovo Gil Antonio Moreira a consegnare al gruppo – circa 60 – la denominazione di “Giovani Missionari Continentali” (GMC). «Proveniamo da diverse esperienze spirituali – ci spiegano –: Rinnovamento nello Spirito; nuove Comunità; gruppi parrocchiali e Movimento dei Focolari. L’inizio della missione si apre con la consacrazione personale a Dio per un anno, che si può rinnovare per un altro ancora. E ci sono tre punti che ci aiutano ad orientare la bussola: preghiera, formazione e missione, mettendoci al servizio».
A 4 anni dall’avvio del progetto, sono numerose le missioni svolte nelle parrocchie dell’arcidiocesi di Juiz di Fora con un centinaio di visite alle famiglie delle comunità rurali, alle periferie e rioni violenti della città, ad asili e orfanotrofi e al centro rieducativo per minorenni con reati. «Abbiamo intrapreso itinerari socio-sanitari, come nel caso della lotta contro il dengue (malattia tropicale), operando lì dove si registra l’indice più alto di morti. Ci siamo adoperati in particolare per curare l’igiene dell’ambiente, eliminando spazzatura e discariche che favoriscono la proliferazione delle zanzare che trasmettono la malattia, ma anche informando la popolazione attraverso dei dépliant e cartelloni. In questo periodo siamo impegnati in missioni speciali ad Haiti e nella città di Obidos (Stato del Pará), nel Centro Educativo per minorenni delinquenti e con i “cartoneros” (raccoglitori di carta dai cassonetti, che poi viene riciclata). Abbiamo messo in evidenza il loro importante lavoro in beneficio del nostro pianeta». Non è mancato il sostegno economico e psicologico a giovani con situazioni particolarmente difficili. «Inoltre, il “Natale solidale” ci consente di raccogliere cibo non deperibile e altri generi di prima necessità che poi consegniamo ad un ente caritatevole».
I GMC, con il tempo, hanno voluto cimentarsi in altri luoghi, spingendosi fino a Obidos (Stato del Pará), cuore dell’Amazzonia. «A contatto con le persone, abbiamo visto risuonare in esse la chiamata ad una vita missionaria e nascere una varietà di vocazioni». Superati i confini del Brasile, sono approdati fino ad Haiti. Il 17 luglio scorso, un gruppo di sei persone dell’arcidiocesi di Juiz de Fora con il loro arcivescovo, fa rotta verso Haiti. La situazione di quel paese conosce grandi sfide a 7 anni dal terremoto che lo ha devastato: in appena 35 secondi sono crollati più di 300 mila edifici tra civili e istituzionali, provocando la morte di 200 mila persone. Con i suoi 7,2 gradi della scala Richter è stato il peggior terremoto registrato nelle Americhe. «Haiti è la periferia più povera dell’America Latina. È verso quel posto – scrive mons. Gil Antonio Moreira – che si dirigono i miei occhi e gli occhi dei Giovani Missionari Continentali. Con grande gioia andiamo per servire, senza paura, perché il motivo, il nostro traguardo è Gesù Cristo». I giovani dei Focolari concludono: «Ciò che ci dà la sicurezza che siamo nella strada giusta sono paradossalmente le difficoltà che incontriamo, nelle quali cerchiamo di amare un volto di Gesù Abbandonato. É Lui il segreto della nostra gioia e dei frutti che costatiamo». (altro…)
Convegno Cristiano-Indù
Una giornata di studi sul tema:” ILLUMINAZIONE E VIA TANTRICA “. Programma

Ad amare ci si educa
Viaggio nell’affettività e nella sessualità per bambine e bambini dagli 8 agli 11 anni. È il secondo di due volumi. Ciascuno completato da una guida per educatori e genitori. Anche è in cantiere la realizzazione di un blog nel quale gli autori dialogheranno on line con i lettori I VOLUMI: Un viaggio alla scoperta dell’affettività e della sessualità per le bambine e i bambini dai 4 ai 7 anni, il primo, dai 7 ai 11 anni, il secondo. Un itinerario pensato per raccontare come l’educazione sessuale non sia un fatto intimo, privato e nascosto, ma una possibilità di far esprimere la persona negli affetti, nei legami, nelle relazioni. Educare alla sessualità significa educare alla bellezza: la bellezza di vivere, di amare, di sentirsi amati. I libri per bambini, a colori e interamente illustrati sono completati da una guida per educatori e genitori, progettata per affrontare il tema dell’educazione affettivo-sessuale tenendo conto delle specifiche esigenze, educative e cognitive, dei bambini. GLI AUTORI Ezio Aceti è psicologo, psicoterapeuta e formatore, è docente e formatore presso molti enti e associazioni. È autore di numerose pubblicazioni per Città Nuova, tra cui ricordiamo: Crescere è una straordinaria avventura (2016); Nonni oggi. Se non ci fossero bisognerebbe inventarli (2013); Educare al sacro. Una risposta alla crisi della società post-moderna (2011, 20154); I linguaggi del corpo. Per un rapporto armonioso con sé e con gli altri (2007, 20133); Comunicare fuori e dentro la famiglia. Una risposta alle sfide della società (2004, 20155). Stefania Cagliani, psicologa, consulente e formatrice, da più di dieci anni si occupa di educazione ai bambini e genitori in qualità di coordinatrice di Centri per l’infanzia. Città Nuova editrice

Vangelo vissuto: prendere la propria croce e seguirlo
L’imprevisto Aspettavamo il nostro primo bambino. Subito dopo questa scoperta un imprevisto: un piccolo nodulo al seno. Gli esami evidenziavano che si trattava di un cancro. Per me e per mio marito, che è medico, è stato un duro colpo. Tre giorni dopo il colloquio con uno specialista sono stata operata. Secondo lui tenere il bambino costituiva un fattore aggravante: bisognava procedere subito a un aborto terapeutico per cominciare la chemioterapia. Non volevamo rassegnarci. Confidando in Dio abbiamo consultato altri medici, cercando soluzioni alternative. Infine abbiamo deciso per un parto cesareo al settimo mese di gravidanza, quando il bambino sarebbe stato perfettamente in grado di sopravvivere. Solo dopo avrei iniziato la chemioterapia e la radioterapia. Da allora sono passati 8 anni e siamo in attesa del terzo figlio. M.D. – Francia Lo sconosciuto Un giorno ero in macchina con un uomo che mi aveva chiesto un passaggio. Era mezzogiorno. Gli chiesi dove avrebbe pranzato, e rispose: «Non ho un soldo in tasca e non so proprio come farò a mangiare». Ero attraversato da sospetti e diffidenza. Ma cacciai quei pensieri, dicendo a Gesù: «Non mi importa chi è, quello che faccio a lui lo faccio per te». Frugai in tasca e gli diedi quello che avevo, aggiungendo, per non umiliarlo: «A suo tempo provvederai a restituirmelo». Qualche giorno dopo mi fu recapitata da un cliente una busta con dentro la somma esatta che avevo dato a quello sconosciuto. Mi è sembrato di ravvisare in questo fatto la conferma che il Vangelo è vero. A.G. – Italia Festa in famiglia A diverse famiglie amiche era venuto in mente di organizzare una grande festa per i senegalesi presenti nella nostra città. Da parte di tutti noi c’è stato l’impegno per far sentire a quei giovani emigrati il calore della famiglia. Uno di loro a un certo punto ha osservato: «Tutto è andato al di là delle nostre aspettative. Nessuno di voi ci ha fatto sentire diversi e per questo eravamo come a casa nostra. Abbiamo lo stesso Dio che ci rende fratelli». La festa è finita, l’amicizia no. G.L.- Italia Abbiamo un Padre Per caso ci eravamo rincontrate dopo tanti anni. Non la vedevo dagli anni del liceo. Per varie vicende tristi, lei, laureata in matematica, si trovava nella mia città senza un soldo, a fare una vita da barbona. Era disperata e l’ho ascoltata. Sul momento non avevo nulla da darle, ma le ho promesso di aiutarla: doveva esserne sicura, perché – le ho detto – «abbiamo un Padre in Cielo». Ci siamo date appuntamento per il giorno dopo. Nel frattempo, con l’aiuto di altri, ho trovato una sistemazione temporanea e messo insieme una sommetta: almeno per poter vivere, mangiare e lavarsi. Dopo due giorni lei si è rifatta viva e, restituendomi i soldi, mi ha spiegato che le avevano proposto un lavoro in un posto dove avrebbe trovato anche vitto e alloggio. Ed ha aggiunto: «Devo dirti grazie, più che per i soldi, perché quel giorno mi hai ridato quello che più mi serviva: la speranza e la certezza che ho un Padre che mi segue». Franca – Italia (altro…)

La scelta esclusiva di Chiara Lubich
“In Gesù Abbandonato si manifesta l’infinito amore di Dio che viene messo dal Padre nel cuore dei credenti per realizzare fin d’ora il suo disegno sull’umanità: l’unità. Amare Gesù Abbandonato significa allora rivivere in noi stessi la sua Pasqua, il passaggio continuo, per noi ancora in cammino, dalla morte alla vita, dall’assenza di Dio alla sua presenza, che caratterizza l’esistenza cristiana. Non si tratta di rassegnarsi o di voler soffrire come Gesù ha sofferto, ma piuttosto di ripercorrere la strada da lui aperta e di riconoscere – al di là delle apparenze – la sua presenza attiva in tutto ciò che non è Dio in noi e attorno a noi. È un dire di sì a Lui e come Lui, così che lo Spirito Santo possa irrompere nel nostro nulla voluto ed espandervi il dono dell’agape divina che ci apre alla vita futura, eterna, e ce ne rende partecipi. Gesù Abbandonato, al contempo, ci fa andare incontro all’umanità, proprio là dove essa maggiormente soffre e vive nell’oscurità. Gesù Abbandonato abbracciato e amato mette così amore dove c’è odio, vita dove c’è morte, comunione e unità dove c’è divisione. Amare Gesù Abbandonato è quindi speranza contro ogni speranza, vicinanza di Dio dove non c’è Dio, presenza di Dio dove c’è il silenzio di Dio. E questa speranza è certezza di un mondo e di una storia umana che non si chiudono su se stesse, ma si aprono al sempre nuovo incontro con Dio e, in Lui, si aprono al sempre nuovo incontro degli uomini tra di loro, in una comunione fraterna dalle dimensioni veramente universali”. Da Pasquale Foresi – LUCE CHE SI INCARNA – Città Nuova 2014 pagg. 172-3 (altro…)

La Desolata: la Santa per eccellenza
«Maria ai piedi della croce, nello straziante «stabat» che fa di lei un mare amaro di angoscia, è l’espressione più alta, in umana creatura, dell’eroicità di ogni virtù. Ella è la mansueta per eccellenza, la mite, la povera fino alla perdita del suo Figlio che è Dio, la giusta che non si lamenta d’esser privata di ciò che le appartiene per pura elezione, la pura nel distacco affettivo a tutta prova dal suo Figlio Dio… In Maria Desolata è il trionfo delle virtù della fede e della speranza per la carità che l’accese durante tutta la vita e qui l’infiammò nella partecipazione così viva alla Redenzione. Maria ci insegna nella sua desolazione, che l’ammanta di ogni virtù, a coprirci di umiltà e di pazienza, di prudenza e di perseveranza, di semplicità e di silenzio perché nella notte di noi, dell’umano che è in noi, brilli per il mondo la luce di Dio che abita in noi. Maria addolorata è la Santa per eccellenza, un monumento di santità cui tutti gli uomini che sono e saranno possono guardare per imparare a rivestirsi di quella mortificazione che la Chiesa da secoli insegna e che i santi, con note diverse, hanno in tutti i tempi riecheggiato. Noi pensiamo troppo poco alla «passione» di Maria, alle spade che hanno trapassato il suo Cuore, al terribile abbandono provato sul Golgota quando Gesù l’ha consegnata ad altri… E forse tutto questo dipende dal fatto che Maria ha saputo troppo bene coprire di dolcezza e di luce e di silenzio la sua viva angosciosa agonia. Eppure: non c’è dolore simile al suo… Se un giorno le sofferenze raggiungessero certi culmini, in cui tutto in noi sembra ribellarsi perché il frutto della nostra «passione» pare tolto dalle nostre mani e più dal nostro cuore, ricordiamoci di lei. Sarà con questo gelo che ci renderemo un po’ simili a lei, che si staglierà meglio la figura di Maria nelle nostre anime, la tutta bella, la Madre di tutti, perché da tutti, massime dal Figlio suo divino, staccata, per divina volontà. La Desolata è la Santa per eccellenza. Vorrei riviverla nella sua mortificazione. Vorrei saper star sola con Dio come lei, nel senso che, pur tra fratelli, mi senta spinta a fare di tutta la vita un intimo dialogo fra l’anima e Dio. Devo mortificare parole, pensieri, atti, fuori del momento di Dio, per incastonarli nell’attimo ad essi riservato. La Desolata è certezza di santità, perenne fonte di unione con Dio, vaso traboccante di gaudio». Chiara Lubich, La Dottrina Spirituale, Città Nuova Editrice 2006 (Roma), pp.183 – 184 (altro…)

Festival do Movimento Juvenil pela Unidade
“Sempre há tempo para amar”! É com este título desafiador que os adolescentes do Movimento dos Focolares da Região Sudeste convidam a todos os amigos e amigos dos amigos para o Festival do Movimento Juvenil pela Unidade, que será realizado de 30/09 a 01/10, na Mariápolis Ginetta. Muita alegria e muito aprendizado devem se revezar nesses dois dias, com músicas, gincanas, esportes, experiências e, acima de tudo, um amor fraterno circulando por todos os cantos. Participe e convide os adolescentes da sua cidade!
36° Incontro Ecumenico dei Vescovi amici dei Focolari
Alla 36ª edizione dal titolo “Insieme confessiamo, insieme andiamo incontro all’umanità”, convergono a Katowice, Polonia, 35 vescovi ortodossi, evangelico-luterani, anglicani, metodisti e cattolici, insieme ad una trentina di laici anch’essi di diverse Chiese. Provengono dall’Austria, Brasile, Cipro, Germania, India, Inghilterra, Irlanda, Lettonia, Lituania, Polonia, Repubblica Ceca, Repubblica Democratica del Congo, Svezia, Tailandia, Ungheria e USA. Il Convegno, aperto dalla riflessione di Lesley Ellison, anglicana, su “La spiritualità dell’unità: una spiritualità ecumenica”, ha come tema centrale “Maria, la Madre di Gesù”. La sua figura sarà tratteggiata dalla prospettiva cattolica, evangelica e ortodossa. Infine, il contributo su “Maria nell’esperienza e nel pensiero di Chiara Lubich”. Nel corso dell’incontro verranno aperte diverse “finestre” sul mondo e sulla situazione delle Chiese, in particolare nell’Europa Centro Orientale e nel Medio Oriente. È prevista la partecipazione a celebrazioni e incontri, come la Conferenza Ecumenica nazionale “Dal conflitto alla comunione”, promossa dalla Facoltà di Teologia dell’Università della Slesia e dalla Chiesa evangelico-luterana in Polonia; la Celebrazione luterana nella Chiesa evangelico-luterana di Confessione augustana; la Messa cattolica nella Cattedrale di Cristo Re; la Preghiera di lode nella Chiesa Ortodossa di Sosnowiec. Il Convegno ecumenico di vescovi amici del Movimento dei Focolari è moderato dal cardinale Francis Kriengsak Kovithavanij, arcivescovo di Bangkok. Per info: segves@focolare.org – e tel. +39/06 947 98150 (altro…)

Il Genfest 2018 in Asia
È partita dalla convinzione di voler riscrivere una nuova geografia che punta ad abbattere limiti e steccati personali e planetari la marcia mondiale dei Gen e Giovani per un Mondo Unito verso l’undicesima edizione del Genfest che si terrà dal 6 all’8 luglio 2018 a Manila (Filippine). Il programma centrale si terrà al World Trade Center Metro Manila, mentre tutti i workshops si svolgeranno presso l’Università De La Salle e altri atenei. Il titolo sarà “BEYOND ALL BORDERS” (oltre ogni frontiera). Sarà dunque l’Asia, il continente del futuro e dei giovani ad ospitare questa convention. Secondo i dati del U. S. Census Bureau, sono tre miliardi i giovani nel mondo di età inferiore ai 25 anni e il 60% di loro vive in Asia. Quindi, quasi la metà della popolazione asiatica (oltre 4 miliardi di persone) è under 25. «Dunque non poteva svolgersi che nel nostro continente», – spiega Kiara Cariaso filippina, del team organizzatore. «Vogliamo mostrare al mondo la rete di progetti, campus, azioni di solidarietà, di sostegno alla legalità, il no alla guerra e agli armamenti, ma anche alla solitudine, all’abbandono e ai rapporti superficiali, che le migliaia di giovani sparsi per il mondo stanno già portando avanti». Aleppo, Betlemme, Turunga, Mumbai: il Genfest riparte dalle periferie del mondo. «Anche questa volta il Genfest sarà una pietra miliare, imprescindibile al cammino verso un mondo unito – spiegano Maria Guaita e Marco De Salvo della segreteria centrale GMU – sia per condividere gli sforzi di pace e unità in atto, sia per prendere forza e coraggio gli uni dagli altri. Tanti dei giovani vivono in territori di guerra, conflitto, disagio sociale. È questa la prima linea che molti hanno scelto per iniziare a cambiare il mondo». «Ci muoviamo su fronti numerosi e diversi: siamo nelle periferie, ma ci occupiamo anche di formazione, di sport, di solidarietà – precisa Rafael Tronquini, brasiliano, del team Marketing del Genfest, a Manila già da 5 mesi –. Vogliamo esserci laddove avvertiamo i bisogni o le grida di aiuto della nostra gente, a tutte le latitudini. Potremmo riassumere il logo del Genfest con il motto “less is more” (meno è meglio): le sfide e le barriere sono infinite, ciò che conta è superarle insieme e fare passi avanti verso l’unità». Sito ufficiale: y4uw.org/ https://youtu.be/C8NvjNYgNEc (altro…)
Collegamento CH: “Riaccendiamo l’amore”
https://vimeo.com/233846549 1. Apertura e saluti; 2. A colloquio con Maria Voce (Emmaus) e Jesús Morán; 3. Breaking Rays; 4. India: The Rainbow Kids; 5. Diventare cittadini del mondo; 6. Telefonata con Marilia del Brasile (giovani in Corea per la pace); 7. Filippine: il sogno di Serafin; 8. Turchia: la Mariapoli incontra il Patriarca Bartolomeo; 9. Nigeria: Mariapoli di Lagos e Abuja; 10. Italia: In famiglia nell’era digitale; 11. Roberto Cipollone – Ciro, artigiano ed artista; 12. Chiara Lubich: Riaccendiamo l’amore; 13. Conclusione. (2366M) Copyright 2017 © CSC Audiovisivi – All rights reserved (altro…)

Colombia: dopo la visita di Francesco
Gli occhi del mondo, credenti e non, nei giorni scorsi sono stati puntati sulla Colombia. Anche la comunità dei Focolari ha partecipato attivamente, attraverso le parrocchie, alla preparazione e allo svolgimento della visita del Papa. Susan Nuin, focolarina, membro dell’equipe di Antropologia Trinitaria del Celam (Consejo Episcopal Latinoamericano), organismo della chiesa cattolica che raggruppa i Vescovi dell’America latina e dei Caraibi, spiega: «Alcuni elementi sono emersi in maniera molto forte. Il primo, la presenza dello Stato, nella persona del presidente e di tutti i rappresentanti del governo. In passato, il Governo, molto debole e fagocitato dal narcotraffico e dalla guerriglia, ora è impegnato in prima linea nel processo di riconciliazione. Il secondo, il tema della riconciliazione popolare, legato a quello della giustizia sociale: la Colombia è infatti il Paese con la maggiore percentuale di disuguaglianza sociale». Sole Rubiano, responsabile dell’editrice Ciudad Nueva, spiega in un’intervista all’AGI: «In teoria tutti sono a favore della pace, ma non tutti capiscono che c’è bisogno dell’inclusione e dell’equità». In Colombia si è reso possibile un fatto che altrove non ha precedenti: «: Vittime e Carnefici – spiega Susanna Nuin – hanno pregato, si sono perdonati, riconciliati insieme e si sono abbracciati. Nemmeno in Sudafrica e nelle dittature latinoamericane vittime e carnefici si erano messi sullo stesso piano,nello stesso scenario,alla pari. Non bastano le leggi e gli accordi istituzionali perché si risolvano i conflitti, ci vuole l’incontro personale tra le parti. Papa Francesco ha creato una coscienza popolare che prima non c’era». A Villavicencio (500.000 abitanti, a sud est di Bogotà), il Papa ha incontrato 3 mila rappresentanti delle vittime di violenza (150 mila solo in città), militari, agenti di polizia ed ex guerriglieri. È il momento centrale della visita, l’incontro di preghiera per la riconciliazione nazionale nel Parque Las Malocas. Al centro della scena, sull’altare, il Crocifisso spezzato e amputato di Bojayá (che il 2 maggio 2002 assistette e patì il massacro di decine di persone rifugiate nella chiesa) esprime il dramma delle vittime. Si susseguono testimonianze dei membri delle ormai ex Farc (Fuerzas armadas revolucionarias de Colombia), di paramilitari, di una donna che ha subito soprusi di ogni tipo. Nello stesso giorno (8 settembre), in una lettera, il leader delle Farc aveva scritto al Papa, chiedendo perdono per “ogni dolore provocato al popolo della Colombia”. Una giovane, Nayibe, scrive: «Mi hanno molto colpito le parole di Papa Francesco di fronte al Cristo di Bojayá: “per noi il Cristo amputato è ancora più Cristo, perché ci dimostra che è venuto a soffrire per il suo popolo”». Una giornata definita da molti storica, in cui sono emersi il coraggio e la capacità di soffrire e di ricominciare del popolo colombiano.

Torna LoppianoLab 2017
LoppianoLab è promosso annualmente da Città Nuova, il Polo Lionello Bonfanti, l’Istituto Universitario Sophia e dalla cittadella di Loppiano, che ospita l’evento. Prenotati nel seguente link: www.schedaprenotazione.it/ll.asp ________________________________________________________________________________ PRENOTAZIONI PASTI AL POLO LIONELLO BONFANTI presso Terre di Loppiano telefono 055-8330888 – info@terrediloppiano.com – pagamento di 12€ direttamente sul posto, per garantire un miglior servizio consigliamo la prenotazione anticipata dei pasti che si vorranno consumare presso la nostra struttura. _______________________________________________________________________________ Speciale PRE-LOPPIANO LAB: EdC e lavoro! Per gli appassionati al tema dell’Economia di Comunione e per gli animatori di comunità del Progetto Policoro, abbiamo pensato ad una giornata in più di riflessione iniziando il 29 settembre e poi, a seguire, il programma del LoppianoLab. Per approfondire cliccare qui www.pololionellobonfanti.it/speciale-pre-loppianolab-edc-e-lavoro/ Programma di LoppianoLab _______________________________________________________________________________ Per info tel. 055 9051102 loppianolab.accoglienza@loppiano.it Per scaricare l’invito LoppianoLab 2017

Cambiare il mondo è nelle tue mani
Migliaia di giovani si preparano al Genfest 2018 cogliendo occasioni di fraternità disseminate in tutto il pianeta. Meno rumorose delle guerre e degli attentati, meno “ghiotte” per i mezzi di comunicazione rispetto ai fatti di cronaca nera, ma efficaci e concrete in ordine alla realizzazione di un mondo senza confini di filo spinato, odio e indifferenza. Mille progetti sociali promossi nel mondo, una sola rete di comunicazione. È il Progetto Milonga. Non il celebre ballo dal ritmo veloce e sincopato, anche se del calore e della generosità del popolo latinoamericano conserva i tratti, ma un programma di volontariato internazionale rivolto ai giovani. Milonga sta per Mille Organizzazioni Non Governative in Azione, acronimo che contiene l’immensa realtà di tante organizzazioni sociali ispirate al carisma dell’unità, tutte con l’obiettivo di andare incontro alla voglia – sempre più diffusa tra i giovani, che non lasciano scadere il passaporto in un cassetto – di fare un’esperienza di volontariato, donando se stessi, ma aprendosi, con il cuore largo, alle ricchezze di altre culture. Il Progetto, promosso dall’Associazione Internazionale New Humanity e dai Giovani per un mondo unito, dopo una fase pilota in America Latina (Argentina, Bolivia, Brasile, Messico, Paraguay, Venezuela e Uruguay), attualmente è attivo anche in Europa (Italia, Croazia), in Giordania, nelle Filippine e nel continente africano (Kenya, Tanzania).
Dal 5 all’11 agosto scorso, presso la Mariapoli Ginetta in Brasile, si sono riuniti i referenti di 8 cittadelle internazionali dei Focolari e di varie ONG per condividere le strategie per un ulteriore sviluppo del network, approfondendo aspetti strategici e gestionali del programma, la selezione e accompagnamento, il monitoraggio, la comunicazione, e offrire così una proposta formativa di qualità con ricadute positive, sia a livello individuale che presso la comunità di accoglienza. 60 i giovani che hanno già usufruito di questa opportunità nella fase pilota, realizzando il desiderio di fare un’esperienza di volontariato all’estero. Il programma Milonga fornisce moduli di preparazione alla partenza, con una proposta formativa personalizzata sui bisogni del volontario e dell’ente ricevente; prevede che il giovane venga accompagnato da un tutoraggio in tutte le fasi (dalla preparazione, alla permanenza, al rientro nel proprio Paese di origine) e sia accolto presso le cittadelle e comunità dei Focolari, consentendogli di vivere un’esperienza di relazione con il contesto locale. Ogni partecipante ha la possibilità di interagire con i propri coetanei a livello mondiale, collegandosi con United World Project.
L’approccio di Milonga nasce dall’esperienza maturata in diversi anni e dall’impatto che esperienze di volontariato stanno generando in diversi ambiti. È una particolare forma di azione sociale, in cui il legame fraterno tra i vari attori ne è la chiave. Ed è proprio lo spirito di fraternità a motivare l’incontro con le diverse comunità in situazioni di vulnerabilità, per realizzare con esse un’esperienza di comunione, dialogo e vero scambio interculturale, da cui trovare, insieme, soluzioni non “calate dall’alto”, ma il più possibile condivise, in un’ottica di reciprocità. «Non è facile esprimere in poche parole cosa ho vissuto nella “Casa de los Niños” nella città di Cochabamba in un mese – racconta una giovane uruguayana che ha fatto la volontaria presso una ONG in Bolivia –. Dopo capodanno sono andata verso un’avventura che avevo in mente da tempo, con i miei risparmi e preparando il cuore. Volevo andare in una ONG dove lo spirito dei Focolari fosse presente, e mi ha sorpreso la fratellanza che si vive in ogni momento». «Ho conosciuto una realtà sociale molto diversa da quella che viviamo noi – è la riflessione di una ragazza spagnola – una realtà molto forte, che mi ha aiutato non tanto a conoscere certe problematiche, perché magari già le sapevo, ma a riconoscere e accettare che, al di là da dove veniamo, quanti soldi abbiamo, dove abitiamo, siamo tutti uguali». (altro…)
Da Atlanta scrivono
Dopo il passaggio di “Irma” dalle isole caraibiche che ha causato morte e distruzione, il violento uragano ha colpito lo Stato della Florida, dichiarato in stato di emergenza. Oltre 5,8 milioni le persone rimaste senza elettricità, acqua corrente, o servizio internet. Almeno cinque i morti accertati. Ora, declassato a categoria 1 (con venti fino a 136 chilometri l’ora), Irma si dirige verso Atlanta (Georgia). La comunità dei Focolari di quella città scrive: “Siamo in contatto costante con le nostre comunità del sud di Florida. Tanti hanno dovuto lasciare le loro case e si trovano in posti più sicuri. Ci raccontano che stanno cercando di aiutare chi è solo, i propri vicini, e mettendosi in contatto con i parenti che sono all’Estero; lo stesso per le comunità colpite nelle isole. Ad Atlanta è previsto l’arrivo dell’uragano per lunedì o martedì, forse solo con abbondanti piogge e forti venti. Dietro la sofferenza, sentiamo l’amore di Dio, e costatiamo che questa emergenza ci ricorda che siamo tutti fratelli, e che possiamo aiutarci l’un l’altro al di là degli scontri sociali che, in questo momento, diventano secondari”. (altro…)

Ad amare ci si educa
Viaggio nell’affettività e nella sessualità per bambine e bambini dai 4 ai 7 anni. È il primo di due volumi. Ciascuno completato da una guida per educatori e genitori. Anche è in cantiere la realizzazione di un blog nel quale gli autori dialogheranno on line con i lettori I VOLUMI: Un viaggio alla scoperta dell’affettività e della sessualità per le bambine e i bambini dai 4 ai 7 anni, il primo, dai 7 ai 11 anni, il secondo. Un itinerario pensato per raccontare come l’educazione sessuale non sia un fatto intimo, privato e nascosto, ma una possibilità di far esprimere la persona negli affetti, nei legami, nelle relazioni. Educare alla sessualità significa educare alla bellezza: la bellezza di vivere, di amare, di sentirsi amati. I libri per bambini, a colori e interamente illustrati sono completati da una guida per educatori e genitori, progettata per affrontare il tema dell’educazione affettivo-sessuale tenendo conto delle specifiche esigenze, educative e cognitive, dei bambini. GLI AUTORI Ezio Aceti è psicologo, psicoterapeuta e formatore, è docente e formatore presso molti enti e associazioni. È autore di numerose pubblicazioni per Città Nuova, tra cui ricordiamo: Crescere è una straordinaria avventura (2016); Nonni oggi. Se non ci fossero bisognerebbe inventarli (2013); Educare al sacro. Una risposta alla crisi della società post-moderna (2011, 20154); I linguaggi del corpo. Per un rapporto armonioso con sé e con gli altri (2007, 20133); Comunicare fuori e dentro la famiglia. Una risposta alle sfide della società (2004, 20155). Stefania Cagliani, psicologa, consulente e formatrice, da più di dieci anni si occupa di educazione ai bambini e genitori in qualità di coordinatrice di Centri per l’infanzia. Città Nuova editrice
Una scuola di vita per famiglie
https://vimeo.com/221708128 (altro…)

Maria, il nome femminile dell’Amore
Maria. I filologi lo interpretano in tanti modi, tutti belli; ma il significato suo più denso di bellezza è quel suo indicare particolarmente, inconfondibilmente, lei: l’unica tra le donne: Maria. Un nome che non si finisce mai di pronunziare; e che ogni volta dona gioia. Nella salutazione angelica, che solca la vicenda umana come una fontana di letizia, milioni di creature ogni giorno più volte così la chiamano. E così la chiamavano i genitori e i parenti e i vicini di casa a Nazareth. E così ad ogni ave torniamo tutti a chiamarla familiarmente, allo scopo di chiedere la sua intercessione in questo esperimento della vita che culmina nella morte, varco alla perenne vita. «Maria»: al pronunziare quel nome il cuore balza in petto come il bambino nel seno di Elisabetta, «ed Elisabetta fu ripiena di Spirito Santo». «Maria», dicevano pastori e artigiani quando si affacciavano sul vano di quella sorta di spelonca che era l’abitazione della sacra famiglia nella collina di Nazareth, per chiederle un favore: ella era così servizievole con tutti, così ricca di risorse per ciascuno. E se non avevano nulla da domandarle, s’affacciavano per la gioia di salutarla: la gioia di dire quel nome che aduna tante cose belle, poiché riassume i misteri dell’amore. Il nome femminile dell’Amore. A distanza di secoli, noi, a mo’ dell’arcangelo e di Giuseppe, a mo’ di tutti i santi e di tanti peccatori, seguitiamo a chiamarla così: Maria; cinquanta, cento e più volte al giorno, senza scortare mai quel nome con titoli di nobiltà, epiteti di boria, patenti di primato. A noi piace — come piace a lei — di avvicinarla, non di distaccarla, per avvicinare lo Sposo, che con lei fa unità. La ressa delle strade, il turbine delle passioni, la traccia dello spirito sono venati, solcati da quel nome, su cui transita l’amore da terra a cielo. L’umiltà avvicina e l’amore unifica; ed è il più grande tributo. Noi ci sentiamo di casa nella Chiesa di Cristo, noi ci sentiamo di casa nella comunione dei santi, nello stesso ambito della SS. Trinità, anche perché c’è Maria; c’è la madre e dunque c’entrano i figli. Dov’è Maria è l’amore: e dove è l’amore è Dio. E dunque dire quel nome in ogni circostanza e ambiente è penetrare di colpo in un’atmosfera di divino, è accendere una stella nella notte; aprire una sorgiva di poesia in una plaga tecnologica; far fiorire di gigli una palude. È un restituire il calore della famiglia in un campo di lavori forzati. Maria ama: e nell’amore si nasconde. Il vero amore è contemplazione della persona amata. Anche in questo, imitando la giovinetta nazarena, si può essere contemplativi, stando nel mondo, in una stamberga di contadini o in un appartamento di città. L’amore in lei è stato così grande che ci ha dato Dio: Dio che è amore. Lei lo ha quasi strappato dal cielo per darlo alla terra; dal solo divino per farlo anche uomo, a servizio degli uomini. E veramente amare è farsi uno con l’Amato: e Maria si fece talmente uno con Dio che Dio si donò a lei, per donarsi, mediante lei, a tutti gli uomini. In definitiva si sta nel mondo, in posizioni diverse, con vestiti d’ogni sorta; ma, standoci come Maria, si prepara sempre e dappertutto la stanza per Gesù. (Igino Giordani, Maria modello perfetto, Città Nuova, Roma 2012, pp. 17-20) (altro…)
Messico, maxi-terremoto
Il Messico è stato spesso colpito da movimenti sismici perché si trova sul punto di incontro di 5 placche tettoniche. Ma questo dell’8 settembre è stato il terremoto più violento finora registrato (8.2 della scala Richter). Con l’epicentro al largo della costa occidentale, al confine con il Guatemala, il sisma è stato avvertito fino a Città del Messico. Gran parte della capitale è rimasta senza luce e tanti hanno abbandonato le case e sono scesi in strada al buio. Almeno 15 i morti, anche se “il bilancio è destinato a salire”, ha detto il presidente Enrique Peña Nieto. Oaxaca lo Stato più colpito. Scrivono i vescovi messicani: “Dio ci rafforzi come fratelli nella fede per mostrarci disponibili nei confronti di chi ha sofferto a causa di questo forte terremoto”. In Guatemala si registra almeno una vittima. (altro…)
Gen Verde: Tour in Germania
Il contributo del Gen Verde per lo storico anniversario.
Il Tour prevede alcuni momenti particolarmente importanti:
- Un grande concerto all’apertoper la celebrazione del Giubileo della Riforma nella piazza a Stadthagen (vicino Hannover) a richiesta del vescovo luterano locale – un invito nato dopo l’evento per Chiara di Marzo 2016 a Roma.
- Un concerto acusticonella Fazenda de la Esperanza (comunità per giovani con dipendenze di varie tipi) a Boppard
- Tre progetti Start Now– a Dortmund, Duderstadt e Mannheim. L’ultima Start Now sarà in un campo profughi per donne.
Programma dettagliato:
- Sabato 9 settembre – a Stadthagen – Concerto On the Other Side – in piazza
- Lunedì 11 e martedì 12 settembre – a Dortmund – Workshop Start Now coi giovani
- Mercoledì 13 settembre – Concerto On the Other Side + giovani di “Start Now”
- Giovedì 14 settembre – Feedback del progetto
- Venerdì 15 settembre – a Boppard – Concerto Acustico “La Vita LIVE”
- Lunedì 18 e martedì 19 settembre – Workshop Start Now coi giovani
- Mercoledì 20 settembre – Concerto – On the Other Side + giovani di “Start Now”
- Venerdì 22 e sabato 23 settembre – a Mannheim – Workshop Start Now coi giovani
- Domenica 24 settembre – Concerto On the Other Side + giovani di “Start Now”
- Lunedì 25 settembre – Feedback del progetto
Encontro anual de Famílias Novas em Brasília


Ottava edizione di LoppianoLab
Il laboratorio nazionale di economia, cultura, comunicazione, formazione e innovazione, è promosso annualmente da Città Nuova, il Polo Lionello Bonfanti, l’Istituto Universitario Sophia e dalla cittadella di Loppiano, che ospita l’evento. Raccogliendo l’invito di Papa Francesco, la convention si propone come occasione di confronto e proposta intorno ai temi in primo piano nel nostro Paese: dall’immigrazione al lavoro, dalla povertà all’inclusione sociale, dalla lotta alla corruzione all’impegno per il bene comune, e poi famiglia, giovani, educazione e molto altro. Contro ogni forma di esclusione e per l’accoglienza, contro la ricerca dell’interesse privato e per la promozione di nuove virtù civili, lavorando per trovare vie d’uscita alle contraddizioni dei nostri tempi e per agire sulle strutture inique che producono – appunto – “le vittime e i briganti”. LoppianoLab è dunque un laboratorio culturale dove gettare i semi di un nuovo pensiero e di un agire conseguente, nella convinzione che la ricerca del profitto non può fare da bussola ad ogni attività umana. L’evento è aperto a tutti coloro che si interrogano su questi temi e intendono farsi “artigiani del cambiamento”. Per informazioni tel. 055 9051102, email: loppianolab.accoglienza@loppiano.it Programma di LoppianoLab (altro…)

Córdoba ha il suo Dado della Pace
Lo scorso 26 agosto, il Parco delle Nazioni di Córdoba (Argentina) è gremito di ragazzi e bambini, come sempre in occasione delle manifestazioni indette per il “Día del Niño”, la Festa del Bambino, ogni terza domenica di agosto. Il Parco è il luogo ideale per organizzare giochi, tornei, passeggiate. Quest’anno, una folla festosa suscita la curiosità dei passanti: l’inaugurazione di un piccolo monumento con un grande significato. Si tratta di un colorato dado girevole, poggiato su un piedestallo: il Dado della Pace. Giochi, una gimcana, musica e una merenda precedono l’atto ufficiale di inaugurazione, alla presenza, tra altri, di rappresentanti del Comitato interreligioso per la Pace (il Comipaz), della Chiesa Armena e di quella evangelica, della comunità ebrea e di quella musulmana. In rappresentanza dei Focolari prendono la parola Fernanda Otero, Francisco Drab e Amelia Milagros López Loforte. Conclude il saluto del vescovo ausiliare, Mons. Ricardo Seirutti, che benedice il monumento. Impossibile resistere alla tentazione di avvicinarsi e farlo girare. Ogni faccia una proposta, che a dispetto dei colori e dell’atmosfera allegra e giocosa richiede di essere messa in pratica con serietà e impegno. E forse anche fatica. Il dado propone infatti sei azioni da vivere nella quotidianità, espressioni della “regola d’oro” presente in tutte le religioni: “Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te”: “Amo a todos, Soy el primero en amar, Amo al enemigo, Perdono al otro…..” (amare tutti, amare per primi, amare il nemico, perdonare…) sono gesti concreti ispirati a uno stile di vita coraggioso e controcorrente, per costruire una società più empatica e solidale. L’inaugurazione non è un fatto isolato, ma il coronamento di tanti mesi di contatti e di lavoro sul campo, durante i quali i giovani dei Focolari, con il sostegno di molti adulti, hanno portato con entusiasmo il Dado in diversi quartieri della città come strumento di educazione alla pace attraverso il gioco e il teatro. Nei quartieri periferici di Ciudad Evita, San Roque, Cabildo, Müller, Argüello – zone periferiche, dove la gente convive con la violenza e i diritti sono spesso violati – e con i bambini della Fondazione Sierra Dorada a San Marcos Sierras (a 60 km dalla capitale), hanno lavorato fianco a fianco con le comunità e le organizzazioni di quartiere, desiderose di una maggior presa di coscienza sulle problematiche locali e di azioni dirette a un’educazione sociale maggiormente incisiva ed efficace. Il progetto, sostenuto dal Movimento dei Focolari, l’organismo di Difesa dei diritti dei bambini e degli adolescenti della Provincia di Córdoba, il Programma Living Peace e il Comitato Interreligioso per la Pace, insieme ad altre organizzazioni ed enti pubblici e privati, si prefigge di diffondere la pace in tutti gli ambiti della società a partire da una «buona pratica» ideata per i bambini, ma valida anche per gli adulti, in tutti gli ambiti. Iniziative analoghe si moltiplicano in tanti altri Paesi (ad esempio in Italia, Spagna, Egitto, Ungheria e Brasile), in cui l’ormai celebre “cubo” è diventato il protagonista di svariate iniziative pedagogiche e di seminari di studio. In Argentina, oltre a Córdoba, un Dado della Pace si trova in un altro luogo pubblico a Concepción, nella provincia di Tucumán. Nella stessa Córdoba, tre giorni prima, l’iniziativa del Dado era stata dichiarata di interesse culturale dal Consiglio Comunale. Piccolo “monumento” che si trasforma ovunque in vita. (altro…)
A Roma si corre per la pace
Domenica 17 settembre da Piazza San Pietro partirà di corsa la “Rome Half Marathon Via Pacis”, mezza maratona multi religiosa per promuovere pace, integrazione, inclusione, solidarietà. Promossa da Roma Capitale e dal Pontificio Consiglio della Cultura, Dicastero della Santa Sede, in collaborazione con la FIDAL (Federazione Italiana di Atletica Leggera) e con il patrocinio del CONI e del CIP, è un evento aperto a tutti, per dire basta alla violenza, al razzismo, alle discriminazioni di qualsiasi genere e provenienza. Due i percorsi podistici (21 e 5 km), con 5 tappe (Basilica di San Pietro, Sinagoga, Moschea, Chiesa valdese e Chiesa ortodossa) per sottolineare la partecipazione di diverse confessioni e comunità religiose. Anche Sportmeet, la rete mondiale di sportivi, operatori e professionisti dello sport del Movimento dei Focolari, sarà presente con un’unica squadra: “Sportmeet for a United World”. Per chi volesse partecipare con Sportmeet scrivere a: info@sportmeet.org (anche per l’eventuale soggiorno a Roma). (altro…)