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Il messaggio, stilato lo scorso anno in Giappone, alla prima “Conference of children for the coming generation”, promossa dalla Fondazione buddista giapponese Arigatou, dall’Unicef e dai Ragazzi per l’unità, è stato consegnato il 10 maggio all’ONU.

Si fa “portavoce di tutti i ragazzi che nel mondo soffrono sfruttamento, guerre, malattie, Aids”.
Lancia proposte concrete sui rapporti tra i singoli e i popoli, mass media, ecolo- gia, nuove tecnologie, droga, Aids, globalizza- zione.
Propone di diffondere una nuova cultura, “la cultura del dare, del condividere”. Primo passo: condono del debito estero dei paesi poveri.
Ancora, chiede “una globalizzazione basata non solo sull’aspetto finanziario ed economico, ma sulla comunione tra le culture e le religioni, perché gli uomini diventino una sola famiglia”; che “entri nelle scuole l’educazione alla pace”.

“Noi abbiamo già cominciato a costruire la pace. Ma – concludono – abbiamo bisogno di voi”.
Rivolto a Capi di Stato, responsabili civili e religiosi, dirigenti dei mass media, organizzazioni nazionali ed internazionali, il messaggio aveva fatto il giro del mondo raccogliendo più di 320 mila firme per la pace, di cui 500 di personalità del mondo politico, culturale e religioso.

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