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Poiché siamo tuttora nell’anno dedicato dal Santo Padre a Maria, desidero offrire ancora qualche considerazione sulla Madre di Dio, così come l’abbiamo scoperta nell’esperienza del Movimento.
Stavolta vorrei parlare di Maria Desolata, quale ci è apparsa dagli anni Sessanta in poi: un monumento di virtù, la sintesi di tutte le virtù cristiane figlie della carità. La Desolata, che è il “perdere assoluto”, “perdere universale” di tutto per non possedere che Dio, amato in sé e nei fratelli, ci è apparsa pure come lo “stampo” in cui poterci gettare per uscire “altro Cristo”, “altra Maria”.

E come?
“Vi è una grande differenza – dice in proposito san Luigi Grignion de Montfort – tra lo scolpire un’immagine in rilievo a colpi di martello e di scalpello, e farne una gettandola nello stampo. Scultori e statuari lavorano molto per produrre figure nella prima maniera, ed è loro necessario molto tempo; invece, per modellare nella seconda maniera lavorano poco e la realizzano in pochissimo tempo.
“Sant’Agostino – continua Montfort – chiama la Vergine santa “forma Dei”, “stampo di Dio”: stampo adatto a formare e modellare degli dèi”. Naturalmente figli di Dio adottivi.
“Chi è gettato in questo stampo divino, viene presto formato e modellato in Gesù Cristo. Con poca spesa, e in breve tempo, diviene dio, perché è gettato nello stesso stampo nel quale è stato formato un Dio” (1).

Che dobbiamo fare allora per divenire “altro Gesù”, “altra Maria”?
Illuminante può essere la tensione che da qualche tempo ci vede impegnati a cogliere, in modo sempre nuovo, la volontà di Dio nell’attimo presente: “stabilirci”, “perfezionarci” in essa, “adeguarci”, “abbandonarci”, “centellinare”, “stazionare”, “innamorarci” di essa, e così via.

Vivere il momento presente con interezza sta risultando per molti fra noi un metodo che dà tanti vantaggi e, soprattutto, fa progredire nel cammino spirituale. Infatti, comportandoci così, noi perdiamo tutto: il passato, il futuro, ogni cosa o persona, ogni desiderio, ogni attaccamento per essere tutti lì, nel presente, a fare la volontà di Dio che significa amarlo con tutto il cuore, la mente, le forze.
E questo è proprio vivere la Desolata, è perdersi ogni attimo nel suo “stampo”, nella sua “forma” ed uscire Gesù, uscire Maria, o piccola Maria, come il Signore ci vuole.

1) Trattato della vera devozione a Maria, n. 219.

(da Città Nuova, n.19/2003)

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