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I tre cappotti

Una mamma di New York ha tre bambini piccoli. E’ povera, e quell’inverno bisognava comprare i tre cappotti ai tre bambini, perché ormai erano consumati. Lei non ha soldi, ma attraverso il giornale vede che c’è un negozio che svende cappotti a prezzo minimo. Allora lei dice: bisogna che ne approfitti, entro oggi devo andare a comprare i tre cappotti per i bambini. Ma in quel momento la suocera – che viene solo di rado – telefona per fare una visita ai bimbi. Dapprima pensa: io dico che devo uscire. E subito dopo: ma Gesù riterrà fatto a sé quello che io dico a lei, perché c’è Gesù anche dietro di lei. Allora dimentica i cappotti, con grande dolore per i suoi bambini, e risponde al telefono: “Vieni pure.” Finalmente arriva, suona il campanello ed entra questa signora anziana con un grande pacco, va lì dai tre bambini e lo apre. Cosa conteneva? Tre cappotti, piccolini, per i bambini. E’ proprio Gesù che risponde.

Per un atto d’amore

Mentre faccio la passeggiata giornaliera, indicata dal medico, cerco di conoscere il quartiere dove risiedo da poco tempo: sono, infatti, il nuovo vescovo del posto. Alcuni giorni dopo, mi trovo a mettere un po’ d’ordine nella casa vescovile, cercando di far sì che essa esprima meglio Dio, che è bellezza. Trovo alcuni candelabri di bronzo che non vanno d’accordo col resto. Mi viene in mente un piccolissimo negozio di compravendita, scoperto durante le passeggiate. Penso che, data la difficile situazione economica dell’argentina, il suo proprietario possa trovarsi in gravi difficoltà, e vedo in lui Gesù. Chiedo alla segretaria di fare un pacco con i candelabri e consegnarli a quel signore con un bigliettino che dice: “Sono un piccolo dono del vescovo. Se riesce a venderli, la prego di dare i soldi ai poveri. Ma, se lei ne avesse bisogno, può tenerseli.” Nel pomeriggio improvvisamente viene al vescovado questo signore. Insiste che vuol vedermi. Quando ci troviamo di fronte mi dice: “Oggi volevo suicidarmi. Ma, quando è arrivata la sua segretaria, ho capito che io interessavo ancora a qualcuno, e ho cambiato idea. Mille grazie!”
(Argentina)

Come i primi tempi

Un sabato mattina arriva una persona a farci una breve visita. Quando sta per uscire, sapendo che la sua famiglia ha tanti figli ed economicamente non va troppo bene, noi, focolarine, le abbiamo dato tutta la frutta che avevamo in casa: le nostre provviste per la settimana. Dopo un po’ arriva a visitarci un’altra famiglia che, essendo passata dal mercato, ci offre delle pere e mele fresche. Eravamo contente perché vi vedevamo il “date e vi sarà dato”. Nel pomeriggio, per fare un altro atto d’amore, avevamo promesso di andare ad una festa organizzata dalla comunità italiana del posto. Prima di arrivarvi però, abbiamo pensato di passare da un’altra famiglia bisognosa e di portare tutte le pere e le mele che avevamo ricevuto. Finita la festa, prima di partire, la famiglia che ci aveva invitato ci ha dato una scatola grande, piena di pere e mele del suo frutteto, di prima qualità, e in più un grandissimo cocomero. Eravamo felicissime, perché queste esperienze non succedevano soltanto ai primi tempi del Movimento, ma anche oggi. Il “date e vi sarà dato, una misura piena e traboccante vi sarà versata in grembo“, è di tutti i tempi.
Pubblicato su I Fioretti di Chiara e dei Focolari, ed. San Paolo 2003

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