Una giovanissima donna di 81 anni, i capelli bianchi e gli occhi chiari che guardano lontano.
Chiara Lubich, classe 1920, è la fondatrice e leader di un movimento diffuso su scala planetaria, quello dei Focolari: un popolo di due milioni e duecentomila persone attorno a cui gravitano almeno cinque milioni di simpatizzanti, presenti in 182 paesi.
La Lubich, di casa in Vaticano e nei palazzi del potere civile di tutta Europa, da ieri è a Genova: riceverà oggi un premio in denaro della Regione Liguria, destinato a finalizzare la ricostruzione di un istituto scolastico in Pakistan.
Domani sarà a Palazzo Tursi per ricevere la cittadinanza onoraria della città di Genova.

Chiara Lubich, come comincia l’avventura dei Focolari?
“Era il 1943, iniziava la guerra. Ricordo un grande bombardamento durante il quale mi ritrovai in un bosco di Trento che viene chiamato ’Goccia d’oro’. Sentivo le bombe che cadevano da ogni parte e mi rendevo conto che tutti gli ideali che avevamo io e le mie amiche, lo studio, la famiglia, una bella casa, erano niente. Quella notte piansi e vidi scorrere sopra di me tutte le stelle, senza chiudere occhio. Quando il giorno dopo i miei genitori sfollarono sui monti, io rimasi in città con le mie compagne, con la benedizione di mio padre, un vecchio socialista”.

Da quella esperienza traumatica di guerra è nato un movimento che coinvolge milioni di persone. Parlate di valori difficili da accogliere nella società di oggi: fratellanza, castità, amore …
“Abbiamo fatto nostro il Vangelo preso alla lettera, come è proposto dalla Chiesa: non annacquato”.

Anche il Papa parla di valori che sembrano fuori dal tempo. Però domani, 14 dicembre, ha chiesto un digiuno per la pace.
“E’ una proposta molto bella. Il Papa non ha avuto paura di fare una cosa simile all’Islam, nel giorno della fine del Ramadan. E l’invito al digiuno è rivolto a tutti, anche agli anziani come”.

Perché questo Papa trova tanto seguito tra i giovani con le sue richieste così estreme?
“I giovani non sono come gli adulti, non hanno un passato come i vecchi, delusi e prevenuti per il crollo delle ideologie. Sono fisicamente rivolti verso il futuro e vanno avanti pronti per grandi ideali. Recentemente mi sono trovata a parlare nella cattedrale di Santo Stefano a Vienna. C’erano 6.000 giovani. Ho raccontato qualche fatterello di quando ero bambina, quando le suore mi portavano all’ adorazione del Santissimo Sacramento: ricordo che una volta svenni, tanto ero concentrata. Ebbene, durante quella Messa non c’erano più ostie per la Comunione e alla fine c’era la coda ai confessionali”.

Il Movimento dei Focolari nasce all’interno del cattolicesimo, ma comprende anche fedeli dell’Islam e di altre religioni. Come è possibile?
“E’ un movimento aperto al dialogo con tutti: il primo dialogo è quello tra i cattolici. Poi c’è quello ecumenico: in 58 anni di vita dei Focolari abbiamo raggiunto cristiani di 350 chiede diverse. Nemmeno sapevo che esistessero. E poi c’è il dialogo stupendo con le altre religioni. Perché c’è stato un solo popolo eletto, ma gli altri non sono stati dimenticati. I semi del Verbo sono sparsi in tutte le religioni”.

L’Islam oggi fa paura a molti, nel paesi islamici il proselitismo religioso è punito con la morte. Com’è possibile il dialogo?
“Noi abbiamo contatti con l’Islam in Asia, in Africa, nell’America del Nord; i musulmani possono far parte dei Focolari restando musulmani. Tempo fa un Imam a capo di 2 milioni di Afro-americani mi ha invitato a NewYork nel quartiere di Harlem, dove aveva vissuto Malcolm X. Ho parlato col chador sul volto, rivolta a La Mecca, davanti a tremila persone, con un altoparlante che amplificava perché potesse sentire chi era rimasto fuori. Ci sono parti del Corano che valgono anche per noi. Nel libro sacro dell’Islam compare 42 volte il nome di Maria. E le frasi di Gesù che paragonano i fedeli ai gigli dei campi sono universali”.

L’11 settembre ha cambiato le cose? Cosa può fare una donna di 81 anni?
“Stiamo lavorando in Pakistan per la ricostruzione di una scuola, a Dalwal, vicino a Islamabad. Sarà aperta anche alle donne”.

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