Movimento dei Focolari
Per dire GRAZIE

Per dire GRAZIE

Un nuovo video del Gen Verde dedicato a Chiara Lubich Non è scontato, né superficiale. Dire grazie a qualcuno è semplice e profondo allo stesso tempo. È questo l’intento con cui il Gen Verde ha pubblicato su YouTube il nuovo video della canzone “Che siano uno”. Un brano dedicato a Chiara Lubich e al suo ideale, la fraternità universale. Un video che vuole ricordarla proprio nell’anno che celebra il suo centenario dalla nascita. “Con questo video – afferma Adriana del Messico – non vogliamo celebrare o ricordare Chiara Lubich come si fa magari in famiglia sfogliando gli album che raccontano eventi e storie importanti; oggi ci sta più che mai a cuore che tante persone possano incontrarla nell’oggi della società, in quel suo-nostro ideale che si è incarnato nei vari ambiti della vita civile, religiosa e politica. La ricordiamo perché è lei che ha dato vita al Gen Verde, è lei che ci ha guidato nei primi passi, è lei che ci ha regalato i primi strumenti da cui tutto è partito! Così come tante di noi sono rimaste affascinate dai suoi gesti, dalle sue parole e dalla sua vita, ora noi avvertiamo che dobbiamo essere testimoni autentici e credibili del suo messaggio”. Un’ideale forte nato sotto le bombe della seconda guerra mondiale, ma attualissimo ancor più oggi quando tv e social ci raccontano di ondate di razzismo e discriminazione. Se l’emergenza covid-19 riesce ad essere discretamente fronteggiata in alcuni continenti, è anche vero che in altri è cresciuto il gap tra ricchi e poveri, neri e bianchi, tra chi si può permettere le cure mediche necessarie per sopravvivere e coloro che cadono come birilli in mezzo alla strada. “Siamo pienamente convinte che la fraternità universale – spiega Beatrice della Corea – è possibile e non è utopia; è questo quello che sperimentiamo quotidianamente e proviamo a trasformare le nostre esperienze in musica. Spesso si tratta di compiere gesti semplici, ma non scontati, che fanno cadere pregiudizi o barriere culturali”. È questo quello che ha fatto Chiara Lubich sin dal 1943, anno di fondazione del Movimento dei Focolari. Passo dopo passo, con costanza e tenacia, assieme alle sue amiche, ha costruito rapporti nuovi, profondi e anche rivoluzionari dapprima all’interno della sua città d’origine (Trento, Italia) e poi in tutto il mondo. Lo stesso video del Gen Verde ha catturato scatti fotografici importanti: Chiara assieme ad ebrei, sikh, indù, mussulmani e anche tra i massimi esponenti di due tribù del Cameroon. Immagini che raccontano momenti storici e che resteranno per sempre nella storia dell’umanità. “Certamente il grazie più grande che possiamo dire a Chiara – spiega Nancy degli Stati Uniti – è vivere per il suo ideale; ma con questo video vogliamo davvero dirle un grazie immenso; è lei che ci ha generato, senza di lei il Gen Verde non esisterebbe”. Per vedere il video clicca qui: https://youtu.be/A3xuaqtkOj8

Tiziana Nicastro

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La divina avventura

Il seguente pensiero di Chiara Lubich sconvolge il nostro modo abituale di leggere gli avvenimenti gioiosi o dolorosi che intessono la trama della nostra vita. Ci invita a fare un vero capovolgimento, a guardare tutto con altri occhi, quelli della fede in Dio, all’amore al quale nulla sfugge. Questa intima convinzione ci riempie di speranza e ci fa agire, di conseguenza, con coraggio. (…) Se amiamo Dio, la vita, la nostra vita, con tutte le sue circostanze, è una divina avventura nella quale non c’è un attimo in cui non ci si debba stupire per qualcosa di nuovo; una divina avventura piena di tesori da scoprire, di cui arricchirci momento per momento, come di tante piastrelle da aggiungere in continuazione al mosaico della nostra santità. [La Scrittura] (…) dice infatti: «Noi sappiamo che tutto concorre al bene per coloro che amano Dio»[1]. Tutto concorre… per quelli che amano Dio. Tutto. Perché nulla – lo dobbiamo credere – avviene a caso. Nessun avvenimento gioioso, indifferente o doloroso, nessun incontro, nessuna situazione di famiglia, di lavoro, di scuola, nessuna condizione di salute fisica o morale è senza senso. Ma ogni cosa: avvenimenti, situazioni, persone, è portatrice d’un messaggio da parte di Dio, che dobbiamo saper leggere e accogliere con tutto il cuore. Tutto concorre al bene per quelli che amano Dio. Il fatto è che egli ha un suo disegno d’amore su ognuno di noi, ci ama di amore personale, e – se crediamo a questo amore e vi corrispondiamo col nostro amore (ecco la condizione!), – porta ogni cosa al compimento del suo disegno su di noi. Basta guardare Gesù. Sappiamo come egli abbia amato il Padre. Ebbene, se si pensa anche solo un attimo a Lui, possiamo osservare come egli abbia realizzato [questa] Parola, durante tutta la sua vita. Nulla è successo a caso per Lui. Tutto ha avuto un significato. Ma si vede questa Parola impersonata in Lui in modo specialissimo soprattutto nell’ultimo tratto della sua esistenza: nulla è successo a caso nella sua passione e morte. Per Lui anche l’abbandono da parte del Padre, estrema prova, ha cooperato al bene perché con il suo superamento ha dato compimento alla sua Opera. Le cause erano magari cieche: quelli che l’hanno sottoposto a patimenti e poi alla morte non sapevano quello che facevano; e non solo nel senso che non conoscevano chi flagellavano e crocifiggevano, ma anche perché non conoscevano di essere autori d’un sacrificio, del sacrificio per eccellenza, che avrebbe fruttato la salvezza dell’umanità. I dolori arrivavano quindi a Gesù senza questa intenzione, ma egli, perché amava il Padre, li ha tradotti tutti in mezzi di redenzione, vedendo anzi in quei terribili momenti l’ora da sempre attesa, il compimento della sua divina terrena avventura. L’esempio di Gesù deve essere di luce per la nostra vita: tutto quanto arriva, quanto succede, quello che ci circonda e anche tutto quanto ci fa soffrire noi dobbiamo saperlo leggere come volontà di Dio che ci ama o una permissione di Lui che ancora ci ama. Allora tutto risulterà più che interessante nella vita; tutto avrà senso; tutto sarà estremamente utile. Coraggio: siamo ancora vivi. Siamo ancora in viaggio. La vita può ancora tradursi in una divina avventura. Il disegno di Dio su di noi può ancora compiersi. Basta amare e tener gli occhi aperti alla sua sempre splendida volontà.

Chiara Lubich

(in una conferenza telefonica, Rocca di Papa, 2 agosto 1984) Tratto da: “La divina avventura”, in: Chiara Lubich, Conversazioni in collegamento telefonico, pag. 159. Città Nuova Ed., 2019. [1] Rm 8, 28. (altro…)

Il 50° Anniversario di Earth Day si trasferisce in Rete

Il 50° Anniversario di Earth Day si trasferisce in Rete

In Italia la celebrazione del Villaggio per la Terra si trasforma in una maratona multimediale Tutto è interconnesso. È questa la chiave che unisce le celebrazioni per il 50° Anniversario di Earth Day, il 22 aprile, alla pandemia da coronavirus che oggi sfida l’umanità. Nella Giornata per la Terra, l’emergenza sanitaria suscita una comunità globale che chiede modelli economici e sociali più giusti. Le celebrazioni hanno luogo nel 5° Anniversario dell’Enciclica Laudato Si di Papa Francesco sul tema dell’ecologia integrale, e sarà il web ad ospitare eventi in 193 Paesi. In Italia il Villaggio per la Terra, da tradizione a Villa Borghese, in Roma, si trasforma in una maratona multimediale in diretta su Rai Play e con incursioni in altre emittenti. Ne abbiamo parlato con Pierluigi Sassi, Presidente di Earth Day Italia. Il 50° Anniversario di Earth Day ha luogo mentre l’umanità si confronta con la sfida del coronavirus che ci porta a rivedere le nostre priorità, i valori e gli obiettivi… Oggi più che mai sentiamo l’urgenza di cambiare il modello economico e sociale che ha governato lo sviluppo negli ultimi decenni e vogliamo dare un messaggio di speranza, offrire una chiave di lettura che evidenzi la centralità dell’uomo e la necessità di rispettare il pianeta. Abbiamo alzato l’attenzione del mondo su questi temi ed è stata dirimente l’Enciclica di Papa Francesco Laudato Si con il principio dell’ecologia integrale. Si è creata oggi una sensibilità mondiale ma bisogna passare all’azione. Il coronavirus alimenta questa esigenza di cambiamento.

VILLAGGIO PER LA TERRA, Earth Day Italia, Villa Borghese, Roma 21 aprile 2018
© Lorenzo Gobbi/Smile Vision Srls

Ciò che emerge osservando lo sviluppo della pandemia è l’interdipendenza dei problemi e delle soluzioni. Un elemento chiave anche nella battaglia per la tutela della terra… Il grande concetto che il Papa ha trasmesso al mondo è che non esiste una questione ambientale, una questione sociale e una economica, ma ne esiste una umana in cui tutti questi fattori sono interdipendenti. Questa coscienza diventa operativa quando ci si rende conto che basta poco perché una crisi sanitaria come questa metta in luce problemi che sembravano scollegati. Emerge qui l’importanza delle relazioni umane e dell’impegno per una solidarietà economica e sociale. La Giornata ha un respiro mondiale. Che legame c’è fra le celebrazioni in Italia e quelle in altri paesi? Il coronavirus ha costretto tutti noi a digitalizzare le celebrazioni portandole in Rete. Abbiamo visto che dando vita ad una maratona digitale tante connessioni si sono andate creando. È la bellezza di un passo avanti che quasi miracolosamente, nell’emergenza, è avvenuto in spirito di unità, e che oggi nei 193 Paesi dove si festeggia l’Earth Day ci fa sentire più collegati e ci porta a unire gli sforzi per un maggiore rispetto per l’uomo e per il pianeta. Per l’Italia, come si svolgeranno le celebrazioni? Abbiamo organizzato una maratona multimediale chiamata “OnePeople, OnePlanet” per ricordare che apparteniamo a un’unica famiglia umana e viviamo in un unico pianeta. La realizzeremo con tanti partner mediatici fra cui la Rai che la trasmetterà in modo integrale dalle 8 alle 20 su Rai Play, ma anche con innesti in altri media, in contenitori rai e con collegamenti internazionali con tanti paesi dove parleremo di popolazioni indigene, deforestazione, della bellezza del nostro pianeta.

Claudia Di Lorenzi

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