Mar 18, 2022 | Centro internazionale, Focolari nel Mondo, Senza categoria
Fa eco alle parole di Papa Francesco la “preghiera per la pace universale” pronunciata oggi dalla presidente dei Focolari ad Assisi, sulla tomba di San Francesco. “Ti chiediamo con la fede che sposta le montagne, che ‘cessi il fuoco’ della guerra e vinca il dialogo ‘nel cercare vie di pace’ tra Russia e Ucraina. Domandiamo la grazia che termini ogni conflitto in atto, in particolare quelli più dimenticati”.
Questa accorata invocazione è al cuore della “preghiera per la pace universale”, pronunciata questa mattina ad Assisi da Margaret Karram, Presidente dei Focolari. Nella cripta di San Francesco, presso la Basilica inferiore, era presente con lei il Consiglio Generale del Movimento, riunito nella “città della pace” per alcuni giorni di ritiro. “Siamo qui in rappresentanza di tutti i membri del Movimento: cristiani di diverse Chiese, fedeli di varie religioni, persone che si riconoscono fratelli e sorelle nell’unica famiglia umana. Facciamo nostro il grido e la disperazione dei popoli che in questo momento soffrono a causa di violenza, di conflitti e di guerre” ha continuato Margaret Karram. “Donaci la grazia di accoglierci gli uni gli altri, di perdonarci, di vivere come un’unica famiglia umana. Donaci di amare la patria altrui come la nostra! Dio di misericordia, di concordia, fai di noi ‘strumenti della Tua pace’”. A una settimana (il 25 marzo 2022) dalla consacrazione che Papa Francesco farà di Russia ed Ucraina al Cuore immacolato di Maria, questa supplica si inserisce nella corale preghiera che nel mondo si leva per la pace e accompagna la grande rete di solidarietà a cui anche i membri del Movimento aderiscono. Le comunità dei Focolari sono presenti in oltre 180 Paesi, quindi anche in molti luoghi nei quali sono ancora in atto conflitti e guerre.
Stefania Tanesini
Testo integrale della “preghiera universale per la pace”. (altro…)
Ott 5, 2020 | Centro internazionale
Il 3 ottobre scorso, durante il Collegamento CH – la video conferenza bimestrale che collega le comunità dei Focolari nel mondo – Maria Voce ha fatto un appello a tutti, chiedendo un impegno non da poco: vivere rapporti sul modello di quelli “trinitari” dove ognuno faccia emergere l’altro, trovando “la sua più profonda identità” e ponendo così le fondamenta per una società fraterna. La video-chiamata avveniva a poche ore dalla firma ad Assisi di “Fratelli tutti”, l’ultima enciclica di Papa Francesco. Non si poteva quindi non sentirsi chiamati in prima persona. Di seguito una sintesi dell’intervento della presidente dei Focolari. Domanda: Oggi, il Papa ad Assisi ha firmato l’enciclica con questo titolo bellissimo: “Fratelli tutti”. In un tweet ha scritto: “Lo sforzo per costruire una società più giusta implica una capacità di fraternità e uno spirito di comunione umana”. Ti ha sorpreso la scelta di questo argomento da parte del Papa? Maria Voce: Per niente! Perché è il bisogno più grande dell’umanità di oggi. Il Papa ha saputo farsene eco e con questa enciclica ha voluto metterci tutti insieme a cercare la risposta a questo bisogno dell’umanità. Viene da domandarsi però: “Cosa possiamo fare?” A questo punto vorrei rivolgermi proprio a tutti quelli che si sentono chiamati da Dio a fare qualcosa per rispondere e a farlo dandosi completamente, senza misura, senza paure. Tutti quelli che hanno trovato nel carisma dell’unità, nel carisma di Chiara Lubich, un aiuto, che ha fatto loro vedere che è possibile, che ha fatto loro fare l’esperienza concreta, vera, profonda dell’unità su questa terra; a tutti questi io vorrei dire: “Facciamolo insieme, facciamolo insieme!” Sì, abbiamo ricevuto un dono che ci ha permesso di farne l’esperienza. Ma questa chiamata alla fraternità, che per noi è la chiamata al “Che tutti siano uno” (Gv 17,21), all’unità, questa chiamata vorrebbe che sulla terra si vivesse come in cielo, come – lasciatemelo dire – nella Trinità – dove l’unità e la distinzione coesistono, dove ogni persona rispetta l’altra, ogni persona fa spazio all’altra, ogni persona cerca di fare emergere l’altro, ognuno cerca in un certo modo di perdere se stesso fino in fondo, perché l’altro possa esprimersi completamente. E in questo non si annulla, anzi manifesta la sua vera, la sua più profonda identità. Un’unità così grande ha un esempio solo: Gesù che ha saputo perdere completamente il suo essere Dio per farsi uomo e per condividere sulla croce – nel momento dell’abbandono – tutti gli abbandoni, tutti i dolori, tutte le angosce, tutte le sofferenze, tutti gli estremismi, tutte le vittimizzazioni, le lacerazioni che gli uomini di tutti i tempi, di ogni condizione vivono e hanno vissuto, e li ha fatti propri, con questo amore così grande che è riuscito a rifare, a ricostruire quell’unità che si era spezzata fra Dio e l’uomo, fra gli uomini tutti e anche con tutto il creato. Se riusciamo ad avere un amore così grande, possiamo testimoniare al mondo che questa unità c’è, che questa unità è possibile, che questa unità è già cominciata. Io vorrei che con tutti quelli che in questo momento mi ascoltano potessimo essere per il Papa una prima risposta già avviata e che gli dessimo consolazione e speranza, perché qualche cosa è già cominciato. Che fossimo tutti insieme, noi, piccolo gruppo che si ispira al carisma ricevuto da Chiara Lubich, un principio, una particella piccola ma efficace di quel lievito che penetra nell’umanità e che la può trasformare in un mondo nuovo. Io vorrei prendere questo impegno insieme a tutti voi. Io ci sto, io voglio mettercela tutta, e invito tutti quelli che vogliono a fare altrettanto!
A cura di Stefania Tanesini
Qui l’edizione integrale del Collegamento CH. (altro…)
Lug 20, 2019 | Cultura
L’evento si terrà dal 26 al 28 marzo. Presenti tra gli altri: Yunus, Frey, Meloto, Petrini, Raworth, Sachs, Sen, Shiva e Zamagni E’ ora possibile iscriversi per la tre giorni voluta da Papa Francesco destinata a giovani economisti, imprenditori e change-makers di tutto il mondo. Dal 26 al 28 marzo Assisi ospiterà l’evento internazionale The Economy of Francesco. I giovani, un patto, il futuro. L’invito a partecipare arriva direttamente dal Santo Padre ed è rivolto ai giovani fino ai 35 anni. È possibile presentare la propria candidatura entro il 30 settembre tramite il sito www.francescoeconomy.org.
L’evento The Economy of Francesco si articolerà in laboratori, manifestazioni artistiche e plenarie con i più noti economisti, esperti dello sviluppo sostenibile, imprenditori e imprenditrici che oggi sono impegnati a livello mondiale per una economia diversa e che rifletteranno e lavoreranno insieme ai giovani. Hanno già confermato la loro presenza i premi Nobel Muhammad Yunuse Amarthya Sen. E ancora, tra gli altri, Bruno Frey, Tony Meloto, Carlo Petrini, Kate Raworth, Jeffrey Sachs, Vandana Shiva e Stefano Zamagni. Non un convegno tradizionale ma un’esperienza dove la teoria e la prassi si incrociano per costruire nuove idee e collaborazioni. Un programma dove i tempi rallentano per lasciare spazio anche alla riflessione e al silenzio, alle storie e agli incontri, all’arte e alla spiritualità, perché siano il pensiero e l’agire economico dei giovani ad emergere. L’incontro è rivolto ai giovani under 35 impegnati negli ambiti della ricerca: studenti e studiosi in Economia e altre discipline affini (studenti di master, di scuole di dottorato di ricerca, giovani ricercatori); e dell’impresa: imprenditori e dirigenti. Possibilità di partecipare anche per i change-makers, promotori di attivitàal servizio del bene comune e di una economia giusta, sostenibile e inclusiva. La proposta è di stringere con i giovani, al di là delle differenze di credo e di nazionalità, un patto per cambiare l’attuale economia e dare un’anima a quella di domani perché sia più giusta, sostenibile e con un nuovo protagonismo di chi oggi è escluso. Fra tutti i candidati verranno scelti 500 giovani a partecipare ad unpre-eventoprevisto per le giornate del 24 e 25 marzo: un’occasione di lavoro e approfondimento che continueranno nei giorni dell’evento (26-27-28) insieme a tutti gli altri partecipanti.
(fonte: comunicato stampa)
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Giu 12, 2012 | Chiara Lubich, Chiesa, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
In una giornata soleggiata si è svolto, il 9 giugno, il Convegno “Chiara d’Assisi e Chiara Lubich: due carismi in comunione”, evento che viene ad arricchire l’Anno Clariano con cui si vuole fare memoria, nell’VIII centenario, della conversione e consacrazione a Dio di Chiara di Assisi. E attestare l’attualità del suo fascino. Da qui il voler approfondire il rapporto, meglio la comunione fra il carisma di Chiara di Assisi e di Chiara Lubich. Di grande interesse, quindi, la tavola rotonda introdotta dalle parole del sindaco Claudio Ricci e del vescovo di Assisi, mons. Domenico Sorrentino. Una declinazione del tema a più voci. Il prof. P. Pietro Maranesi, OFM Cap., ha riflettuto con passione su “Francesco e Chiara: un carisma, due volti”, sulla dimensione profetica e rivoluzionaria che, di per sé, contesta le consuetudini di un’epoca. Sulla novità dirompente di categorie quali la “misericordia” e la “condivisione” che emergono dalla “conversione” di Francesco. Sul “viaggio” spirituale di Chiara che scopre la sua identità nel “volto” di Francesco: “… senza quel volto io non avrei un volto. Ho trovato Dio attraverso di lui”. Una apertura profetica la loro che, nella società medievale, porta a scoprire l’altro come via per arrivare a Dio. Altri tempi ma stessa operazione quella compiuta da Chiara Lubich. Lo dimostra la prof. Sr. Alessandra Smerilli, F.M.A, con “Il riflesso dei carismi nella storia e nella società”. La realtà di un carisma non è solo “grazia”, “gratuità”, ma sono “occhi che, in coloro che vivono un disagio, vedono qualcosa di bello e grande”. Da qui il fatto che i carismi diventino “apripiste nella frontiera dell’umano che spingono i suoi paletti sempre più in avanti” nella ricerca e nell’impegno. Essi, ancora, sono vie per l’emergere del femminile.
Così è per le due Chiara: quella di Assisi riesce a far approvare nella sua regola l’inedita “altissima povertà”. Quella di Trento immette nella chiesa la grande novità che a presiedere un movimento ecclesiale, con dentro tutte le vocazioni, sia sempre una donna. Con realizzazioni laiche, squisitamente civili (come l’Economia di comunione) che dicono quanto i carismi, ieri come oggi, siano dei volani che contribuiscono ad una società più “umana e bella”. La bellezza, l’estetica, infatti, è insita nell’agire di un carisma. “Chiara d’Assisi e Chiara Lubich: la comunione tra due carismi come sorgente di luce” è il tema di Lucia Abignente del Movimento dei focolari. Il rapporto tra queste due grandi figure di donna si iscrive in quella visione ampia che la Lubich ha dei carismi: fiori diversi nel giardino della Chiesa. Lo sbocciare di essi, in sintonia e in risposta alle esigenze dei tempi, è un progressivo fiorire della Parola: “Cristo dispiegato” nel tempo e nello spazio. “Santa unità e altissima povertà” il carisma della prima; “Unità, di cui chiave è l’amore esclusivo a Gesù Abbandonato”, della seconda. La profonda comunione tra i carismi delle due Chiara è richiamo luminoso per raccoglierne l’eredità e vivere con fedeltà il loro messaggio oggi.
“Claritas”, “clarificare”, parole che, nel linguaggio coniato da Chiara Lubich, invitano ad immettere la luce delle realtà spirituali nelle realtà temporali. E’ la convinzione, con cui si assiste, nel secondo atto, alla dedicazione a Chiara Lubich di un largo di strada nei pressi della Basilica Superiore di San Francesco, il che rimanda ad “allargare lo sguardo” secondo Michele Zanzucchi, moderatore della tavola rotonda. Nell’apportare la sua benedizione al “Largo Chiara Lubich” mons. Sorrentino si augura che sia “richiamo per tutti a considerare ogni strada come luogo di incontro e dialogo con tutti”. E il Sindaco Ricci vi vede “le pietre di Assisi, culla del francescanesimo, ricoperte oggi da un carisma in più, con lo stile dell’essere famiglia in una declinazione economica e sociale”. La giornata si chiude al teatro Metastasio con il musical “Chiara di Dio” di Carlo Tedeschi , un viaggio vibrante di danze, ritmo e musica nella vita di Chiara d’Assisi, eseguito con convinzione da una compagnia di giovani che del suo messaggio si fanno testimoni. di Victoria Gómez (altro…)
Nov 2, 2011 | Cultura, Focolare Worldwide, Focolari nel Mondo, Spiritualità
Un’impressione al termine di questi giorni ad Assisi e a Roma.
Un’impressione molto positiva. Un pensiero innanzi tutto a Giovanni Paolo II e a Chiara Lubich per la loro lungimiranza nel campo dell’apertura al dialogo. Hanno capito che valeva la pena investire in persone e in strutture per portare avanti il discorso del dialogo. Mi riferisco, in particolare, ad organismi che lavorano per questo: i vari Pontifici Consigli (per l’Unità dei cristiani, il Dialogo Interreligioso, per la Cultura, Giustizia e Pace, all’interno della Chiesa) ed i Centri che si occupano dei vari dialoghi in seno al nostro Movimento. È venuto in evidenza quanti rapporti si sono costruiti in questi anni. Questa mi sembra sia stata una novità rispetto agli incontri tenuti in passato. In questi anni ognuno ha fatto molto, anche se lì per lì poteva sembrare poco, rispetto al risultato ottenuto. In sintesi, mi pare si sia arrivati ad un punto dove ci sono delle vere relazioni di amore reciproco. Alcuni piccoli fatti significativi che tutti abbiamo notato. Quando al Patriarca Bartolomeo è caduto il libretto, il Primate della Chiesa d’Inghilterra, il Dott. Rowan Williams, si è chinato a raccoglierlo; il papa spesso sorrideva e si volgeva ora all’uno ora all’altro. Sembrano cose piccole, ma sono atti che tutti notano e danno una testimonianza. Poi, la presenza di persone di altre convinzioni non religiose. Questa era davvero una novità di sostanziale importanza, soprattutto per come l’ha presentata il papa nel senso della ricerca della verità comune. Ha sottolineato che la verità ci trascende tutti e nessuno può dire di possederla completamente. Era molto bello come lui la presentava. Questa era chiaramente una novità. Assisi 2011 non è stato solo un venirsi incontro in uno spirito di fraternità e di pace, per costruire qualcosa di bello, è stato anche un elevarsi in una ricerca che andava al di là di questo. Con Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio e con Julian Carrón, attuale responsabile di Comunione e Liberazione, siete stati invitati a viaggiare sul treno del Papa con le delegazioni ufficiali. Un riconoscimento significativo per i Movimenti e le nuove Comunità ecclesiali. Come vedi il ruolo dei movimenti e, in particolare, dei laici nel dialogo? Tanti dei cardinali e dei vescovi sono venuti a ringraziarmi per i rapporti delicati e discreti che costruiamo con le persone delle diverse religioni. Era, quindi, un riconoscimento per quanto il nostro movimento ed i movimenti in genere fanno nel campo del dialogo. Ho trovato molto apprezzamento anche per come i laici conoscono le situazioni concrete e i diversi contesti e tradizioni delle religioni e dei credenti. I laici vivono più facilmente a contatto quotidiano con coloro che seguono altre fedi e, quindi, ne conoscono aspetti vitali e tradizioni. Questo può aiutare anche la Chiesa istituzionale a muoversi nei rapporti con fedeli di altre religioni. Non tutti possono conoscere tutti e tutto. Un esempio. Mi sono trovata a pranzo con un rappresentante della delegazione sikh, che non aveva timore di dire a tutti che conosce il focolare e partecipa agli incontri che esso promuove. E, come questo, molti altri. I rapporti che i movimenti hanno costruito con questi leaders religiosi venivano in evidenza in modo molto spontaneo. La gerarchia della Chiesa mi sembra ne sia molto contenta e grata. Dall’inviato Roberto Catalano (altro…)